Cosa non ha funzionato nella terza stagione di Sex Education 🤷🏻‍♂️

Sono molto "sorry not sorry" quando si parla di Sex Education perché, sebbene ne riconosca l'importanza e la bellezza dei contenuti, ho sempre trovato dei nodi in questa serie tv che non sono riuscito a digerire del tutto. È stato purtroppo lo stesso in questa terza stagione, che non definirei per forza la peggiore, ma che ho trovato acquosa e poco centrata. 


L'innegabile pregio di Sex Education è la capacità di raccontare temi delicati, attuali, interessanti e importanti in modo chiaro, diretto, a volte più ironico, a volte più serio e soprattutto in maniera spontanea e non pruriginosa. Ogni personaggio, che sia primario o secondario, si presta a raccontare un vissuto, o meglio un approccio alla vita, diverso, seppur a volte un po' stereotipato.
Scusate, sto già andando nei difetti, faccio un passo indietro, perché anche questa terza stagione ha i suoi pregi: per la prima volta ad esempio ci confrontiamo con personaggi dalla sessualità non binaria, che devono scontrarsi non solo con la percezione esterna, che spesso non li comprende, ma anche con l'accettazione interna, che a volte è in divenire.

E poi quante serie tv parlano di sessualità e disabilità insieme? Così a memoria non me ne vengono in mente, eppure Sex Education 3 riesce a coprire anche questo argomento, senza moralismi.
O ancora, parlare dei ruoli sessuali nelle coppie gay è qualcosa di cui non si parla spesso, ma che anzi molte volte viene stereotipato. Ruota sempre tutto intorno al sesso (ma va!?), anche in quegli aspetti più dettagliati, meno discussi. Ma si tratta di un prodotto che sa aprirsi a tutti, visto che non è solo la sessualità che muove la narrazione, ma anche l'amicizia, l'amore, il rapporto fra genitori e figli. È insomma uno spaccato, una finestra, su tanti piccoli mondi, a volte accomunati fra di loro, a volte diversi, in un formato facile da leggere per tutti, dai più giovani ai più grandi.


E quindi arrivati a questo punto vi chiederete qual è il problema? Cosa non ha funzionato? La risposta, per me almeno, è lo sviluppo narrativo.
Nella seconda stagione di Sex Education avevo apprezzato il fatto che i riflettori si fossero spostati da Otis per dare spazio ad altri personaggi. In questi nuovi episodi seguono questa strada ma la esasperano, esacerbando quello che è invece un difetto, ovvero la perdita di centralità.
Più o meno tutti i filoni narrativi mi sono sembrati trattati superficialmente, e potrei fare tanti esempi. Uno, che si nota già nelle prime puntate, è Ruby, che poteva raccontare un ambito umano interessante, ma che invece resta molto una facciata, senza molti dettagli sul quotidiano della ragazza.
Non ho molto capito il suo rapporto con Otis, che secondo me è stato tirato un po' fuori dal cilindro in quello che è un classico binomio "popolare della scuola - sfigato della scuola", ma mi è sembrato più curioso rispetto a quello con Maeve. 

The Bridgertons: Happily Ever After — In this house we Stan Simone Ashley.  Naturally I...

O ancora, l'aggiunta di Cal, il nuovo personaggio queer, che però ci dà pochi stimoli sia a conoscerlə in quanto appunto nuovo componente del cast, sia nel farci entrare in cosa significa essere non-binary. Spero che più avanti ci sia modo di avere più approfondimenti.
Da questo ne conseguono diversi problemi per questo Sex Education 3: il primo è che i personaggi non evolvono davvero. Sembra che le loro storie vengano rimescolate, ma per restare più o meno nel loro punto. Si preferisce magari coinvolgerli in situazioni da teen drama all'acqua di rosa, piuttosto che in momenti di grande impatto come quelli a cui avevamo assistito nelle passate stagioni.


Alcuni dei personaggi hanno delle vicissitudini narrative poco interessanti secondo me, e non ho capito la scelta di inserire situazioni al limite del demenziale e dell'assurdo, che non fanno nemmeno ridere. Nello specifico, senza spoiler, tutto il quinto episodio era evitabile.
Salvo l'arco narrativo su Adam Groff, unico personaggio che, seppur lentamente, continua il suo percorso. Adorabile.
Persistono poi dei vuoti narrativi che non ho mai capito di questa serie, e che si posso collegare alla nuova direttrice della scuola di Otis, Maeve e compagnia, ovvero la preside Hope. Tralasciando anche il suo percorso buttato un po' così, il suo comportamento nei confronti degli studenti credo sia al limite del legale in qualunque stato del mondo. 

Sex Education 3: la preside Hope e il disagio delle istituzioni

Tuttavia, stranamente, non solo non ci sono proteste dei genitori (sempre assenti se non per situazioni inutili), ma i suoi discutibili metodi di gestione della scuola ad esempio non vengono sbattuti sui social né fanno il giro del web, semplicemente perché tutto ciò non esiste in Sex Education, e questo è assurdo. Posso capire che faccia gioco per altri sviluppi (anche qui un po' assurdi) ma risulta anacronistico e poco credibile, e questo è un problema della prima ora a cui non hanno saputo mettere una pezza, ma anzi hanno peggiorato. Credo sia un espediente troppo semplice e scafato quello di distaccare la serie dalla nostra realtà, pur ambientandola ai nostri tempi. È come fare un western senza pistole. 

Questa terza stagione secondo me, pur restando assolutamente di qualità e soprattutto, ripeto, necessaria e interessante per quello che tratta, dall'altro lato mi è sembrata al di sotto delle aspettative. Qui vi parlo della quarta ed ultima stagione dei Sex Education.
A voi cosa ve n'è parso?







2 commenti:

E tu cosa ne pensi?

Info Privacy

  1. Per me, invece, è la stagione più matura, saggia e intima di tutte.
    Meno sesso, meno battute pecorecce, più riflessioni. Mi manca già.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questa volta mi sento di dissentire: meno battute pecorecce?! C'è una capra letteralmente che gira in due puntate 🤣 E la scena della cacca?
      E quali sono queste riflessioni? 🤔

      Elimina

Vi sono piaciuti