Serie Tv e Film di Aprile... che disastro questo mese 🙈

È stato quasi frustrante questo aprile da un punto di vista filmico e seriale: ho visto sicuramente alcune cose carine, ma la stragrande maggioranza dei titoli per me è stato un flop, per un verso o per l'altro. 

Riesco sicuramente a salvare Manuale per signorine, una nuova serie tv Netflix, disponibile però dal 28 Marzo, che mi è piaciuta.


Ironica, romantica, leggera ma non troppo, pop quando serve, ma in grado di farci sentire il sapore di un'altra epoca, Manuale per signorine è stata definita la risposta iberica a Bridgerton ma secondo me ha un suo carattere ben preciso. Infatti è forse un po' meno politicamente corretta, ha più l'attitudine da guilty pleasure vista la durata, e la protagonista Elena (Nadia de Santiago) è una perfetta anti eroina, umana ed empatizzabile. Si parla di emancipazione femminile, ma si strizza l'occhio alle dinamiche da rom-com. Io aspettavo la seconda stagione, ma pare sia stata cancellata da Netflix.

Promuovo anche High Potential, un riadattamento della serie tv franco-belga Morgane - Detective geniale firmato da Disney +.


Non si tratta, anche in questo caso, della serie tv dell'anno o di un prodotto imperdibile, ma di un passatempo piacevole specie per chi ama i gialli con tanto di indagine da risolvere, ma cerca un po' più di brio e leggerezza. Kaitlin Olson regge bene non solo i panni di Morgan, ma tutta la serie con la sua parlantina, il suo carisma e la sua umanità.
Ottimo anche il ritmo, e la durata degli episodi, considerando che ogni puntata è autoconclusiva. 

Purtroppo qui finiscono le serie tv e i film che comunque consiglierei e che possono avere più pro che contro. 
Infatti, durante ad Aprile ci sono stati tanti titoli che non mi hanno convinto ed alcuni mi hanno proprio deluso. 
L'insoddisfazione maggiore l'ho avuta con Il Ragazzo dai Pantaloni Rosa, il film di Margherita Ferri sulla storia vera di Andrea Spezzacatena.


Un caso di cronaca vera, su un ragazzino vittima di omofobia e bullismo finito nel modo più drammatico che si possa immaginare, che però il film traduce come una sorta di fiction all'italiana, con tanti inutili primi piani. Così Il ragazzo dai pantaloni rosa, che io ho recuperato su Netflix, diventa molto meno coinvolgente e non mi ha dato quel pugno nello stomaco che mi aspettavo. Buone le interpretazioni, ma un film del genere dovrebbe avere un impatto anche più forte, specie per le nuove generazioni.

Molto deluso anche da The Residence, la nuova serie tv Netflix prodotta da Shondaland.


È stata in vetta fra le serie tv più viste sulla piattaforma streaming, ma poi mi sono ritrovato con un prodotto poco originale, ricordando troppo Only Murders in The Building e la stessa High Potential, dal montaggio ripetitivo fino allo sfinimento, e con troppi eccessi per poter magari avere piacere a seguire uno o più personaggi. The Residence non funziona nemmeno come guilty pleasure visto che la durata trasborda i 40 minuti, e come dicevo i tanti flashback la rendono alla lunga monotona. 

Purtroppo tanta noia anche per la terza stagione di The White Lotus su Sky.


Ogni volta che arriva un nuovo capitolo della serie tv antologica diretta da Mike White, spero sempre che ci siano dei miglioramenti, visto che le produzioni HBO sono fra le migliori. Tuttavia The White Lotus 3 mi è sembrata forse la peggiore, lenta nella prima parte, e poco d'impatto nella seconda, specie sul finale. Parecchi sono i punti nella trama che risultano scarsamente credibili, dal non sciacquare un frullatore sporco dopo 24 ore, al non trovarsi l'FBI alla porta per una frode finanziaria (e se avete visto la serie riuscite a contestualizzare). I bei panorami non bastano a rattoppare una trama che sa dove iniziare e finire ma non sa come costruire tutto il percorso. A questo punto non sono certo di voler proseguire con la quarta stagione.


Sono quasi certo che Maggio andrà meglio sotto questo punto di vista perché sto terminando tante altre serie tv di cui parlarvi, e qualche film che non è stato male. 
Voi cosa avete visto?




I migliori prodotti di Aprile, cosa scoprire e cosa lasciare indietro

Anche aprile è agli sgoccioli e quindi ritorna il momento dei top e dei flop degli ultimi 30 giorni quasi trascorsi. 

Durante questo mese, in cui in verità non sono riuscito a parlare di tutti i prodotti che sto utilizzando, ho avuto delle esperienze per lo più positive, ed anche il l'unico flop che vi nomino sarà molto soft rispetto ad altre volte. 

Fra le scoperte che secondo me meritano una chance metto la Vitamin Enriched Body Lotion di Transparent Lab.


Non è solo una crema corpo, ma un vero e proprio trattamento anti age, anti macchia e rigenerante per la pelle, visto che il marchio sotto l'ombrello di Niche Beauty Lab ha utilizzato quegli attivi che ci piacciono per la cura del viso, in appunto un prodotto corpo. Retinale, Niacinamide e Vitamina E ma inseriti in una formula delicata, ed una consistenza fluida facile da usare ogni giorno dopo la doccia. Perfetta per preparare la pelle nell'attesa di scoprirci un po' di più con la bella stagione, ma anche per chi non ama i prodotti con fragranze particolari. Ne parlo qui in dettaglio.

Ad aprile ho anche provato un prodotto andato virale che mi è piaciuto moltissimo, ovvero le maschere viso in Hydrogel da tenere anche tutta la notte.


Io ho messo alla prova le Deep Collagen Anti Wrinkle Lifting Mask di Sungboon Editor, che sono ricche di sostanze idratanti e anti age, oltre che appunto di collagene. Se siete pigri, o coraggiosi (fate voi) la potete tenere appunto tutta la notte, ma se invece come me temete che possa disturbarvi il riposo, allora basteranno tre o quattro ore, e la maschera diventerà trasparente. L'effetto glass skin, una idratazione profonda adatta a pelli più secche, la distensione di rughe e segni del viso, sono assicurati. Qui tutta la mia esperienza (con foto, come sempre per i più coraggiosi). 

Nel corso del mese sono tornato per la seconda volta a parlare di attivo che mi piace molto, ovvero il retinolo, con il Next Level Be Like Phoenix Retinol 0.5% di Nacomi.

Non solo un'alta percentuale di vitamina A che contribuisce al turn over cellulare, ma anche sostanze lenitive come il pantenolo, ed attivi idratanti, nutrienti e antiossidanti, che rendono la formulazione del Be Like Phoenix Nacomi completa e efficace. La texure in crema è facile da gestire ed anche gradevole. Sicuramente un prodotto più adatto a chi è abituato all'uso del retinolo e non teme le formule più concentrate, ma visto anche il costo accessibile credo sia un prodotto che merita di essere provato. Io non solo lo riacquisterei ma voglio provare altri sieri Nacomi
La mia recensione vi aspetta qui. 

C'è aria di primavera anche fra le mie recensioni di Aprile, visto che vi ho parlato di tre prodotti corpo profumati di Compagnia delle Indie.
L'azienda mi ha dato l'opportunità di scegliere alcuni uno dei loro Tris che includono una piccola routine per la cura del corpo, ed io ho scelto la fragranza 13 Orchidea e Legni di Cedro, che mi sembrava più adatta alla stagione.


Mi sono piaciuti tutti e tre i prodotti, come vi raccontavo nella mia recensione, ma dovendo scegliere il migliore da segnalarvi, punto il dito alla Eau de Parfum. La fragranza Orchidea e Legni di Cedro mi è sembrata fresca, acquatica, vivace, grazie all'accordo floreale iniziale, ma trova un po' più di corpo nelle note legnose e muschiate di fondo. Nel suo insieme è una profumazione che mi piace molto, che mi fa sentire in ordine e sa di pulito, al punto che mi piace utilizzarla anche quando sono semplicemente in casa. Ho tanti profumi Compagnia delle Indie che sto provando, e spero di potervi raccontare i miei preferiti quanto prima perché il rapporto qualità- prezzo sembra tutto dalla loro.

Fra i promossi di aprile ci metto anche le maschere viso idratanti di Balea che ho provato, tre nello specifico, che hanno tutte una ottima performance, oltre ad essere accessibili. In particolare mi è piaciuta la Maschera viso Nutriente con il 70% di Aloe Vera.

Nonostante abbia una texture tutto sommato leggera e fresca, idratata e nutre la pelle a fondo, la lascia morbida ed elastica. Questa maschera viso Balea agisce secondo me anche sull'aspetto cutaneo in generale, rendendo la pelle più carina, omogenea e luminosa. Credo inoltre si possa adattare a tante esigenze cutanee, in base alla stagione, e io stesso la potrei utilizzare un po' tutto l'anno. Qui comunque la mia recensione dettagliata. 

Vi anticipavo che il flop di questo mese non è stato per me un dramma, ma si tratta di un prodotto che non mi ha convinto fino in fondo. Mi riferisco l'Essential Glow Moisturizer SPF 30 di Paula's Choice.


Ho iniziato la mia ricerca per questo 2025 del miglior solare, e nella mia recensione dell'Essential Glow Moisturizer infatti vi raccontavo che ci sono un po' di alti e bassi nell'utilizzo e che non è andato molto d'accordo con la mia pelle. Pur risultando leggera, e non facendo una particolare scia bianca nonostante i filtri fisici minerali, è per me una protezione solare troppo luminosa e nel corso della giornata mi secca il viso. Onestamente non saprei nemmeno a che tipo di pelle consigliarla e quindi per me è un flop. 


Spero che anche questo mese il mega riassuntone dei TOP & FLOP vi sia utile. Vi ricordo che nella mia vetrina Amazon sto raccogliendo tutti i prodotti migliori che sto testando in questo 2025.
Se vi va fatemi sapere i vostri promossi del mese. 


Due film che forse potreste anche evitare...

Continua un periodo di recuperi secondari e poco ispirati, di film che per me non meritavano una corsa al cinema appena usciti, ma a cui ho riservato un posto alla spicciolata. Ecco le mie opinioni, senza troppe aspettative.

Here (2024)



Genere: Drammatico, Sentimentale
Durata: 104 minuti
Regia: Robert Zemeckis
Uscita in Italia: 9 Gennaio 2025 (Cinema)
Paese di produzione: Stati Uniti d'America

Robert Zemeckis deve avere maturato un gusto particolare quando si tratta di film da dirigere, scegliendo sceneggiature a volte semplici ma efficaci, come Allied - Un'ombra nascosta, altre volte più discusse come The Witches. Eppure se questi titoli per quanto recenti non vi dicono moltissimo è perché sembra che i suoi film non lascino molta traccia. 

Particolare e forse poco evidenziato lo è anche Here, che è tratto dal romanzo grafico di Richard McGuire e che si muove tutto da un unico punto di vista. Una stessa inquadratura, un unico luogo che seguiremo lungo secoli di storia, dai dinosauri fino a quando, in quel lembo di terra, verrà costruita una casa che verrà abitata da famiglie diverse, fino ai Young. Nonostante si continuino ad aprire delle vere e proprie finestre sulle varie epoche storiche, Here ci fa seguire in particolare la vita di Richard (Tom Hanks) e sua moglie Margaret (Robin Wright) che ci portano fino ai giorni nostri.

Dalla nascita alla morte con tutto quello che c'è in mezzo, con momenti di gioia, vittorie, delusioni, malattie, amore e tutto quello che una esistenza su questa terra può riservare, e che inevitabilmente si scontra con l'ineluttabilità del tempo e si lega con la memoria. Una tematica (se così si può definire) importante, forse anche impegnativa e imponente per un solo film, ma Here lo traduce come quotidianità e quindi come qualcosa che dovrebbe essere vicino a tutti noi.

Il film di Zemeckis però soffre di una certa macchinosità, con queste finestre che si collegano a linee temporali e a personaggi diversi, ma che restano solo una bella idea nella teoria ma non nella pratica.
Infatti, se escludiamo Richard e Margaret, gli altri abitanti della casa sembrano un puro riempitivo con le loro storie per lo più accennate. Nel cast troviamo anche nomi come Kelly Reilly, Michelle Dockery e Paul Bettany, ma si fa quasi fatica a notarli per la marginalità dei loro ruoli. 

Mi aspettavo che ad esempio queste finestre, che ricordano un po' le pagine aperte sullo schermo di un pc, creassero un collegamento, una fusione fra le diverse epoche magari nei dialoghi o nei gesti, ma non è stato così. Invece, da questa tecnica un po' artificiosa, Here ottiene un po' di dinamismo che una storia raccontata da un'unica prospettiva fisica non può che perdere. La scenografia ha quasi più vita dei personaggi che la abitano, e questo è un problema.

In generale, soprattutto all'inizio, la sensazione è straniante, la presenza della CGI e dell'intelligenza artificiale per ringiovanire i protagonisti c'è e si vede. Questo è troppo: tutta la struttura, il lavoro di montaggio ed editing rendono Here costruito a tavolino, e quel sentimento universale per me è diventato sentimentalismo freddo. 
Se la tecnica può dare ad Here la chance di una visione, la mancanza di un reale coinvolgimento mi spinge a suggerirvi di starne lontani. 



Bridget Jones - Un Amore di Ragazzo (2024)

Titolo originale: Bridget Jones: Mad About The Boy
Genere: 
Commedia, Sentimentale
Durata: 125 minuti
Regia: Michael Morris
Uscita in Italia: 27 Febbraio 2025 (Cinema)
Paese di produzione: Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti d'America


A distanza ormai di quasi 10 anni dall'ultimo capitolo, Renée Zellweger è tornata a vestire i panni dell'iconica ma pasticciona Bridget Jones in un nuovo capitolo e una nuova fase della vita della protagonista. 
Se come me non siete dei fan sfegatati della saga tratta dai romanzi di Helen Fielding o semplicemente avete dimenticato quanto accaduto, vi basti sapere che avevamo lasciato la nostra Bridget finalmente sposata a Mark Darcy (Colin Firth) e con due figli, dopo i vari tira e molla con Jack Qwant (Patrick Dempsey) e Daniel Clever (Hugh Grant). Tuttavia nel nuovo film, Bridget è tornata single, o meglio, adesso è una vedova, visto che Mark è morto. Dopo un periodo difficile e di scoraggiamento, spinta dalle sue amiche, Bridget decide di riprendere in mano la sua vita lavorativa e personale. Sarà proprio la conoscenza del giovane Roxster (Leo Woodall, One Day, White Lotus 2) che la farà tornare a voler riscoprire l'amore. 

Non direi che Bridget Jones 4 sia un film da evitare perché è comunque in linea con i film precedenti e se vi sono piaciuti, sarà un piacere ritrovarla in una veste leggermente diversa. Se l'inizio è infatti più malinconico, un po' più triste, pur risultando del tutto coerente con certe fasi della vita, Bridget Jones - Un Amore di Ragazzo recupera con lo sviluppo tornando a situazioni buffe, a volte prevedibili, altre eccessive, ma comunque simpatiche da seguire.  

È chiaro che una pellicola del genere, che comunque gioca anche sull'effetto nostalgia, si rivolge ad un pubblico più adulto, più della mia generazione, e a coloro che ancora amano le commedie romantiche che comunque richiamano un po' una fiaba. Aderendo perfettamente al genere, lo sviluppo è molto semplicistico, e che spesso le cose si risolvono con una risata, ma Bridget Jones - Un Amore di Ragazzo svolge la sua funzione di compagnia e divertimento.


Una piccola novità è che hanno saputo far evolvere il personaggio, visto che ad esempio quella che forse poteva essere una eccessiva attenzione al suo corpo e ai suoi difetti dei film precedenti, adesso, nel 2025 risulterebbe un po' datato e non più appunto divertente come prima.
In questo senso però avrei trovato più interessante che Bridget Jones - Un Amore di Ragazzo spingesse un po' di più sulla differenza di età fra la protagonista e Roxster, non per farne un punto da ridicolizzare, ma anzi da abbracciare con più consapevolezza e contemporaneità. 

Renée Zellweger comunque riveste benissimo ancora una volta i panni di Bridget e tutto il cast è azzeccato per i ruoli che devono interpretare. Si poteva forse dare un po' più spessore al Roxster di Leo Woodall, ma c'è una pungente Emma Thompson che vale già tutto il film.
Pur non risultando quindi particolarmente innovativo e di conseguenza imperdibile, Bridget Jones - Un Amore di Ragazzo non è stato sgradevole da seguire e se avessero magari condensato la storia in un minutaggio inferiore, ve lo avrei anche consigliato quasi a scatola chiusa. 


Paula's Choice Defense Essential Glow Moisturizer SPF30, le mia recensione

La primavera si fa desiderare, tra giornate di sole e cieli ancora grigi, ma sappiamo quanto la protezione solare resti indispensabile. E con la bella stagione, per me arriva anche il momento di mettere in uso qualche prodotto fra le mie scorte.

Durante l’inverno infatti cerco di terminare i solari già aperti, mentre in primavera mi piace iniziare qualcosa di nuovo. E visto che non ho in programma grandi esposizioni al sole (che non faccio a prescindere, in realtà), ho pensato di iniziare con un SPF un po' più basso: l'Essential Glow Moisturizer SPF 30 di Paula's Choice.


INFO BOX
🔎 Sito dell'azienda, rivenditori, Amazon
💸 €41
🏋 60ml
🗺 Made in USA
⏳ 12 Mesi
🔬 //


Se ricordate, avevo vinto in un giveaway un bellissimo set con i solari Paula's Choice ed ho testato nel tempo sia il Youth-Extending Daily Hydrating Fluid, per pelli miste e grasse, e l'Advanced Sun Protection, più rivolto a pelli mature.

Promette invece idratazione ed un effetto illuminante l'Essential Glow Moisturizer, e si tratta di un solare per il viso da uso quotidiano e a base di filtri minerali, ma arricchito con sostanze antimacchia e appunto antiossidanti.

Al suo interno infatti troviamo biossido di titanio al 5.25% e zinco al 6.12%, che proteggono la pelle dai raggi UV ma anche dalla luce blu. Come tutte le formulazioni di Paula's Choice, anche questo solare ha una sfilza di attivi mirati: si parte con sostanze appunto antiossidanti e ad azione anti macchia, come il resveratrolo, alcuni derivati di vitamina C, un paio di forme di vitamina E, estratto di kiwi e xantofille, una forma di carotenoidi.

Ci sono poi attivi antiinfiammatori, come l'estratto di liquirizia, gli steroli di soja e bisabololo, ma anche alcune sostanze che quelli bravi definirebbero "Skin restoring" quindi che apportano benefici alla barriera cutanea, come lecitina e fosfolipidi.

Fra le sostanze idratanti ed emollienti di questo Essential Glow Moisturizer SPF30 vi nomino la glicerina e l'olio di argan, mentre per quanto riguarda gli ingredienti polifunzionali, segnalo la presenza di niacinamide e di Tetrapeptide-30, ad azione schiarente ma anche anti age.

Questo trattamento giorno con filtro solare Paula's Choice si presenta come una crema abbastanza soda, di un colore beige chiaro, immagino per la presenza di pigmenti che non sono coprenti ma cercano di camuffare la scia bianca dei filtri minerali, e anche creare quell'effetto glow riflettente che il prodotto promette. È inoltre inodore, o meglio non ci sono fragranze aggiunte ma si sente quel tipico profumo dei filtri fisici.
Viste le sue componenti, sicuramente richiede una accortezza in più quando la si applica, specie se avete le sopracciglia scure o barba e baffi, dove si può accumulare il prodotto, ma indubbiamente la colorazione aiuta un po' a mascherare quell'effetto gesso che si potrebbe creare.

Nonostante il tempo incerto, ho provato l'Essential Glow Moisturizer SPF30 più e più volte e per me ha davvero troppi alti e bassi per amarlo.

Essendo una protezione solare definita appunto "moisturizer", l'ho sempre considerata come una sostituta della mia abituale crema idratante, quindi utilizzandola come ultimo step della skincare dopo tonico e siero.
Come vi dicevo, bisogna avere un minimo di cura nella stesura, evitando che si accumuli in alcune aree dove potrebbe diventare sgradevole esteticamente come l'attaccatura dei capelli o zone con peli. Appena stesa su di me in effetti crea un alone più grigiastro che bianco, ma una volta che si setta, è quasi completamente invisibile. Tuttavia non credo consiglierei questo solare Paula's Choice a pelli anche solo più scure della mia perché i pigmenti che contiene potrebbero creare un ingrigimento dell'incarnato poco gradevole. 
Nonostante sia una crema abbastanza corposa, appena stesa non mi risulta pesante, anzi direi che non la percepisco affatto.

Una volta assestatosi, l'Essential Glow Moisturizer SPF30 crea in effetti un bell'effetto luminoso, quasi dorato, ma l'impressione che ho avuto è che su di me non si asciughi mai, e se tocco il viso sento questo layer oleoso che proprio non mi piace. 
Dopo qualche ora che lo indosso invece sento una sensazione di secchezza, e se guardo allo specchio e magari tendo la pelle, vedo proprio alcune zone, come le guance, avere quel tipico aspetto leggermente grinzoso di una cute a cui manca idratazione. 
Dall'altro lato però, nel tempo quella luminosità aumenta, diventando vera e proprio lucidità e, pur non risultando pesante sul viso.


L'unico modo per cercare di controllare questo glow "impazzito" è usare una cipria anche se non applico del make-up.
Dopo una giornata, perde per me di confortevolezza ed ho notato che la mia pelle sente bisogno di maggiore idratazione una volta che rimuovo questa protezione solare Paula's Choice. A proposito, non ha una particolare resistenza all'acqua, e si rimuove bene con un semplice detergente viso. 
Ho ovviamente provato ad aggiungere altri prodotti idratanti prima dell'Essential Glow Moisturizer ed in effetti migliora da questo punto di vista, ma non per quanto riguarda la lucidità che crea. 
Inoltre a volte questo solare mi ha creato alcune bricioline, come se si sgretolasse in alcuni punti e non è estremamente delicato sugli occhi, anche se non mi crea bruciore o lacrimazione. 
Fra me e questo solare viso Paula's Choice non è scattato l'amore, dimostrandosi poco adatto alla mia pelle. 

Del set che vinsi mi resta un ultimo prodotto da provare e spero che sia quello giusto. 





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The White Lotus 3, anche questa volta non ci siamo

Dopo le Hawaii e la Sicilia, Mike White torna a tentare di mungere il franchising di The White Lotus con una terza stagione ambientata questa volta in un lussuosissimo resort in Thailandia, sempre con l'intento di esplorare vizi e virtù di alcuni privilegiati. 

Come la serie ormai ci ha insegnato, attraverso un flashforward, scopriamo subito che quel luogo di pace e di relax diventerà presto un luogo di paura e sangue, ma chi sarà stato a sconvolgere il resort?

Conosciamo così man mano tutti i gli ospiti della struttura e tutte le loro disgrazie. C'è la solita famiglia disfunzionale composta da Timothy (Jason Isaacs), sua moglie Victoria (Parker Posey) e i loro tre figli Saxon (Patrick Schwarzenegger), Piper (Sarah Catherine Hook), e Lochlan (Sam Nivola, The Perfect Couple). C'è il gruppo di amiche un po' snob capeggiato dalla famosa attrice Jaclyn (Michelle Monaghan), che si accompagna alla perfettina Kate (Leslie Bibb, Palm Royale), e la più scapestrata Laurie (Carrie CoonThe Gilded Age).
C'è poi la coppia un po' strana, da Rick (Walton Goggins), musone e silenzioso e dalla sua giovane fidanzata Chelsea (Aimee Lou Wood, Sex Education), molto più positiva di lui.
E non mancano poi alcuni volti noti, che ci fanno da ponte fra questa terza stagione e le precedenti, e le storie dei dipendenti del resort.

È risaputo che cavallo che vince non si cambia, ma per me The White Lotus non è mai stato il corridore su cui puntare. Mi ero già lamentato nella prima stagione, e avevo definito la seconda un mezzo disastro, ma qui secondo me è anche peggio.
The White Lotus 3 infatti continua con le dinamiche che abbiamo conosciuto e che già appunto negli anni precedenti non mi erano sembrate esattamente brillanti. Resta chiaro il sottofondo di satira sociale, che cerca di mettere in luce tutti i difetti di un certo tipo di classe sociale, ovvero quella più legata al denaro, al lusso, agli eccessi, popolata da una varietà di individui caratterizzati da altrettanti difetti, paure, traumi e paranoie.
C'è chi si porta dietro la perdita di un genitore, chi il bisogno di riscatto, chi ancora la costante necessità di essere perfettamente performante. Ma non mancano anche rivalità nell'ambito dell'amicizia e pulsioni sessuali estremizzate, e tutto questo la serie riesce a dipingerlo subito, in pochi fotogrammi. 


Il problema è però calare questi personaggi e le loro svariate fisime, in una storia che sia interessante e The White Lotus in questo non funziona. I primi episodi infatti mi sono sembrati davvero lenti, stirati nel minutaggio ma non nella complessità della narrazione, che invece è molto semplice. Molti passaggi mi sono sembrati davvero vuoti, sciocchi, ma anche quando si entra nel vivo delle vicende, i colpi di scena e gli snodi narratici mi sono sembrati banali.
Aprire così una terza stagione, che per forza di cose non ha più la freschezza e l'effetto sorpresa dei primi capitoli, non è stato sicuramente un buon inizio, ma il tanto decantato finale non credo fosse così efficace da shockare il pubblico.
Persino la scena più importante, ovvero quella della sparatoria (non credo sia uno spoiler, lo sappiamo dal primo episodio) mi è sembrata amatoriale e priva di tensione. 
L'uscita settimanale ha reso ancora più sfiancante il seguire tutta questa stagione di The White Lotus.

Nonostante poi abbiano pensato (male) di aggiungere un ulteriore episodio a questa terza stagione, The White Lotus non riesce poi a sviluppare bene le sue trame e i suoi personaggi, risultando poco credibile: così, ad esempio, una truffa finanziaria importante finisce per essere raccontata attraverso un paio di tese telefonate. O ancora un piano di vendetta si consuma in modo così goffo che è quasi comico e sempre con dei tempi dilatati da sbadiglio. 

Molti hanno ad esempio elogiato il personaggio di Aimee Lou Wood, Chelsea, che giustamente risulta positivo in questo contesto, ma non poi così profondo e sfaccettato, vedi ad esempio il suo atteggiamento di sufficienza verso Saxon. Penso invece abbia fatto una bella figura Carrie Coon, una attrice che secondo me sta facendo una bellissima carriera.


Dall'altra parte, questa terza stagione non ha quella vena comica che invece negli altri capitoli era diventata materiale memabile: Parker Posey doveva sostituire il ruolo dell'iconica Jennifer Coolidge ma credo non abbia avuto la sostanza adatta per farlo (no, sbiascicare a cantilena "tsunami" non fa ridere).

Nonostante le basse aspettative, ammetto che ho fatto un po' fatica a terminare questa stagione di The White Lotus. Anche l'attesa di un momento di reale svolta è stata vana,  e solo l'aspetto puramente estetico dei bei paesaggi thailandesi è stata la cosa più appagante. 
La quarta stagione è stata confermata ed ammetto che il pensiero di non vederla è diventato molto forte.

La mia esperienza con le Maschere Viso Idratanti Balea

Più o meno in contemporanea con le maschere viso purificanti, ho messo alla prova anche tre trattamenti viso ma con potere idratante e nutriente del marchio Balea. In realtà le due macrocategorie vanno più o meno di pari passo perché spesso ho usato queste maschere per il multimasking, applicando quindi i prodotti ad azione purificante sulla zona t, e quelli idratanti sul resto del viso. Ma questa è un'altra storia, perché mi voglio concentrare sulle maschere viso Balea indifferentemente dall'uso.

In realtà tra l'altro, l'azienda ha delle istruzioni poco attuabili di questi prodotti: andrebbe applicata tutta la bustina sul viso (visto che "La quantità è sufficiente per 2 applicazioni") e lasciata agire per circa 10/15 minuti. Poi non bisogna risciacquare il viso, ma al massimo massaggiare la crema o rimuovere l'eccesso con un dischetto o una salviettina struccante. Ecco, il mio consiglio è di non farlo perché diventa un pastrocchio, dovendo eventualmente massaggiare il prodotto che si asciuga sulla pelle. 

Per questo motivo, io utilizzo una parte della bustina per almeno tre applicazioni, lascio in posa anche 20 minuti e poi sciacquo queste maschere completamente
Vediamole più da vicino con le loro caratteristiche, e le metto proprio in ordine di texture. 


Balea Maschera Viso Rigenerante
al Latte e Miele


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⏳  monouso
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Inizio dalla maschera dalla texture un più corposa, che è stata anche la prima che ho provato in questo periodo di cambio stagionale, passando appunto dal freddo dell'inverno ad un clima più mite della primavera. 
All'interno di questa maschera Balea Rigenerante troviamo appunto miele e latte (in polvere) due ingredienti addolcenti, idratanti e ristrutturanti, ottimi anche per pelli stressate o spente, ma c'è molto altro. In primis una miscela di oli vegetali come olio di macadamia, mandorle dolci, avocado, sesamo, soia, mais, e girasole, tutti oli leggeri o di media corposità che apportano nutrimento alla pelle. 
C'è anche una quota di attivi idratanti come glicerina, pantenolo, pantolattone, lecitina e allantoina, che comunque aiutano anche a rinforzare la barriera cutanea sotto più profili. 
E, per concludere, questa maschera viso Balea Latte e Miele ha anche una quota di sostanze antiossidanti, tocoferolo ed estratto di carota.


Una bella miscela di attivi, che si traduce in una consistenza molto cremosa e ricca ma non difficile da stendere, anzi regala una esperienza gradevole anche grazie alla delicata profumazione dolce e coccolosa di miele e latte, un po' come il docciaschiuma sempre di Balea.

Tutto sommato è anche positiva anche la mia esperienza con questa maschera viso che sicuramente ha un buon potere idratante e nutriente, adatto a pelli secche o con tendenza a disidratarsi, ma ammetto che ha mostrato su di me un po' i suoi limiti in alcuni momenti. Infatti mi è capitato di usarla quando il mio viso era particolarmente bisognoso e non posso dire di averci trovato un beneficio così stupefacente. Questo immagino derivi dal fatto che Balea ha voluto creare un prodotto efficace ma non untuoso che possa appesantire il viso, e questo equilibrio viene raggiunto.
La maschera viso Latte & Miele merita comunque una chance, con le giuste aspettative, perché aiuta anche a rendere la pelle elastica, un po' più morbida e omogenea esteticamente, quindi anche più carina. 

Balea Maschera viso Nutriente 
con il 70% di Aloe Vera


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Sembra una versione più alleggerita questa maschera Nutriente con il 70% di aloe vera con una formulazione più semplice di quella Latte e Miele. Al suo interno infatti gli unici elementi emollienti e nutrienti sono il burro di karitè e l'olio di semi di girasole, mentre le sostanze idratanti principali, oltre all'estratto di aloe, sono la glicerina, il pantolattone e il pantenolo. Inoltre torna il tocoferolo come attivo antiossidante.
La maschera viso Nutriente all'aloe ha anche una consistenza sempre cremosa, ma un po' più fluida dell'altra maschera Balea, e quindi l'uso è facile e veloce. Qui la profumazione è più genericamente fresca e anch'essa gradevole, e non troppo intensa, almeno per me.

Proprio per questa sua "leggerezza", Balea consiglia questa maschera un po' per tutti i tipi di pelle, ma a mio avviso è più adatta a pelli normali o leggermente secche e miste. Sulle pelli molto grasse potrebbe risultare un po’ troppo nutriente.

Durante la mia fase test ho applicato entrambe le maschere Balea su due lati del viso per confrontarle direttamente. 
La maschera all’aloe non differisce troppo in termini di performance da quella Latte e Miele, ma è leggermente meno efficace in termini di elasticità. La sensazione è quella di un buon trattamento più delicato, che ammorbidisce la pelle e la lascia fresca, idratata, nutrita e pronta a ricevere altri prodotti skincare.

Anche dal punto di vista estetico, ho notato un miglioramento uniforme: la pelle appare più luminosa, idratata e meno arrossata Anche da un punto di vista estetico, il miglioramento generale, in un aspetto più luminoso e meno infiammato della cute, è secondo me medesimo.

Io immagino che questa maschera Balea all'Aloe possa piacere molto a pelli a tendenza secca d'estate, quando si cerca un prodotto che ripristini l'idratazione cutanea, ma sia anche molto lenitivo (visto il grande quantitativo di aloe) dopo l'esposizione solare.
È stato un po' inevitabile fare un confronto fra queste due Maschere Balea, ma spero che si siano colte comunque le sue caratteristiche e qualità.


Balea Maschera Viso Idratante
all'acido ialuronico e complesso minerale


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⏳  monouso
🔬 Vegan


Ha invece quasi la consistenza di una crema-gel questa maschera viso Idratante con acido ialuronico che riprende alcuni degli attivi che abbiamo visto negli altri trattamenti e ne aggiunge di nuovi. L'azione idratante di questo trattamento Balea è dato da glicerina, betaine, pantenolo, pantolattone e ovviamente l'acido ialuronico. Ci sono poi degli emollienti leggeri come l'olio di semi di girasole e di mandole dolci, ma è più interessante la miscela di minerali a cui fa riferimento l'azienda. Infatti troviamo magnesium aspartate, zinc gluconate e copper gluconate che sono sali minerali ad effetto rivitalizzanti, antinfiammatoria e sembrano in grado di stimolare il metabolismo cellulare e contrastare lo stress ossidativo.

Questa texture simil gel si stende molto bene e dà una sensazione di freschezza molto gradevole, data anche dalla presenza di alcol, e dalla fragranza altrettanto rinfrescante.


La maschera Viso Balea con Acido Ialuronico è il tipico prodotto che mi piacerebbe d'estate, perché è leggero, lenitivo, non unge e non appesantisce e credo risponda bene alle esigenze di pelli miste o normali. Adesso che la mia pelle è ancora un po' provata dal freddo e dagli sbalzi di temperatura non riesce a darmi quel senso di idratazione e nutrimento profondo di cui ho bisogno, ma penso che in fondo non sia il suo scopo e va bene così. Inoltre una volta sciacquata ci si può applicare sopra qualunque altro prodotto senza problemi.
Inoltre devo sottolineare che questa maschera contribuisce anche a migliorare la consistenza della pelle, che dopo mi è sembrata un po' più compatta, ma anche l'aspetto, risultando quasi più levigato ed omogeneo. 
Quindi, nonostante sia comunque definita idratante, questa
maschera Balea ha comunque le sue specificità che me la fanno apprezzare e potrei anche riacquistarla in futuro.


Con queste tre maschere chiudo per adesso la mia parentesi sui trattamenti viso di Balea, anche se è un marchio di cui mi sentirete ancora molto chiacchierare. 
Voi le avete provate?



Nuovi film al cinema: storie interessanti, ma potevano essere raccontate meglio?

Non essendoci al momento, al cinema, titoli che attendevo con particolare curiosità, ho deciso di puntare su alcuni film che mi attiravano un po' meno, ma che promettevano comunque di raccontare storie interessanti.
Potevano però farlo meglio? In parte credo di sì.


Le assaggiatrici (2025)


Genere: storico, drammatico
Durata: 123 minuti
Regia: Silvio Soldini 
Uscita in Italia: 27 Marzo 2025 (Cinema)
Paese di produzione: Italia, Belgio, Svizzera

Tratto dal romanzo dall'omonimo romanzo di Rosella Postorino, Le assaggiatrici attinge da una storia vera ma che fino ad un decennio fa non era ancora conosciuta.
Fu l'ultima superstite, Margot Wölk, a raccontare cosa accadeva vicino alla "Tana del Lupo" nell'autunno del 1943. Durante il Terzo Reich sembra infatti che Hitler avesse assunto un gruppo di giovani donne tedesche, in buona salute, per assaggiare il suo cibo, ed evitare che venisse avvelenato.
In un periodo difficile come la guerra, avere un pasto caldo e magari ben cucinato era un lusso per pochissimi, ma quelle donne vivevano un vero calvario: dopo aver assaggiato i pasti che sarebbero andati al Fuhrer dovevano attendere eventuali reazioni avverse per una lunga un'ora sotto la rigida sorveglianza dei soldati, e non potevano rigettare quel cibo in alcun modo.

In Le Assaggiatrici, Margot diventa Rosa, interpretata da Elisa Schlott, una giovane donna che attende che il marito ritorni dal fronte, mentre vive ogni giorno l'ansia di poter morire avvelenata.

Se amate i film storiografici non c'è alcun dubbio sul fatto che Le Assaggiatrici vada visto, sia perché racconta una vicenda affascinante, sia perché lo fa in modo comprensibile. Il film di Silvio Soldini è infatti è facile da approcciare, e vanta una ricostruzione ottima dell'epoca, degli ambienti ed un cast femminile azzeccato. La scelta di una fotografia fredda e desaturata, per quanto prevedibile, è la più giusta per queste vicende.

Di fianco a questo racconto efficace, il film ci dà anche dei margini per alcune riflessioni, sia per quanto riguarda la solidarietà femminile che si creerà fra Rosa e le assaggiatrici, in particolare Elfriede (Alma Hasun), sia la ricerca di una qualche forma di normalità in un contesto che normale non è. Rosa infatti si ritroverà a rivivere l'amore, ma capiterà purtroppo con chi fa parte di quel sistema che in fondo la tiene prigioniera.

Questa semplicità però spesso sfocia nella banalità, nella prevedibilità e nell'incapacità de Le Assaggiatrici di non sembrare uno dei tanti film di guerra che sono stati prodotti a iosa negli anni. Ma soprattutto il ritmo è spezzettato sia dai costanti stacchi di nero, che ci avvisano dell'anno in cui ci troviamo, e che alla fine mi hanno solo suscitato fastidio, sia dalla mancanza di un vero e proprio crescendo. Rosa e le sue "colleghe" giustamente cercano un minimo di umanità e quotidianità in un contesto come dicevo di pericolo e tensione, ma questo fa sì che non si avverta mai del tutto questo stato di ansia e oppressione. 

Soldini, un po' come ne La Zona d'interesse, non ci mostra mai l'orrore della seconda guerra mondiale, anche se brulica intorno alle protagoniste, ma non riesce a essere puntuale e creativo come Jonathan Glazer. Le assaggiatrici mi ha lasciato poi qualche dubbio su alcuni passaggi della storia, che non credo vengano mai chiariti del tutto, non riuscendo quindi ad emergere fra i film di genere.



Il critico - Crimini tra le righe (2023)


Titolo originale: The Critic
Genere: thriller

Durata: 110 minuti
Regia: Anand Tucker
Uscita in Italia:  3 aprile 2025 (Cinema)
Paese di produzione: UK

Mi sposto più o meno un decennio prima rispetto a Le Assaggiatrici, con Il critico, che mi aveva attirato a sé con un cast notevole.

Siamo a Londra, appunto nel 1934, e conosciamo Jimmy Erskine (un Ian McKellen che ancora riesce ad oscurare i suoi colleghi), critico teatrale del The Daily Chronicle dalla penna affilatissima, molto temuta da tanti attori. Lo sa bene Nina Land (Gemma Arterton), una bella e promettente attrice, seppur non di eccezionale talento, che però non è affatto sostenuta dalle cattivissime recensioni di Erskine. Tuttavia le cose si capovolgono: il critico è infatti un amante della bella vita e soprattutto omosessuale, e non fa poi troppo per nascondere queste sue tendenze, ma la sua sorte sta per cambiare. Il giornale per cui lavora infatti è passato nelle mani del più rigido e meno tollerante David Brooke (Mark Strong), che decide di licenziare Erskine a seguito di un suo arresto. 
Le ombre del fascismo si stanno espandendo in Europa e a Londra l'omosessualità è ancora considerata un reato penale, ma Jimmy ha ancora un asso nella manica e userà Nina per riavere il suo posto di lavoro.

Il critico è uno di quei film che si lascia guardare senza troppa fatica, grazie soprattutto alla messa in scena ricca e ad un cast con nomi che un po' tutti conosciamo, come Lesley Manville, Ben Barnes (Tenebre e Ossa) ed Alfred Enoch (La Coppia della porta accanto).
Anche in questo caso un punto di forza è la fotografia cupa ma elegante, tipica del noir specie se ambientato in quegli anni.
È un thriller d'epoca che tutto sommato funziona, con una durata giusta per la storia che racconta, ma che non ha una potenza cinematografica particolare.

La trama infatti poteva essere un po' più coincisa, ma soprattutto non riesce mai a sfruttare quella ambiguità, quel fascino del male che invece una vicenda del genere, con questo protagonista, avrebbe dovuto avere. Jimmy Erskine è infatti un uomo a tratti spietato, arrivista, e il film stesso sembra suggerire che non essendo riuscito a diventare un attore di successo, abbia preferito la strada delle distruzione delle carriere altrui. Come dicevo Ian McKellen intrepreta benissimo questo ruolo, ci sguazza proprio senza però diventare una caricatura.


Il fatto è che però Il Critico tenta di essere un po' troppe cose: un thriller, una denuncia verso il mondo della critica teatrale viziata da pregiudizi, e un dramma.
Ma proprio per questa confusione d'intenti, il film finisce per non riuscire davvero in nessuno di questi aspetti, soprattutto perché, almeno per me, non è riuscito a creare un vero coinvolgimento emotivo, nemmeno nei momenti di maggiore tensione.

Credo che poi avrebbe giovato dare più spazio anche agli altri personaggi, che invece restano molto piatti e funzionali all'evoluzione della storia. In generale Il Critico mi ha dato l'impressione di un film più datato: è vero che è arrivato da noi con due anni di ritardo, ma proprio il suo sviluppo, alcune inquadrature, mi hanno dato l'idea di un film che potrebbe essere già in replica in televisione.
In definitiva The Critic non è affilato tanto quanto il suo protagonista, non riesce a creare qualcosa che lo distingua da altri thriller, e secondo me, se proprio vi suscita curiosità, gli basta una visione casalinga dalla poltrona di casa. 




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