Serie Tv e Film di Marzo, cosa vedere... e quanti flop!

Questo marzo ha avuto parecchi alti ma altrettanti bassi quando si tratta delle serie tv e dei film che ho visto e tra l'altro non sono nemmeno riuscito a dare spazio a tutto. 
Voglio iniziare proprio con i flop di questo mese e sicuramente, per me, la delusione più grossa riguarda il vincitore agli Oscar di quest'anno, ovvero Anora di Sean Baker.

Anche volendo mettere da parte le aspettative e l'emotività, che sono in genere aspetti più personali e soggettivi, Anora non mi sembra abbia quella storia così originale e così coinvolgente da potersi considerare in qualche modo un capolavoro. Non posso negare che sia stato messo bene in scena o che gli attori siano validi, ma alla fine lascia ben poco secondo me, e ci sono aspetti narrativi che non quadrano che credo siano invece abbastanza oggettivi. E poi mi sembra non se ne parli più, segnale poco incoraggiante. 

Tremendo a mio avviso, anche BFF Best Friends Forever con Ambra Angiolini e Anna Ferzetti su Paramount+.

Tacito che non c'è alcun parallelismo o confronto fra questi due film, ma mi hanno deluso entrambi presi per quelli che sono i loro intenti e il modo in cui "si pongono" verso lo spettatore. Best Friends Forever alla fine è una commediola con qualche risvolto più dark, ma che non riesce ad essere davvero brillante o divertente. L'intento di raccontare un femminile differente e contemporaneo è interessante ma non riesce a fare centro.

Per quanto riguarda invece le serie tv le delusioni più forti le ho prese con due serie su due presidenti degli Stati Uniti che hanno diverse gatte da pelare. La prima di queste serie è Paradise disponibile su Disney+ e creata da Dan Fogelman.

Anche qui la qualità produttiva non manca, e l'idea di base a Paradise è inquietantemente credibile, ma poi ci si perde sia da un punto di vista narrativo, dove il mistero centrale sembra risolversi con fin troppa facilità e senza quella suspense necessaria, sia in parte nella costruzione dei personaggi che non hanno tutti la stessa profondità e credibilità, né fanno sempre cose sensate. Aggiungeteci anche che Paradise gioca molto con i flashback, che non solo alla lunga stancano, ma che dimostrano la loro limitatezza una volta che bisogna dare corpo alla storia e chiudere alcune parentesi. C'è di peggio sicuramente, ma mi aspettavo di più da questa serie tv.

Non voglio poi essere troppo cattivo, ma anche Zero Day su Netflix, con Robert De Niro, non è certamente la serie dell'anno. 


Le intenzioni di Zero Day, quelle di raccontare il dramma di un attacco hacker che ha un impatto fortissimo su tanti aspetti della società, sono più che interessanti, ed anche in questo caso, come con Paradise, il tema è decisamente contemporaneo. Lo sviluppo di questa serie Netflix però non ha un grande impatto, è fiacco, caotico quando non serve, verboso, e con un ritmo altalenante. Quindi le ottime idee e la qualità generale, si perdono nella mancanza di reale attrattiva nel lavoro di insieme.

Fortunatamente ci sono stati altri titoli che mi sono piaciuti molto e che mi sono sembrati ben riusciti. 
Il primo è FolleMente, il nuovo film di Paolo Genovese.

Una commedia ben fatta, che vuole raccontare in modo ironico, ma non troppo sciocco, il mondo sentimentale dei giorni nostri, specie della mia generazione di 30/40enni. Lo sviluppo forse ricorda un po' Inside Out, anche se dicono che Follemente sia stato ideato prima dei film Pixar (che comunque sono stati creati prima, quindi non è un dettaglio), ma è una commedia leggera simpatica e con qualche spunto di riflessione riuscito. Non il film dell'anno, ma almeno risponde a pieno alle aspettative.

Anche le serie tv da non perdere di marzo sono poche ma molto buone, e la prima è Adolescence, dal 13 Marzo su Netflix.

Se ne è parlato molto e secondo me è tutto sommato un bene: alla fine, più che una serie piena di evoluzioni narrative e misteri da scoprire, Adolescence parla di noi, dei nostri giovani, della nostra società. Ed è vero che per fortuna non tutti gli adolescenti sono come quelli rappresentati nella serie tv Netflix, ma non si può non negare il peso e la necessità di intervenire su certe situazioni quando capitano. Si muove molto attraverso sottigliezze, non tutto è esplicitato, ma secondo me dà molto input su cui riflettere, specie a noi adulti che siamo lontani dalle nuove generazioni.
Al netto poi dei messaggi che vuole mandare, Adolescence è una miniserie ben fatta e ben interpretata. 

Altrettanto notevole anche L'Arte della Gioia, miniserie tratta dall'omonimo libro di Goliarda Sapienza e diretta da Valeria Golino.

In sei episodi, di cui gli ultimi due sono arrivati su Sky il 14 Marzo, L'arte della gioia è una serie tv intensa, conturbante, con una Tecla Insolia nei panni della protagonista, che convince da inizio alla fine. Perfetta sia per gli amanti delle serie tv in costume, sia per chi non vuole un prodotto standard, ma apprezza personaggi divisivi, oscuri, a tratti anche negativi. L'arte della gioia merita secondo me altrettante stagioni, e spero prima o poi arrivi una conferma a riguardo.

Voglio dare una menzione d'onore a Il Gattopardo, su Netflix perché si parla sempre di come la piattaforma non sappia gestire i classici, trasformandoli in altro, ma secondo me con questo adattamento del romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, hanno fatto bella figura. Non ha l'impatto epico che ci sia aspetta, ma Il Gattopardo di Netflix ha le caratteristiche per essere un buon period drama.




2 commenti:

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  1. Non citi The Residence, un piccolo gioiellino di tecnica e recitazione, thriller certo non senza qualche pecca ma di ottima fattura e che avvince fino alla fine.

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    1. Non la cito... perché non l'ho ancora vista 😁 Conto di vederla quanto prima, ma sono davvero pienissimo

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