Come Raiplay prova a stare al passo con le piattaforme streaming

Non so se ci sia un progetto particolare dietro, ma ho come l'impressione che Raiplay stia cercando di non essere completamente affossata nel panorama delle piattaforme streaming, aggiungendo qui e lì qualche contenuto più interessante al suo catalogo.
Tacito che è impossibile stare dietro ai grossi investimenti di siti come Netflix o Apple Tv+ che puntano esclusivamente sullo streaming, ma dopo Based on a true story, ho spulciato con più attenzione le proposte di Raiplay nella speranza di trovare qualcosa che potesse piacermi.


La coppia della porta accanto
Miniserie


Ispirata ad una serie tv olandese intitolata Nieuwe Buren (significa "nuovi vicini" se vi interessa), che a sua volta è l'adattamento di un romanzo di Saskia Noort, La coppia della porta accanto, produzione inglese in questo caso, vede come protagonisti Evie (Eleanor Tomlinson, A Small Light), una maestra d’asilo che si trasferisce con suo marito Pete (Alfred Enoch, Le regole del delitto perfetto), un giornalista, in una tranquilla e signorile zona residenziale alla ricerca di un nuovo equilibrio per creare quella famiglia che da tempo stanno cercando di formare.
Le cose sembrano andare anche meglio quando Evie e Pete scoprono di avere come vicini un'altra giovane coppia, Danny (Sam Heughan, Outlander), un poliziotto della stradale, e Becka (Jessica De Gouw), insegnante di yoga. Quando però il rapporto fra queste due coppie si farà più stretto, le cose inizieranno a complicarsi, e i problemi di ognuno, siano essi economici o personali, creeranno un corto circuito.

Con un cast così nutrito di bei volti non potevo non dare una opportunità a questa miniserie che è stata tutto sommato intrigante ma non eccellente. Lo potrei definire un thriller psicologico all'acqua di rosa con un risvolto vagamente sessuale, che punta al 70% sulla bellezza e sulle buone interpretazioni del cast, mentre è meno notevole la scrittura e la regia. 
Infatti La coppia della porta accanto non si basa su un intreccio narrativo così complesso da farvi arrovellare la testa, ma si lascia seguire, ha qualche momento di tensione che funziona e un'impostazione tradizionale che non richiede troppa fatica per arrivare al finale.
È una di quelle miniserie che vuole intrecciare sia dinamiche interpersonali, toccando in maniera molto superficiale tematiche anche importanti come la maternità e le problematiche ad esse legata, o i rapporti di coppia in genere, ad argomenti più ampi e situazioni di illegalità più complesse. 


Diciamo che non sempre riesce a centrare il punto: credo infatti che The Couple Next Door doveva o essere compressa, per avere un maggiore impatto e ritmo, sfoltendo soprattutto storyline secondarie che non portano a nulla, o allungata con degli approfondimenti più curati. È questa secondo me la problematica più grande di questa serie tv, non avere quel quid che la renda davvero un po' più distinguibile da un semplice intrattenimento televisivo.
Se vi interessa recuperarla su Raiplay, sappiate che secondo me c'è qualche inghippo nel minutaggio perché il totale dei 6 episodi, che sono stati trasmessi in due serate su Rai2, dovrebbero essere composti da 283 minuti circa, ma se fate il conto, le sei puntate sul sito raggiungono i 325 minuti. Non ho capito cosa abbiano combinato, ma resta comunque una serie tv sufficiente.



V.C. Andrews’ Dawn
Miniserie


Più o meno lo stesso discorso potrei farlo per Dawn perché più o meno segue lo stesso percorso di La coppia della porta accanto: si tratta di una produzione americana questa volte ed è adattata dalla saga familiare sui Cutler di V.C. Andrews (scrittrice prolifica e pare vendutissima), composta da quattro romanzi in totale e che raccontano le vicende della giovane Dawn Longchamp, una ragazza di umili origini il cui destino verrà completamente sconvolto quando con la sua famiglia finalmente riesce a farla iscrivere ad una scuola privata in cui può proseguire e ampliare la sua passione per il canto. Tuttavia non solo verrà bullizzata da una tipica mean girls proveniente da una famiglia benestante, appunto i Cutler, ma scoprirà un importante segreto sulla sua nascita.

Non posso dirvi troppo sulla storia perché vi togliere parte del piacere, visto che in ognuno dei film si scopre qualche dettaglio in più sulla vita di Dawn, e anche perché si tratta di una narrazione molto lineare, in cui ogni capitolo, e quindi ogni film, conclude una parte della storia ma lascia una porta aperta per il seguito. 

Il risultato è una saga cinematografica che è praticamente una miniserie, dove ogni film equivale ad una puntata, e la potrei definire una sorta di young-adult cupo e imperfetto ma che, dopo questi due primi episodi almeno, funziona. Fino ad ora infatti sono stati trasmessi su Rai2 i primi due film, "Dawn" e "Dawn - Segreti sepolti" mentre il 24 giugno e lunedì 1 luglio arriveranno gli altri due capitoli "Fantasmi del passato" e "Sussurri nella notte".

Se il primo episodio pone quindi le basi della storia di Dawn, soprattutto dal punto di vista appunto personale per quanto riguarda la scoperta di alcuni segreti di famiglia, nel secondo la vita della ragazza si espande, anzi comincia quasi un nuovo capitolo, andando a studiare canto in una nuova scuola, ma come dice lei stessa non può aver dimentica tutti i misteri che ha scoperto e i traumi che ha subito, e che inevitabilmente si porta dietro.

Potrei copia incollare la mia opinione su V.C. Andrews’ Dawn rispetto all'altra miniserie perché essenzialmente ha gli stessi pregi e difetti: non ha nulla che la renda unica o particolare, anzi ci sono momenti che richiedevano approfondimenti maggiori per risultare più completi (e meno strani), o essere gestiti diversamente per sembrare meno prevedibili. Purtroppo queste problematiche se così possono essere definite, si acuiscono nella seconda puntata, Segreti Sepolti, e soprattutto nell'approccio con questo insegnante che arriva nella scuola di Dawn. Ma più in generale secondo me, se nella prima puntata c'è tanta carne sulla graticola, nella seconda il ritmo è un po' meno incisivo, lasciando che molti momenti di svolta arrivino solo nella parte finale.
Tra l'altro se nel primo episodio conosciamo una Dawn combattiva e non stereotipata, nel secondo film mi è sembrata un po' troppo lagnosa per buona parte del tempo.

Per tradurre in poche parole, se le vicende di Dawn vi prendono dal primo momento e cercate un intrattenimento potrei direi leggero, senza impegno, di facile approccio, allora potrebbe essere una miniserie che vale la pena vedere. Tra l'altro anche in questo caso abbiamo un cast più o meno noto che fa quel che può, fra cui la stessa Brec Bassinger, che interpreta la protagonista, ma anche Jesse Metcalfe, il giardiniere John di Desperate Housewives, che interpreta Ormand Longchamp, il padre di Dawn. Nel secondo episodio di V.C. Andrews’ Dawn c'è anche Fran Drescher, la Tata, nei panni di una affittuaria eccentrica, ma pare che purtroppo non ci sarà nei prossimi film. 

Come vi dicevo Rai2 ha trasmesso e poi reso disponibili su Raiplay gli ultimi due episodi verso fine giugno e inizi di luglio, e vista la durata di poco più di un'ora li ho visti a tempo perso, anche solo per capire che cosa ne sarebbe stato della povera sventurata Dawn, ve ne parlo qui.




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