FolleMente, il nuovo film di Paolo Genovese, è l'Inside Out per la mia generazione

"Chissà cosa gli passa per la testa" è una frase che un po' tutti prima o poi ci troviamo ad esclamare, specie quando abbiamo a che fare con una persona che non conosciamo ancora bene (o affatto) ma su cui vorremmo in qualche modo fare colpo. Ed è proprio questo desiderio di entrare nella mente altrui che il nuovo film di Paolo Genovese, Follemente, cerca di esplorare, portandoci proprio nei pensieri dei suoi protagonisti.

Genere: commedia
Durata: 98 minuti
Regia: Paolo Genovese
Uscita in Italia: 20 Febbraio 2025
Paese di produzione: Italia 

Conosciamo Lara (Pilar Fogliati) e Piero (Edoardo Leo), che si ritroveranno ad un vero e proprio primo appuntamento a casa di lei. Man mano scopriamo sempre più tasselli sulle loro vite: Lara è infatti creativa, indipendente, ma apprezza quell'idea di "nido" che forse un po' tutti vorremmo; Piero ha invece una bambina, ed un matrimonio che sicuramente ha lasciato il segno. 

Come tutti i primi appuntamenti anche il loro non è meno carico di aspettative, di paure, di ansie, di voglia di apparire al meglio, di piacere e di conquistare l'altro, ma anche quella di essere sé stessi, con le proprie fragilità e appunto i propri desideri. E FolleMente ci porta proprio nella testa dei due protagonisti, facendoci conoscere le emozioni (a volte caotiche e contrastanti) che li fanno muovere, interagire e scegliere quale passo fare in questo primo appuntamento. 

Con la sua apparente linearità narrativa, il nuovo film di Paolo Genovese riesce a giocare nelle sfumature di una coppia che diventa empatizzabile, specie dalle persone della mia generazione, nel suo essere adolescentemente matura.
L'idea, che somiglia moltissimo a Inside Out ma che sembra essere nata prima del film Disney, per quanto possa sembrare semplice, e legata a stereotipi della commedia romantica, italiana e non, in realtà cerca di creare dinamiche differenti.

Genovese infatti sfrutta questi stereotipi senza però lasciarli vuoti a galleggiare, ma addensandoli quanto basta per farci riflettere e anche divertire, inserendo poi i giusti momenti di tensioni che rendono il film molto scorrevole.
Per quanto ci siano alcuni elementi che avevamo visto in Perfetti Sconosciuti, e si tenti di emularne di nuovo il successo, secondo me FolleMente è un film convincente e solido, che sotto la faccia della commedia romantica ci racconta uno spaccato, plausibile e realistico, di una coppia dei giorni nostri.


In realtà Lara e Piero sono una non-coppia che sabota per certi versi la tradizione della commedia romantica: pur non volendolo, lasciano trapelare le loro imperfezioni, sono umorali, istintivi, e sovvertono un po' i canoni del maschile e del femminile, con una lei più indipendente, ed un lui più legato ad una famiglia da accudire. Entrambi poi sembrano davvero disposti a mettersi in gioco, non creano muri o barriere che l'altro deve superare, ma devono comunque imparare (ancora) a comunicare.

A far funzionare queste semplici sfumature è servito un cast che riuscisse ad essere convincente e Edoardo Leo e Pilar Fogliatti hanno la giusta chimica fra di loro, oltre ad essere due volti che percepiamo ormai come familiari.

Questa dualità però è già una prima differenza fra Perfetti Sconosciuti e FolleMente: se entrambi i film si muovono in spazi chiusi, a volte quasi claustrofobici, la pellicola precedente riusciva a mettere sullo schermo una variegata scelta di personalità e vite.
Qui invece la pluralità sta nella testa dei due protagonisti, affollata da emozioni molto diverse fra di loro, che a volte fanno fatica ad andare d'accordo.

Fortunatamente infatti il "caos" mentale dei protagonisti riesce a dare movimento e aria ad una impostazione stilistica che alla lunga stuferebbe.
Inoltre per dare volti a queste emozioni, Paolo Genovese ha scelto alcuni degli attori italiani più famosi e credo quelli che lui predilige: da Marco Giallini a Rocco Papaleo, da Claudio Santamaria a Claudia Pandolfi, da Emanuela Fanelli a Vittoria Puccini.

Qui forse c'è il vero passo falso di FolleMente: se il regista e sceneggiatore si sa muovere bene fra gli spazi fisici e mentali, e dà a noi spettatori respiro dalla cucina abitabile di Lara e sa gestire anche questa forma di coralità, tutte queste emozioni finiscono per essere a volte poco chiare.
Se in Inside Out c'è un lavoro certosino nel definire appunto ogni singolo sentimento, anche con una scelta estetica curata, qui invece a stento se ne comprendono i nomi e i ruoli. Io stesso sono dovuto andarmi a cercare come si chiamassero perché non lo avevo colto durante il film. Ed è difficile, in questo caso, immaginare ad esempio una Emanuela Fanelli altro oltre che se stessa.

Ma c'è forse di peggio.


FolleMente infatti funziona perché mostra due personalità distinte, ma a tratti anche vicine, che in fondo desiderano le stesse cose, seppur forse in modo differente. Quando però Genovese fa incontrare tutte le emozioni in un'unica stanza, crolla la logica dei due mondi divisi che si incontrano, ci forza a seguire una scena che non ha molto senso anche nel sistema che lo stesso film ha sostenuto fino a quel momento. 
Questa onestamente mi è sembrata una scelta fatta più per compiacere il suo gusto in termini di attori e delle interazioni che possono avere fra di loro, che per una reale economia del film stesso. 

Sono piccoli contraccolpi che non pesano troppo perché FolleMente, per quanto sia lontano dalla complessità e forse la durezza di Perfetti Sconosciuti, riesce a superare Il Primo Giorno della Mia Vita, ma soprattutto a farci riflettere senza però mettere da parte il sentimento, a far sorridere lo spettatore (alle signore in sala bastava che Edoardo Leo urtasse un mobile per scompisciarsi, a me serve altro) in modo consapevole su una possibile relazione sentimentale ai giorni nostri, senza la convinzione di voler raccontare la verità assoluta, ma una parte di questa. 



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