Dopo le vittorie agli Oscar di quest'anno e la Palma d'Oro a Cannes, Anora, il film di Sean Baker, è tornato al cinema ed è approdato su Sky, quindi finalmente ho potuto vederlo anche io dopo le tantissime opinioni positive che avevo raccolto più o meno indirettamente.
Genere: commedia, drammatico Durata: 139 minuti Regia: Sean Baker Uscita in Italia: 7 novembre 2024/ 7 Marzo 2025 (Sky) Paese di produzione: USA |
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Mikey Madison interpreta Anora, o meglio Ani come preferisce essere chiamata, una giovane ragazza poco più che ventenne che fa la sex worker e la spogliarellista in un locale, e sembra avere una vita tutto sommato tranquilla, seppur non propriamente stimolante, promettente o agiata. Un giorno però arriva una svolta nella sua vita: nel night club in cui lavora, un certo Ivan "Vanya" (Mark Ėjdel'štejn) cerca una spogliarellista che parli in russo e Ani è perfetta per questo compito.
Presto scopriremo che Vanja è il figlio di un ricco oligarca russo, Nikolaj Zacharov, che fa la vita da nababbo grazie ai soldi del padre, tanto da poter "assumere" Anora per una intera settimana. Fra i due però le cose diventano più intense di quanto possa in genere accadere fra una ragazza che offre prestazioni sessuali ed il suo cliente, al punto che Vanja chiederà alla spogliarellista di sposarlo. E lei accetta, seppur titubante, riuscendo anche a vivere fra lussi ed eccessi per qualche tempo. Ma quel sogno di svoltare la sua vita si infrange quando Vanja scapperà non appena i suoi genitori scopriranno che il loro rampollo ha sposato una spogliarellista.
Così inizia per Ani una lunga notte alla ricerca di Vanja e di quella promessa di una vita migliore.
Dopo aver visto Anora, credo di averne capito un po' tutti i piani di lettura e tutto quello che Sean Baker voleva dirci col suo film e con la sua protagonista, ma alla fine della visione mi è rimasto praticamente nulla.
Andiamo per gradi, partendo proprio dalla narrazione. La storia raccontata in Anora è estremamente semplice e fortemente prevedibile in ogni passaggio, e pur essendo un film che dura più di due ore non riesce a darci qualche approfondimento in più almeno sulla sua protagonista.
Il genere di Anora non è lineare: si parte quasi fosse una commedia non romantica (visto che alla fine è tutto sesso ed eccessi) canonica, con vaghi richiami a Pretty Woman, per poi diventare più caotica e a tratti slapstick, in tutta una lunga sequenza che credo debba essere la parte più divertente del film. Peccato però che a me non abbia fatto ridere, soprattutto perché in Anora si strilla tantissimo, ci si parla costantemente addosso ed è un approccio che per quanto possa sembrare realistico, trovo eccessivo, grottesco e alla lunga davvero fastidioso. Inoltre, in mezzo a queste urla, ci sono buttati anche alcuni dialoghi che sono piuttosto pesanti e non da sottovalutare.
Dopo questa parentesi, il film scivola via via verso il drammatico, con una maggiore presa di consapevolezza da parte di Anora, e qui mi sono sorti molti dubbi.
Io ho capito che Sean Baker racconta di persone che potremmo dire sono nell'ultimo gradino della scala sociale, indubbiamente con una certa dignità perché Ani è una ragazza molto forte, sveglia, che vive la sua condizione di sex worker sembra senza particolare imbarazzo o rimorsi. Tuttavia il suo ruolo sociale finisce per avere un peso quando si scontra con qualcuno che si trova, per un mero fattore economico e reputazionale, al di sopra di lei e la mette di fronte ad una realtà inevitabile: non esiste un ascensore sociale, e soprattutto non c'è una strada semplice, una scorciatoia, per poter avanzare di classe. Quella di Cenerentola è solo una fiaba, non è la realtà, specie nel nostro secolo, e Anora è una ragazza del suo tempo, nel bene e nel male.
Anora rivela qui però una forma di incoerenza che non solo rende il film prevedibile, ma che me lo fa depotenziare ulteriormente.
Ani ci viene raccontata poco, eppure sappiamo che è una ragazza concreta, che si aggrappa in tutti i modi al suo sogno, ma non si capisce bene cosa ci trovi in Vanja. Il rampollo infatti ci viene mostrato chiaramente come un ragazzo immaturo, così sveglio che alla fine si farà praticamente trovare, che pensa di poter comprare qualunque cosa con i soldi dei genitori (che però disprezza umanamente) e di poter trattare chiunque come meglio crede, e non sembra offrire ad Ani qualcosa di più che pomeriggi a sballarsi e a giocare ai videogiochi o al massimo a fare shopping di lusso.
È vero che anche Anora, come vedremo alla fine, è una giovane donna che probabilmente (questo non viene mostrato, quindi è una mia teoria) a causa del suo vissuto, non è in grado di elaborare chiaramente i sentimenti, che cerca di distaccarsi dal suo passato, e crede che solo il suo corpo sia la merce di scambio con cui può muoversi nel mondo e ripagare l'altro. Però credo che Vanja mostri fin dal primo momento un vuoto interiore, una vacuità morale e di valori che è troppo palese per non essere riconosciuta. Quindi è difficile credere che Anora, una ragazza che si scontra tutti i giorni con la vita, non si fosse accorta che da parte di quel ragazzo non c'è amore ma solo voglia di possedere e capricci di varia natura. Questo significa in qualche modo accusare la protagonista di essersene approfittata di Ivan? No, ma solo che il suo insistere nel cercare in lui una qualche forma di sentimento è poco credibile.
Anora vuole mostrare chiaramente la rottura del famoso sogno americano, del riscatto che ormai è un sogno di tanti, ma rappresentarlo in questo modo mi è sembrato troppo fragile.
La lunghezza estenuante può dare l'impressione di un film completo, approfondito ed intenso, ma se avessero escluso o accorciato le tante scene di sesso, le urla scalmanate o i momenti in cui i protagonisti parcheggiano (giuro ci sono anche queste parti), sarebbe rimasto ben poco.
Le dinamiche di potere fra persone di classi sociali differenti purtroppo esistono da sempre, le abbiamo viste mille volte nel cinema e Anora non riesce a raccontarle in modo particolare, così originale, magari irriverente o così in grado di suscitare una riflessione davvero profonda, specie secondo me in un pubblico poco attento.
L'ottima fotografia e le interpretazioni, specie di Mikey Madison, sicuramene rendono il film esteticamente più appagante, ma per quanto non mi piaccia esprimermi con termini assoluti, portando solo le mie opinioni, credo che sopravvalutato si addica bene ad Anora.
Io l'ho amato molto ma non lo avrei premiato come miglior film proprio per la sua natura "semplice", a livello di trama.
RispondiEliminaPerò l'ho trovato anche più profondo di quanto appaia a una prima visione, e sul finale onestamente a me è venuto il magone. Ani si rapporta con gli altri com'è abituata, facendo leva su bellezza e sesso per vivere, sulla superficialità, in questo secondo me sta l'"illusione" di poter rimanere sposata a Vanja, o la convinzione che lui sia talmente stordito all'idea di possederla per sempre da essersi innamorato, cosa alla fine non vera. La rivelazione finale che c'è "altro" oltre all'essere considerata un pezzo di carne, la rivelazione di volere essere considerata qualcosa di più, la consapevolezza di brutale di aver vissuto una vita orrenda senza neppure essersene accorta, onestamente l'ho trovata devastante a livello emotivo.
È proprio questa "profondità" che non trovo: per me il finale è più che comprensibile, ma allo stesso tempo senza un gran significato. Perché avrebbe vissuto una vita orribile? Perché i genitori sono probabilmente separati? Perché fa scientemente la sex worker (che quindi dovremmo definire come una cosa negativa)? Possiamo immaginare mille traumi, ma il film non li mostra. Tra l'altro Vanja non le mostra una strada alternativa, oltre il denaro. Potrebbe aver capito di essere stata usata, ma se all'inizio è titubante, dovrebbe esserne più o meno consapevole subito. A me insomma qualcosa comunque non torna 😅
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