Quando ho terminato di vedere tre serie tv recenti, ho pensato che fossero tutte e tre accomunate da uno stile che potrei definire quasi classico, ma non per questo noioso. Mi sono infatti sembrate molto aderenti al genere a cui appartengono, e questo non significa che siano fatte male, o da evitare, anzi le ho apprezzate.
On Call
Prima stagione
C'è voluta Troian Bellisario, la Spencer Hastings di Pretty Little Liars, affinché mi avvicinassi ad una serie tv poliziesca e On Call - Di Pattuglia, su Prime Video dal 9 Gennaio, non è stata affatto male.
Creata da Dick Wolf, padre di molti franchise come i vari Law & Order, On Call parte con la morte di un agente di polizia di Long Beach Maria Delgado, che era una recluta dell'agente Traci Harmon (Bellisario), per mano di un membro di una gang locale. Così la stessa Harmon, adesso affiancata da una nuova recluta Alex Diaz (Brandon Larracuente, che non ricordavo da 13 Reasons Why), si occuperà sia di contrastare la criminalità locale, sia delle indagini per la morte di Delgado, non senza difficoltà lavorative e personali.
Già vi anticipavo che le serie tv poliziesche, nel senso stretto del termine, che si svolgono quasi sempre in un dipartimento di polizia o a bordo di una volante, in genere mi annoiano, ma credo che On Call funzioni.
Il taglio è molto contemporaneo, veloce, gli episodi sono solo 8 da circa 30 minuti, tempi che rendono la narrazione molto snella, asciutta. Tutto si concentra sul duo Harmon/Diaz, sulla loro etica lavorativa, il loro impegno, ed anche alcuni momenti personali: entrambi infatti hanno situazioni familiari (che non vi rivelo) non proprio perfette, e hanno diverse problematiche sul lavoro.
Harmon da un lato ha la fama di essere una non troppo facile fra i suoi colleghi, di essere molto rigida, e girano chiacchiere su di lei; Diaz invece deve farsi le ossa, è ancora giovane, inesperto e facilmente provocabile.
On Call è una serie come vi dicevo molto dinamica, che si ferma poco nelle classiche scene da ufficio, preferendo quelle su strada. Altrettanto interessante è la regia: infatti alle inquadrature standard sono unite quelle delle bodycam dei poliziotti, che spesso si rivelano un'arma a doppio taglio per loro stessi, e delle dashcam sulle auto, rendendo la visione quasi interattiva, e aiuta a mantenere la tensione che ci aspetta.
Questa serie tv Prime Video cerca di raccontare uno spaccato contemporaneo, di violenza, senza però diventare troppo splatter. Inoltre mi è sembrata abbastanza imparziale visto che mostra sia gli aspetti positivi che negativi delle forze dell'ordine.
Mi è sembrata anche ben interpretata da tutto il cast, e soprattutto i due protagonisti principali risultano credibili e non caricaturali.
Questo minutaggio così breve di On Call la rende da un lato perfetta per chi come me non è un fan del poliziesco tradizionale, ma dall'altra parte esclude dall'approfondimento narrativo tutti i personaggi secondari, inclusi i cattivi, focalizzandosi solo su Harmon e Diaz. Però, si parla di una seconda stagione che magari potrebbe appunto migliorare questo aspetto.
Lockerbie: Attentato sul volo Pan Am 103
Miniserie
Su Sky, dal 27 Gennaio al 10 Febbraio, sono andati in onda i cinque episodi della miniserie Lockerbie Attentato sul volo Pan Am 103, ispirato ad un fatto realmente accaduto che onestamente non conoscevo.
Il 21 dicembre 1988 un aereo in partenza da Londra e diretto a New York, precipita in un paesino scozzese, dopo pochi minuti in volo, causando la morte di tutti i passeggeri e dell'equipaggio a bordo. Fu una situazione estremamente drammatica, uno dei disastri aerei peggiori per il Regno Unito, ma non fu un semplice incidente. Così il dottor Jim Swire (Colin Firth), dopo aver perso su quel volo sua figlia Flora, non si darà pace ed inizierà le sue indagini alla ricerca della verità su quello che fu un vero e proprio attentato, convinto che quanto raccontato dai media e dal governo non fosse la realtà. Sarà una lunga battaglia arrivata fino ai giorni nostri.
Nonostante quello di Lockerbie fu un disastro che ebbe una grossa eco anche da noi, e le indagini durarono molti anni, non ero a conoscenza di quanto accadde, e questa miniserie Sky credo riesca a raccontare bene tutti i fatti. Pur restando nella fiction, e quindi drammatizzando dove necessario, Lockerbie riesce ad essere chiara e completa su questa storia vera, pur non, come anticipavo, spiccando per originalità.
Ha dalla sua un'ottima realizzazione, una buona ricostruzione dell'epoca, ed ovviamente le interpretazioni potenti e sfaccettate di Colin Firth e Catherine McCormack, nei panni della moglie del dottor Swire, insieme ad un cast che funziona nel suo insieme. Basandosi sul libro di Jim Swire è normale che la serie si focalizzi sulla perdita della figlia, ma credo in questo senso loro rappresentino un po' tutte le famiglie britanniche che furono coinvolte nell'attentato.
In questo caso, metto ovviamente da parte il dolore e il dramma assolutamente reale dell'evento, e mi concentro solo sulla serie tv in sé, che come dicevo ha caratteristiche molto classiche.
Ad esempio i personaggi della finzione somigliano molto alle persone reali, e Lockerbie: Attentato sul volo Pan Am 103 ha uno sviluppo molto lineare e cronologico, non esce dai binari del dramma storico-biografico che ci si può aspettare. E, devo ammettere che probabilmente, se non ci fosse stato Colin Firth nel cast, non avrei forse notato più di tanto questa miniserie.
Inoltre, per quanto per molti possa sembrare ovvio, ma magari chi non conosce le vicende non lo sa, la miniserie ha un finale in un certo senso aperto, quindi se volete ad ogni costo una conclusione certa, potrebbe non fare per voi.
Per il resto però, se non conoscete gli eventi, può essere interessante recuperarla, non aspettandosi nulla di particolarmente innovativo.
The Commoner
Miniserie
Il 21 Febbraio su Prime Video Amazon sono arrivati gli ultimi episodi della miniserie norvegese dai tanti titoli, fra cui La Borghese in italiano. In realtà il miglior titolo è quello in lingua originale, ovvero Harald og Sonja, che fa direttamente riferimento ai suoi protagonisti.
Verso la fine degli anni '50 e i gli inizi dei '60 del secolo scorso, il principe Harald (interpretato da Sindre Strand Offerdal), erede al trono di Norvegia, faticherà a poter frequentare e sposare la donna di cui è innamorato. L'etichetta reale, il padre Re Olav, e persino il popolo erano convinti che il principe dovesse proseguire la dinastia sposandosi con una donna di sangue blu, peccato però che Harald fosse già innamorato. Per caso, ad una festa di amici, aveva conosciuto Sonja Haraldsen, una ragazza comune che lavorava nella boutique di famiglia. Ci vorranno nove anni prima che il loro amore possa essere vissuto alla luce del sole fino ai nostri giorni.
The Commoner romanticizza una fatto storicamente accaduto in una serie da quattro episodi efficacemente costruiti per il loro scopo, d'altronde l'uscita il 14 Febbraio delle prime due puntate non credo sia casuale. Non c'è infatti l'intento di creare una seconda The Crown, e quindi raccontare un periodo storico-sociopolitico-culturale più o meno ampio e complesso, ma quello di puntare l'attenzione ad una vicenda romantica, che ricorda un po' le tantissime fiabe del principe che sposa la ragazza comune.
Ad essere sincero, mi è un po' spiaciuto che non abbiano provato ad approfondire il contesto che faceva da sfondo a questa storia d'amore, ma credo che Harald og Sonja abbia volutamente un approccio molto soft in rispetto alle persone reali e ancora in vita. Inoltre vista la brevità, credo non ci fosse modo di farlo, ma l'interesse della serie è tutto puntato su uno specifico spaccato.
Dalla sua ha quindi, come dicevo, lo stile molto televisivo facilmente approcciabile del dramma romantico tradizionale, e ricostruisce bene sia le ambientazioni dell'epoca, che gli eventi cronologici che poi portarono alla coronamento dell'amore del futuro re di Norvegia.
Qui e lì si esce comunque dalla sfera privata, e ad esempio The Commoner ci mostra l'ossessione della stampa per le vicende sentimentali del principe Harald, o anche il rapporto dei reali norvegesi con la corona britannica, visto che sembra che re Olav e la regina Elisabetta avessero un ottimo rapporto, e che si ritroveranno in situazioni simili (Wallis Simpson vi dice nulla?).
Gli attori sono poi tutti abbastanza bravi, le scenografie sono curate e tutta la serie La borghese si riesce a guardare senza diventare stucchevole ed aver voglia di fare altro, quindi promossa.
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