Penso che sia stato detto un po' tutto di tutto su La Stanza Accanto, il nuovo e atteso film di Pedro Almodóvar, per cui ci spendo giusto due parole per dirvi le mie impressioni.
Era inevitabile, e penso di poter dire che fosse più o meno così per tutti, che il ritorno di un regista così acclamato, che si è beccato anche il Leone d'Oro a Venezia, con un cast così efficace ed un tema importante, si portasse dietro un carrozzone di attese e curiosità. Io stesso non sono riuscito ad approcciarmi a La stanza accanto completamente privo di un qualche forma di pregiudizio e aspettativa, ma qualcosa è venuto meno.
Titolo originale: The Room Next Door Genere: drammatico Durata: 107 minuti Regia: Pedro Almodóvar Uscita in Italia: 5 Dicembre 2024 (cinema)/ Noleggio streaming Paese di produzione: Spagna |
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Adattamento del romanzo Attraverso la vita di Sigrid Nunez, La stanza Accanto ha come protagoniste due amiche di vecchia data. Ingrid (Julianne Moore) è una scrittrice, e Martha (Tilda Swinton) una reporter di guerra, che nel tempo si sono allontanate per una serie di ragioni che man mano scopriremo. Non serbando però alcun rancore, Ingrid si metterà in contatto con Marta quando scoprirà che questa ha un tumore, e potrebbe anche essere in pericolo di vita. Nonostante le differenze caratteriali, fra le due si riaccende un legame forte, che era rimasto sospeso in tutti quegli anni di lontananza, al punto che Martha, sfiancata da cure e trattamenti, le chiederà di essere con lei quando deciderà di porre fine alla sua vita.
Come dicevo ero molto curioso di vedere La stanza accanto e purtroppo ne sono rimasto in qualche modo deluso, o meglio, arrivato alla fine, mi ha lasciato ben poco.
Eutanasia, malattia, morte, sono tutte inevitabilmente tematiche forti, delicate, che oltre ad essere tristemente universali, hanno una accezione sociale oltre che personale. Qui però ci vengono raccontate in modo un po' banale, a tratti già noto, che non riesce sempre a trovare quella profondità che invece argomenti del genere meriterebbero.
Tutta questa patinatura, inclusa la messa in scena indubbiamente bellissima esteticamente, pulita, elegante e raffinata, porta secondo me a raffreddare ulteriormente quella carica emotiva che ci dovrebbe essere, anzi contribuisce a rendere il film di Almodovar per certi versi pretenzioso.
Per dirla in parole povere, mi aspettavo di arrivare ai titoli di coda con almeno un po' di groppone in gola, un occhio lucido, una qualche reazione emotiva, ed invece non mi ha mosso nulla.
Ma c'è di peggio: La stanza accanto per certi aspetti diventa un manifesto a favore di questi temi, allargando lo sguardo ad una sorta di pessimismo cosmico sul fatto ad esempio che il nostro pianeta stia collassando su se stesso e dell'ascesa delle destre nel mondo. Almodovar affida più o meno queste argomentazioni a Damian (John Turturro), ex frequentazione di entrambe le protagoniste, e potrei anche essere d'accordo concettualmente su questi argomenti, ma è come ci vengono raccontati il problema.
Non c'è nulla di male a voler mettere in un film argomenti così contemporanei, e anche nello schierarsi in un modo che può risultare politicizzato, ma se tu me li spiattelli in modo troppo scafato, quasi fosse una scritta al neon tanto sono evidenti, a me sembrano quasi fuori posto. Si perde così la sottigliezza ma anche la complessità di certe riflessioni a cui La stanza accanto vorrebbe aspirare.
Il rapporto che vedremo fra Ingrid e Martha, e in generale le due protagoniste prese singolarmente, da anche l'opportunità di parlare di famiglia, di amore e ovviamente amicizia, di aspirazioni personali e desideri, ma anche questi contenuti sembrano monchi, fine a loro stessi, come se inseriti in un contesto che non li valorizza.
La stanza accanto mi ha fatto tornare alla mente un altro film, con tematiche molto simili, ovvero His Three Daughters, che però pur avendo aspirazioni più "basse" riesce ad avere molto più impatto.
Sono sicuramente le ottime interpretazioni di Julianne Moore e Tilda Swinton a reggere tutto il film, a saper dare credibilità e corpo ai dialoghi curati, ad una amicizia che si è spezzata per circostanze esterne, a questa sorta di ammirazione che le protagoniste hanno l'una per l'altra. Anche la regia, il modo di soffermarsi su certi particolari, sugli ambienti, e le musiche sono altri aspetti che mi sono piaciuti.
È interessante il fatto che La stanza accanto non sia solo un film cupo e malinconico, ma utilizzi i colori e un velo di ironia e dolcezza come risposta quasi beffarda alla morte.
Ma tolti questi pochi elementi positivi, ho avuto l'impressione che La Stanza Accanto non raccontasse le sue emozioni ma cercasse solo di mostrarle, e posso dirmi decisamente deluso.
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