Ti giri un attimo e spunta un'altra nuova serie tv plasmata sulle basi di un film più "datato" e famoso, spesso ridando alla storia un nuovo successo. È successo con One day, Ripley, The Gentlemen e Mr & Mrs Smith, ed è accaduto di recente a Presunto Innocente, celebre film degli anni '90 con Harrison Ford, che Apple Tv ha trasformato in formato seriale, puntando ad alcuni dei nomi che potevano assicurare, almeno sulla carta, una buona riuscita della produzione.
Visto che la serie tv è terminata proprio in questi giorni, ho pensato di recuperare il film originale per vedere quali fossero le differenze e se potessi eleggere la migliore produzione fra le due, e specie se la serie tv Apple sia in grado di superare il film diretto da Alan J. Pakula.
Entrambe le produzioni partono dalla stessa identica storia, tratta dall'omonimo romanzo di Scott Turow del 1987 e che ci racconta di come la vita del procuratore distrettuale Rusty Sabich e della sua famiglia verrà sconvolta quando verrà ritrovata morta una sua collega, ovvero Carolyn Polhemus.
A Rusty vengono subito affidate le indagini dal procuratore capo Raymond Horgan per trovare l'assassino, ma quando verranno ritrovate le sue impronte digitali nella casa di Carolyn, le cose cambieranno e lui diventerà imputato. Rusty e Carolyn hanno infatti avuto una relazione e dovrà cercare di scagionarsi, e mantenere unita la sua famiglia, visto che la moglie Barbara è ovviamente poco serena (per così dire) che le scappatelle del marito siano ormai diventate di dominio pubblico.
Titolo originale: Presumed Innocent Genere: giallo, thriller, drammatico Durata: 122 minuti Regia: Alan J. Pakula Uscita in Italia: 1990 (Cinema) Paese di produzione: Stati Uniti d'America |
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Le differenze che quindi ho notato fra entrambe le versioni di Presunto Innocente, e che posso raccontarvi senza fare spoiler, non riguardano tanto le linee narrative, se non per aspetti secondari, ma più che altro in impostazioni, stili e approfondimenti sui personaggi.
Quando uscì nel 1990 avevo solo un anno, quindi credo di aver visto Presunto Innocente nella versione cinematografica solo nel corso degli anni a seguire, ma ho preferito rinfrescarmi la memoria con un rewatch recente, ed ho notato che si tratta di un legal thriller in senso più stretto. Infatti, non appena Rusty (interpretato di Harrison Ford appunto) diventerà un sospettato, il film sarà incentrato esclusivamente sul processo al suo protagonista e al modo in cui questo cerca di scagionarsi nell'aula di tribunale, messo in difficoltà in questo caso dal suo collega Horgan, che è un antagonista rispetto alla serie e difeso dal suo avvocato Sandy Stern (Raul Julia).
Nelle sue due ore di durata quindi si esploreranno tutte le ipotesi sulla morte di Polhemus, con una crescente e costante tensione di fondo, che poi esplode nel plot twist finale (che non vi dico anche se sono passati 35 anni).
Nonostante la sua "veneranda" età, Presunto Innocente mi è sembrato ancora oggi un film solido e convincente, che mi ha intrattenuto e che non risente troppo il fatto di essere ormai stato in qualche modo superato da altri film più intensi. Credo infatti che ad oggi non si possa considerare una delle migliori pellicole del genere, ma nel suo è un po' un cult, uno di quei film che non stancano e che ti riguardi senza restarne deluso. Una sorta di usato assicurato.
Pur restando molto nel genere del legal, e appunto buona parte delle storie si svolga in uffici e aule di tribunale, non riesce ad annoiare proprio perché hanno saputo mantenere un buon ritmo e hanno inserito nei punti giusti i colpi di scena. Anche la regia e il montaggio si mantengono puliti e chiari.
In questo caso l'interpretazione di Ford secondo me è calzante: il suo Sabich è un "brav'uomo", un padre di famiglia che sa di avere le sue colpe soprattutto nei confronti della moglie Barbara (qui Bonnie Bedelia, altrettanto brava) e che non vediamo mai avere reazioni brusche, ma è sempre pacato, riflessivo e misurato probabilmente perché calibrato da anni di lavoro nel settore.
Risulta invece anacronistica la caratterizzazione di Carolyn Polhemus (qui Greta Scacchi), la quale viene presentata come una donna intraprendente a tratti arrivista, disposta ad usare la sua avvenenza per fare strada, tanto che non mancano i suoi primi piani ammiccanti. Un modo comunque svilente per descrivere una vittima che, seppur in un mondo di finzione, vive solo attraverso i ricordi e i flashback di altri uomini.
Se il film funziona comunque nella sua quasi interezza, ha senso una serie tv basata sulla stessa storia? Secondo me sì.
La creazione di Presunto Innocente su Apple Tv+ è stata affidata a David E. Kelley, che tutti ricordano per successi come per Big Little Lies o Ally McBeal scavando più indietro nel passato, ma è anche il padre di Big Sky o peggio di Anatomia di uno Scandalo, che era un caos, eppure questa volta ha azzeccato più di qualche scelta corretta.
Il "nuovo" Presunto Innocente infatti cerca di calare il legal thriller in un contesto più contemporaneo, finendo per diventare un drama.
Jake Gyllenhaal (che è anche produttore) interpreta un Rusty differente rispetto a quello di Ford, molto più impulsivo, nevrotico, ossessivo, irascibile e disposto a tutto pur di dimostrare la sua innocenza.
Rispetto al film come dicevo, non ci sono grossi cambi narrativi, se non il fatto che ad esempio nella serie si sottolineano molto più spesso gli eventuali probabili killer di Carolyn Polhemus (Renate Reinsve), ma che ci siano molti altri aspetti che facciano pensare che sia stato proprio Rusty ad aver commesso il crimine. Il protagonista inoltre non è difeso da un avvocato a parte, ma da Raymond Horgan (Bill Camp).
La modernizzazione di Presunto Innocente porta a sottolineare anche molto di più la questione politica, e quindi di giochi di potere all'interno del loro distretto.
Ma si sottolinea anche di più la questione della salute mentale e dei rapporti di coppia: è qui che dal dramma procedurale si passa secondo me al genere drammatico vero e proprio.
Questo può accadere ovviamente perché gli otto episodi della serie tv Apple hanno tutto il tempo per approfondire dinamiche che il film non aveva. È così che Barbara, la moglie di Rusty, qui interpretata da una bravissima Ruth Negga, riesce ad avere maggiore spazio e sviluppo, entriamo molto di più nelle loro dinamiche matrimoniali e familiari. Tutti i personaggi riescono ad avere maggiori sfumature e sfaccettature, dove ognuno comunque ha i suoi angoli oscuri.
Hanno saputo anche migliorare la percezione di Carolyn Polhemus, che non appare più come una arrampicatrice sociale, ma come una donna capace e più equilibrata, meno seducente e più umana, nel bene e nel male.
Tutti questi approfondimenti hanno però un costo: l'impressione è che qui e lì la serie tv sbrodoli un po', si perda magari in storie secondarie che, seppur ben portate avanti, si capisce essere state inserite come un riempitivo. Torna ancora una volta il classico colpo di scena finale che ti porta all'episodio successivo, ma hanno previsto per Presumed Innocent una uscita a cadenza settimanale, quindi a tratti mi infastidiva.
Un altro neo di questo remake potrebbe essere il fatto che già si conosce la storia, eppure, oltre ai cambiamenti fatti, hanno saputo mantenere una buona suspense.
Nonostante poi non hanno usato una messa in scena o una impostazione tecnica straordinaria, l'impatto visivo è curato ed ha quella giusta oscurità, quel tono cupo che la serie merita.
Quindi togliendo di mezzo paroloni come "capolavoro", che secondo me si addice a ben pochi prodotti, e guardando a anche al panorama attuale, penso che la versione di Apple Tv sia stata una buona riscrittura di Presunto Innocente, anzi direi che così me l'aspettavo e che può rientrare nei migliori titoli dell'anno.
È ormai noto che ci sarà una seconda stagione, che però sarà incentrata su un'altra storia diventando praticamente antologica.
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