Tre commedie in streaming per una serata senza pensieri

Ho volutamente pescato a caso fra le tante commedie (o presunte tali) che vengono proposte sulle varie piattaforme di streaming e ne ho scelte tre, lasciandomi guidare dai titoli e dagli attori coinvolti, semplicemente perché mi andava di vedere qualcosa su questo genere, seguendo le orme di The Idea of You. Vi lascio le mie impressioni.


Vicini davvero (2024)


Titolo originale: Pared con pared
Genere: 
commedia, sentimentale
Durata: 98 minuti
Regia: Patricia Font
Uscita in Italia: 12 aprile 2024  (Netflix)
Paese di produzione: Spagna

Non sapevo che questo Vicini Davvero, disponibile su Netflix dal 12 Aprile di quest'anno, fosse in realtà il remake di una commedia francese del 2015 che non avevo visto, per cui la storia mi è sembrata abbastanza inedita, al netto ovviamente di tutta una serie di caratteristiche del genere.
Valentina (interpretata da Aitana, cantante spagnola pare famosa) è una pianista che si è appena traferita in un nuovo appartamento e sta preparando una audizione importante, ma soprattutto sta cercando un nuovo equilibri fra lavoro e amore. Inaspettatamente dovrà avere anche a che fare con un vicino che non sembra darle pace: David (Fernando Guallar) è infatti un misantropo sviluppatore di videogiochi, che pur non abitando nello stesso edificio di Valentina, sente tutto ciò che accade in casa della ragazza. I due cercheranno una via di incontro e non sarà semplice.

Due quasi opposti che si attraggono e che soprattutto devono uscire dalle loro abitudini, dalle zone di comfort in cui, per motivi svariati, si sono rintanati, al fine ultimo di trovare qualcosa che davvero vale la pena provare, ovvero l'amore. Diciamo che così potrei riassumere il senso più profondo di Vicini Davvero, sebbene di profondo ci sia ben poco, perché appunto abbiamo a che fare con una delle tante commedie romantiche che si trovano ormai sui siti di streaming.
Con questo non intendo dire che Pared con pared non sia una gradevole compagnia, anzi l'ho trovato fresco, scorrevole, con qualche idea carina, come l'incipit stesso che vedrà i due protagonisti comunicare da dietro una parete. È ovvio che altrettanto leggero deve essere l'umore con cui si vede questo film perché spesso non tutto volge verso un'ottica severamente realistica, e si arriva proprio al finale prevedibile a cui sicuramente starete pensando anche se non avete visto ancora il film.


Vicini davvero ha anche un cast carino, penso azzeccato per i ruoli, e fra cui c'è anche Miguel Ángel Muñoz che io ricordo ancora da Paso Adelante. Forse si poteva fare qualcosa in più nel caratterizzare i personaggi, che spesso risultano un po' superficiali e con reazioni non sempre comprensibili o comunque ben spiegate. Penso ad esempio alla decisione dei due protagonisti di non incontrarsi subito che poteva essere impostata in maniera un po' più convincente.
In ogni caso Vicini Davvero resta un intrattenimento semplice, dolce, che tiene compagni senza stancare.



Fingernails - Una diagnosi d'amore (2023)


Genere: commedia, fantascienza, drammatico
Durata: 113 minuti
Regia: Christos Nikou
Uscita in Italia:  3 novembre 2023  (Apple Tv+)
Paese di produzione: Stati Uniti d'America

Per la quota dei recuperi tardivi nomino Fingernails, film dello scorso anno proposto da Apple Tv + e che non rientra perfettamente nel genere commedia, ma è più una commistione di generi, che sfumano nel fantasy (anche se secondo me è più semi-distopico) e nel dramma. 
Anna (Jessie Buckley) vive una relazione con Ryan (Jeremy Allen White da The Bear) e il loro amore sembra essere stato confermato, tre anni prima, da un particolare test che sembra garantire se le persone stiano davvero con la persona destinata a loro. Un test che comunque fa discutere non solo perché ha distrutto diverse coppie ma anche perché si basa sull'asportazione di un'unghia che viene inserita dentro un macchinario che elabora appunto la diagnosi d'amore.

Anna non è però sicura che la sua relazioni sia davvero appagante per lei, e proprio per cercare di conoscere meglio l'efficacia e le fasi del test, troverà lavoro in questo istituto in cui si eseguono le diagnosi, ma anche dei corsi per coppie, e proprio questo lavoro metterà in dubbio il suo rapporto con Ryan, specie perché incontra lo specialista Amir (Riz Ahmed che non vedevo da The Night Of).


Si può calcolare l'amore attraverso una formula specifica o attraverso un macchinario? Cosa caratterizza una relazione davvero, cosa tiene insieme due persone, quali sono i legami che valgono? Sono un po' queste le domande che Fingernails tenta di porre attraverso questa storia e soprattutto la clinica in cui vengono messe sotto esame le coppie. Ma è un racconto grottesco, già solo per il fatto dell'esportazione dell'unghia, ma anche per gli esperimenti e i corsi che vengono portati avanti nell'istituto, per dimostrare che in fondo calcolare l'amore è impossibile e soprattutto da evitare, se non si vuole finire in una miseria umana e sentimentale.
Tutto sommato è un film che riesce comunque nell'intento di appunto intrattenere perché non si tratta di una storia particolarmente cervellotica anzi, si nota subito dove vogliono andare a parare perdendo quella ricercatezza e quello spessore che forse era l'intento principale di Fingernails.


Se si scava un po' a fondo secondo me non tutto risulta credibile e spesso la superficialità è la spiegazione di alcuni elementi, anche nell'ottica distopica o fantasy che il regista Christos Nikou ha voluto creare. Ad esempio il macchinario che dovrebbe esaminare la validità delle coppie appare molto rudimentale, non mi pare che venga spiegato come funzioni, e di conseguenza non si capisce come venga preso in così tanta considerazione generale. 
Si arriva poi ad un certo punto che tutto diventa abbastanza prevedibile e in cui il ritmo si perde un po' dalla parte centrale alla fine, pur senza risultare noioso. 
Buono il cast, anche se è il personaggio di Jessie Buckley ad avere più spazio, mentre Riz Ahmed non ha un approfondimento particolare, e Jeremy Allen White si limita a ripetere tutto il tempo le stesse due battute ed espressioni. 

 

La madre della sposa (2024)


Titolo originale: Mother of the Bride
Genere: 
commedia, sentimentale
Durata: 88 minuti
Regia: Mark Waters
Uscita in Italia: 9 maggio 2024 (Netflix)
Paese di produzione: Stati Uniti d'America

Concludo brevemente con l'ultima uscita su Netflix che vede protagonista Brooke Shields nei panni di Lana, una genetista di successo che scopre che sua figlia Emma (Miranda Cosgrove) improvvisamente si sposa con il suo compagno e collega RJ in Thailandia. I due ragazzi infatti sono influencer e brand ambassador e avranno le nozze organizzate dalle aziende per cui lavorano. Lana però non è convinta, non solo perché teme di perdere sua figlia, ma anche perché scoprirà che il padre di RJ è una sua vecchia conoscenza del college. Si ritroverà in sostanza fra tante emozioni differenti, ma non può mettere in difficoltà la figlia e soprattutto dovrà affrontare alcuni fantasmi del passato.


Non mi soffermo troppo su La madre della sposa perché già capite che è un film estremamente derivativo. Il titolo magari riporta alla mente "Il padre della sposa" con Steve Martin e Diane Keaton, ma tutte le dinamiche e le vicende ricordano tantissimi altri film più o meno noti ed anche recenti.
Per dirne alcuni che mi sono venuti in mente Ticket To ParadiseTi presento i suoceri e Tutti tranne te, ma se ci riflettessi un attimo avrei ancora più titoli da indicare. Non c'è insomma alcuno sforzo di portare qualcosa di particolarmente originale, ma alla fine non è tutto da buttare.
La madre della sposa è comunque simpatico, grazioso, mette in scena attori belli e spiagge e location ancora più spettacolari. Qualche gag comica è più riuscita di altre, al netto di tanti equivoci prevedibili e appunto tipici del genere.

Le parti di tensione maggiore si sciolgono molto facilmente, non ci sono complicazioni drammatiche, e si arriva alla fine senza colpo ferire.
Purtroppo infatti i temi più interessanti vengono appena accennati: nonostante ad esempio Lana ed Emma svolgano due mansioni diametralmente opposte non c'è alcun conflitto da questo punto di vista, ma anche il mondo del web marketing e dei content creator poteva essere una idea carina da sviluppare in chiave umoristica e invece nada.
Mother of the Bride è un film di compagnia, che metti lì mentre stiri, cucini o ti fai le unghie perché tanto non richiede particolare attenzione. Come è arrivato sicuramente se ne andrà e ce ne dimenticheremo, ma intanto non fa danni e sicuramente ho visto di peggio.








6 commenti:

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  1. Non ridere!.. ho scoperto solo sui titoli di coda che La madre della sposa era Brooke Shields!!!! ahah

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    1. Cioè hai guardato un'ora e mezza di film senza capire chi fosse quella che compariva più e più volte? 🤣

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    2. Esatto.. ahah.. so' il peggio.. l'unico pensiero è stato "ma dove l'hanno preso questa brutta?" ..e alla fine la risposta è arrivata.. ahahah

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    3. Ma come brutta?! È una bellissima donna!

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  2. La madre della sposa lo davo come filmino di serie B invece sta in testa alle classifiche e vist che è quello che ci si aspetta -leggerezza scacciapensieri- magari prima o poi me lo vedo, nella serata giusta.

    Fingernails invece mi ha deluso, cast di promesse, ma toni più spenti e a tratti più pesanti del necessario. Fosse stato un episodio di Black Mirror breve e conciso, magari... Forse erano solo le mie pretese, o la tecnica tutt'altro che simpatica per scoprire il vero amore.

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    1. Ho messo Fingernail in questo terzetto proprio per cercare di ridimensionare le aspettative. Ha la parvenza di un film di nicchia, ma poi è una commedia drammatica qualunque

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