Sono stati in vetta alle classifiche per diverso tempo, ma non è stata solo la popolarità ad avvicinarmi verso questi libri, ma anche una personalissima curiosità sui temi trattati, per questo li ho recuperati nel corso dell'estate fino ad oggi.
Non sono propriamente romanzi in senso stretto, ma li definirei veri e propri saggi, infatti credo che a molti di voi non diranno nulla come titoli. Da spaccati storici, a racconti contemporanei, passando per biografie più o meno approfondite.
Giornalista, scrittore. podcaster, e vice direttore di Il Post, Francesco Costa si è più e più volte occupato di Stati Uniti d'America soprattutto sul suo podcast appunto, che onestamente non seguo (come praticamente qualunque altro podcast a dirla tutta), e con molta curiosità ho voluto recuperare il suo California - La fine del sogno.
Genere: saggio Editore: MondadoriPagine: 204 Data di pubblicazione: settembre 2022 Prezzo: €15 / ebook €9.99 |
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L'America e soprattutto la California, nei decenni ci sono stati raccontati come un sogno, una meta dove tutto è possibile, con uno stile di vita e una società da emulare, soprattutto per quanto riguarda l'avanzamento della tecnologia e le politiche all'avanguardia sui temi sociali. Tutto questo in realtà è solo una narrazione datata o quantomeno solo parziale di quello che sono gli USA oggi, dove in realtà tante cose sono andare storte. Gli stessi californiani stanno lasciando quella che per decenni è stata invece la destinazione più ambita, preferendovi il Texas ad esempio, perché l'economia sta lentamente cedendo, i prezzi delle abitazioni hanno raggiunto le stelle, la società è distrutta da politiche estremiste e da disoccupazioni, tossicodipendenza e razzismo dilagante e dai cambiamenti climatici che periodicamente rendono la Californi anche un luogo pericoloso.
In California Costa smonta un po' tutte quelle che sono le nostre idealizzazioni dell'America e di come questa stia cambiando, soprattutto in uno dei suoi punti nevralgici come questo stato federale. Mi ha fatto sorridere ed ho trovato curioso scoprire ad esempio come mai gli americani utilizzino tantissimo il legno per costruire le loro abitazioni (lo avrete visto sicuramente anche voi in uno dei programmi di ristrutturazioni), ma sono tanti gli aspetti che il giornalista smantella e racconta, e il tutto è racchiuso in un saggio semplice da leggere, informativo e che scorre velocemente, con uno stile di scrittura curato ma contemporaneo e alla portata di tutti.
Anche chi come me non ha mai puntato, anche solo metaforicamente, al sogno americano, secondo me può trovarlo un approfondimento utile, specie perché sono temi che, seppur trasversalmente, finiscono per toccarci o per essere simili a ciò che accade in Italia. Oppure Costa si sofferma proprio su dei confronti fra i due stati, ad esempio sul sistema scolastico.
È vero che, in certi passaggi, California - La fine del sogno, pur essere un po' troppo superficiale, o meglio, dar per scontato che si sappiano già alcune cose, e io penso che Francesco Costa lo abbia costruito come un corollario ai suoi podcast e al suo lavoro in generale come giornalista. Non vi resteranno comunque dei dubbi impossibili da colmare con una semplice ricerca online, ma secondo me il neo di questo libro è un altro. Mi ha infatti un po' annoiato il continuo puntare il dito alle politiche dell'area democratica che da anni comanda in California, e che nel tempo si è adagiata con l'idea di non avere una reale controparte politica da battere: è chiaro che buona parte dei problemi di una nazione derivino da scelte politiche, ma non mi serve che mi venga ripetuto più e più volte da inizio a fine saggio per capirne l'importanza. Giuro, arrivato all'ennesimo riferimento alla deriva politica fallimentare della sinistra, la mia reazione era questa:
Per il resto California è una lettura approfonditiva molto valida, probabilmente non fondamentale, ma che può aprire gli occhi a molti.
Un altro saggio che ho letto, e che vuole ribaltare molte delle credenze popolari che non solo una certa fascia della popolazione italiana ha ma che sono diventate anche parte del baluardo politico di alcune fazioni è Mussolini Il Capobanda di Aldo Cazzullo.
Genere: saggio Editore: MondadoriPagine: 360 Data di pubblicazione: settembre 2022 Prezzo: €16.15 / ebook €7.99 |
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Quante volte abbiamo sentito che l'operato di Benito Mussolini non era tutto da buttare, che il problema fu l'alleanza con Hitler da cui nacquero le leggi raziali, che i treni passavano in orario e si potevano anche lasciare le porte aperte?
La realtà del ventennio fascista è però decisamente diversa, e Cazzullo ha voluto prendere queste ed altre convinzioni che si sono solidificate nel tempo, per raccontare la verità, cosa davvero accadde in quegli anni politicamente e socialmente, e chi era in realtà il duce. Questo non solo perché è importante conservare, avere e tramandare una memoria storica corretta ma perché, se il fascismo può essere considerato morto, non sono morte le ideologie che erano al suo fondamento e che portarono l'Italia intera ad uno dei suoi momenti peggiori di sempre.
Quella di Aldo Cazzullo è una ricerca quasi maniacale per ricostruire nomi e luoghi che hanno composto quel periodo, e Mussolini Il Capobanda ci ricorda anche un'altra cosa: non tutta l'Italia all'epoca era fascista, anzi erano molte le persone che hanno tentato di fermare o quantomeno rallentare lo strapotere mussoliniano.
Non uno statista ma un uomo che basò il suo potere sulla propaganda, che non fu pronto a mantenere neppure le sue stesse promesse, e soprattutto non fu così succube del controllo nazista, anzi lui stesso era favorevole alle leggi razziali.
Questo libro è un approfondimento storico importante, che racconta snodi che onestamente non conoscevo e che penso possa essere introdotto anche nelle scuole, ma anche letto da persone un po' più adulte che appunto hanno voglia o bisogno di ricostruire alcuni dei tasselli della storia. Preparatevi però ad una lettura non semplice. Cazzullo non credo sia uno scrittore difficile da approcciare in termini stilistici, ma è pur sempre un giornalista e non uno storico e non esenta il suo lettore dai dettagli anche più cruenti di quelli che erano gli atti, le torture, le vessazioni che i fascisti mettevano in atto e tutti gli orrori della guerra. Per questo, nonostante non abbia una lunghezza esagerata, ho impiegato un bel po' per terminarlo, perché non ero sempre nello stato d'animo per affrontare la tematica.
Io vi consiglio di dargli una chance, non solo per capire meglio del ventennio fascista, ma anche per riflettere su quanto fosse complicata quell'ideologia e cosa possiamo fare oggi per contrastarla.
Dal serio al faceto, ho avuto anche letture meno impegnative ma altrettanto chiacchierate, e mi riferisco a Spare - Il Minore del Principe Harry.
Genere: biografico Editore: MondadoriPagine: 540 Data di pubblicazione: Gennaio 2023 Prezzo: €21.25 / ebook €15.99 |
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Si è già detto di ogni su questa biografia del duca di Sussex, che aveva fatto parlare per quelle rivelazioni che hanno fatto tremare i palazzi dei reali inglesi e che hanno portato la rottura fra il più piccolo dei figli di (ormai) re Carlo, e il resto della famiglia.
In Spare, che significa proprio il ricambio, la ruota di scorta, Harry si racconta dall'infanzia, fino all'età adulta, non saltando ovviamente i passaggi più difficili della sua vita, come la morte della madre Diana ed il suo ruolo all'interno della famiglia reale (appunto come ruota di scorta della discendenza), ma anche qualcosa di estremamente bello come la relazione con quella che divenne sua moglie, Meghan Markle. Si può dire che tutto il libro è diviso proprio in tre parti, quasi fosse un'opera dantesca.
Il leit motiv però di Harry lungo tutto Spare è l'odio verso i tabloid, ma anche la rabbia verso la famiglia, soprattutto il padre e il fratello, che non l'hanno difeso proprio dagli attacchi che la stampa ha rivolto a lui e alla sua amata, ma soprattutto quella frangia dei reali che secondo lui collaborano o comunque foraggiano la stampa cercando di portarla a loro vantaggio, anche al costo di affossare gli altri.
Per me leggere Spare era più uno sfizio, un passatempo e anche colmare alcuni tasselli lasciati dalla docuserie Netflix Harry & Meghan, e quello che mi ha lasciato, alla fine non è moltissimo. Ne esce un Harry indubbiamente con una vita complicata, ovviamente diversa rispetto ad un comune mortale, fatta di alti e bassi, fragilità e momenti di reale felicità.
È indubbiamente toccante il trauma che racconta con la perdita della madre Diana, ma se il suo intento era quello comunque di rendersi più simpatico ed empatizzabile, non sempre ci riesce perché l'Harry di Spare è spesso lagnoso, si impunta e racconta fatti che non sono del tutto interessanti, o che possono farlo uscire bene, e soprattutto spesso quasi non si mette in dubbio.
Dipinge poi malissimo Camilla e William, e collateralmente anche la cognata Kate, che spesso, come racconta Harry, sembra abbiano ordito e complottato contro di lui, o comunque non abbiano offerto il loro supporto quando i quotidiani lo accanivano. Vengono in parte scandagliate ed esaminate quelle circostanze che poi sono finite sui giornali, e per cui Harry fornisce la sua versione, purtroppo non sempre precisa.
È indubbio che non si ha la visione oggettiva dei fatti, lo stesso principe ce lo ricorda spesso, dicendo che parte di quello che racconta può essere modificato dalla sua percezione delle vicende o della mancanza proprio di ricordi delle stesse.
Non mi soffermo invece sullo stile perché è ormai stranoto che la penna dietro al libro è il ghostwriter J. R. Moehringer, già fantasma dietro la biografia Open di Andre Agassi. L'unica cosa che posso dire è che avrei sfoltito la parte centrale del libro dove si concentra molto nel raccontarci il suo addestramento ed il suo tempo nell'esercito perché, oltre ad aver fatto danni per certe dichiarazioni, diventa la parte più noiosa. Allo stesso tempo, la parte su Meghan Markle diventa quasi risibile per come angelicamente e immacolatamente la descrive, in una versione perfetta a cui a stento si riesce a credere.
Spare è quindi il libro da leggere senza troppo impegno, magari per scaricare un po' la tensione di una giornata, ma indubbiamente non può essere letto come il tentativo di Harry di riavvicinarsi alla sua famiglia ma più come il suo voler sfruttare l'onda che lo vedeva vincente e mettere in imbarazzo i reali, non sempre riuscendoci. C'è differenza infatti fra l'essere vittima e vittimista, ed il principe purtroppo, stando a Spare, non sempre se ne rende conto.
Sulla figura di Mussolini sto leggendo M il figlio del secolo di Scurati, che è scritto molto molto bene. Penso però che dopo quello per un po' non mi ci avvicinerò più a questa figura. Anche basta :)
RispondiEliminaInvece di Costa ho letto il suo precedente, ovvero Questa è l'America. C'era anche lì un qualcosa di approssimativo in certe parti, però comunque ti dà uno spaccato interessante smontandoti parecchi miti.
Sono sicuramente temi da approfondire... ma anche centellinare perché non sono semplici. Io infatti ora sto facendo una breve pausa e poi riprendo con qualcosa di soft.
Elimina"Spare" l'ho divorato! Mi ha presa un sacco. Mi ha fatto "guardare" Harry con un pizzico di dolcezza, soprattutto per quanto si nota il trauma che ha subito perdendo la madre. Per il resto sono d'accordo con te.
RispondiEliminaSecondo me ha fatto bene a raccontare quella parentesi, perché appunto lo rende umano, ed era da raccontare. Per il resto avrebbe fatto meglio ad aspettare e agire a mente fredda e più lucida, anche per essere più credibile.
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