Ogni volta che arriva un nuovo live action, cerco di ricordarmi che non è il mio genere di film preferito, ché sono più della scuola di pensiero che sia meglio cercare idee nuove invece di ripescare sempre dal passato. Poi però la curiosità prende il sopravvento e così nel corso degli anni ho visto i romantici ma un po' insipidi Cenerentola e La Bella e La Bestia, il dolcissimo Dumbo ed il poco memorabile Aladdin, l'inutile e un po' inquietante Re Leone di cui dobbiamo aspettarci un prequel, il coreografico Mulan, che è finito nel dimenticatoio, ed il ben riuscito Cruella, che avrà un sequel.
Quindi, potete capire da voi, che non potevo perdermi il nuovo live action de La Sirenetta (2023).
Titolo originale: The Little Mermaid Genere: musical, fantastico, sentimentale Durata: 135 minuti Regia: Rob Marshall Uscita in Italia: 24 Maggio 2023 (cinema)/ 6 Settembre (Disney+) Paese di produzione: Stati Uniti d'America |
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The Little Mermaid riprende la storia di Ariel quasi esattamente come nel film d'animazione del 1989, tuttavia adesso c'è una sensibilità diversa, e il cinema (non tutto indubbiamente) deve anche trasmettere dei messaggi più profondi e contemporanei, e non solo limitarsi al romanticismo e ad una storia che intrattenga. Per questo ritroviamo una sirenetta che sogna di diventare umana per scoprire tutte le bellezze della terra, stanca di essere confinata ai fondali marini, nonostante suo padre Re Tritone l'abbia sempre scoraggiata e intimorita persino nel raggiungere la riva.
Sarà solo per caso che incontrerà l'affascinante principe Eric e, innamorandosene subito, è ancora più spinta a voler scoprire il mondo degli umani. Così dovrà rivolgersi alla perfida Ursula per poter avere le gambe ma con un prezzo altissimo da pagare. Il resto della storia la conoscete già e non vi faccio spoiler su quelle piccole variazioni alla trama.
Nonostante questa incetta di live action, non sono mai stato un particolare estimatore dei film Disney, né ne ho una memoria recente. Per esempio sono certo di aver visto l'ultima volta La Sirenetta almeno 20 anni fa, e non sono un purista del genere, quindi questi remake non mi scocciano troppo, ma li affronto quasi fossero una novità. Con questo non voglio dire che non sia da rispettare chi invece è emotivamente legato a questi film di animazione, ma solo la mia prospettiva. Inoltre temo che possiamo metterci l'anima in pace perché Disney sicuramente vuole battere ancora per molto questa strada, visto gli introiti trasversali che ne ottiene dalle storie di personaggi così amati e conosciuti.
Fatte le dovute premesse posso dirvi che il live action de La Sirenetta è carino, ha sicuramente buone intenzioni, mi è piaciuto guardarlo, ma lì finiscono le sue qualità, tenendosi ben lontano dall'iconicità dell'originale.
Parlando della storia, ho apprezzato questo tentativo di rendere Ariel più moderna, conscia e determinata, e meno legata alla visione di una giovane donna (o meglio sirena) che come unica aspirazione della vita ha il matrimonio. Ma credo ci sia stato poco coraggio nel cavalcare davvero quest'onda (ci stava come frase), forse per paura di perdere parte del pubblico affezionato alla storia originale del film e parte dei mercati internazionali, che seguono leggi e ideali differenti dai nostri.
Penso ad esempio al fatto che, come vi accennavo, Ariel si innamora di Eric trovando in lui una altrettanto forte passione per la scoperta del mondo, e questo crea una maggiore connessione fra i due. Dall'altro lato, una volta arrivati alla fine, non si capisce quanto lei resti legata ed abbia imparato ad apprezzare ciò che è realmente, la sua unicità e diversità, ed anche la sua libertà, perché l'unica cosa che fa concretamente è lasciare il padre e le sorelle e seguire Eric. Dice che tornerà alla prossima luna corallo, ma chi ci crede?
In questi giorni ho poi scoperto (ed ammetto la mia ignoranza, perché non lo sapevo o non lo ricordavo) i reali intenti della fiaba di Hans Christian Andersen, ed è un peccato che non sia stato aggiunto, nemmeno velatamente, un accenno alla queerness che la storia originale aveva. Sarebbe stato un bell'omaggio.
Ho apprezzato anche la caratterizzazione dei personaggi ed il cast, ma anche in questo caso è un'operazione riuscita a metà.
Halle Bailey funziona bene nella pinna cangiante (altra battutona) di Ariel fin tanto che deve essere dolce, simpatica e carina, ma si perde nel mostrare sfumature emotive più sottili. Se vi capita, date un'occhiata al cartone animato del 1989 anche solo nella parte in cui Ursula cerca di convincere Ariel, per capire cosa intendo.
Nel film d'animazione risulta molto più curiosa e al tempo stesso spaventata, mentre la Bailey resta abbastanza impassibile, a volte inerme anche espressivamente. E va bene non esagerare con la mimica, ma credo che in un film rivolto ai bambini, le sensazioni dei protagonisti devono essere distinguibili.
Peggio mi sento ad esempio quando perde la voce: a volte nemmeno muove il capo per dire sì o no.
Non mi sento comunque di rispondere alle critiche sul fatto che l'attrice sia nera perché non mi sono nemmeno posto il problema: Ariel è un personaggio di fantasia, potrebbe essere interpretato da chiunque. Non è un documentario, e non abbiamo a che fare con Cleopatra.
È interessante invece il principe Eric, interpretato da Jonah Hauer-King, che finalmente ha una storia e non è solo un prince charming qualunque. Anche lui infatti è un po' un outsider: ok, è bianco, etero e privilegiato, ma è stato adottato e soprattutto ha una profonda voglia di scoprire il mondo, viaggiare e capire le varie culture. Non parla però da conquistadores, anzi la sua moneta di scambio è il baratto, ed è davvero interessato a conoscere e assorbire gli avanzamenti e le scoperte degli altri. Hauer-King non ha chissà che carisma, ma si impegna ed è un buon principe Disney.
Mi aspettavo di più dalla Ursula di Melissa McCarthy: lei, al contrario dei due protagonisti, è un'attrice di lungo corso e che si è prestata a generi diversi, ma qui fa una interpretazione troppo misurata.
La cattivona de La Sirenetta è un personaggio inquietante, dalle espressioni esagerate, che suscita ilarità ma anche timore, e, come molti villain, provoca quella sorta di fastidio.
Al netto di un make-up fatto proprio male (sì, qualunque drag queen avrebbe fatto di meglio e sì, le sopracciglia completamente diverse si notano anche nel film), in Ursula mi è mancata quella espressività marcata, sebbene il lavoro di grafica su di lei è fatto bene, forse anche meglio che con gli altri personaggi acquatici. Ma perché le hanno tolto il neo? Qualcuno lo sa?
A proposito di CGI, regia, ed animazione, si vede quanto impegno ci abbiano messo, e hanno provato davvero a rendere realistici i personaggi, operazione che già da Il Re Leone aveva lasciato perplessi perché questa voglia di rendere assolutamente credibili creature che dovrebbero essere in qualche modo antropomorfizzate, e quindi avere espressioni umane, crea un effetto straniante che ha poco appeal sul pubblico dei più piccoli. A me fa sorridere quando questi personaggi dicono una battuta ma il loro aspetto non segue alcuna espressione, ma è indubbio che nel caso de La Sirenetta, ne sono usciti male il granchio Sebastian, il pesce Flouder e Scuttle, che non è un gabbiano ma un uccello marino. Anche se, per fortuna, l'animazione cerca di renderli più vivi, d'altronde non ho mai visto un granchio appeso ad una ruota di un carro.
Ho trovato belle invece le code delle sirene, e anche i movimenti che fanno in acqua dei capelli.
La regia di Rob Marshall però secondo me non valorizza molte caratteristiche che invece mi sarei aspettato di vedere.
Il regista de Il ritorno di Mary Poppins deve essersi ispirato all'ottava stagione di Game of Thrones perché tantissime scene sia sul fondo del mare che non, sono davvero buie al punto che non si vede nulla, o comunque con una impostazione che non dà importanza e bellezza al momento.
Fa l'effetto di una pubblicità per i succhi di frutta la scena del ballo al mercato, e porto ancora rancore per come risulta poco valorizzata e aggraziata la famosissima scena in cui Ariel si innalza sullo scoglio.
Se doveste vedere La Sirenetta su Disney Plus, che arriverà il 6 settembre, vi consiglio di aumentare sia la luminosità che la saturazione dello schermo, perché molte volte manca quella vividezza e quella brillantezza che ci sia aspetta, probabilmente per seguire un realismo specifico.
Insomma non c'è quel lavoro di contrasti, di accenti colorati, fra abiti, capelli e trucco, ma anche fra i paesaggi, che può attirare visivamente i più piccoli.
A me è anche piaciuto il doppiaggio, avendo visto La Sirenetta in italiano, specie della voce cantata di Ariel, che è quella di Yana C, bravissima a stare dietro a Halle Bailey. Molti hanno criticato invece la scelta di affidare a Mahmood le voci parlate e cantate di Sebastian, ma io qui sto in mezzo: a volte lo trovo azzeccato, altre mi sembra quasi caricaturale e amatoriale.
Ho trovato inutili e fuori contesto invece i tre brani che sono stati aggiunti. Posso chiudere un occhio sul brano inedito di Eric, perché meritava una sua canzone, mentre il pezzo affidato a Scuttle, mi è sembrato troppo diverso stilisticamente.
Potrei andare avanti ancora a lungo, ma quel che alla fine conta è che questa nuova versione de La Sirenetta si vede con piacere e non mi ha annoiato, anzi se capitasse lo rivedrei, ma non vibra e non fa vibrare, e se andate in sala con aspettative davvero alte, visto l'hype e la pubblicità fatta, potrebbe lasciarvi a bocca asciutta. Non è il più brutto dei live action di Disney, ma nemmeno fra i più belli, e finisce per essere una operazione nostalgia che può scontentare gli adulti e lasciare delusi i più piccoli.
WOW *_* analisi perfetta!! Hai spiegato tutto perfettamente, le battute su Games of Thrones e sulla fascia in testa tipo casalinga mi hai fatta morir dal ridere XD
RispondiEliminaGrazie mille Federica! È un po' morbosa come recensione forse, ma d'altronde se ne è parlato tanto che valeva la pena approfondire. Tu l'hai visto?
EliminaLa pensiamo più o meno uguale. Personalmente, non mi capacito della natura "rozza" degli ultimi prodotti Disney, parlo proprio a livello di fotografia, regia e CGI, tutti aspetti che accetterei così abbozzati se a realizzare il film fosse una casa di produzione senza soldi ma, così, contribuiscono a consolidare l'idea di prodotti fatti a tirar via, senz'anima, buoni solo per andare ad aumentare la gamma di film in streaming.
RispondiEliminaPer me non è tanto la CGI, anche se il buio mi sembra scelto per nascondere qualche difetto, ma la regia molto banale e spesso poco valorizzante.
EliminaNe hai fatta un'analisi ben approfondita e ci ho trovato molto dei pareri già letti altrove e un po' meno disperazione del migliore amico che "salvo giusto 4 minuti di film" (cit.). Grazie per la completezza, anche se voglia di andarlo a vedere proprio non ne ho :)
RispondiEliminaEsatto, non ne sono uscito disperato, ma sicuramente sotto le aspettative. Grazie!
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