Dopo aver visto The Followers ho voluto esplorare meglio il catalogo dei telefilm di Paramount+, che pian piano sta trovando il suo spazio nel mondo dello streaming online. Ho recuperato quattro serie tv, cosa varrà la pena recuperare?
The Flatshare - Un letto per due
Prima stagione
Tratto dal romanzo di Beth O’Leary, Un letto per due si concentra attorno a alla giovane editor Tiffany, la quale sta attraversando la rottura con l'ex (decisamente narcisista) Justin e quindi ha subaffittato la casa di Leon. I due letteralmente condividono tutto, incluso lo stesso letto, ma non si incontrano mai: Leon infatti è un infermiere e per pagare le spese legali al fratello fa anche i turni di notte, al mattino invece Tiffany va alla redazione del suo giornale online. I due per praticità inizieranno a parlarsi tramite dei post-it appesi per casa, e non sempre riusciranno a comprendersi, ma questa via di comunicazione li porterà a confrontarsi a vicenda anche su aspetti intimi e delicati della vita.
Nonostante un incipit forse poco credibile nell'era dei cellulari che ci permettono di fare la qualunque, The Flatshare riesce ad essere una gradevole compagnia, raccontando una vicenda tutto sommato attuale e credibile. Tiffany e Leon infatti hanno problemi comuni, sia lavorativi che personali, e cercano di affrontarli al meglio delle loro capacità, con risultati non sempre positivi.
Tiffany sembra quella messa peggio, da un punto di vista relazionale, ma dall'altra parte Leon non vive una relazione piena e appagante, e non solo perché troppo preso dal far scagionare il fratello.
Siamo pur sempre nel pieno di una commedia romantica, che ha lo stile del genere, e che nonostante la produzione britannica, non ha il tipico humor inglese, ma riesce comunque a far sorridere, senza risultare troppo convenzionale.
Dall'altro lato, Un letto per due - The Flatshare, non mi è sembrata sdolcinata, e per fortuna si esce presto dal poco credibile scambio di post-it, per passare ad una dimensione più reale. Non è una serie che dall'altro lato vuole drammatizzarsi troppo: ad esempio il rapporto disfunzionale fra Tiffany ed il suo ex sarebbe davvero da trattato psicologico, ma non si arriva a tanto. O ancora, il caso legale in cui è invischiato il fratello di Leon apre una porta a quanto sia poco equa a volte la giustizia, ma anche in questa circostanza non si scende in una argomentazione socio politica.
La serie tv Paramount+ pecca forse un po' nel ritmo, e in alcune trame e personaggi secondari che, per quanto possano aggiungere delle variabili interessanti, finiscono per risultare un po' superficiali, e dare poco alla storia centrale.
Il duo Jessica Brown Findlay (ve la ricordate in Downton Abbey?) e Anthony Welsh funziona bene, quindi sì, The Flatshare può essere recuperata con spirito di leggerezza.
Non ho scovato informazioni su una seconda stagione, ma in fondo la storia ha una sua fine, quindi va bene così.
Cecilia
Prima stagione
Da Londra ci spostiamo in Messico e conosciamo Cecilia, una donna a capo della panetteria di famiglia, che gestisce con grande impegno, senza però lasciare da parte la sua grande famiglia allargata. Cecilia infatti vive con le due figlie avute dal secondo compagno, un attore, ma ha avuto una figlia in un precedente matrimonio.
Tutti fanno estremo affidamento sulla donna, lei è la roccia su cui si poggia non solo l'impresa lavorativa, ama anche i rapporti familiari, ma un giorno tutto cambia. Cecilia viene infatti colpita da un ictus e improvvisamente non è più in grado di gestire tutto come prima. Di conseguenza tutti i suoi familiari dovranno imparare ad essere più autonomi, cercando anche di aiutare la matriarca a riprendersi.
Cecilia è una di quelle serie tv che purtroppo sono passate in sordina perché in fondo non si tratta di una grande produzione con attori particolarmente noti, io però l'ho trovata ben realizzata, simpatica e con qualche spunto di riflessione interessante. Infatti la malattia della protagonista è solo un incipit per parlare di altro, di rapporti interpersonali, familiari, della nostra capacità di comunicare con l'altro, ma anche con noi stessi.
C'è poi un corollario di tematiche attuali che vengono lanciate qui e lì, e che danno del materiale ai personaggi secondari per muoversi nelle linee narrative. Mi ha colpito un personaggio che parla della sua asessualità, poco o niente rappresentata nei prodotti di massa, e un altro affetto da sindrome di Asperger. O ancora, si parla di aborto, revenge porn, relazioni a distanza.
Anche in Cecilia comunque non si arriva a momenti di estremo dramma, è pur sempre una serie leggera, e infatti alcune tematiche non hanno spazio per essere sviscerate. In questo caso però migliora il ritmo, anche perché gli 8 episodi non sempre superano al mezz'ora.
Credo che, nel suo non essere un capolavoro, Cecilia sia originale ed interessante, e che qualche colpo di scena che hanno inserito riesce a rendere abbastanza fluida la visione.
Pare che Paramount+ abbia già preso a girare la seconda stagione della serie, ed in effetti il finale si presta ad un proseguo.
The English
Miniserie
Solo un grande cast poteva convincermi a seguire una miniserie western, e non me ne sono pentito, nonostante non possa ritenere The English come una serie adatta a tutti.
Prodotta da Amazon Studios (ma stranamente non è disponibile su Prime Video da noi in Italia) e BBC, The English ruota attorno alla figura di Lady Cornelia Locke (Emily Blunt) una giovane aristocratica inglese la quale, mossa dalla fame di vendetta per l'uccisione del figlio, decide di recarsi nel selvaggio west. Ma il suo percorso non è così semplice: viene infatti subito rapita da un albergatore senza scrupoli. Qui conoscerà un uomo, l'ex sergente Eli Whipp, un nativo americano che ha lasciato l'esercito per riconquistare delle terre che gli spettano come ricompensa per il suo servizio.
Cornelia e Eli si ritroveranno molto più legati di quanto potessero immaginare, unendo le loro forze per affrontare le mille difficoltà che si potevano incontrare in un paese fuori controllo come America centrale alla fine dell'800.
Quello di The English è un viaggio fisico all'interno di un territorio incattivito dalle lotte fra i conquistatori europei e i nativi americani, costellato di personaggi letteralmente (e fisicamente a volte) rivoltanti, senza scrupoli, pronti solo a sopravvivere in un mondo difficile e in quel momento senza regole.
È però anche la storia di un viaggio personale, dove i due personaggi avranno modo di crescere, di mettersi alla prova fino allo stremo, e di trovare una forza che non sapevano di avere. Ovviamente questa serie Parmount + si presta benissimo per raccontare le atrocità che hanno subito gli indigeni americani, e sarà soprattutto Cornelia a diventarne testimone.
The English non si tira indietro dal mostrare in modo grafico anche queste parti della storia e questi personaggi, a volte diventa crudo, come si confà al genere western.
Lo stile si riflette completamente nella regia e nella cura altissima di costumi, scenografie (poche) e nella scelta dei paesaggi. Ho trovato quasi comico che la serie sia stata girata in Spagna.
Ma The English ha anche altre caratteristiche che potrebbero farvi storcere il naso e farvi rendere faticosa la visione.
La storia di per sé infatti secondo me doveva essere più asciutta, più netta, ed invece è un continuo inserimento di situazioni e flashback che non agevolano sempre la fluidità e la cadenza della visione, anzi a volte ci si può confondere in questi passaggi.
È vero che non mancano i momenti tensivi e di azione (si spara molto ovviamente) ma ci sono anche molti dialoghi, talvolta ampollosi e poco spontanei, che alla lunga, se siete tipi da binge watching o semplicemente guardate le serie tv per passatempo dopo una giornata stancante, possono annoiare.
Vi avevo poi accennato al cast, che spazia da Emily Blunt, a Rafe Spall (quasi irriconoscibile rispetto a Tryng) da Toby Jones fino a Tom Hughes (il principe Albert dell'ormai terminata alla terza stagione Victoria), e che sicuramente è composto da scelte azzeccate. Tuttavia molti dei personaggi mi sono sembrati abbozzati ed altri hanno un tempo sullo schermo davvero breve.
Il finale, emozionante e liberatorio, ma decisamente amaro, un po' ripaga da questi difetti, ma prima di lanciarsi sui 6 episodi disponibili su Paramount +, in questo caso da quasi 50 minuti l'uno, il mio consiglio è di pensarci due volte.
Ho intenzione di vedere Yellowjackets soprattutto, poi si vedrà..
RispondiEliminaNon fa per me ma ne ho sentito parlare bene
EliminaThe Flasthare mi è piaciucchiato un po' meno che a te, sarà che hanno messo dentro troppi personaggi e troppe storie che o ne facevano due stagioni allungando la storia romantica, o sacrificavano qualcosa. Così ha perso un po' di forza, pur rimanendo godibile.
RispondiEliminaThe English non l'avevo mai sentita, ma Emily Blunt potrebbe vendermi anche questo western :)
The English probabilmente passando da Paramount e non da Prime è finita un po' in sordina. Anche io comunque mi sono fatto comprare dalla presenza di Emily
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