Il Sol Dell'Avvenire: le opinioni di chi non ama Nanni Moretti

Non sono un fan della cinematografia di Nanni Moretti, eppure a volte bisogna fare dei compromessi, e così mi sono ritrovato sulla comoda poltrona di un cinema, senza pop-corn purtroppo, a vedere Il Sol Dell'Avvenire (2023), ultimo lavoro del regista brunicense.



Genere: commedia, drammatico
Durata: 95minuti
Regia: Nanni Moretti
Uscita in Italia: 20 Aprile 2023 (Cinema)
Paese di produzione: Italia


La storia è quella di Giovanni (Nanni Moretti stesso), un regista alle prese con la realizzazione di un film che vuol raccontare l’invasione sovietica dell’Ungheria nel 1956, e di come una sezione del partito comunista italiano a Roma reagì all'accaduto, sperando che Togliatti desse delle indicazioni su quali dovessero essere le mosse del partito. Il film però inizia a diventare complicato per Giovanni: pare che il produttore non avesse i fondi necessari per creare il film, con la conseguenza che il regista dovrà piegarsi al volere di Netflix se è suo interesse proseguire con le riprese. 
Ma è anche la vita di Giovanni a subire diversi contraccolpi, infatti la moglie Paola (Margherita Buy) sta già pensando ad altro, volendo da un lato lasciare il marito, e dell'altro producendo un film particolarmente violento.
In questa spaccatura che la vita ha messo di fronte a Giovanni, ci sarà l'occasione per riflettere sia sul cinema, e magari immaginare una nuova pellicola, sia sulla vita stessa, e sull'approccio che abbiamo ad essa.

C'è chi ha paragonato Il Sol Dell'Avvenire a 8 1/2 di Fellini, e chi invece l'ha definito come uno dei migliori film di Moretti, ma non mi spingerei mai a tanto, perché non ne ho le competenze, e soprattutto perché, come anticipavo, i suoi film li ho spesso volutamente evitati perché non credo che il suo stile si confaccia ai miei gusti. Poi però c'è questo Il Sol dell'Avvenire, che ha due chiavi di lettura: una estremamente facile, l'altra più complessa e stratificata, e che, nonostante le mie lacune, sono riuscito a comprendere. Perché di base è un film che unisce commedia, con scene e battute a cui è davvero difficile non sorridere, ad un fondo di dramma, che non è per forza un momento di struggimento senza eguali, ma che si muove più in basso, in quella sfera della vita che un po' ci tocca tutti.

E poi c'è la doppia critica, perché Il Sol Dell'Avvenire non si tira indietro nello schierarsi apertamente da un punto di vista politico, ma appunto giudicando e contestando anche l'atteggiamento del partito comunista; ma Moretti non si lascia sfuggire nemmeno un esame (e un'autocritica) a quella che è la condizione del cinema attuale, cannibalizzato dalle piattaforme di streaming che mettono avanti algoritmi e minutaggi calcolati al millimetro in sfavore dell'arte, e rovinato dai giovani registi che pensano che la violenza tal quale possa essere arte e intrattenimento. 

C'è anche ovviamente il messaggio di fondo, che parla di "se" e di aperture. Giovanni infatti è chiuso nella sua visione, nei suoi riti, non sopporta che una delle sue attrici (Barbora Bobulova) continui a cambiare le frasi del copione, è scollato dalla realtà da non accorgersi che la moglie vuole divorziare e la figli ha pesanti daddy issue.  

E quindi cosa succerebbe se la storia venisse raccontata in modo diverso, e se il cinema fosse il mezzo per farlo? Questo alla fine si chiede Giovanni, pronto finalmente a cambiare la sua ideologia.
Chi era accanto a me durante la visione de Il Sol Dell'Avvenire mi sottolineava il citazionismo spinto che fa Moretti di se stesso, delle sue precedenti opere, e anche degli altri registi, e devo dire che alcune di queste citazioni le ho colte in autonomia, perché per quanto non segua il regista, alcune sono diventate nel tempo dei cult. Per questo Il Sol Dell'Avvenire è secondo me adatto a chiunque.
Credo inoltre che Moretti sia riuscito là dove Il ritorno di Casanova di Salvatores aveva fallito nel raccontare la magia del cinema sotto tanti punti di vista, sia dietro che davanti alla macchina da presa, e da chi il cinema lo "subisce" ovvero lo spettatore.

Ma Nanni Moretti continua a non essere il mio regista preferito nonostante questo film mi abbia lasciato un parere positivo. Non amo infatti il suo modo di recitare, così cadenzato, come non amo alcune parti troppo didascaliche de Il Sol Dell'Avvenire.
Alcuni passaggi del montaggio ad esempio mi sono sembrati scattosi, e la parentesi sulla giovane coppia, che farebbe parte di un altro film che il regista Giovanni sogna ed immagian di girare, aggiunge altra carne al fuoco, non solo da un punto di vista narrativo, ma anche concettuale, che non troverà mai un vero e proprio sviluppo. Non posso inoltre dirvi che ho apprezzato particolarmente la gestione dei personaggi più secondari.
Il Sol Dell'Avvenire, seppur nel suo essere morettiano, mi ha forse reso più digeribile e simpatico il regista, ma come potete immaginare non andrò certamente a recuperarmi tutta la cinematografia di Moretti.




6 commenti:

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  1. Visto l'approccio non proprio negativo a questo ultimo Moretti, magari potresti offrire una chance anche solo a Palombella Rossa, per me la sua pellicola migliore.

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    1. Forse ne ho visto dei pezzi nel corso del tempo ma mai per intero. Ci farò un pensiero, grazie Franco. Tu hai visto quest'ultimo?

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    2. Ne ho letto tantissimo ma lo vedo proprio oggi pomeriggio.. curiosissimo.. ti farò sapere ;)

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    3. Visto ieri.. deluso..ne parlerò domani (non bene) da me.. ;)

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