Pare che giugno sarà un mese pieno di titoli interessanti, ma intanto, verso la fine di maggio, ho fatto un giro su Netflix ed ho recuperato un paio di film usciti nel corso del mese. Non tutto merita una chance, e vi racconto perché.
The Lessons (2023)
Genere: drammatico Durata: 103 minuti Regia: Alice Troughton Uscita in Italia: 12 Maggio 2025 (Netflix) Paese di produzione: Gran Bretagna |
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Liam Somers (Daryl McCormack) è un brillante scrittore alla presentazione del suo romanzo di debutto sulla vita di un patriarca in declino, e presto scopriamo da dove si è ispirato per la sua storia. Facendo un passo indietro nel tempo infatti scopriamo che Liam era stato assunto come tutor per il giovane Bertie, figlio dello stimatissimo romanziere J.M. Sinclair (Richard E. Grant) e di sua moglie Hélène (Julie Deply) una curatrice d'arte.
Liam è un fan accanito delle opere di Sinclair, ed accetta molto volentieri l'incarico, ma una volta arrivato nella sua villa trova un ambiente freddo, e soprattutto scopre che lo scrittore è un uomo rude, autoritario e che spesso non ha scrupoli nello screditare chi reputa inferiore al suo intelletto.
Sfruttando la sua incredibile memoria fotografica, non sarà difficile per Liam entrare nelle trame della famiglia Sinclair, scoprendo una rete di bugie, di manipolazioni e tradimenti.
Primo lungometraggio della regista Alice Troughton, che aveva diretto anche alcuni episodi di A Discovery of Witches, le tematiche portanti di The Lesson sono sicuramente l'ego, la creatività e la meritocrazia, che dall'ambito della scrittura si possono espandere in qualunque campo, e che sfociano poi nella rivalsa e nell'ambizione. Tutto questo è chiuso in una struttura narrativa classica, sebbene divisa in più parti, e la storia non è così originale, mi ha ricordato un po' Saltburn, seppur con scene meno disgustose.
Nonostante venga definito come un thriller, io credo siamo più nell'ambito di un dramma televisivo che punta molto su un cast riuscito, ma che non crea proprio un solco nel genere. Qui e lì The Lesson infatti ha qualche problema di ritmo e di prevedibilità, ma anche di realismo: pensare che Liam abbia una memoria così di ferro non è del tutto credibile.
La storia quindi cerca di scorrere con momenti più riusciti e altri meno, ma credo che la vera forza del film siano le interpretazioni, ma non i personaggi.
The Lesson volutamente punta a protagonisti non positivi, dove ognuno comunque cela qualcosa, o ha delle mire particolari, solo che a volte sia Liam che J.M Sinclair hanno atteggiamenti un po' troppo sopra le righe.
Richard E. Grant ad esempio resta sempre un ottimo attore, anche se qui copre un ruolo molto simile a quello che aveva in Saltburn ad esempio, e che risulta un po' stereotipato.
Posso dire invece che ormai sto guardando un po' tutte le produzioni con Daryl McCormack, da Bad Sisters a Il piacere è tutto mio, e lo reputo capace e versatile, ma forse non ha ancora trovato il ruolo che lo valorizzi davvero.
Sicuramente il film è anche molto elegante esteticamente, gli ambienti e la regia e la fotografia sono piacevoli e adatti alla storia.
Tutti questi elementi rendono secondo me The Lesson come un film adatto a chi guarda drammi psicologici come fossero noccioline, e quindi cerca un nuovo titolo a cui mettere la spunta, per tutti gli altri consiglio un approccio senza troppe aspettative.
Il Cuore Lo Sa (2025)
Titolo originale: Corazón delator Genere: drammatico, sentimentale Durata: 89 minuti Regia: Marcos Carnevale Uscita in Italia: 30 Maggio 2025 (Netflix) Paese di produzione: Argentina |
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L'imprenditore non potrà fare a meno di voler conoscere chi gli ha salvato la vita, e la sua famiglia, ma questo gli farà cambiare completamente prospettiva.
Quando ho scelto di vedere Il Cuore lo sa era molto più che conscio che sarebbe stato un filmetto di poco valore, ma non pensavo che si potesse arrivare a livelli così forti di scialberia. Ad aver mosso quel briciolo di curiosità è stata la presenza di Vicuña, che volevo vedere in un ruolo diverso, e il fatto che questo film sia arrivato ad ottime posizioni nella classifica dei più visti su Netflix, ma non ne capisco il motivo.
Se la storia è appunto piatta, e non mostra alcuna sorpresa, rivelando sin da subito gli intenti di tutti, non aiuta nemmeno la caratterizzazione dei personaggi, che sono fortemente stereotipati e molto abbozzati.
Juan ad esempio dovrebbe evolvere da "simil-villain" a uomo caritatevole, ma non ci vengono mostrati affatto i suoi comportamenti sbagliati precedenti.
Ho trovato a dir poco anacronistico affidare il comic relief ad un attore non disabile che interpreta il tipico personaggio macchietta del "pazzo del villaggio".
Completamente assente anche la chimica fra la coppia Julieta Díaz, che interpreta una piattissima Valeria, e Benjamín Vicuña.
A voler essere più cinici che romantici, sembra che questo film Netflix affermi che alla fine della fiera il denaro e le giuste conoscenze possono risolvere qualunque difficoltaà.
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