Ripesco una mia stessa idea che ho usato per parlare di One Day, e la applico in un altro "scontro" fra una serie tv più recente e un film più datato, e questa volta voglio mettere a confronto le due produzioni di The Gentlemen.
Prima film arrivato su Prime Video nel 2020, senza passaggio dal cinema in Italia a causa del lockdown, poi serie tv targata Netflix disponibile in streaming dal 7 Marzo di quest'anno, ma sempre creata dalla mente di Guy Ritchie, queste due versioni di The Gentlemen in realtà, oltre al loro creatore, non condividono molto.
Se infatti in One Day la storia e i personaggi fra serie tv e film erano gli stessi, ad eccezione di piccole variazioni, in The Gentlemen è solo la struttura generale che viene ripresa in entrambe le produzioni, ma c'è un cambio di prospettiva, di ruoli e di storie fra il lungometraggio e l'adattamento seriale.
Inizio proprio da The Gentlemen, il film, che è ancora disponibile sulla piattaforma Amazon.
Genere: azione, crime, commedia, drammatico Durata: 113 minuti Regia: Guy Ritchie Uscita in Italia: 1 Dicembre 2020 (Prime Video) Paese di produzione: Stati Uniti D'America, Regno Unito |
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Qui seguiamo le vicende del boss della cannabis Michael Pearson (Matthew McConaughey), americano trasferitosi a Londra dove ha creato il suo regno della droga. Non un settore semplice per ovvi motivi, ma Pearson ha trovato e affermato la sua posizione sfruttando le sconfinate proprietà degli aristocratici britannici che hanno bisogno di denaro, "affittando" appunto parti delle loro ville e possedimenti per poter allocare le sue piantagioni e produzioni di marijuana. Pearson però ha deciso di vendere il suo business e ritirarsi e vivere più in tranquillità con la moglie Rosalind (Michelle Dockery). Ovviamente non è una operazione semplice, visto che dovrà destreggiarsi fra rivali in affari e varie problematiche, in particolare una.
L'assistente di Pearson, Raymond Smith (Charlie Hunnam) infatti si deve occupare anche di uno stravagante investigatore privato, un certo Fletcher (Hugh Grant) che li sta ricattando con la minaccia di rivelare tutti i loro affari attraverso una sceneggiatura che sta scrivendo.
Pur non avendo visto molti film di Guy Ritchie mi sento di dire che The Gentlemen rispecchia molto il suo stile e la sua tipologia di intrattenimento, fatta di brutta gente, scazzottate, inseguimenti, personaggi più o meno bizzarri, violenza di vario genere e una serpeggiante vena ironica, specie in quei dialoghi scarsamente politically correct. Il tutto è intriso di un buon ritmo e di quei momenti più di suspense e appunto azione che rendono il film più movimentato.
The Gentlemen inoltre è un film dalle dinamiche interessanti, perché racconta la criminalità dei bassifondi popolari, ma anche quella più "altolocata", insospettabile, ma al tempo stesso altrettanto marcia.
Il tutto è raccontato attraverso i volti di un cast d'eccezione, anche se non mi sembra che ognuno dei personaggi abbia un particolare approfondimento né mi pare che gli attori escano molto dai ruoli, e quindi dalle interpretazioni "da villain", in cui li abbiamo già visti. Forse l'unica è Michelle Dockery che sono troppo abituato a vedere in Downton Abbey e che quindi mi incuriosisce maggiormente in altri contesti. Inoltre anche Colin Farrell può entrare nell'elenco di quelli che secondo me sono riusciti a creare un ruolo davvero distinguibile.
Devo ammettere che film come The Gentlemen non sono molto nelle mie corde: oltre a dinamiche già note al genere, che mi sembra si ripetano, diventa tutto molto fine a se stesso, ed è un tipo di intrattenimento che appunto gradisco raramente e a piccole dosi (anche se a giudicare questo post non si direbbe, ma ora ci arrivo). Sì, c'è un accenno ad esempio alla questione della legalizzazione delle droghe, ma resta tutto abbozzato.
Inoltre ammetto che alcuni snodi del film mi sono sembrati inutilmente caotici, e spesso si scade nel verboso, infatti non ho amato l'escamotage di far diventare Hugh Grant un po' il narratore delle vicende, anche se sicuramente è coerente al personaggio che interpreta.
Non è insomma la pellicola migliore a cui abbia assistito, e la chiusa, che sembra suggerire un possibile sequel, lascia un po' dubbiosi visto che dopo 4 anni nulla è arrivato.
La serie tv The Gentlemen invece, disponibile su Netflix in 8 episodi, come vi anticipavo fa un cambio di prospettiva e amplia il suo raggio di visione, e non è appunto un sequel del film, per cui non serve obbligatoriamente averlo visto per raccapezzarsi.
In questo caso conosciamo Edward Halstead (Theo James) che si trova all'estero per una missione con l'esercito ma che improvvisamente deve rientrare a casa visto che suo padre, un ricco duca inglese, è morente. Con la scomparsa del duca, saranno ovviamente i suoi due figli a raccogliere l'eredità del padre, ma, al contrario della tradizione, non sarà il maggiore Freddy (Daniel Ings, che avevo già visto di recente in The Winter King), ma il titolo e appunto la proprietà della tenuta degli Halstead spetterà proprio a Eddie.
Peccato però che non sia solo una questione di lignaggio, perché all'ex soldato spetterà gestire suo malgrado anche gli affari sotterranei, dove scopre intere piantagioni illegali di erba e uno spaccio gestito da Susie Glass (Kaya Scodelario). Un settore del tutto nuovo per Edward, cresciuto come rampollo di buona famiglia, ma non potrà fare a meno di entrare negli affari a piene mani, e dovrà fronteggiare ogni sorta di criminali e malavitosi, ma anche una piccola faida familiare.
È quindi tutta un'altra storia quella raccontata dalla serie tv The Gentlemen e, anche se alcuni elementi e dinamiche del film ritornano anche qui, e si distingue bene lo stile di Guy Ritchie, mi è sembrato che questa volta funzionassero meglio. È vero che non ho amato tutti gli eccessi che spesso vengono messi in scena, come questa famosa scena del pollo (se avete visto, sapete) che mi stava facendo mollare il colpo soprattutto perché doveva essere un momento comico ma allo stesso tempo teso, che dura però troppo.
Eppure questa versione di The Gentlemen mi è sembrata più completa nel raccontare tutti gli intrecci, nel tratteggiare i personaggi e ovviamente nel muovere tutte le pedine avanti e indietro. Persino i paesaggi inglesi e queste lussuose ville riescono ad avere più spazio.
Anche in questo adattamento vengono raccontate e mostrate tutte le sfere della criminalità organizzata, da quella più bassa e sgangherata a quella più potente e temibile.
Non sempre infatti The Gentlemen risulta estremamente imprevedibile in quei momenti che invece lo vorrebbero essere, o brillante a sufficienza da rendere qualche scena meno sciocca, ma l'intrattenimento c'è tutto e non mancano ovviamente tensione, violenza, scene più divertenti e quei personaggi quasi fumettosi per la loro eccentricità. Anche in questo caso il cast è forte e giusto (non si dica che sono di parte per Theo James) e non fa rimpiangere troppo i nomi altisonanti del film.
Per me insomma la serie tv batte il film, ed è stata anche confermata una seconda stagione che immagino arriverà a fine 2025.
Ho amato entrambe le versioni ma la serie di più, grazie anche a Kaja Scodelario che trovo intrigantissima senza necessità di dover mostrare neanche una tetta (cosa complicata ormai in qualsiasi genere di serie ci si imbatta).
RispondiEliminaE non sottovaluterei neanche le fantastiche musiche di natura operistica (rievocano molto il Morricone di Mission) che donano ritmo e classe ad una serie di cui aspetto già il sequel..
Cosa non ti aveva convinto del film?
EliminaHai ragione comunque non mi soffermo mai abbastanza sulle musiche ma in questo caso meritano!
Forse l'assenza di Kaja.. ;)
Eliminaquindi pura scelta ormonale 😅🤣
EliminaScherzo, è brava in questa parte!