Gli ultimi terminati dell'estate e una chicca ✨

Sono molto contento di parlare di questi ultimi prodotti terminati perché significa che è finito anche agosto e si spera presto finirà anche questa estate che ci ha fatto penare così tanto. Ma smetto di lamentarmi e mi concentro sui prodotti. 


Green Pharmacy Olio di bardana con pepe rosso
Olio per la crescita dei capelli



Questo prodotto di Green Pharmacy, azienda polacca che da diverso tempo è disponibile anche da Tigotà, è essenzialmente una miscela di olio di semi di girasole, di bardana, che pare aiuti a stimolare la crescita dei capelli, ed estratto di peperoncino. La usa consistenza è ovviamente fluida e oleosa, e il suo compito è proprio quello di aiutare a contrastare la caduta dei capelli, rinforzare il cuoio capelluto e nutrire i capelli, e quindi incrementarne la ricrescita. 
Green Pharmacy dà indicazioni poco chiare sul suo uso, ma dice di applicare "l'olio caldo" sul cuoio capelluto e lasciarlo in posa per circa 20/30 minuti, per poi rimuoverlo con uno shampoo. L'operazione va ripetuta due volte alla settimana.
Onestamente non ho ben capito che con "olio caldo" si riferissero al fatto che appunto questo Olio di bardana sia arricchito con peperoncino, e quindi da solo produce una sensazione di calore, o se il prodotto andasse scaldato. Io ho provato in entrambi i modi ma non posso dire di esserne soddisfatto.



Da solo infatti questo olio per capelli Green Pharmacy, su di me almeno, non sviluppa nessuna sensazione di calore o formicolio come mi aspettavo. Da caldo certamente scalda il cuoio capelluto ma non ha molto senso: potrei riscaldare qualunque olio, sia che abbia peperoncino o meno.
Per farla breve, non ho trovato alcuna utilità a questo prodotto: non mi è sembrato che riuscisse rallentare la caduta stagionale dei capelli, che nel mio caso arriva più verso luglio e agosto. Dall'altro lato non mi è sembrato che aiutasse alla ricrescita dei capelli, e l'ho notato soprattutto nelle zone più difficili per me, sopra le tempie, dove invece altri sieri rinforzanti mi hanno dato un discreto risultato. 
Purtroppo su di me non c'è stato nemmeno un risultato in una maggiore morbidezza o lucidità dei capelli, o un potere condizionante che mi possa far promuovere questo olio di bardana di Green Pharmacy. L'unico aspetto positivo è che sicuramente costa poco e non è troppo complicato da rimuovere. 

INFO BOX 
🔎 Tigotà, Amazon, Online
💸 €2.49
🏋 100ml
🗺 Ucraina
⏳ Scadenza sulla confezione
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Neutro Roberts Deodorante Fresco Tè Verde e Lime
Zero% Sali di Alluminio



Onestamente non avrei dato un euro a questo deodorante Neutro Roberts, lo avevo scelto come il meno peggio fra quelli in offerta da Acqua e Sapone, eppure mi è piaciuto. Nell'INCI figurano come attivi antiodoranti l'alcol e il trietil citrato, ma anche pantenolo e glicerina per idratare, e mentolo per una azione rinfrescante. E proprio la freschezza la prima cosa che ho notato di questo deodorante che è molto gradevole d'estate, anche grazie al getto sottile dell'erogatore che funziona molto bene.
L'unica cosa che mi spinge a non riacquistare questa versione Tè Verde & Lime è forse la profumazione, gradevole e fresca, ma non è diventata la mia preferita perché un po' troppo sintetica, però mi è piaciuta molto la performance di questo deodorante. 



Su di me infatti porta a termine quella che io chiamo "efficacia da ufficio" cioè una durata antiodore di circa 8-10 ore, anche nelle giornate roventi che abbiamo avuto questa estate in Sicilia, e anche in momenti di stress. Dopo permane per un po' quella sensazione di freschezza che vi dicevo su, e non mi ha creato affatto problemi, sia in termini di irritazioni sia per quanto riguarda le macchie sui tessuti. 
Ho trovato insomma in questo deodorante Neutro Roberts Zero Sali un prodotto semplice ma efficace. La profumazione, come Non lo consiglio però a chi ha una traspirazione abbondante e che richiede qualcosa di più strong, o se avete una intolleranza all'alcol. 

INFO BOX 
🔎 Grande distribuzione
💸 €2.30
🏋 75ml
🗺 Made in Italia
⏳ 36Mesi 
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Optima Naturals Colours of Life Omega 3.6.9 Total Benefit
Integratore a base di olio di pesce, semi di Lino e di Girasole



Fra gli integratori che assumo da più tempo ci sono sicuramente gli Omega 3, 6 e 9 di cui sono certo conosciate le proprietà, specie per quanto riguarda l'apparato cardiovascolare, il controllo dei trigliceridi nel sangue, gli occhi, e saprete anche che vanno assunti tramite la nostra alimentazione o appunto prodotti specifici. Non tutti però sanno che gli acidi grassi hanno anche una azione anti infiammatoria (soprattutto gli Omega 3) che agisce su tutto l'organismo, e che aiutano anche ad idratare, nutrire e lenire la pelle dall'interno, contrastando secchezza, mancanza di elasticità e irritazioni. 


Optima Naturals mi ha dato l'opportunità di provare il loro Omega 3.6.9 Total Benefit e mi sono trovato bene sotto più punti di vista. Sono le tipiche perle ovali che a mio avviso, seppur grandi, sono molto facili da deglutire perché arrotondate.
In questo caso sono composte sia da olio di pesce che di olio di semi di lino e di girasole, che sembra sia una fonte di Omega 9, e la formula è arricchita con vitamina E che funge da antiossidante.



Questo integratore Optima Naturals non mi ha dato alcuni dei tipici problemi che capitano con questa tipologia di prodotti, spesso dovuti ad una non buona digestione (se avete provato gli omega derivati dal pesce sapete a cosa mi riferisco) o di retrogusto. Io infatti ne ho assunto direttamente 2 opercoli al giorno, ma si può iniziare con uno.
Per il resto solo i benefici che ottengo con gli integratori a base di omega tre, e personalmente percepisco anche un miglioramento generale della pelle, specie in quelle aree che tendono ad essere più secche. Questo Omega 3.6.9 Optima Naturals mi sento di considerarlo affidabile, e lo potrei riacquistare in futuro. Qui vi ho raccontato la mia esperienza con la versione vegana di questo integratore.

INFO BOX
🔎 Amazon, Erboristeria, Parafarmacia, Online
💸 €14
🏋 60 compresse
🗺 Italia
⏳  scadenza sulla confezione
🔬 Gluten Free, GMP Certified
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Holy Grail Sample/Travel Pack 
5in1 Rejuvenating Serum e Retinol Repair Creme



Questa è una piccola chicca di cui volevo parlarvi da diverso tempo e che ho scoperto per caso. Holy Grail Beauty Co. è un brand inglese che produce cosmetici al 70% con ingredienti naturali, affiancati poi da quelle sostanze che piacciono tanto a me e con cui vi ho fatto una capoccia così. Il range è piccolo ma mirato, e in vendita è possibile acquistare questo Sample Travel Kit con due minitaglie dei prodotti di punta, e in cui erano presenti anche due pezzetti di quarzo rosa.


Il 5in1 Rejuvenating Serum, nomen omen, è un siero viso multi azione, che include cinque attivi specifici come 

- Vitamina C
- Acido Ialuronico 
- Matrixyl Peptide
- Matrixyl Synthe-6 Peptide
- Argireline Peptide

Quindi un effetto anti age, illuminante e anti macchie, ma ci sono anche altri ingredienti, come succo di aloe, estratto di tè verde, e quello di karité per idratare. Il tutto è racchiuso in un gel abbastanza sodo ma che si stende molto bene sul viso, risulta fresco e su di me si assorbe molto rapidamente. Ha un bel tocco asciutto e setoso sulla pelle ma non fa quell'effetto tirante.
Si tratta di una minitaglia, ma posso dire che darei altre chance a questo siero Holy Grail perché idrata la pelle e la lascia tonica e liscia, un po' più compatta. Su di me si comporta come un siero (ma va?!) quindi mi serve aggiungere una crema o altri prodotti per dare maggiore idratazione.
Secondo me potrebbe essere un buon prodotto per chi vuole utilizzare peptidi e vitamina c nella propria skincare, ma non vuole fare troppi passaggi.

Ha una profumazione la Retinol Repair Creme Holy Gail, ed anche una consistenza soffice e piacevole da stendere.


Al suo interno è contenuto l'1% di un estere del retinolo, acido ialuronico e altri ingredienti idratanti e nutrienti. Nonostante però sia molto gradevole da usare, e idrati abbastanza bene la mia pelle (anche se non la utilizzerei in pieno inverno da sola), lasciandola morbida ed elastica, non credo sia un prodotto che ricomprerei, perché personalmente ho una maggiore e migliore reazione della pelle con il retinolo puro piuttosto che gli esteri (se avete letto il mio articolo a riguardo sapete già tutto). La Retinol Repair Creme contiene infatti retinil palmitato, che è la forma più blanda di vitamina A, e questo secondo me la rende ideale a pelli un po' più giovani della mia, a chi non sopporta formulazioni più potenti o a chi proprio non ha mai usato un prodotto con retinolo e vuole iniziare.
Holy Grail ha secondo me fatto molto bene a creare questo piccolo kit e mi ha messo curiosità verso gli altri loro prodotti.

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💸 £9.00
🏋 5ml l'uno
🗺 Canada
⏳  24 mesi
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💓⇒ 🌸🌸🌸🌸🌱



Serie TV LGBTQ+ dell'ultimo periodo 🌈

Mi tingo di arcobaleno più del solito per parlarvi delle ultime serie tv a tema LGBTQ+ che ho terminato. Sapete che non mi chiudo mai in un unico genere o tematica, e non mi sento di dover aggiungere una quota rainbow alle mie recensioni, perché mi piace spaziare quindi tutti gli argomenti sono sempre inclusi nelle varie serie tv che seguo. Tuttavia ritrovandomi personaggi e storie queer tutti insieme, com'è successo con alcuni film tempo fa, ho pensato avesse senso raccoglierli tutte qui.


Love, Victor
Seconda stagione
⭐⭐⭐🌠


Dopo una prima stagione poco esaltante, lascio un pollice in su a questo secondo capitolo di Love, Victor, la serie tv di Starz Original andata in onda dal 18 giugno al 20 agosto.
Le avventure del giovane Victor Salazar questa volta hanno saputo intrattenermi decisamente meglio, ma soprattutto, quasi come se mi avessero letto, mi è sembrato abbiano cercato di mandare messaggi più corretti.
Love, Victor 2 ha dato anche maggiore spazio ai personaggi: il protagonista principale, alle prese con la sua nuova storia d'amore fuori dall'armadio, è quello che sicuramente ha l'evoluzione più solida, visto che ha preso totale consapevolezza della sua sessualità, ma anche tutti i comprimari riescono ad avere delle storyline più o meno interessanti.

Rimando a settembre il percorso dei signori Salazar che è forse quello che ho trovato più ripetitivo, come se non sapessero bene che finale dare al loro rapporto e quindi rimescolino spesso le carte. Ma nell'insieme non ci si annoia affatto in questa seconda stagione di Love, Victor.
I punti davvero critici sono forse questo modo edulcorato con cui continuano ad essere trattati certi argomenti, soprattutto il coming out di Victor che non sembra avere alcuna interferenza davvero in grado di metterlo in difficoltà (buon per lui). 


Non ho inoltre ancora  promosso del tutto la recitazione di Michael Cimino, molto carino in alcune parti, monoespressivo in altre. La serie comunque va presa per quello che è, e giustamente non ha né i tempi né l'intenzione di voler drammatizzare ogni aspetto della vita dei protagonisti. 
Nella mia esperienza è difficile che una serie tv si salvi alla seconda stagione, ma con Love, Victor ci sono riusciti.
Se cercate la recensione della terza stagione la trovate qui. 
 


Feel Good
Seconda stagione 
⭐🌠


Si ferma (per fortuna) con questa seconda stagione la serie autobiografica che si ispira alla vita della comica Mae Martin, con cui fin dai primi episodi non ho avuto molta affinità. Devo ammettere che un po' mi spiace, perché mi sembra di non averne saputo cogliere il messaggio e l'essenza, ma Feel Good 2 per me è ancora una volta un flop.
Nonostante si susseguano temi interessanti che spaziano dall'identità di genere, su cui Mae sta cercando di raccapezzarsi, passando per il superamento di un trauma e finendo anche con le difficoltà lavorative, specie nel mondo dello spettacolo, non c'è stato un momento che mi abbia fatto cambiare idea rispetto alla prima stagione.


Il tutto diventa un calderone di cose che vengono giusto toccate ma mai realmente approfondite, e questo è forse il problema più grande di Feel Good. È difficile ridere, ma è anche difficile potersi commuovere o riflettere, perché è tutto frenetico, accompagnato da questi dialoghi a macchinetta che spesso risultano un po' impostati e inverosimili.
A voler essere anche puntigliosi mi è anche sembrato che sbagliassero nel distinguere la differenza fra outing e coming out in un episodio.
Anche il rapporto fra Mae e George non mi ha mai appassionato, e in questa seconda stagione secondo me non ha nemmeno occasione di crescere veramente. Ho apprezzato quando, a riguardo, uno dei loro amici dice a Mae e George che sono pesanti e avvolte nel loro dramma. Un attimo di verità per una serie che non evolve ma accade, e il fatto che non ci sarà una terza stagione secondo me è sintomo che non avevano più nulla da raccontare.


It's a sin
Miniserie
⭐⭐⭐⭐


Essere giovani all'inizio degli anni '80 doveva proprio essere una bella esperienza, specie per chi viveva in una città ricca come Londra e con la voglia di inseguire i propri sogni. Ma tutto cambia, se si tratta di giovani ragazzi omosessuali: è vero che quelli sono stati anni di rivalsa per il mondo LGBT, ma quel periodo è stato anche segnato dal diffondersi dell'AIDS che cambierà le vite di moltissimi ragazzi dell'epoca, non solo da un punto di vista personale, ma anche sociale.
Quella che sarà una vera e propria pandemia coinvolgerà anche un gruppo di amici molto diversi fra loro che dovranno affrontare i diversi risvolti della malattia. 

It's a sin è forse una delle serie tv, almeno fra queste, che più mi ha coinvolto emotivamente. Si tratta di un racconto in cinque episodi disponibili su Starz Play, e che sebbene sia certamente un racconto forte, spiazzante, particolarmente drammatico (forse non adatto al periodo, vista l'altra pandemia in corso), sa anche regalare qualche sorriso, attimi di dolce, e la bellezza dell'amicizia e dell'amore fra i protagonisti.
A colpirmi sono state certamente alcune scene e passaggi strazianti, come ad esempio i vari modi in cui la malattia colpiva incontrollatamente, spandendosi a macchia d'olio. O ancora come venivano cancellate le vite dei ragazzi morti per AIDS, quasi come per rimuovere l'onta della vergogna. 


Si tratta di 5 episodi fatti davvero bene, con una narrazione scorrevole e con un buon ritmo, e credo che, insieme ad A Very English Scandal, It's a sin sia una delle miniserie che ho preferito fra quelle scritte da Russell T Davies fino ad ora. Pare che abbia avuto anche un impatto social importante, visto che nel Regno Unito sono aumentate le richieste di esami per l'HIV. Quindi potete immaginare le forti sensazioni che trasmette.
Devo però comunque sottolinearne anche alcune pecche perché se no non dormo bene la notte. It's a sin parte da una vicenda che è storia, ma che nel mondo del cinema e delle serie tv non è obbiettivamente originale (due esempi abbastanza recenti sono Dallas Buyers Club e The Normal Heart) e qui non viene trattata in modo particolare rispetto ad altri prodotti. 


In questo senso ad esempio, sebbene il cast sia capace e credibile, i personaggi seguono un po' gli stereotipi già visti spesso legati agli omosessuali, perpetrando questa mia idea. Inoltre qui e lì mi è sembrata troppo didascalica, come se stessero spiegando a dei bambini quelli che potevano essere i problemi dell'epoca e la scarsa conoscenza del virus.
Ciò nonostante penso sia sempre importante raccontare ancora oggi quella che era la mentalità e la visione della società sul tema dell'omosessualità e dell'AIDS in un periodo così di svolta, e It's a sin lo fa bene e con intensità.


Special
Seconda stagione 
⭐⭐🌠


Si chiude anche la parentesi di Special con questa seconda ed ultima stagione, arrivata su Netflix il 20 maggio di quest'anno, e purtroppo non posso dire che mi abbia soddisfatto del tutto. Le avventure di Ryan sono sempre spunto di riflessione, trovandosi lui in questa sorta di limbo, come ci viene ricordato in questa seconda stagione, fra l'essere un ragazzo comune, ma nell'avere anche esigenze particolari per via della sua disabilità. E soprattutto ora che vive in maniera piena e aperta la sua omosessualità, ci dà il suo punto di vista anche su questo tema.

Una seconda stagione che segue in linea generale il terreno battuto dalla prima (ne parlavo qui), ma che onestamente non mi ha entusiasmato. Restano quei dialoghi sarcastici e sopra le righe, che rendono la serie spiritosa, ed è comunque sempre piacevole da seguire, ma dall'altro lato, l'evoluzione dei personaggi, non mi è sembrata ideale. È soprattutto Ryan che non mi ha soddisfatto: in Special 1 il suo carattere era altalenante, quasi un anti eroe molto umano, imperfetto e genuino. Qui mi è sembrato che cercassero di farlo diventare di colpo impeccabile, forse per lasciarci un ricordo di lui quanto più possibile positivo, non avendo anche forse i tempi per una crescita più spontanea. 


La sua relazione con Tanner ad esempio ci viene spacciata come se dovesse essere solida e intima, ma in realtà nasce nel giro di pochissimo tempo, per cui non è una sorpresa che possa non funzionare, perdendo secondo me di appeal. Anche gli scontri fra i due, che sembrano mettere Ryan dalla parte della ragione, secondo me non sono del tutto equi. Tra l'altro allungando la durata degli episodi era cresciuta la mia speranza di un approfondimento più curato, interessante e strutturato, che invece non c'è stato. Ne giovano almeno i personaggi secondari, soprattutto Kim che secondo me meriterebbe una serie a parte. Il pregio di Special 2 è comunque aver saputo chiudere il cerchio in modo carino, lasciando che i protagonisti avessero quel "lieto fine" che speravamo potessero avere. 




Neutrogena Hydro Boost: la review 💧

La promessa di una idratazione prolungata, e una gamma a base di acido ialuronico: sono le due caratteristiche principali della linea Hydro Boost di Neutrogena, che si concentra soprattutto sulla cura della pelle, ma ho visto che l'azienda ha pensato anche a qualche referenza per la cura del corpo. 



Proprio grazie a Neutrogena ho potuto provare tre diversi prodotti per il viso, che sono diventati subito parte della mia skin routine estiva ed è giunto finalmente il momento di parlarne e raccontarvi quali sono i miei preferiti.


Neutrogena Hydro Boost Acqua Gel Detergente Idratante


È certamente fra i promossi questo detergente per il viso, che ho apprezzato sia al mattino che alla sera. La consistenza è quella di un gel medio fluido, che si trasforma in una schiuma leggera e che 
Neutrogena ha arricchito ovviamente con acido ialuronico, ma anche glicerina per rendere la formulazione più idratante. Non riesco a dirvi che profumo abbia: è fresco, tutto sommato delicato, gradevole secondo me.



Quello che ho apprezzato di questo Detergente Viso Hydro Boost è che pulisce molto bene la pelle, la lascia fresca e liscia, ma non si porta via l'intera barriera idrolipidica. Per me è stato perfetto sia per il giorno, quando non voglio un prodotto troppo aggressivo, sia la sera, quando ricerco invece una detersione accurata. Credo che proprio la formulazione ben bilanciata lo renda adatto alle mie esigenze, e penso che sia davvero appropriato per pelli miste e normali, ma credo che se avete una cute secca e fate la doppia detersione, possa piacervi comunque.



Inoltre il detergente viso Neutrogena mi ha convinto perché riesco ad usarlo sugli occhi senza alcun fastidio, e si porta via anche la base viso di make up che utilizzo, quindi non mi costringe ad usare altri prodotti. Se devo trovargli un difetto è che richiede forse qualche istante in più per essere rimosso dal viso, ma è proprio un volergli fare le pulci, perché questo Detergente Acqua Gel Neutrogena non ha proprio nulla che non vada.

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🔎 Grande distribuzione, Amazon
💸 €6.62
🏋 200ml
🗺 Made in EU
⏳  12Mesi
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Neutrogena Hydro Boost Acqua Gel 



La Water Gel Neutrogena è il prodotto verso cui avevo maggiore curiosità, ma temevo anche che potesse deludermi completamente. Di base le mie perplessità riguardano l'INCI: questo gel per l'idratazione del viso contiene acido ialuronico, glicerina e trealosio, che è uno zucchero, quindi un mix di umettanti, a cui però l'azienda ha unito un paio di siliconi. Da un punto di vista teorico non ho problemi con i cosmetici che contengono siliconi, ma nella pratica in genere sono loro a non andare d'accordo con la mia pelle: tendono infatti ad appesantirla, a lucidarla, a non funzionare bene come barriera occlusiva nella perdita di idratazione. Non è stato però il caso della Acqua Gel Neutrogena.



La sua texture credo sia l'aspetto più gradevole: è infatti perfetta per l'estate, visto che è un gel leggero, fresco, che su di me si assorbe subito, lasciando un tocco asciutto. Anche la profumazione mi è piaciuta, è sempre fresca, delicata, ma ha come una nota più dolce. La mia pelle diventa subito liscia, soffice e vellutata, secondo me proprio per i suoi ingredienti è perfetta come base trucco, quasi fosse un primer.
Fortunatamente questo gel viso Neutrogena non mi lucida la pelle, ma la sua performance non risponde completamente alle mie esigenze.



Infatti sulla mia pelle, abbastanza mista durante l'estate, è capitato che sentissi le aree più secche del viso avere bisogno di un po' di idratazione extra. Non è stato raro infatti che abbia usato questa Water Gel Hydro Boost dopo aver applicato un siero, anche leggero, ma che potesse aggiungere quella tacca di idratazione di cui ho bisogno nel corso della giornata. Credo che si adatti a pelli miste o grasse per loro natura, quindi che hanno una discreta produzione di sebo spontanea e non data da una maggiore traspirazione per via del caldo. 



A parte questo, credo che la Acqua Gel Neutrogena sia un buon prodotto per il viso, che risponde alle caratteristiche di pelle per cui è rivolta e con una consistenza piacevolissima nei giorni caldi. L'unica nota che posso lasciare è che avrei preferito un contenitore airless: non sono uno schifettoso, ma trattandosi di un gel leggero potrebbe essere benissimo inserito in un flacone più protettivo.

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💸 €14
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⏳  12Mesi
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Neutrogena Hydro Boost Salviette Struccanti



Se seguite i canali Youtube stranieri avrete certamente visto da qualche parte queste famose salviette struccanti di Neutrogena. Non si tratta di una categoria di prodotti che utilizzo abitualmente, infatti ero lì lì per non inserirle in questa recensione, ma ho pensato di lasciarvi comunque la mia opinione. Sono salviette struccanti arricchite anch'esse con acido ialuronico che possono essere usate su viso ed occhi (ad eccezione delle labbra a quanto specificano) e non hanno bisogno di risciacquo.
Per me queste salviettine Neutrogena sono state il primo step della detersione, infatti ho sempre preferito proseguire con l'Acqua Gel Detergente e quindi il risciacquo, per avere una vera sensazione di pulito, sebbene, dopo averle passate sul viso, non posso dire che lo rendano pesante o unto. 



Le salviettine Hydro Boost mi sono sembrate sufficientemente imbevute, abbastanza grandi per poter detergere tutto il viso, ed il tessuto è morbido e non si sfilaccia. Non credo sia il materiale più delicato che abbia mai provato, e immagino che se dovete togliere un make-up molto strong, star lì a sfregare con queste salviette, credo possa essere poco piacevole.
A proposito del potere struccante posso solo riferire che riescono a rimuovere a sufficienza la base per il viso, ma non saprei dirvi se riescono ad esempio a sciogliere e portar via un trucco completo e strutturato. 
Per farla breve, credo che anche queste salviette Neutrogena, come tutte le salviette struccanti in genere, vadano usate come una soluzione rapida in determinate situazioni, come un viaggio, o se magari tornate a casa la sera tardi e siete troppo stanchi per procedere ad una detersione fatta bene. Per il resto credo ci siano prodotti migliori per detergere e struccare il viso e personalmente ottengo un risultato migliore con lo stesso detergente Neutrogena

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🔎 Grande distribuzione, Amazon
💸 €1.79
🏋 25 salviette
🗺 Made in EU
⏳  Scadenza sulla confezione
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Che ve ne pare della linea Hydro Boost di Neutrogena? Avete provato qualcosa di questa azienda?


Un cast stellare può salvare un film?

Cosa vi spinge a vedere un film di solito? Il titolo? Il cast con nomi che conoscete o magari con attori che amate particolarmente? Il trailer, il regista o le recensioni?
Per me è un po' un insieme di tutte queste cose, anzi direi più o meno nell'ordine in cui li ho elencati. Guardo poco i trailer in effetti (anzi, mi fermo dopo i primi secondi), e ne capisco poco di regia, quindi tendo a basarmi su aspetti superficiali. Di conseguenza è un caso, ma non è un caso, che gli ultimi film che ho visto abbiano fra gli attori protagonisti alcuni nomi importanti della cinematografia mondiale. Ma basta un cast ricco e capace a sorreggere un intero film?


Lasciali Parlare (2021)

La stimata scrittrice Alice Hughes deve ritirare il Premio Footling in Inghilterra, ma non intende volare. Così la sua agente riesce ad organizzarle il viaggio dagli Stati Uniti su un lussuoso transatlantico, e Alice coglierà l'occasione per invitare a bordo due sue amiche dei tempi dell'università, con cui un tempo aveva un forte rapporto, ma che negli ultimi anni si è raffreddato. Il viaggio si rivelerà l'occasione per riscoprire i vecchi rapporti, ma anche riflettere sul futuro, visto che la scrittrice sta lavorando ad un prossimo libro.

Avrete sicuramente sentito la particolarità di Lasciali Parlare: Steven Soderbergh ha voluto girarlo in soli 10 giorni, senza particolari attrezzature, e senza fornire agli attori dei veri e propri copioni, ma più dei canovacci che li indirizzassero su quello che è il percorso del personaggio. Secondo me il risultato finale è interessante: nel caso di Let Them All Talk il cast è davvero la salvezza del film, visto che la trama di per sé è molto lineare, senza sterzare troppo con colpi di scena o salti temporali, ma che forse avrebbe perso molto con degli interpreti diversi. Meryl Streep fa un ottimo lavoro nell'essere sicuramente al centro di tutto, ma credo che non fagociti i ruoli di Candice Bergen e Dianne Wiest.

See Meryl Streep In First Trailer For Steven Soderbergh's 'Let Them All  Talk' | QNewsHub

Si parla quindi di una amicizia consumata dal tempo e dai rimpianti, e anche dall'incapacità di comunicare, di comprendere e comprendersi. Ma trova anche spazio la ricerca di sé, di una propria strada, tema che in genere viene associato a personaggi giovani, spesso adolescenti, e che qui troviamo declinato in persone più mature. Lasciali parlare è sicuramente un film intimo e riflessivo, dove non mi sono pesati onestamente i dialoghi a volte lenti, spesso seguiti da silenzi. Tuttavia il ritmo della narrazione, che non sboccia mai del tutto vista la trama molto essenziale, può renderlo un film poco accattivante per molti, e in generale non la pellicola che ricorderemo nei secoli. 

Titolo Originale: Let Them All Talk
Genere: drammatico, commedia
Durata: 113 minuti
Regia: Steven Soderbergh
Uscita in Italia: 27 Maggio 2021 (Online, Noleggio Prime Video)
Paese di produzione: Stati Uniti
Voto 6.5


L'ultima lettera d'amore (2021)


Nel raccogliere alcune informazioni per un articolo in memoria di una collega scomparsa, la giovane giornalista Ellie si imbatterà in alcune misteriose lettere d'amore, firmate da una certa J, e ne rimane subito affascinata, cogliendone l'intensità ed il mistero.
Non sarà facile per Ellie ricostruire quel puzzle ma presto scoprirà che Jennifer era una giovane donna quando, a metà degli anni '60, si innamorerà di un giornalista, e con lui avrà una difficile ma forte relazione clandestina. La giornalista tenterà non solo di raccogliere tutte le lettere scambiate fra i due innamorati, ma anche capire se il loro amore ha superato tutti quegli anni.

L'ultima lettera d'amore segue le orme dell'omonimo romanzo di Jojo Moyes, che non ho letto, ma che, visto il film potrebbe incuriosirvi visto che questa trasposizione mi è piaciuta parecchio. Fatemi mettere le mani avanti: potrebbe essere stato un momento di debolezza o particolare rilassatezza, perché The Last Letter from Your Lover non ha una trama particolarmente originale, mi è sembrato un film per la tv delle casalinghe. Tuttavia secondo me è fatto bene. Questo muoversi fra il passato e il presente non è mai stancante o sbilanciato, anzi sono due linee narrative che si amalgamano bene a vicenda: quella moderna di Ellie è più ironica, mentre il percorso di Jennifer è più drammatico e romantico.


In ogni caso L'ultima lettera d'amore non scende mai secondo me in stucchevolezze inutili, pur restando una storia per animi dolci e nostalgici. Sia Felicity Jones che Shailene Woodley sono convincenti e carine nei loro ruoli, ma tutto il cast se la cava molto bene. Per questo film credo che non fosse obbligatorio assumere degli interpreti da Oscar, perché è una storia che funziona abbastanza bene e sta in piedi da sola, ma avere dei nomi noti dà un quid in più all'insieme, visto che come dicevo l'originalità non è dalla sua. 


L'ultima lettera d'amore è comunque un film al femminile, dove è inevitabile che Ellie e Jennifer vengano messe a confronto in quanto donne di due epoche diverse, ed è anche un'occasione per sottolineare come siano cambiati i tempi e la cultura (per fortuna). L'unico appunto che mi sento di muovere è che credo che Felicity Jones si ritrovi in un personaggio un po' ristretto, come se, pur avendo sufficiente spazio, non ci diano molti elementi sulla sua personalità. 
In ogni caso questo film è riuscito a commuovermi nella sua semplicità, giusto per la sua categoria e i suoi intenti e, in linea generale, mi ha soddisfatto. Sono quasi certo che ogni outfit usato da Jennifer negli anni '60 vi lascerà a bocca aperta. 

Titolo Originale: The Last Letter from Your Lover
Genere: drammatico, sentimentale
Durata: 110 minuti
Regia: Augustine Frizzell
Uscita in Italia: 23 Luglio 2021 (Netflix)
Paese di produzione: Regno Unito
Voto 7.5


Il profumo dell'erba selvatica (2020)

Il profumo dell'erba selvatica (2020)

Avrei voluto soffermarmi, come sono solito fare con le mie recensioni, sulla trama e i dettagli de Il profumo dell'erba selvatica, ma sarebbe uno spreco esattamente com'è uno spreco questo film sotto tutti i punti di vista. È uno sperpero di tempo, visto che la storia alla fine è estremamente semplice, ma questo complicato amore risulta anche prevedibile e strambo. È uno spreco di attori bravi e famosi, e temo che Emily Blunt e Jamie Dornan non avessero letto nemmeno i copioni, ma aspettassero solo il bonifico senza fare troppe storie. È in fondo anche uno spreco il fatto che sia ambientato in Irlanda, visto che i bellissimi paesaggi fanno da sfondo ad una vicenda abbastanza insipida. 


Fatemi premettere che non avevo grosse aspettative, anzi potrete capire da questi titoli che al momento non ho voglia di racconti troppo complicati e drammatici, e pensavo che, un po' come nel caso de L'ultima lettera d'amore, anche Il profumo dell'erba selvatica fosse una commedia romantica semplice. In realtà si è rivelata una storia insipida, senza un particolare pregio, che non è riuscito nemmeno a diventare uno di quei film confortanti, che alla fine ti lasciano una bella sensazione addosso. È solo la trasposizione di un dramma per il teatro che non mi ha commosso, non mi ha fatto ridere nei momenti più pacchiani e non mi ha fatto riflettere. Se volete farvi due risate, guardate il trailer in lingua originale: Emily Blunt e Jamie Dornan vi sorprenderanno con un fantastico accento irlandese. 

Titolo Originale: Wild Mountain Thyme
Genere: drammatico, sentimentale
Durata: 102 minuti
Regia: John Patrick Shanley
Uscita in Italia: Luglio 2021 (Chili)
Paese di produzione: Irlanda, Regno Unito
Voto 4




Perché dovreste provare le Maschere in tessuto Bottega Verde🍃

Ho aperto la parentesi sui prodotti di Bottega Verde a maggio, quando vi ho raccontato come mi sono trovato con i loro patch anti punti neri e con le maschere per il contorno occhi, ed è arrivato il momento di chiudere questa parentesi, almeno per adesso, con le loro maschere in tessuto.



Sono esattamente tre, anche se più di recente Bottega Verde ha lanciato una gamma di maschere in hydrogel e ne ha aggiunta una in fibra di bambù, e le ho volute testare tutte con dei risultati che non mi aspettavo. Tutte e tre queste maschere in tessuto sono composte da viscosa 100% naturale ed avrebbero tutte una posa di 15 minuti. Bottega Verde suddivide comunque queste maschere in base alle loro linee Estratti di Bellezza e MoringaDefence.


Bottega Verde Estratti di bellezza Maschera in tessuto Idratante Nutriente Pesca e Avocado
Pelli normali o secche



Inizio subito con la maschera Idratante Nutriente che è forse quella con gli effetti più ovvi, ma non per questo da sottovalutare. Infatti secondo me ha una giusta quantità di siero che ne permette l'adesione senza sprechi, inoltre mi è piaciuto il tessuto, molto morbido ed elastico. È gradevolmente fresca mentre la si tiene in posa e ha un profumo piacevole, che non riesco a ricondurre a pesca o avocado ma è sicuramente delicato.
Devo sottolineare gli ingredienti che Bottega Verde ha scelto per questa maschera in tessuto che sono molto interessanti: si parte sicuramente con una serie di umettanti ed emollienti come acido ialuronico, olio di avocado, burro di karité, ma ci sono anche attivi più raffinati come due peptidi biomimetici ad azione anti age.



Se gli aspetti più teorici non sono mica male, è stato anche l'uso che mi ha convinto: la Maschera in tessuto Pesca e Avocado mi è piaciuta perché mi ha dato una bella sensazione di compattezza e distensione della pelle, l'ho sentita subito più tonica, e i segni di espressione sono meno evidenti. L'idratazione che rilascia credo sia più adatta a pelli normali che secche, io stesso se l'avessi utilizzata durante l'inverno non l'avrei trovata sufficiente. Dall'altro lato però non è appiccicosa e non appesantisce il viso, aspetto che si va ad aggiungere ai punti a favore della maschera Bottega Verde.

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🔎 Sito dell'azienda, negozi monomarca
💸 €4.99
🏋 1 maschera in tessuto
🗺 Made in Italia
⏳  monouso
🔬 //
💓⇒ 🌸🌸🌸🌸🌱



Bottega Verde Estratti di bellezza Maschera Nera in tessuto Detox effetto pelle libera Carbone vegetale e Aloe
Pelli normali o miste



La prima differenza che ho notato in questa maschera al Carbone e Aloe è stata il tessuto, un po' più spesso e un po' più garzato rispetto all'altra maschera Idratante Nutriente Bottega Verde, ma non ne risente l'adesione alla pelle e la comodità durante la posa. L'unica avvertenza che posso darvi è se avete una sensibilità ai profumi ché in questo caso è abbastanza intenso, ha qualcosa della mela verde, è fresco e dolce. A me non ha dato fastidio, ma dovendola tenere in posa vi avviso.
Durante la posa, a proposito, su di me la Maschera Detox Bottega Verde ha rilasciato una sensazione di freschezza piacevole.
In questo caso l'INCI è arricchito con componenti più astringenti come l'estratto di limone, e quello anti infiammatorio di verbena.



Onestamente non saprei dirvi quale effetto abbia avuto in particolare questa Maschera Nera in tessuto: ha idratato la pelle senza appiccicare troppo, ha disteso la cute, che mi è sembrata un po' più compatta, ma ad esempio non ho notato un azione astringente o riequilibrante. Il viso non mi è sembrato lucido, ma nemmeno visibilmente opaco, le impurità (qualche punto nero nel mio caso) erano lì, così come le zone meno omeogene non mi sono sembrate attenuate. Non ne ho guadagnato nemmeno in luminosità.
Vorrei dirvi che sono amaramente deluso, ma la verità è che non ho trovato molte maschere in tessuto che siano davvero purificanti su di me, e questa Detox Bottega Verde segue l'andazzo. 

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MORINGADEFENCE Maschera in tessuto, illuminante, antietà, idratante, con olio di Moringa
Tutti i tipi di pelle



La linea Moringa Defece Bottega Verde si rivolge a pelli dai 40 anni in su, e usa appunto l'olio di moringa per nutrire ed elasticizzare la pelle. Anche questa maschera in tessuto contiene umettanti come acido ialuronico, e anche un peptide, ma al contrario delle altre sono presenti anche siliconi, se la cosa vi scoccia.
In questo caso il profumo fresco mi ha ricordato un po' un sapone, ma per il mio naso è assolutamente delicato. Il tessuto invece di questa maschera viso MoringaDefence mi è sembrato più vicino a quello della Idratante Nutriente, e un po' come le maschere coreane, quindi sottile, molto elastico e malleabile. 



Questa maschera Bottega Verde mi ha lasciato la pelle fresca, molto ben idratata ma affatto appiccicosa. Sul versante della consistenza delle acute, era sicuramente più compatta, e ferma, ma al tempo stesso elastica. Sono bastati un paio di minuti affinché il siero si assorbisse del tutto sulla mia pelle, quindi volendo la potrei utilizzare anche di giorno. L'unica cosa che non ho riscontrato su di me è stato l'effetto illuminante, ma questo non la rende meno efficace o non valida, anzi, al pari di quella della linea Estratti di Bellezza, l'ho trovata piacevole. Credo che sia davvero adatta un po' a tutti i tipi di pelle, non per forza per chi ha più di 40 anni in su.

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Bottega Verde ha aggiornato la sua selezione di maschere viso, qui ho parlato di alcuni dei loro scrub.



Serie TV di Luglio: cosa vale la pena recuperare?🤨

Luglio non ha deluso nella quantità di serie tv che sono state pubblicate qui e lì, o che semplicemente sono terminate nel corso del mese, ed anche io, sempre indietro, mi son dato da fare a concluderne diverse. 
Dal 7 al 21 Luglio è andata in onda su Sky una serie che attendevo dal 2019, ma che è arrivata da noi solo quest'anno appunto, e mi riferisco a I Luminari - Il destino nelle stelle (⭐⭐).


Un titolo decisamente pomposo ma il fatto che ci trovassimo a fine '800 e che Eva Green facesse parte del cast, mi aveva convinto subito a voler recuperare questa serie, peccato però che l'attesa non sia valsa l'impresa. 
The Luminaries ci porta in Nuova Zelanda, quando la febbricitante ricerca dell'oro spingeva uomini e donne ad avventurarsi in terre ancora poco esplorate, sperando di far fortuna. Fra queste c'è anche l'inglese Anna Wetherell (Eve Hewson) che resterà affascinata da un compagno di viaggio, al punto che arrivati a terra, vorrà incontrarlo. Tuttavia l'incontro fortuito con la misteriosa Lydia Wells (Eva Green appunto), che cambierà completamente il destino di Anna.

Le mie aspettative su I Luminari avevano forse raggiunto una vetta troppo alta, ma giuro che non sono io che mi faccio i film (si potrà dire di una serie?) perché c'erano tutti gli elementi per un prodotto ottimo, ma che alla fine non mi ha convinto. C'è infatti l'intrigo più oscuro legato ad un mistero da risolvere, c'è una storia d'amore ostacolata e che deve ritrovare la strada per rinascere, e ci sarebbe anche quella parte più esoterica, quasi magica. Quel "Il destino nelle stelle" fa infatti riferimento all'astrologia, che dovrebbe essere un ulteriore legante fra tutti i personaggi. Tuttavia ognuno di questi aspetti è troppo annacquato per dare alla serie una forza, una visione nitida, una emotività tale da convincermi fino in fondo.


È vero che I Luminari ha un'ottima composizione dal punto di vista estetico, ha una regia curata, dove i dettagli sono stati scelti con attenzione, ma è tutto trattato con così tanta superficialità, forse proprio per riempire più gli occhi dello spettatore che la sua mente, che non mi ha lasciato nulla. I personaggi sono poco approfonditi, le dinamiche fra di loro spesso sono poco chiare e coinvolgenti; la storia, nonostante alla fine sia abbastanza semplice, viene resa contorta con continui scatti fra passato e presente, non sempre chiari da cogliere. La questione dell'astrologia è così poco utilizzata che potevano anche evitarsi il secondo titolo. Tutto molto strano perché I Luminari è tratta da un romanzo, quindi doveva avere una base molto solida da cui ergersi.


Sono arrivato alla fine dei sei episodi con la curiosità ai minimi storici, ma non tutto mi è quadrato fin dall'inizio, anche solo il fatto ad esempio che Anna volesse avventurarsi in un mondo a lei sconosciuto senza sapere leggere e scrivere. Letteralmente è come se mi assumessero alla Nasa in questo momento. Dall'altro lato però The Luminaries ha una quantità di personaggi così ampia che richiede comunque molta attenzione durante la visione. Alla fine quindi richiede tanto lavoro per le sinapsi, ma non ripaga questo sforzo e secondo me non vale la pena recuperarla. 

Merita invece una serie tv sempre di Sky trasmessa dal primo al 22 luglio in otto episodi, e mi riferisco a L'assistente di volo - The Flight Attendant (⭐⭐⭐🌠).

L'assistente di volo – The Flight Attendant dove vederlo | Silmarien.it

Kaley Cuoco veste i panni di Cassandra "Cassie" Bowden, una giovane e decisamente avvenente hostess di volo, che suo malgrado si ritroverà improvvisamente coinvolta in un omicidio: Cassie infatti si risveglierà in un bell'hotel a Dubai accanto al cadavere di Alex Sokolov, uno dei passeggeri con cui aveva avuto un flirt, ma non ricorda nulla di ciò che è successo. Presa dal panico tenterà di sfuggire dalla scena del delitto, ma il rimorso e le indagini sulla scomparsa del ragazzo, la perseguiteranno. Ma a non lasciare libera Cassie ci pensano anche i suoi problemi personali e soprattutto gli affari in cui Alex era coinvolto.


Non voglio spendere troppe parole su L'assistente di volo perché è una di quelle serie da seguire e che ti tiene incollato puntata dopo puntata, anche per il colpo di scena finale ad ogni episodio. È una serie  svelta, in cui convogliano diverse linee narrative: da quella drammatica, data soprattutto dall'infanzia di Cassie, a quella più ironica, specie grazie ai dialoghi, e passando fino al thriller dato dalle indagini sull'omicidio, dove non mancano momenti di tensione e pathos.
A mantenere alto il ritmo c'è anche il montaggio, che spinge per uno sviluppo concitato delle scene. 


Kaley Cuoco porta avanti tutta la baracca in modo secondo me egregio. Non l'ho seguita durante The Big Bang Theory (che trovo una serie eccessivamente acclamata) ma la ricordo, secoli fa, in Streghe, ma ammetto che nei panni di Cassie se la cava benissimo, ha quel misto di bellezza, sensualità, pazzia ed ironia che la rendono secondo me perfetta per la parte, e riesce comunque ad oscillare bene in tutte le sfumature del suo personaggio.


Ma mi è piaciuto anche tutto il resto del cast de L'assistente di volo.
Se proprio devo trovare un cavillo a questa serie tv è il fatto che a volte richiede un po' che la soglia della credulità venga abbassata per potersi immergere completamente nella storia, ma L'assistente di volo è secondo me una delle serie da recuperare di Luglio. 
Le mie opinioni sulla seconda stagione le trovate qui. 

Sarò decisamente più breve su due seconde stagioni che mi hanno confermato l'idea che mi sono fatto su due serie tv che ho seguito l'anno scorso. La prima è Non ho Mai (Never Have I Ever) (⭐⭐⭐🌠).

Watch the Never Have I Ever Season 2 Trailer from Netflix

La prima stagione sulle avventure della giovane ragazza di origini indiane Devi Vishwakumar si era rivelata simpatica, ma non troppo sciocca, rivolta ad un pubblico più teen, ma comunque divertente e piacevole anche per noi trentenni in canna. Questa seconda stagione di Never Have I Ever è stato un degno proseguimento alla scoperta del mondo di Devi, nei suoi rapporti con gli amici e i primi amori, ma soprattutto anche nei suoi sbagli, nel suo modo di agire spesso impulsivo, ma anche nella sua capacità di voler fare la cosa giusta e di farsi voler bene.

Never Have I Ever' Season 2 Trailer: Netflix Series Returns in July |  IndieWire

Quello che ho apprezzato di Never Have I Ever 2 è che hanno espanso il focus, dando spazio alle storyline degli altri personaggi, così da poter introdurre altri argomenti (che ad esempio la considerazione delle donne nel mondo del lavoro, o i disturbi alimentari), e quindi mettendo più carne al fuoco, ma senza perdere il suo centro, che è appunto Devi. Purtroppo buona parte di questi argomenti sono trattati un po' frettolosamente e senza grandi approfondimenti, ma capisco l'intento di non drammatizzare troppo la serie. Inoltre mi è sembrato che qui e lì la serie fosse un po' troppo sopra le righe. In ogni caso Non ho mai merita di essere recuperata, specie durante l'estate quando magari si cerca qualcosa di più semplice da seguire, con episodi brevi. Qui chiacchiero della terza stagione. 

Lo stesso discorso vale per la seconda stagione di Trying (⭐⭐⭐⭐), serie tv di Apple TV + che è terminata il 2 Luglio e che ho adorato ancora una volta. 


Nikki e Jason stanno inseguendo ancora il loro sogno di diventare genitori, ormai convinti di voler seguire la strada dell'adozione, ma nel mentre la vita scorre. C'è da sostenere gli amici, i familiari, c'è da riflettere sull'amore stesso, e anche da cogliere le differenze fra due generazione, i Millennials e la Generazione Z. Trying sa essere spassosa, anzi è una delle poche serie che mi fa davvero ridere, e profonda allo stesso tempo. Non si può non voler bene e ritrovarsi in parte o in toto nella storia fra Nikki e Jason, o per lo meno, sperare di poter vivere una relazione come la loro, affiatata e sincera. 
Anche in Trying 2 scappa qualche situazione un po' eccessiva, ma non è mai nulla che scolleghi completamente la serie dalla realtà. Ho letto che è stata confermata una terza stagione e questo a riprova che Trying merita e può ancora raccontarci molto.




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