Le mie opinioni su due serie tv Netflix più viste del momento

L'estate ci spinge un po' tutti a dedicare tempo ad altre attività, ma sono comunque riuscito a terminare un paio di serie tv che trovate nella classifica dei titoli più visualizzati al momento in streaming su Netflix.


Untamed 
Prima stagione

Dopo Dirty John, Eric Bana è tornato in un progetto dalle premesse interessanti. La nuova serie tv Untamed infatti è scritta da Mark L. Smith, già sceneggiatore del film Revenant con cui Leonardo di Caprio si beccò un Oscar, ma anche della miniserie American Primeval, che a me era piaciuta. 

Bana qui interpreta Kyle Turner, un agente della divisione investigazione parchi che lavora nel selvaggio Parco dello Yosemite, e che si ritroverà a dover indagare sulla morte di una giovane ragazza di cui non si sa nulla. Nel mentre Kyle deve ancora metabolizzare i demoni di un matrimonio sfasciato con Jill (Rosemarie DeWitt da And Just Like That e Lezioni di Chimica per dirne due) e di un difficile dramma personale. Nelle sue indagini verrà però aiutato dalla giovane poliziotta Naya Vasquez (Lily Santiago), una madre single che si è allontanata da Los Angeles per fare una vita più semplice e sfuggire ai suoi problemi.


Untamed è un thriller classicone sotto tutti i punti di vista, che però può vantare un'ottimo cast e bellissimi paesaggi che si adattano alla perfezione alla storia cruda e a tratti violenta che racconta.

È un classico nelle indagini che conduce Kyle Turner per cercare di risolvere il giallo della ragazza morta in circostanze misteriose, ricerche che spesso si scontrano con ad esempio persone poco collaborative o quella natura avversa.
Untamed si basa su meccanismi già noti sia nella caratterizzazione dei personaggi che nei rapporti fra di loro: c'è ad esempio la dinamica fra l'agente più esperto, chiuso, e duro, e la nuova arrivata che invece deve ancora farsi le ossa seppur sia molto intraprendente.
Allo stesso modo i protagonisti sono un po' tutti legati da una storia personale difficile, fra Kyle che deve elaborare uno dei lutti più complessi, e Naya che da madre single è perseguitata dal padre di suo figlio. 


È un classicone che però funziona, che viene spinto in avanti da un inizio ben fatto, con il giusto pathos per porre le basi appunto al thriller. La tensione iniziale però si perde un po' nel corso dei sei episodi, arrivando ad un finale che forse allunga un po' troppo le tempistiche e che non rispetta il ritmo dell'esordio. Questo è forse il problema più importante di Untamed e del suo non spiccare in originalità.

Per par condicio infatti non posso non sottolineare che anche Turner, come il protagonista di Dept. Q - Sezione Casi Irrisolti, è il solito stereotipo dell'agente schivo, provato dalla vita, con appunto una situazione familiare complessa. Quindi non aspettatevi anche in questo caso un personaggio sfaccettato e "nuovo", ma non fa troppa antipatia, e soprattutto il suo vissuto non viene usato come riempitivo per allungare il brodo.
Quindi Untamed mi è piaciuta seppur non mi sia trappato il ciuffo, se amate il genere sicuramente vi incuriosirà e sappiate che c'è già una seconda stagione confermata da Netflix che immagino farà diventare la serie una sorta di analogia con un caso diverso.


La scomparsa di Amy Bradley
Docu-serie

Dalla finzione passo ad una storia tristemente reale, ovvero il caso di Amy Bradley, che questo documentario Netflix, arrivato il 16 Luglio, cerca di riportare alla luce dopo quasi 30 anni.

Il 21 marzo 1998 Ron e Iva Bradley, insieme ai loro figli Amy e Brad, salparono da Porto Rico a bordo di una bellissima nave da crociera della Royal Caribbean. Sembrava un bel viaggio di famiglia, ma dopo un paio di giorni di navigazione, succede qualcosa di assurdo: Amy scompare misteriosamente dalla sua cabina. Alle prime ore della mattina del 23 marzo era infatti rimasta sul balcone della loro stanza, ma al risveglio, i Bradley non la trovano più da nessuna parte. Nonostante la famiglia chiese al comandante di lanciare l'allarme, la nave venne comunque fatta sbarcare a Curaçao, consentendo a migliaia di passeggeri di scendere sulla terra ferma.

Da quel momento, fino ai giorni nostri, le indagini sulla scomparsa di Amy Bradley saranno frammentarie, piene di criticità, segnalazioni più o meno attendibili e tanti angoli bui su cui è difficile fare chiarezza. Ma si arriverà anche all'ipotesi più assurda ma anche più credibile: è possibile che Amy sia stata vittima di un traffico di esseri umani?

Gli amanti del true crime e dei casi irrisolti forse conoscevano già il caso di Amy Bradley, ma io, che 27 anni fa ero ancora troppo piccolo per interessarmi alla cronaca nera, specie estera, ammetto che non ne avevo mai sentito parlare. Una storia vera molto complessa, con un alone di mistero che naturalmente si prestava alla narrazione documentaristica, e che su internet ha già riempito pagine e pagine di siti web, anche per tutti i possibili complotti su questa faccenda.

Ho quindi seguito volentieri la docu-serie La scomparsa di Amy Bradley proprio perché mi ha dato una panoramica degli eventi abbastanza chiara e completa fino ai giorni nostri. O meglio, forse il primo dei tre episodi di cui è composta la serie è un po' caotico, ma man mano si ricostruiscono tutti gli eventi, il documentario diventa più comprensibile.

La scomparsa di Amy Bradley lo definirei comunque un documentario tradizionale, più informativo/cronachistico che investigativo: è vero che vengono esposte tutte le possibili ipotesi su cosa sia successo alla ragazza, ma non mi sembra che si aggiunga altro rispetto a quello che potreste trovare ad esempio in una pagina Wikipedia. Anche lo stile non brilla per originalità né risulta particolarmente ricercato, visto che si basa quasi esclusivamente sulle interviste a familiari o agenti che si sono occupati del caso.

Anche la parentesi sulla sicurezza a bordo delle navi da crociera, che giustamente la docu serie descrive quasi fossero stati a se stanti, che, navigando in acque internazionali, sono meno soggette a leggi specifiche, viene toccato in modo superficiale e poco approfondito.
Se come me apprezzate il true crime e non conoscevate affatto la storia, Amy Bradley Is Missing può essere un documentario interessante, ed anche toccante, vista la forza che i Bradley, a quasi 30 anni dall'accaduto continuano a dimostrare. Per tutti gli altri può essere una serie ridonante e poco intrattenitiva. 




1 commento:

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  1. Untamed la stiamo vedendo adesso per cui ti rileggo alla fine.. non ci sta dispiacendo per ora.. ma siamo a poco più della metà..

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