Non serve una presentazione per questa recensione, perché il titolo dice tutto o quasi: i miei due centesimi su film abbastanza recenti, che hanno fatto discutere o che al contrario sembra non essersi filato nessuno ma che, per via degli attori coinvolti, mi hanno incuriosito.
Miller's Girl (2024)
Genere: drammatico Durata: 93 minuti Regia: Jade Halley Bartlett Uscita in Italia:1 agosto 2024 (Cinema) Paese di produzione: Stati Uniti d'America |
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Mentre eravamo un po' tutti in attesa o quantomeno intrigati dalla presenza di Jenna Ortega nel sequel di Beetlejuice, lei era impegnata in un altro film che sembra stato eclissato proprio dal lavoro di Tim Burton. Avete sentito parlare di Miller's Girl? Io no, almeno fino a pochi giorni fa.
Scritto e diretto da Jade Halley Bartlett, che credo sia alla sua prima prova da regista, racconta la storia di Cairo Sweet (Ortega appunto), una giovane e brillante studentessa di un college del Tennessee che vive praticamente sola, visto che i genitori, facoltosi avvocati, sono spesso in viaggio chissà dove.
La sua passione per la letteratura e soprattutto la scrittura sono la sua compagnia maggiore, ma anche la sua aspirazione per il futuro. Questo la farà avvicinare suo insegnante, il professore di scrittura creativa Jonathan Miller (Martin Freeman), ex scrittore frustrato per via della mancanza di vena creativa e bloccato in un matrimonio con una donna che in realtà non lo apprezza proprio perché non ha più il suo estro letterario.
Proprio la comune passione per la scrittura avvicinerà Cairo a Jonathan ma, con la scusa di creare un saggio di ammissione ad Yale, la studentessa deciderà di sedurre il professore. Se per lei sarà quasi una sfida, Jonathan si troverà in acque cattive.
Sembra una storia già vista e in parte lo è, non posso negarlo, ma Miller's Girl cerca di puntare l'attenzione su altri fattori. La cura dell'ambientazione ad esempio, di ispirazione gotica e vagamente teatrale, abbraccia questa storia dai toni cupi, che sebbene non ne sviluppi mai del tutto il genere, strizza l'occhio al thriller psicologico. C'è anche una vena poetica costante: l'impressione che ho avuto non è stata quella di vedere un film che vuole raccontare una storia più o meno verosimile, ma di leggere un romanzo che vuole raccontare sfumature differenti, forse di un amore proibito, forse di un gioco sordido di controllo dell'altro finito male.
Sicuramente i due protagonisti principali danno delle buone interpretazioni, specie considerando che i dialoghi sono parte portante del film, più che le azioni. Anche la parte più pruriginosa, ad eccezione di una scena e appunto di flirt fra i due Cairo e Jonathan, passa più attraverso la parola che i fatti. In questo senso appunto anche i discorsi fra i personaggi assumono un tono a volte brillante, quasi da commedia, altre più profondo e letterario, a conferma di quello stile che vi dicevo su.
Non siano forse davanti alla coppia con più chimica che si potesse desiderare, ma funzionano in uno strano modo. Per mia preferenza forse si poteva scegliere un altro attore al posto di Martin Freeman, non per bravura ma per phisique du role, e Jenna Ortega dovrebbe un attimo allontanarsi da questi ruoli da Lolita gotica e oscura per non rischiare di restare bloccata nell'immaginario comune in questa gamma limitata di interpretazioni, ma è sicuramente in grado di svolgerli al meglio.
Tutto questo poteva essere raccontato meglio? Certo, si potevano evitare appunto i cliché della ragazza sexy e vibrante che esce dal bosco nebbioso, si poteva dare maggiore spessore ai personaggi secondari che sono solo marionette funzionali alla storia, e soprattutto si poteva creare maggiore impatto in alcuni momenti, ma questo non toglie godibilità a Miller's Girl.
It Ends with Us - Siamo noi a dire basta (2024)
Genere: drammatico, sentimentale Durata: 130 minuti Regia: Justin Baldoni Uscita in Italia: 21 agosto 2024 (Cinema) Paese di produzione: Stati Uniti d'America |
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È stato invece molto più chiacchierato, fin troppo forse, It Ends with Us, film con Blake Lively e Justin Baldoni (che ne firma anche la regia) e che è tratto dal romanzo di Colleen Hoover che sembra essere stato campione di vendite ed aver trovato successo sui social.
Se non avete visto le polemiche ve le riassumo io in breve: oltre alle difficoltà tecnico-artistiche nel creare il film in mezzo allo sciopero degli sceneggiatori, pare che vi siano state delle visioni differenti anche fra Lively e Baldoni, che poi si sono riversate nella fase di promozione, dove i due sembravano avere idee opposte su come raccontare il film. Blake Lively infatti è stata accusata di avere un approccio troppo leggero per un film drammatico e con un tema importante, mettendo di mezzo anche la sponsorizzazione della sua nuova gamma di prodotti haircare e la scelta di abiti da indossare alle premiere, mentre Baldoni, nonostante volesse appunto parlare dei messaggi trasmessi da It ends with Us, pare sia stato un po' escluso dal giro di promozione. Tutto questo a noi non interessa, ma quel che importa è capire come sia questo film.
Lily Bloom (Blake Lively da adulta e Isabela Ferrer da ragazza) si trasferisce a Boston con la speranza di trovare radici e aprire un negozio di fiori, anche per allontanarsi dal suo passato: suo padre era infatti un uomo violento che picchiava la madre. Il suo sogno nella capitale trova ancora più forza quando conosce il bel Ryle Kincaid (Baldoni), un neurochirurgo affascinante e in carriera che sembra un perfetto principe azzurro. I due ovviamente si innamorano ed andranno a convivere, ma Ryle inizierà a mostrare un atteggiamento sempre più inquietante, e quando Lily incontrerà il suo primo amore Atlas Corrigan (interpretato da Brandon Sklenar da I crimini di Emily, e da Alex Neustaedter da ragazzo), il principe azzurro rivelerà la sua anima nera, e la favola romantica diventerà una tragedia.
Un po' come la promozione del film, secondo me It Ends with Us - Siamo noi a dire basta non ha del tutto centrato il tiro, ma prima faccio due premesse: infatti non avendo letto il libro non posso fare paragoni, e più in generale probabilmente il gossip che ha preceduto la mia visione del film, ha un po' scomposto le mie aspettative.
Credevo infatti che il film fosse molto più cupo, con al centro dei temi complessi come quelli della violenza domestica e dei traumi che questa lascia su chi purtroppo è costretta a subirla. Invece è una commedia romantica sentimentale, che twista verso una parentesi più drammatica. Un approccio interessante per trattare il tema e per dare nuova linfa al genere romance, ma secondo me è sbilanciato.
It Ends with Us ha infatti una lunga prima parte che si concentra, in modo anche abbastanza glam, quasi esclusivamente sulla conoscenza fra Lily e Ryle, e che risulta non necessaria sia per prevedibilità che per ripetitività. In questo primo atto ci mettono anche dei flashback sul passato della fiorista, ma anche qui non si può dire che creino davvero una particolare multidimensionalità. Di conseguenza tutto quello che viene dopo, che è poi il punto cruciale del film, ovvero gli abusi psico-fisici nei rapporti personali, mi è sembrato affrettato, non in grado di dare quella drammaticità e quello spessore che il tema richiederebbe.
Nonostante poi le oltre due ore di durata, credo che It Ends with us non riesca a costruire in modo sfaccettato i suoi personaggi principali e ancora meno quelli secondari.
Sono abbastanza buone le interpretazioni di Blake Lively e Justin Baldoni, e quest'ultimo credo abbia fatto anche un discreto lavoro dal punto di vista della regia, ma sembra quasi non avessero tanto materiale per sviluppare caratteri più complessi e meno funzionali alla mera narrazione. Il rapporto fra Lily e Ryle ad esempio sembra nascere perché sono entrambi belli e basta, e la causalità degli incontri della ragazza, prima con la sorella del chirurgo (Jenny Slate) e poi con la sua ex fiamma adolescenziale, è poco credibile.
Anche la colonna sonora pop contemporanea e i dialoghi un po' troppo costruiti, non aiutano secondo me a dare quei toni più cupi che, come dicevo, mi aspettavo. Questo non rende It Ends with us un cattivo film, ma magari non ha quell'enfasi, quell'intensità emotiva e quella potenza cinematografica che credevo di trovare.
Ciao Pier, avendo letto il libro It's End with Us ed essendo la Hoover una delle mie scrittrici preferite, posso dire che il film non è malaccio. Da lettrice, odio le trasposizioni cinematografiche perchè spesso TOPPANO sempre. Ma qui, già il fatto che vengano riportate intere parti e dialoghi del libro, non posso che apprezzarlo. Ora, sì, il libro ha una storia più cupa, più drammatica. La prima volta che Ryle è violento con Lily, nel film viene raccontato in maniera diversa...anche se poi nei flashback di Lily, scopriamo la verità (difficile però da notare per chi non conosce la VERA storia). Però convengo con te sul fatto che non siano stati approfonditi i protagonisti, soprattutto ATLAS. Se posso consigliarti, recupera il libro se puoi, va letto. Ciao Pier,
RispondiEliminaPorzia.
Ciao Porzia, e grazie sia per la tua prospettiva da lettrice del libro, che per il suggerimento stesso, appena posso lo recupero da qualche parte, spero che appunto abbia vibes differenti. Il film in sé non è malaccio, lo penso anche io, ma mi aspettavo qualcosa di più.
EliminaBuona serata!
Sei stato anche troppo benevolo con Miller's Girl, uscito in modo più anonimo del previsto in pieno agosto... mi prudevano le mani davanti alla visione pinterest della ragazza gotica, che vive sola, che legge, che è bellissima, che scrive divinamente e che ha una casa da sogno. Troppo direi. Spero che Jenna si renda conto del tunnel in cui è finita, o non ne uscirà più.
RispondiEliminaIt ends with us non mi ispirava prima e mi ispira ancora meno adesso, troverei molti più difetti conoscendomi, e vederlo solo per demolirlo sarebbe uno spreco del mio tempo, meglio puntare su altri titoli :)
Mi ha fregato forse l'atmosfera di Miller's Girl, ma all'atto pratico è indubbiamente studiato a tavolino.
EliminaIt ends with us alla fine è perdibile, non ha chissà che impatto