Beetlejuice e Beetlejuice 2: era necessario un sequel?

Quando uscì nel 1988 non ero ancora nato, ma quando lo vidi negli anni seguenti, Beetlejuice non è riuscito a diventare per me il lavoro di Tim Burton alla quale sono più legato, incapace di superare la poetica di Edward Mani di Forbice, pur riconoscendone l'impatto e trovando quegli elementi più o meno embrionali che saranno la firma del regista da quel momento in avanti.
Con l'uscita del sequel, che prima o poi avrei visto, ho pensato di riprendere in mano proprio il primo Beetlejuice, che probabilmente non vedevo da 10 anni o più, e che tanto trovate su Prime Video, per capire se ancora mi avrebbe suscitato le stesse impressioni.


Genere: commedia, fantastico, grottesco
Durata: 92 minuti
Regia: Tim Burton
Uscita in Italia: 8 Settembre 1988  (cinema)/ Prime Video
Paese di produzione: Stati Uniti

Beetlejuice - Spiritello porcello unisce gotico e grottesco, horror e commedia, prende quei personaggi inquietati e inquietanti dei classici del genere per raccontare una storia di fantasmi, di morti che, in una fila interminabile tipo quella alle poste, aspettano di sapere cosa sarà del loro destino, se uno spirito può averne uno, e di famiglie disfunzionali.

Ma Burton lo mette in scena a modo suo, non ne fa appunto un horror tradizionale, ma ne prende alcuni elementi (quanti film su case infestate da fantasmi erano già usciti anche all'epoca?!) e li rilegge con la sua ottica e il suo estro.
Beetlejuice non è nemmeno un horror da jumpscare, ma più una commedia truculenta che ha pure un ritmo incalzante e coinvolgente, che ti fa arrivare alla fine con un sorriso e tutto sommato con leggerezza. 

A portare avanti tutta la baracca è appunto lo spiritello porcello (una volta tanto i sottotitoli italiani ci azzeccano) di Michael Keaton, che sotto un trucco che ne nasconde quasi completamente l'aspetto, sa essere folle, istrionico, infantile, cattivo e con quella volgarità che ti aspetti da un soggetto del genere.

Catherine O'Hara e Jeffrey Jones sanno invece rappresentare perfettamente Delie e Charles Deetz, coppia di snob troppo egoriferiti per comprendere e supportare la loro figlia Lydia dalle chiare tendenze depressive. Una giovanissima Wynona Ryder riuscirà però, con questo ruolo da adolescente darkettona, ad iniziare una carriera che la renderà uno dei volti più noti nel cinema internazionale e anche dei più riconosciuti della generazione.

Ai Deetz si contrappongono Adam e Barbara Maitland (Alec Baldwin e Geena Davis), novelli sposi e fantasmi che si dimostreranno molto più dolci e accoglienti verso Lydia.

Nonostante le idee originali e innovative, Beetlejuice 1 è però un film che sente i suoi anni, con quegli effetti poco speciali che sembrano fatti di das, con personaggi poco sfaccettati, i momenti di satira limitati e l'assenza di una morale, di un tema, di un dialogo che possa uscire dalla pellicola per restare nello spettatore. È più un buon lavoro giovanile burtoniano, che è diventato un cult per la capacità di creare un mondo forse anche anticipando i tempi. Molto probabilmente oggi la sequenza della cena con "possedimento" sulle note di Day-O di Harry Bellafonte sarebbe rimbalzata su Tik Tok fin da subito, ma all'epoca il termine viralità faceva riferimento solo ad un quadro clinico.

Pare che la genesi di Beetlejuice Beetlejuice non sia recente, un po' come per Hocus Pocus, ma nonostante il tempo passato, in questo sequel le cose non sembrano essere cambiate, o quasi.



Genere: commedia, fantastico, grottesco
Durata: 104 minuti
Regia: Tim Burton
Uscita in Italia: 5 Settembre 2024  (cinema)
Paese di produzione: Stati Uniti

Per questo secondo film Tim Burton ha infatti ripreso tutti i suoi personaggi ed attori, escluso chi è ha qualche problema con la legge raccontandoci cosa gli è accaduto in tutti questi anni.
Lydia, ormai cresciuta, ha conservato la sua capacità di vedere gli spiriti, ma adesso ha "commercializzato" le sue doti con un programma televisivo in cui si parla di improbabili case infestate e paranormale. La sua matrigna continua Delia ha continuato la sua passione per l'arte, creando delle vere e proprie performance, ma c'è anche una nuova generazione della famiglia. Astrid (Jenna Ortega) è infatti la figlia adolescente di Lydia che non solo non crede al potere della madre, è rimasta orfana e le due hanno un rapporto conflittuale, che però saranno costrette ad affrontare con la morte del nonno Charles. Le tre protagoniste si ritroveranno quindi dove tutto è iniziato ed Astrid scoprirà il famoso plastico con cui comunicare con Beetlejuice, ma avrà un altro scontro con la madre che la farà scappare di casa e con l'occasione conoscerà un ragazzo con cui sembra andare molto d'accordo.

A proposito dello spiritello porcello, anche lui non se la passa bene: sembra abbia organizzato la sua agenzia di "bio-esorcisti", ma è perseguitato dalla sua ex moglie Dolores (Monica Bellucci), sebbene sia ancora convinto di voler sposare Lydia. 

Queste sono solo alcune delle tante linee narrative che il sequel di Beetlejuice mette sul tavolo, forse anche troppe per un film che non dura nemmeno due ore e che deve parlare del passato e del presente, fra vecchi e nuovi personaggi. 
Restare in bilico fra omaggi all'originale che possano attirare i fan storici, cercando di portare nuove idee, non è una impresa mai semplice e Burton secondo me non riesce sempre a rispettare questo patto. 
Trova ad esempio un modo coerente per raccontarci la quasi assenza di Jeffrey Jones, accusato di molesti anni fa, ma non spiega una soluzione brillante per l'uscita di Adam e Barbara, i cui fantasmi non potevano invecchiare come gli attori reali.

O ancora, Beetlejuice Beetlejuice suggerisce quella che poteva essere la nascita dello spiritello, con il cameo di Monica Bellucci nei panni di Dolores, ma non ne sviluppa mai bene l'origine, probabilmente per non confondere prequel e sequel.

Tutte queste linee narrative si incrociano bene fra di loro, e tutto il film ha una sua compattezza, un suo senso e un suo modo di intrattenere che non si discosta troppo dall'originale, ma la sensazione è che qualche trama potesse essere lasciata indietro senza azzoppare il film nel suo insieme. L'umorismo nero di Burton in fondo è sempre lì, seppur appannato dagli anni, e sono arrivato ai titoli di coda soddisfatto, seppur consapevole che i tempi sono cambiati e il cinema adesso è diverso.
Penso che con la stessa consapevolezza abbiano scelto di inserire una scena di ballo che richiama il primo film, sapendo che l'impatto mediatico sarebbe stato oggi differente.
Allo stesso modo è più scafata l'idea di inserire una Jenna Ortega, nuova attrice ossessione di Burton dopo Mercoledì, che richiama la Gen Z come mosche sul miele. 

Beetlejuice Beetlejuice non trasmette insomma l'inconsapevolezza del primo film, e non credo fosse un sequel così necessario, specie nell'ottica di non saper rispondere a tutti i dubbi che si creano lasciando indietro alcuni personaggi o storie, e nella voglia di mettere tanta carne al fuoco.
Ma la commedia gotica di Tim Burton è una bella avventura che si lascia guardare e se lo piazzano in streaming in vista del prossimo Halloween potrebbe anche trovare un pubblico folto pronto ad accoglierlo. 



1 commento:

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  1. Sequel così insipido che l'ho dimenticato dopo un paio di giorni. Sarà anche ritornato alle origini, ma c'è poco del Tim Burton sperimentatore e artigiano di un tempo, solo tante strizzate d'occhio al pubblico che non tengono in piedi le tante linee narrative. Mah. Non mi aspettavo chissà che ma nemmeno di uscirne indifferente. Forse in streaming troverà nuovi fan (richiamati dalla Ortega).

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