Tre film Netflix su cui pensavo peggio...

Un thriller, una commedia e un ibrido, sono i tre generi dei film che ho visto su Netflix in queste settimane e a cui onestamente mi ero approcciato con estrema superficialità pronto a tornare qui per lamentarmene. Invece, alla fine, tutto sommato posso ritenermi soddisfatto, conscio del fatto che sicuramente c'è di peggio, ma anche di meglio.


La probabilità statistica dell'amore a prima vista (2023)


Titolo originale: Love at first sight
Genere: commedia sentimentale
Durata: 91 minuti
Regia: Vanessa Caswill
Uscita in Italia: 15 settembre 2023 (Netflix)
Paese di produzione: Stati Uniti d'America

Volevo vedere questa commedia romantica già dall'anno scorso quando uscì a settembre, ma poi mi scappò di vista, perdendosi sotto altre uscite e dal peso del fatto che Netflix butta fuori tantissimi film di questo genere, che spesso però non sono validi nemmeno per tenerti compagni mentre dormi, ma ho trovato un posto per La probabilità statistica dell'amore a prima vista e non me ne sono troppo pentito.

Tratto da un romanzo di Jennifer E. Smith, il film ci fa conoscere Hadley (Haley Lu Richardson da The White Lotus) e Oliver (Ben Hardy) i quali si incontrano per caso in aeroporto, trovando subito un inaspettato affiatamento. Hadley e Oliver sono però due ragazzi molto diversi: lei americana, spigliata ma ritardataria, spesso incasinata, e deve arrivare a Londra per un matrimonio a cui non vorrebbe andare, ma cui non può mancare; lui invece è inglese, con un carattere chiuso, preciso e matematico in tutto, con una missione ben più triste. Servirà una grossa mano del destino affinché i due ragazzi possano rincontrarsi ed amarsi anche quando le cose non sembrano andare per il verso giusto.

La probabilità statistica dell'amore a prima vista è una di quelle commedie romantiche che ti fa credere che questo genere non sia del tutto morto e sepolto. 
Certamente anche questo film Netflix raccoglie cliché, battute e situazioni già usate in molte altre pellicole, ma messe così insieme mi è sembrato che si incastrassero bene fra di loro.
E così ti ritrovi coinvolto in una storia che ha un bel ritmo e che è sì la zuccherosa meet cute fra due giovani, ma che cerca di toccare temi più spessi, come l'elaborazione di un lutto e i rapporti con i genitori e la famiglia in genere osservati da punti di vista differenti.

Ci si affeziona ai personaggi e alle loro vite, ci si può commuovere ed il risultato, farcito con statistiche e percentuali sui primi incontri e sulle relazioni in genere, ti tiene compagnia. Poi ho trovato Haley Lu Richardson e Ben Hardy perfetti per questi ruoli, carini e coccolosi al punto giusto. 
Parliamo però pur sempre di un film Netflix e quindi anche La probabilità statistica dell'amore a prima vista non è esente da difetti.

Per dire il costante voice over alla lunga scoccia un po', e la presenza costante di Jameela Jamil richiede un ulteriore abbassamento della soglia della credulità. Ho poi volutamente saltato la scena del balletto al matrimonio perché onestamente non se ne può più di doversi sorbire uno dei momenti più cringe che il cinema continua ad offrire. In generale non ci si spreca troppo, come in effetti accade in tante commedie, nel dipingere i personaggi secondari.
Per il resto è un intrattenimento carino, non troppo banale, e con una messa in scena piacevole. 


 I Crimini di Emily (2022)


Titolo originale: Emily the Criminal
Genere: thriller
Durata: 97 minuti
Regia: John Patton Ford
Uscita in Italia: 12 Giugno 2024 (Netflix)
Paese di produzione: Stati Uniti d'America

Faccio un passo ancora più indietro con un altro film di un paio di anni fa, che non credo si sia fatto notare quando uscì al cinema, che però è arrivato su Netflix più o meno a metà Giugno e che ha avuto una chance con me per la presenza di Aubrey Plaza, che ormai si è data anche al cinema drammatico, anche lei da The White Lotus.
La storia è quella di Emily, una ragazza di più di 30 anni che stenta a sbarcare il lunario: lavora in un servizio di catering mettendo da parte il suo talento artistico, ma non è soddisfatta e soprattutto non riesce a ripagare il suo debito studentesco. La sua fedina penale non limpida inoltre non la aiuta e così Emily decide di trovare una strada secondaria, e finisce per partecipare a piccoli crimini. Una volta però entrata nel giro, sarà difficile non esserne ancora più coinvolta.

I Crimini di Emily si muove essenzialmente su due binari, da un lato il thriller crime, vista la prospettiva in cui la protagonista finisce, e dall'altro l'aspetto più drammatico, che riguarda soprattutto la vita di Emily e cosa l'ha fatta finire in queste circostanze. Entrambe le linee riescono a convivere bene insieme, raccontando alla fine una storia contemporanea.
Ok, non tutti si mettono a fare frodi bancarie per fortuna, ma I crimini di Emily mostra anche uno spaccato comune e diventa una critica sociale, soprattutto negli Stati Uniti, ma anche da noi. Il problema della disoccupazione e in generale della precarietà non solo su un piano lavorativo ma della società in generale è praticamente cronaca di ogni giorno, e questo film la racconta abbastanza bene. L'unica strada in cui ad esempio Emily potrebbe intraprendere per seguire i suoi sogni di artista è quella di uno stage sottopagato, e immagino come quella scena possa sembrare molto familiare a tantissimi.

Dall'altra parte, il filone crime, sebbene così impostato non sia il mio genere preferito, è convincente, ha ritmo e suspense e sa essere anche più crudo quando serve, pur unendo idee già viste.
I Crimini di Emily è però un po' un film fine a se stesso, nel senso che la parabola di Emily non ha un punto di redenzione o momenti che mi abbiano emozionato particolarmente da rendere il film adatto ad una seconda visione, nonostante la sua lunghezza giusta per la storia che racconta. Finisce quindi per essere un intrattenimento ben fatto, con i giusti accenti cupi e drammatici, con una Plaza che mi ha convinto, ma che non si avvicina minimamente a lasciare il segno.


La ragazza della palude (2022)


Titolo originale: Where the Crawdads Sing
Genere: giallo, drammatico
Durata: 125 minuti
Regia: Olivia Newman
Uscita in Italia:13 ottobre 2022 (Cinema)/ 6 Luglio 2024 (Netflix)
Paese di produzione: Stati Uniti d'America

Con 'La ragazza della palude' ho avuto un'esperienza simile a quella avuta con 'I crimini di Emily, anche se in questo caso ero ancora più reticente perché ne avevo sentito delle critiche che poi ho scoperto essere assurde. Uscito in sala nel 2022, è arrivato su Netflix a Luglio, La ragazza della palude è l'adattamento di un romanzo di Delia Owens, ed è prodotto dalla casa di produzione di Reese Whiterspoon, quindi almeno sulla carta farebbe anche promettere bene.

In questo caso conosciamo Kya Clark (Daisy Edgar-Jones) una ragazza che vive nelle paludi in un villaggio della Carolina del Nord e con una infanzia particolare e dolorosa: la sua famiglia si è disgregata per colpa di suo padre, un uomo violento e con problemi di alcolismo. Dopo la madre, lentamente anche i suoi fratelli l'hanno abbandonata e quando anche suo padre è mancato, Kya si è dovuta darsi da fare, crescendo molto velocemente. Diventata una giovane donna avrà i suoi momenti di rivalsa e scoprirà anche l'amore, ma non sarà comunque facile per lei, specie quando verrà incolpata di aver ucciso un ragazzo di una famiglia facoltosa.

Dicevo che La ragazza della palude mi era stato anticipato come una completa porcheria, ma sono sicuro di aver visto ben di peggio. Infatti la storia mi è sembrata interessante, con qualche twist che riesce a mantenere o rinnovare il ritmo, e con alcuni (pochi) momenti più toccanti. Alla fine si tratta di un coming of age di una outsider, una ragazza che per le circostanze della vita ha dovuto trovare il modo di sopravvivere quasi esclusivamente da sola con gli unici mezzi su cui sapeva di poter contare. 

È vero però che La ragazza della palude spara un po' nel mucchio cercando di toccare quanti più generi possibile, dal dramma che si riversa in melodramma, al poliziesco, per sfociare nel romantico, e non sempre riesce a dare spazio e spessore ad ognuno di questi stili.
Inoltre la storia non inizia proprio col piede giusto perché non si capisce come mai una bambina venga abbandonata sia dalla madre che dai fratelli con un uomo comunque non in grado di accudirla come si dovrebbe.

Capisco che per qualcuno tutto questo possa essere un guazzabuglio, o meglio che queste continue sterzate possano risultare troppo brusche e non convincere, ma alla fine secondo me è un film con una sua logica e che sa intrattenere, con delle linee temporali comprensibili e non mi ha annoiato troppo.

Per quanto non l'abbia amata in Normal PeopleDaisy Edgar-Jones sa comunque tenere sulle sue spalle un film intero, pur non avendo un personaggio così sfaccettato da interpretare, e credo stia crescendo come attrice.
Se lo avessi visto al cinema La ragazza della palude mi avrebbe forse lasciato un po' perplesso, ma penso che in streaming ci siano robe ben peggiori per poter ritenere questo film come il male assoluto. 




4 commenti:

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  1. Oh che bello, due film su tre mi hanno sorpreso allo stesso modo!
    Con le commedie romantiche su Netflix ho sempre poca fiducia e invece queste statistiche si fanno voler bene, certo a settembre era fuori stagione natalizia, ma a te è andata anche peggio :)
    Emily interessante anche se non indimenticabile, invece il melodramma della palude è quello meno riuscito. Troppi temi e toni effettivamente.

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    1. In effetti mi è sembrato un po' strano il mood natalizio ora, ma A Family Affair ha fatto strada.

      Il melodramma della palude è sicuramente il più pasticciato, ma mi era stato presentato come il peggio di Netflix, quando sappiamo non è così

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  2. Interessanti a modo loro tutti e tre, forse meriterebbero una chance.

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    1. Senza troppo diciamo impegno o aspettative, se la cavano tutti e tre

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