Finalmente nuovi film... che non mi hanno convinto

Solo nelle ultime settimane sono riuscito a vedere alcuni dei film che agli inizi del 2024 mi avevano incuriosito e che per svariati motivi avevo perso al cinema, ma finalmente ho potuto recuperarli. Mi aspettavo mi convincessero di più, ma come sempre non è tutto bianco o nero. 


Finalmente l'alba (2023)


Genere: Drammatico, Storico
Durata: 119 minuti
Regia: Saverio Costanzo
Uscita in Italia:  14 febbraio 2024 (Cinema) / Noleggio online
Paese di produzione: Italia

A Roma, negli anni '50, si stanno tenendo i casting per raccogliere le controfigure per un grande colossal che si sta girando in quei giorni a Cinecittà e, con la scusa di accompagnare la sorella, Mimosa (Rebecca Antonaci) una giovane e ingenua ragazza, si ritroverà a vivere un'esperienza unica che la porterà a conoscere le luci e le ombre di quel cinema che ama tanto. Mimosa diventerà una bambola da usare e muovere in un mondo fatto di bugie, doppie facce, invidie e superficialità, ma imparerà, da una lunga, interminabile notte, forse la lezione più importante della sua vita.


L'idea dietro a Finalmente l'Alba è quasi monumentale quanto quei colossal e quel cinema che Saverio Costanzo vuole omaggiare, perché appunto da un lato cerca di raccontare un'epoca passata che ha segnato indelebilmente la settima arte, mischiando personaggi e fatti reali a finzione, dall'altro darci un romanzo di formazione su una protagonista che dovrebbe essere una controparte più pura e forte contro quel mondo corrotto. Il risultato per me è stato un film bello da vedere, con un cast che convince e attira, e nomi come Lily James, Joe Keery che credo di non aver mai visto fuori da Stranger Things, Willem Dafoe e Alba Rohrwacher che sono un po' una certezza, ed un budget sicuramente da capogiro vista la ricostruzione di set cinematografici e non solo, ma che lascia poco e nulla da un punto di vista emotivo.


È vero che si ha la sensazione di non sapere mai cosa aspettarsi da un punto di vista narrativo da questa lunga notte, ma Finalmente l'alba indugia, senza poterselo permettere, in una storia in fondo poco originale e con una protagonista ben interpretata ma che a me ha suscitato poco. La presa di consapevolezza di Mimosa è infatti così telefonata da fare a pugni con quella imprevedibilità che invece il film sembra voglia ispirare, e l'allegoria finale, con scelte grafiche discutibili, mi è sembrata quasi risibile. 
Per fare un bel film dal sapore autoriale non serve per forza farlo durare due ore, ma forse Costanzo non l'ha ancora be compreso. Io però quelle due ore gradirei averle di nuovo indietro. 



Priscilla (2023)


Genere: Drammatico, Sentimentale, Biografico
Durata: 113 minuti
Regia: Sofia Coppola
Uscita in Italia: 27 marzo 2024 (Cinema) 
Paese di produzione:  Stati Uniti d'America, Italia

Dopo l'Elvis di  di Baz Luhrmann mi sembrava affascinante ascoltare anche l'altra metà della storia, e Priscilla di Sofia Coppola, lo fa dalla fonte primaria, ovvero dalla biografia Elvis and Me della stessa ex moglie del re del rock, che è anche produttrice del film.
Priscilla aderisce ai fatti reali della conoscenza fra una allora giovanissima ragazza di appena 14 anni, e un già affermato Elvis Presley, di 10 anni più grande e che si divideva fra la carriera musicale e cinematografica e il servizio militare. Fu proprio mentre era nell'esercito che Elvis incontrò Priscilla per la prima volta, legandosi a lei in un rapporto che portò al matrimonio nel 1967. Quella che però sembra la favola che tantissime ragazze dell'epoca (e non solo) sognavano, diventa per Priscilla una montagna russa fatta di alti e bassi. Il rapporto con Elvis è fatto sì di affetto e di amore, ma anche di lunghe attese, di ordini da eseguire, di ricatti emotivi, di sbalzi di umore a volte violenti e interessi ed entusiasmi spesso mutevoli.

Sembra infatti che fu Elvis che ad esempio creò l'immagine (iconica diciamolo) di Priscilla con i capelli super cotonati e il trucco marcatissimo per farle risaltare gli occhi azzurri, e lui che scelse i suoi look, plasmando quella ragazzina ingenua nella sua bambola preferita.
Ne esce quindi il ritratto di una coppia segnata fin dal principio, a tratti disturbante, la cui relazione è stata forse più amara che dolce, ma con una Priscilla che col tempo saprà trovare la sua strada e spiccare il volo. 
Non mi ero reso conto che in fondo Priscilla e Finalmente l'alba sono simili per certi versi, ed in sostanza delle storie di formazione dove la protagonista supera la dimensione del sogno (sempre rivolto al mondo dello spettacolo) e trova se stessa, il proprio valore e la propria forza, ma nell'ottica di un film biografico mi aspettavo qualcosa di più.
Priscilla infatti non riesce a spiccare secondo me per qualche elemento particolare: è tutto molto curato, come spesso accade nei film di Sofia Coppola, ma da un punto di vista sia narrativo che emotivo non posso dire di esserne stato travolto.

Cailee Spaeny e Jacob Elordi sono indubbiamente belli, e se la prima fa tutto sommato un buon lavoro, il secondo mi è sembrato più anonimo, meno potente di Austin Butler, probabilmente proprio per non cercare di oscurare troppo la protagonista. 
Il problema però è più ampio: l'impressione che ho avuto anche in questo caso è che ci si soffermasse su cose che di minore importanza, non dando a Priscilla la possibilità di essere raccontata a 360 gradi. È vero che l'ex moglie di Elvis era giovanissima e che molto probabilmente aveva riposto in Presley le sue speranze per il futuro e questo aveva azzoppato qualunque slancio di indipendenza, ma se qualcuno mi dovesse chiedere qual è il quadro sulla protagonista che ne esce da questo film di Sofia Coppola, non saprei cosa raccontare.

Il finale anche soffre di questo sbilanciamento temporale e sembra affrettato, quando invece avrebbe potuto appunto approfondire quella ritrovata Priscilla.
L'intento di raccontare la storia vera di un amore probabilmente tossico, scremandola dalla romanzatura mielosa del gossip, è un progetto interessante, ma Priscilla, oltre a far storcere il naso a chi idolatra Elvis, non riesce ad appagare quella attesa di approfondimenti, restando un biopic da televisione.


Aftersun (2022)


Genere: Drammatico
Durata: 101 minuti
Regia: Charlotte Wells
Uscita in Italia: 6 gennaio 2023 (Mubi) 
Paese di produzione: Gran Bretagna, Stati Uniti d'America

Aftersun non è una novità, ma da noi non è mai arrivato al cinema, è andato invece in onda in esclusiva su Cielo il 3 giugno, e si può vedere in streaming anche sulla piattaforma Mubi, e ammetto che è stata la presenza di Paul Mescal che mi ha convinto a dargli una chance, pur non sapendo nulla della storia. 
Ci ritroviamo alla fine degli anni '90, e Sophie (Francesca Corio) è una bambina di 11 anni in vacanza in un resort (all'epoca si chiamavano villaggi turistici) in Turchia con il giovanissimo padre Calum (Mescal appunto), infatti molti li scambiano per fratelli. Sembra una vacanza qualunque, con i suoi momenti di divertimento, noia e scoperta, ma in realtà c'è altro: Sophie non più bambina, ma con 20 anni di più, sta riguardando i filmati che faceva al padre, cercando non solo di ricostruire i ricordi ormai sfumati di una estate così lontana, ma di cogliere quello che non aveva capito all'epoca sul padre.

Ammetto che dopo aver visto Aftersun, mi sono mancati dei tasselli per comprendere a pieno la storia che la regista scozzese Charlotte Wells ci ha voluto raccontare, e anche il finale non mi ha aiutato a convincermi del tutto.
Durante la visione sicuramente ho colto una certa malinconia, un malessere serpeggiante che però si può notare solo attraverso piccoli flash, qualche dialogo o scene fuori campo che non sempre chiariscono ogni singolo aspetto della storia. Ho capito che Calum è infatti un uomo che si porta dietro qualcosa che lo schiaccia, che non lo fa sentire a suo agio in alcune situazioni, come se stesse cercando se stesso, e se stesse cercando di dare alla figlia una testimonianza del suo passaggio, una eredità umana. 
Ho però avuto bisogno sia di rivedere alcune scene, sia di leggere in rete per raccogliere quei tasselli che mi potessero dare le spiegazioni che cercavo. Non sto qui a fare una analisi di Aftersun o a darvi io una chiave di lettura, perché un po' come accade in Estranei, è uno di quei film che mi ha fatto riflettere, che può colpire corde emotive e umorali differenti, e che appunto sia apre a diverse interpretazioni. 

Devo però riconoscere che se il film con Andrew Scott mi aveva coinvolto da inizio a fine, questo della Wells mi ha lasciato spesso indifferente, ad eccezione di qualche momento di commozione arrivata più per le mie percezioni che per quello che il film racconta.

Se superficialmente si coglie che il film vuole raccontare un rapporto particolare genitore-figlio, della ricerca della memoria e della salute mentale ed emotiva, per andare più a fondo è come se lo spettatore di Aftersun debba fare un lavoro di decifrazione un po' troppo intenso per poterne uscire soddisfatto dalla visione. O per lo meno, se io mi sono spinto a cercare di voler capire cosa sia accaduto, e mi sia appunto ritrovato a fare le mie riflessioni e conclusioni, immagino che per molti risulti troppo criptico (in alcune sequenze davvero non ho capito le inquadrature) e finiscono per cassarlo e basta. 
Probabilmente se mi fossi informato prima (cosa che non amo fare) avrei avuto un approccio e un feedback diverso, ma ora vi dico che Aftersun è un film da vedere con una attenzione particolare, in cui cogliere dettagli e momenti, e che comunque merita sia per le interpretazioni dei protagonisti, che per questa ricostruzione del mood anni '90 che però non sembra una posticcia operazione nostalgia. 




6 commenti:

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  1. Grazie per gli utili consigli cinematografici.
    Sereno giorno.

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  2. Priscilla per me è stato una grande delusione, bellissimo formalmente ma superficiale e ripetitivo , non racconta nulla o quasi della protagonista. Aftersun meglio, molto particolare e legato, come dici tu, alle percezioni e alla sensibilità dello spettatore.

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    1. Infatti quando ho letto che la Presley lo aveva anche prodotto mi sono cadute un po' le braccia, pensavo si mettesse più in gioco.
      Aftersun è un film non per tutti, nel bene e nel male.

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  3. Ho riparlato di Aftersun con mia mamma dopo la programmazione su Cielo, anche lei non aveva capito bene il punto, era rimasta in sospeso. Lo penso come un film diverso dal solito, dove lo spettatore deve aggiungerci qualcosa, una sua sensibilità... ricordo che una certa noia nel seguire queste vacanze veniva spezzata dai momenti di dolore del padre per poi arrivare a quel finale che mi ha distrutto. E che non ho più dimenticato.

    Priscilla e Mimosa hanno convinto a metà pure me, più Sofia Coppola che Saverio Costanzo per lo stile personale che ci mette, ma sì, manca il guizzo ad entrambi.

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    1. Diciamo che non ho voluto bocciare Aftersun proprio perché ho capito che l'intento era proprio di coinvolgere il pubblico in modo diverso. Diciamo che è più un avviso ai naviganti che una recensione.

      Peccato su Coppola e Costanzo, entrambi meritevoli ed entrambi con qualcosa che manca.

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