Le serie tv FLOP dell'ultimo periodo 🙈

Nelle ultime settimane sono riuscito a terminare altre serie tv oltre a My Lady Jane, e di mezzo ci sono un paio di flop, di cui uno inaspettato.

Faccio un salto a Maggio quando su Netflix è apparsa Bodkin, serie che si muove nel range della dark comedy thriller, e che era stata oggetto di curiosità soprattutto perché prodotta nientepopodimeno che dagli Obama, sebbene nulla li colleghi direttamente a loro.

Ma ad aver attirato il mio interesse è stato il fatto che Bodkin è ambientato in uno sperduto paesello irlandese, dove il podcaster Gilbert Power (Will Forte) andrà insieme alla sua assistente Emmy (Robyn Cara) per scoprire la verità su alcune persone scomparse misteriosamente negli anni '90. A loro si aggiunge anche una giornalista investigativa proprio di origini irlandesi, Dove (Siobhán Cullen), che sta avendo qualche problema legale.
Tuttavia, una volta sul posto, i tre non saranno ben accolti e scopriranno che il cold case è tutt'altro che freddo o dimenticato fra gli abitanti della cittadina, e che questi nascondono molti altri segreti.

Fin da subito Bodkin è stata messa a paragone con Only Murders in The Building sia per la questione dei podcast che per tutti i misteri da risolvere, ma la verità è che la serie tv Netflix è molto più standard di quella con Selena Gomez (che comunque ha i suoi difetti).

Bodkin è infatti un giallo a tutti gli effetti, che addirittura si ispira a fatti realmente accaduti e che segue i canoni tipici del genere e che, come potete immaginare dalla trama che ho cercato di raccontarvi senza spoiler, non ha particolari guizzi creativi, svolte originali o momenti particolarmente shockanti. Ma soprattutto non ha quella comicità che una dark comedy dovrebbe avere. Ogni tanto Power cerca di fare da comic relif, d'altronde Will Forte nasce come comico, ma la sua linea narrativa è comunque fiacca con qualche idea strampalata qui e lì.
In realtà tutti i personaggi mi sono sembrati in parte stereotipi di come ce li si aspetta: l'assistente goffa e intimidita, il podcaster con problemi personali che cerca lo scoop per restare a galla, la giornalista dal muso duro, e nessuno dei tre riesce a suscitare una minima simpatia, nonostante il tentativo di dar loro una parabola di redenzione e crescita.

Se questa è però una visione che ritengo abbastanza oggettiva su Bodkin, c'è una parte soggettiva che me la fa considerare una delle serie più noiose che ho seguito di recente. Infatti, non so se proprio per l'assenza di stimoli innovativi, tutto l'intreccio che vuole mettere in scena è stato scarsamente interessante. I primi episodi infatti buttano in mezzo troppi personaggi e nomi, e quando le storie iniziano a svilupparsi è un po' una insalatona mal riuscita di fatti che non mi hanno tenuto proprio incollato allo schermo. Si crea così un intreccio di relazioni e segreti che non riescono a creare comunque quella suspence e quella tensione che uno spettatore di un giallo si aspetta, e di cui non sapevo che farmene.
Inoltre credo che di mezzo abbiano voluto unire troppe storyline che fanno perdere di mordente al filone principale e alle storie dei tre protagonisti.


Non posso poi non sottolineare come tanti colpi di scena siano poco credibili e repentini per poter essere convincenti e funzionare.
Salvo tutto sommato la recitazione, mediamente buona, e ovviamente i paesaggi irlandesi, ma questo non può bastare.
Sono arrivato quindi alla fine di Bodkin con un interesse pari a zero solo nella speranza che magari migliorasse più che per scoprire quale fosse la risoluzione delle vicende, e con altrettanto interesse mi avvicinerei ad una ipotetica seconda stagione.

A proposito di flop, purtroppo anche V.C. Andrews’ Dawn non è riuscita a risollevarsi con gli ultimi due episodi, nonostante le basse aspettative che avevo.

Vi avevo detto, parlando della prima parte, che avrei recuperato a tempo perso la serie su Dawn Longchamp, ispirata ai best seller di V.C. Andrews, perché non è stata la mia preferita. Aveva però un margine di miglioramento secondo me, che però non è avvenuto negli ultimi due capitoli, andati in onda su Rai e Raiplay il 24 giugno e l'1 luglio.
Intitolati Fantasmi dal Passato e Sussurri Nella Notte, gli ultimi due film che completano la saga dei Longchamp/Cutler vedono la protagonista alle prese con la gestione dell'albergo che ha avuto in eredità mentre la sua vita personale prosegue, con una bambina da crescere, e soprattutto continua ad essere perseguitata da chi la detesta, come la sorellastra. 
Uno sviluppo comunque organico alle vicende e se penso ad un young adult facile da seguire, Dawn potrebbe non essere la produzione peggiore mai vista, ma, con la visione d'insieme, non la consiglierei.

Il problema più pesante per questa serie tv è che non hanno saputo gestire il livello drammatico, per cui, anche quando accadono fatti molto gravi, persino alla protagonista stessa, che stravolgono le vicende, non si avverte quella importanza e quel peso emotivo che lo spettatore dovrebbe avvertire.
Ed il problema è che gli stessi personaggi a volte non sembrano nemmeno così turbati da quello che gli sta accadendo, come se nel microcosmo di V.C. Andrews’ Dawn non ci sia un reale rapporto di conseguenzialità a certe azioni e ai traumi che possono creare.
I salti temporali, che sono poi delle falcate nelle linee narrative, non aiutano in questa ricerca di profondità.
Ad esempio, da spettatore, mi sono ritrovato ulteriormente slegato dalle vicende quando la protagonista diventa Christie (Megan Best), la figlia di Dawn (Brec Bassinger), perché non solo non la conosciamo, e non ha tempo di poter essere sviluppata come personaggio, ma arrivati all'ultimo film si perde il senso di continuità.


Anche questi ultimi due film della serie Dawn vanno a toccare tematiche molto serie, come ad esempio l'incesto, ma che risultano più cringe che inquietanti, perché quel sapore di dark e gotico non viene mai raccolto a piene mani.

Inutile sottolineare a questo punto gli aspetti un po' più tecnici come ad esempio la quasi assenza di trucco invecchiante per dei personaggi che diventano adulti, perché a questo punto sarebbe come sparare sulla croce rossa.
Non avendo letto i libri da cui questi film sono tratti non so se il materiale di partenza fosse così o se l'adattamento gli ha tolto valore, ma nel panorama attuale una serie come Dawn non può che apparire come una produzione pigra e datata.
A questo punto posso dire che la ricerca di qualcosa che valga la pena vedere su Raiplay continua ancora.


5 commenti:

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  1. Mi fido, quindi non le vedrò certamente!

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    1. Credevo che Bodkin potesse essere nelle tue corde

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    2. In parte sì, ma ho già tante cose da vedere prima ;)

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  2. Mi confermi che Bodkin non vale i miei sbadigli. Ti aggiungi infatti alla lista di persone che me l'hanno descritta noiosa e difficile da finire, direi che ho la mia risposta :)

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    1. Assolutamente, nel panorama c'è di meglio (la stessa Only Murders è già più divertente almeno)

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