Altre serie tv promosse...ma senza lode!

Le varie piattaforme di streaming iniziavano ad avere troppi titoli che desideravo recuperare o che pensavo potessero farmi compagnia nei momenti di noia, e pian piano sto spuntando tutte le caselline. 


Uncoupled 
Prima Stagione 


Darren Star, papà di Emily in Paris e And Just Like That..., firma una nuova serie che segue un po' lo stile dei suoi lavori precedenti, ma che vede come protagonista Michael, un agente immobiliare di quarant'anni che improvvisamente si ritrova single dopo 17 anni di relazione con Colin. Si aprirà così una nuova parentesi di vita per Michael, che dovrà destreggiarsi fra il dolore per la rottura, ma anche nuove relazioni e clienti esigenti.


Se vi appassiona il filone delle dramedy romantiche, scanzonate, leggere, con un tocco glamour e contemporanee, che non hanno poi un particolare spessore, Uncoupled è perfetta per voi, perché ha quella gradevolezza che la rende anche adatta all'estate. 
Neil Patrick Harris è credibile nei panni di Michael, e anche gli altri personaggi riescono ad avere una loro parentesi più o meno approfondita, che non sfocia in una coralità, ma sicuramente rende la serie più dinamica. Uncoupled infatti parla sì di amore, e in particolare nell'ambito LGBTQ+, ma anche di amicizia e famiglia. 
Fortunatamente inoltre mancano alcuni dei cliché che si trovano nelle serie tv che hanno omosessuali come protagonisti, e questo aiuta a rinfrescare la visione.


Dall'altro lato però non ho trovato alcun spunto particolarmente originale: la vita di Michael segue infatti la tipica parabola già vista quando si parla di rapporti sentimentali, come la sofferenza per la rottura, il dubbio che possa esserci un'altra persona nella vita del partner, e poi c'è tutta la solita tiritera sugli incontri tramite app e sul sesso con più o meno estranei. Nulla di nuovo sotto al sole se avete anche solo visto poche serie tv, e per quanto sia importante avere dei prodotti "commerciali" che possano essere più inclusivi, non è una di quelle serie tv che riesce a colpire in qualche modo.


I dialoghi infatti non risultano così comici, mentre i momenti di drammaticità non vi faranno sicuramente struggere in un pianto senza fine. 
Ma se posso chiudere un occhio sulla carente originalità, mi è spiaciuto che il protagonista di Uncoupled non abbia avuto una crescita costante da un episodio all'altro, ma solo alla fine arriva ad una sorta di illuminazione sul suo comportamento e sulle sue relazioni con gli altri.
La serie è stata ufficialmente cancellata da Netflix e ma era stata salvata da Showtime con la promessa di una seconda stagione, ma pare che anche questa ultima emittente abbia cassato l'idea di proseguire con le storie di Michael abbandonando il progetto. 


Never Have I Ever - Non Ho mai
Terza stagione

Resta godibile ma secondo me inizia ad avvertire i primi segni di cedimento Never Have I Ever, che con la terza stagione conferma molte caratteristiche che avevo scovato nella prima e nella seconda stagione, ma come è inevitabile, ha perso un po' di freschezza.
Ritroviamo infatti Devi sempre alle prese con la sua relazione con Paxton, ma quando le sue insicurezze su se stessa e sulla loro storia si metteranno di mezzo, le cose fra i due inizieranno a vacillare. Nel frattempo anche le sue amiche Eleanor e Fabiola sono alle prese con nuovi e vecchi rapporti da gestire, ma non manca anche uno sguardo al futuro visto che il tempo al liceo sta finendo. 


Contestualizzandola nel suo genere e nel suo stile, Never Have I Ever resta una serie tv carina e che ho seguito volentieri. Permangono infatti molti dei punti di forza come l'ironia ma anche l'umanità di Devi, e l'empatia che suscita a seguire le sue disavventure. 
Un cambiamento che ho notato è che i dialoghi sono forse più sboccati rispetto alle scorse stagioni, come a voler sottolineare l'inevitabile crescita dei protagonisti.
Il problema di "Non Ho Mai..." è che gira troppo intorno agli stessi argomenti e alle stesse dinamiche: il tentativo di inserire nuovi personaggi si rivela un diversivo fiacco, dal sapore di aleatorio e poco duraturo.

Non ho notato, anche rispetto alla seconda stagione, il tentativo di inserire, seppur in maniera superficiale, argomenti un po' più profondi. È vero che anche in Never Have I Ever non manca il suo tocco di inclusività e tematiche LGBTQ+, ma tutto il focus di questa terza stagione è concentrato sui rapporti dei protagonisti.
Qui potete leggere la mia recensione della quarta ed ultima stagione di Non Ho Mai...


Only Murders In The Building
Seconda stagione


Avevo definito una occasione sprecata la prima stagione di Only Murders in the building, perché nonostante ne riconoscessi l'eleganza e la buona idea, lo sviluppo non mi aveva convinto. 
Ho trovato invece più coinvolgente questa seconda stagione seppur non sia perfetta e non supera del tutto i difetti dei primi episodi.
La serie tv su Star Original con Selena Gomez riprende proprio dal finale aperto che avevamo visto con la passata stagione, e adesso tocca scoprire chi ha ucciso Bunny, la presidentessa del consiglio di amministrazione dell'Arconia, perché Charles, Oliver, e soprattutto Mabel sono fra i primi sospettati.
Al vaglio delle indagini dei tre podcaster passeranno ovviamente tutti coloro sono stati vicini alla burbera signora, ma non sarà semplice scoprire l'assassino.


Stranamente questa seconda stagione di Only Murders in The Building mi ha conquistato di più della prima sotto diversi aspetti: in primis ho trovato l'intreccio crime un po' più convincente, seppur si basi su un percorso abbastanza collaudato per il genere. È infatti un continuo twist narrativo che cresce fino a trovare la sua risoluzione e che rende secondo me la serie appassionante.
Non mancano ovviamente i momenti ironici, sebbene sia una tipologia di comicità che a me non fa ridere particolarmente perché spesso sopra le righe e nonsense. Non so come ci si possa scompisciare dal ridere ad esempio quando uno dei protagonisti minaccia l'antagonista con l'interno del pomodoro.


Ci sono anche dei momenti più seri che però non spengono la brillantezza di Only Murders in The Building, che mantiene quella eleganza e quella pulizia della messa in scena. Sono anche più sfumati, meno marcati (in senso positivo) i personaggi. Penso soprattutto a Mabel che esce da quel costante mood di musona scostante, ma anche Charles e Oliver riescono ad avere il loro sviluppo sul versante più personale. 
C'è però sempre qualcosa che non mi fa innamorare alla follia di Only Murders in The Building e  capisco come mai qui da noi non se ne parli molto da noi in Italia. 
Qui ho parlato della terza stagione della serie. 



2 commenti:

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  1. L'ultimo assolutamente da vedere, molto simpatica la prima stagione, degli altri ho sentito parlare della seconda ma al momento passo.

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