30 settembre 2022

Due film che potete anche perdere...

Se Il Signore delle Formiche è stata una visione che considero da recuperare, al limite del didattico (in senso buono), ho visto due film che credo siano ad alto tasso di perdibilità. 
Stili, argomenti, messaggi differenti, ma ho riscontrato in entrambi i casi una irresolutezza, una mancanza di centralità e in generale, su di me, un impatto poco profondo.


L'Immensità (2022)


Genere: drammatico
Durata: 97 minuti
Regia: Emanuele Crialese
Uscita in Italia: 15 Settembre 2022 (Cinema)
Paese di produzione: Italia, Francia

Emanuele Crialese porta in scena una storia particolarmente biografica ambientata nella Roma degli anni '70. Qui entriamo nella casa di Clara, una donna spagnola, madre di tre bambini, che ha un matrimonio turbolento con il marito Felice. Lei è bella e desiderata, ma oppressa dai modi bruschi del marito che, tra l'altro, la tradisce. Ciò nonostante cerca di difendere i suoi figli e creare per loro una bolla di allegria e spensieratezza, specie attraverso la musica. Ma non è semplice, soprattutto per la maggiore, Adriana "Adri", che si sente una "aliena" nel suo corpo e nel mondo che la circonda. Adri infatti si fa chiamare Andrea perché si sente un ragazzo, ma nessuno riesce a comprendere la sua necessità.

È tanta roba quella che viene messa in mezzo nel film di Crialese L'Immensità, perché questo dramma familiare si apre almeno su due filoni narrativi che sono le vite di Clara e Adriana/Andrea, che si uniscono, si toccano, si intrecciano ma proseguono poi ognuno per la propria strada. Nonostante accadano sotto lo stesso tetto, le loro vicende sono ovviamente basate da malesseri differenti, eppure accomunate dalla costante ricerca di libertà. 
È qui però che L'Immensità fallisce. Infatti in nessuno dei due focus che il film ci spinge a seguire, è mai così approfondito o riesce a trovare quel quid in più. Di conseguenza, nonostante si tratti di una storia particolarmente drammatica, non ho percepito quel coinvolgimento costante che avrei dovuto sentire.


Con questi argomenti ci si poteva fare due film distinti tra l'altro molto ricchi di spunti, ed invece L'immensità è a stento completo da solo. È inoltre quasi frustrante, seppur mi sembra di capire sia voluto, il senso di incompiutezza che lascia il finale, dove i protagonisti non ottengono nulla, una redenzione o una condanna. Le uniche vie di fuga sono i momenti musicali, che ho preso come un omaggio agli artisti passati e presenti come Raffaella Carrà, Patti Pravo e Adriano Celentano, ma questi inserti risultano scollegati dal resto, e a volte un po' eccessivi. 

L'immensità si regge praticamente tutto sulle spalle di una bellissima Penelope Cruz, che è magnetica ma non può né sbocciare né sfiorire perché il suo personaggio non glielo consente. Il resto del cast mi ha lasciato una sensazione neutra, compresa Luana Giuliani nei panni di Andrea.
Per questo dico che si tratta di un film non imperdibile, che andrebbe bene da vedere in tv ma non rivedrei al cinema.


Do Revenge (2022)


Genere: commedia, drammatico
Durata: 118 minuti
Regia: Jennifer Kaytin Robinson
Uscita in Italia: 16 Settembre 2022 (Netflix)
Paese di produzione: Stati Uniti

Non ha proprio nulla a che vedere con L'immensità, perché Do Revenge ha argomenti e stile completamente differenti. Dopo una umiliazione personale, la popolare adolescente Drea conosce l'outsider Eleanor e le due faranno squadra per vendicarsi reciprocamente di coloro che le hanno svilite o ne hanno rovinato la reputazione. Così Eleanor si occuperà di Max, ex ragazzo di Drea che ha diffuso un video intimo dei due, mentre Drea cercherà di mettere fuori gioco Carissa, una ragazza che pare abbia prima corrisposto le attenzioni di Eleanor, per poi farla passare come una predatrice sessuale.
Attuare il loro piano di vendetta non sarà sempre semplice e più volte le ragazze finiranno non solo per scontrarsi ma per scoprire altre verità l'una dell'altra. 


Una dark comedy che prende a piene mani dai teen drama classici per toccare tematiche attuali come revenge porn, finto interesse nei confronti di temi sensibili, omofobia, e svariati privilegi, oltre alle differenze che la società mette in atto fra uomini e donne. Sagace ma ironica, magari non originale ma coinvolgente, rivolta ad adolescenti ma matura, è così che immaginavo Do Revenge, ma nella realtà si è rivelato ancora meno imperdibile di quanto pensassi.
Nonostante la storia evolva con dei frequenti twist narrativi, non l'ho trovata così imprevedibile, e molto spesso ho avuto il sentore di cosa sarebbe accaduto. Anzi, è un voice over di Eleanor a darci sin da subito l'idea di una situazione più torbida.


La messa in scena di Do Revenge, che ruota attorno a dei ricchi adolescenti senza la minima figura genitoriale e con uno stile di vita decisamente sfarzoso, mi è sembrata forzosa e un po' costruita, con una accesa pastellosità dei colori che potesse fare da controparte a degli animi tutt'altro che luminosi. Infatti tutti i personaggi mettono in atto atteggiamenti spesso narcisistici e tossici, che non li rendono per nulla simpatici (con un intento voluto spero). Tuttavia l'eventuale caduta di uno dei personaggi viene ovattata comunque dalla bolla di privilegi e ricchezza in cui vive, e la stessa Drea, che ha origini più normali dei compagni, sembra cavarsela bene.
Purtroppo anche la redenzione finale dei protagonisti risulta improvvisa, poco credibile e affatto interessante.


Un cast azzeccato è forse il punto di forza di questo film Netflix, visto che spazia da Camila Mendes a Maya Hawke fino ai cameo di Sophie Turner e Sarah Michelle Gellar, ma non ho trovato altri aspetti positivi.
Mi è sembrata una vaga operazione nostalgia, visto che lo stile richiama gli anni '80, '90 e l'inizio del 2000, ma con una durata eccessiva e con pochi momenti di divertimento. Do Revenge non riesce nemmeno ad essere una vera critica sociale, visto che certe tematiche vengono solo sfruttate come mero intento narrativo. 
Indubbiamente guardabile ma non imperdibile. 




4 commenti:

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  1. Do Revenge ha un paio di difetti imperdonabili: è troppo lungo per un film del genere ed è molto indulgente con le due protagoniste, che come hai scritto hanno un arco di redenzione assai facilone. Meglio riguardarsi Clueless, Mean Girls e compagnia bella!

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    1. Credo che l'intento fosse proprio una visione più fresca e moderna di Mean Girls, ma forse è cambiata la sensibiltà per poter apprezzare certi film. In ogni caso, due ore sono "troppissime", avessero evitato queste costanti scene in cui le protagoniste stanno lì a pensare alla prossima mossa, sarebbe stato meglio

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  2. Guarda, di sicuro me li perderò...nessuna chance del contrario.

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