Ci sono due nuove serie tv e un ritorno nel terzetto di cui vi voglio parlare, e che, seppur non capolavori, si adattano a chi ha poco tempo, ma vuole comunque vedere qualcosa di carino.
Two Weeks To Live
Miniserie
Il 26 Dicembre scorso è arrivata su Sky e Now una miniserie di soli sei episodi da poco più di 20 minuti l'uno che fa tornare sullo schermo Maisie Williams, Aria Stark per gli amici ancora attaccati a Game of Thrones, nei panni di Kim, una giovane ragazza cresciuta lontana dal mondo contemporaneo. La mamma Tina infatti la tiene lontana da ciò che lei ritiene pericoloso, ma Kim temendo la fine del mondo, decide di lanciarsi alla ricerca del killer che uccise suo padre.
Two Weeks to Live non ha una spina dorsale forte, si muove in maniera molto lineare, con lo scopo di intrattenere, far sorridere, e lasciare un minimo di dolcezza, specie nel particolare rapporto madre-figlia, e leggerezza, e ci riesce.
Nulla viene però troppo approfondito, tutto è un po' frettoloso per far spazio ad una serie che alla fine dura tre ore, con alcune situazioni sopra le righe e a volte paradossali, che dà un'occhiata sicuramente sfocata al mondo contemporaneo, ma che unisce diversi temi e diverse tipologie di generi televisivi.
Un po' dark comedy, un po' rom-com, un po' thriller e un po' una presa in giro ad alcune situazioni tipiche dei film di azione, per nominare alcuni stili che Two Weeks To Live tocca.
E, seppur come vi dicevo in maniera superficiale, si toccano delle tematiche interessanti, soprattutto come la paura tipicamente umana porti a comunicare poco e male le proprie emozioni e le proprie sensazioni.
Credo che Two Weeks To Live funzioni così, se la si prende con leggerezza come una compagnia che non vuole insegnare nulla, o lasciare chissà che spunti su cui riflettere. Lo stesso significato del titolo si perde nel giro di pochi minuti, ma tutto sommato le sei puntate hanno un senso, quindi anche se non ci sarà una seconda stagione, la si può recuperare senza restare troppo sospesi. Il cast è carino, i dialoghi simpatici, ed ha un tocco British ma non troppo che non guasta.
Operazione Amore - Plan Coeur
Terza Stagione
Credevo che la serie francese Operazione Amore si sarebbe conclusa con l'episodio speciale sul Lockdown, ed invece il primo gennaio di quest'anno su Netflix è arrivata una terza e ultima stagione di sei episodi che raccolgano le ultime avventure di Elsa, Charlotte ed Emilie.
Operazione Amore 3 riprende le fila del discorso più o meno come lo avevamo lasciato, anche se in questo ultimo capitolo, immagino per comodità, hanno voluto mettere da parte la questione Covid (cosa accaduta anche in altre serie tv) e concentrarsi proprio sul rapporto fra i protagonisti, oltre a toccare argomenti interessanti.
Sempre col suo stile ironico e leggero infatti, i nuovi episodi di Plan Coeur spaziano dalla malattia, al femminismo, e soprattutto si concentrano su diverse forme di maternità, sono quindi argomenti importanti, seri e maturi, che secondo me chiudono bene la serie e il percorso dei personaggi. A fare da legante è sempre ovviamente l'amore e soprattutto l'amicizia con tutte le sue difficoltà, aspetto che, fra qualche esagerazione e stramberia, alla fine rende questa serie tv più realistica ed umana. In questo senso, e non vi faccio troppo spoiler, hanno saputo ricostruire nell'ultimo episodio alcuni dei momenti più belli e importanti della serie.
Credo che Operazione Amore meriti di essere recuperata, la sua spensieratezza porta allegria, e si finisce un po' per appassionarsi ed affezionarsi ai protagonisti. Purtroppo è sempre mancata una certa profondità, complice certamente la durata che non permette grandi approfondimenti, e non ci sono forse nemmeno gli intenti per concedersi maggiori dettagli, ma questo alla fine non importa. Plan Coeur con questa terza stagione per me si è confermata una buona serie da binge watching che può tenere compagnia in un paio di serate senza troppe complicazioni.
Landscapers - Un crimine quasi perfetto
Miniserie
HBO e Sky hanno riunito Olivia Colman e David Thewlis per raccontare la storia vera di Susan e Christopher Edwards, i quali sembrano una tranquilla coppia che vive in Francia, ma in realtà sono accusati dell'omicidio dei genitori di lei nel 1998. Dopo tanti anni però, e senza ormai più soldi, sperperati per acquistare cimeli cinematografici, Christopher si auto denuncia attraverso la matrigna, raccontandole l'accaduto. Così la coppia è costretta a tornare a Londra per affrontare il processo sicuri che avrebbero fatto valere le proprie ragioni.
Sembra che in poche righe vi abbia raccontato molto di Landscapers, ma non è sicuramente la trama a colpire di questa miniserie. La storia infatti, oltre a basarsi su un fatto di cronaca che potremmo un po' tutti conoscere e che tristemente somiglia ad altri, è abbastanza lineare e non proprio il punto di forza di questa serie. Anzi, proprio per quella che è la narrazione a mio avviso i quattro episodi risultano un po' troppo lunghi, perdendo qui e lì di ritmo.
A stupire in Landscapers Un crimine quasi perfetto è sicuramente il modo in cui questa storia viene raccontato, in una commistione costante di generi, stili e colori che si intrecciano per raccontare fatti reali e la ricostruzione delle indagini. Credo possa essere definito metacinema (quasi come in Scena da un matrimonio), soprattutto quando la quarta parete non viene soltanto bucata, ma completamente abbattuta in alcune sequenze. È vero che non tutte le scelte registiche appunto riescono a colpire allo stesso modo, ma è geniale tutta la struttura di questa miniserie.
Inoltre è ovvio che sia stato scelto un cast che, con una recitazione di un certo livello, poteva aggiungere qualcosa di più a Landscapers, e questo è un altro aspetto centrale. Riusciamo infatti ad addentrarci nella psicologia dei personaggi: Susan e Christopher sembrano allo stesso tempo vittime innocenti e astuti calcolatori che puntavano ad ottenere i soldi dei signori Wycherley, e Olivia Colman e David Thewlis riescono a darci due protagonisti comunque interessanti nel loro modo di essere.
I quattro episodi sono disponibili su Sky e Now dal 14 Gennaio di quest'anno, e secondo me è un'altra serie tv perfetta per chi non ha tempo per guardarne.
Two weks to live mi intriga molto. Ora, tra le brevi, mi sto dedicando a Christian, sempre su Sky, davvero acchiappante e girata davvero bene, che non guasta mai.
RispondiEliminaNota di merito per Olivia Colman, spettacolosa figlia di Hopkins, in The father.
Ho visto che Christian è un poliziesco, non fa molto per me. Invece vedrò sicuramente The Father, mi manca ancora
EliminaChristian veramente è un filone "miracolistico", nulla di poliziesco..😁
EliminaThe father da non perdere, si..
Diciamo che l'ambientazione mafia/tipi duri/brutti ceffi/Roma dopo un po' mi annoia, ecco 😄
EliminaDillo a me che ce abito!! ahah
Elimina😂😂😂 morto!
EliminaAvevo mezza idea di vedere Landscapers, poi mi è passata la voglia. Fine della breve storia triste 😅💛
RispondiEliminaUna rapida parabola discendente 😂 Non è male però, se a Febbraio non hai molto... ho visto che non ci sono chissà che uscite
EliminaAvevo adocchiato la prima, ma non ne parlava nessuno e così ho lasciato perdere, ora ci penserò. La terza invece non mi interessava granché, ma ne parlano tanti bene che una chance potrei dare.
RispondiEliminaTutte meritano una chance secondo me. Che poi è l'unica chance, visto quanto sono corte 😅
EliminaOh, come mi è piaciuta Landscapers!
RispondiEliminaQuel modo tutto strano di raccontare la storia, la Colman che dove metti giganteggia, una brevità perfetta per essere divorata.
Avevo visto non so quando Two weeks to live, ricordo pochissimo, tanto sangue e tante stranezze. Ora la confondo con The end of the f* world e non credo sia un pregio.
Non ti era piaciuta The End Of The F World? A me sì, ed in effetti il mood si avvicina.
EliminaLa prima stagione molto, la seconda meno. Forse è che le avevo viste ravvicinate e le confondo per quello 😅
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