Le serie tv che dimenticheremo presto 🤷🏻‍♂️

Come vi anticipavo in un post precedente, sto concludendo serie tv a man bassa in quest'ultimo periodo, cosa che mi fa molto piacere da un lato, visto che mi sembra quasi una maratona in cui sono perennemente indietro. Dall'altro lato però, per la legge dei grandi numeri, è facile incappare in alcune sòle, o per lo meno, in serie tv che non sono del tutto all'altezza delle mie attese. Ne ho tre e, in pillole, vorrei raccontarvi cosa non mi ha convinto. 


I Hate Suzie
Prima stagione
⭐⭐


Billie Piper veste i panni di Suzie Pickles, ex giovane pop-star, oggi attrice con una carriera fra alti e bassi, e sembra che le cose per lei stiano peggiorando. Infatti un bel giorno Suzie viene hackerata e alcune sue foto zozzerelle finiscono in rete. Ma, se ciò non bastasse, è chiaro che l'altra persona nelle foto con lei non sia suo marito. Fra privato e pubblico, la protagonista deve cercare di barcamenarsi e tirare le fila affinché tutto non precipiti. 

I Hate Suzie poteva funzionare alla grande perché ha una bella struttura e una tematica interessante. La serie è infatti divisa in 8 episodi, ognuno dei quali affronta ed esamina le otto fasi del trauma. E la stessa Suzie offre spunti differenti: è una donna che deve affrontare e cercare i far quadrare diversi ambiti della propria vita, dal lavoro appunto alla famiglia, che a volte si scontrano. Allo stesso tempo si ritroverà a non aver ancora del tutto superato alcuni avvenimenti del passato.
Il problema è che il personaggio di Suzie si sfilaccia in questa costante, poco credibile, assurda e forzata incapacità di fare o dire la cosa giusta al momento giusto.
I dialoghi e certe situazioni mi sono sembrate davvero esasperate e irreali per poterle trovare interessanti anche solo da un punto di vista umano super-partes, quindi senza un giudizio.


Personalmente tollero poco quando vengono inserite forzatamente situazioni, scene, battute o anche attimi sopra le righe per far apparire lo show diverso, perché è proprio una tecnica sgamabilissima.
I Hate Suzie non si ama e non si odia secondo me, perché non riesce ad andare oltre appunto un susseguirsi di situazioni "sull'orlo di una crisi di nervi". Forse odio più tutti i personaggi attorno alla protagonista, che sembra facciano di tutto per non aiutarla. 
Probabilmente con dei toni più pacati e meno isterici avrei apprezzato molto di più l'intero progetto, così invece l'ho trovato un po' strambo.
Salvo però Billie Piper, davvero azzeccata per il ruolo. Pare sia stata confermata una seconda stagione, ma la mia voglia di recuperarla latita abbastanza. Se però vi interessa la trovate su Sky e Now.


Halston
Miniserie
⭐⭐


Il 14 maggio di quest'anno su Netflix era apparsa una nuova serie tv firmata Ryan Murphy che percorre l'ascesa e la caduta dello stilista americano Halston. Fra drammi personali, problemi lavorativi e un mondo in cambiamento, Ewan McGregor dà il volto ad una figura affascinante degli anni '70 e '80, e una vita fatta di glamour, fama, occasioni perse, amicizie importanti e delusioni.

Personalmente non conoscevo molto della vita di Halston, per cui questa biopic è stata abbastanza interessante, oltre che facile da seguire visto che si tratta di cinque episodi dalla canonica durata di 45 minuti l'uno. È un po' la classica storia del genio che diventa vittima sia di se stesso che delle circostanza e proprio per questo ho trovato questa miniserie non del tutto soddisfacente.
In Halston infatti si nota molto la mano di Murphy che punta molto sulla patina, sulla superfice e non va mai (o quasi) a fondo: riempire spazi con una vita al limite, fra sfarzi, feste, scene di sesso non può essere sempre la soluzione per coprire l'assenza di una maggiore introspezione. 


Ho trovato questa miniserie affascinante da un punto di vista più dell'imprenditore, della sua visione di esclusività ed egocentrismo, così come posso considerare giusto l'Emmy per l'interpretazione di Ewan McGregor, ma non è sufficiente secondo me ad emergere nel mare delle serie tv. Sicuramente si lascia guardare grazie alla cura dei dettagli, dei costumi, e al cast, ma ho trovato Halston abbastanza dimenticabile nel suo insieme.



Nine Perfect Strangers
Miniserie
⭐⭐



Ormai ne ha parlato chiunque ed il coro di voci che si è espresso su Nine Perfect Strangers è (quasi) unanime, almeno da quel che è passato sotto i miei occhi. Prime Video ha raccolto attori del calibro di Nicole Kidman, Luke Evans, Melissa McCarthy e Bobby Cannavale in una miniserie drammatica dai toni thriller.
Masha è l'enigmatica e fascinosa direttrice del Tranquillum House, un resort esclusivo dove intraprendere un percorso per ritrovare se stessi. Così, nove perfetti sconosciuti si ritroveranno ospiti di Masha, ed ognuno dovrà affrontare i propri traumi e le proprie sofferenze passate e presenti. Ma anche la stessa santona sembra nascondere un passato difficile, tortuoso e complesso.

Nove Perfetti Sconosciuti ha alla base alcuni ingredienti interessanti, che vanno oltre il cast: già la storia, adombrata da un alone da thriller psicologico, poteva creare la giusta curiosità da spingermi nell'andare avanti nel corso degli 8 episodi. Peccato che sia rivelata una bella confezione con dentro il vuoto, come quelle scatole di latta dei biscotti dove dentro ci trovi aghi e fili. Un po' come era stato The White Lotus, seppur con toni meno isterici e grotteschi. 
Le storie dei singoli personaggi hanno secondo me punti di partenza poco originali, sviluppi poco interessanti e soprattutto non sono tutte empatizzabili allo stesso livello. A qualcuno interessa ancora una donna disperata perché il marito l'ha lasciata? O di un ex giocatore che abusa di farmaci a seguito di un incidente?


Ho davvero sperato che nel corso degli episodi ci potessero essere dei nuovi sviluppi che dessero una svolta forte a Nine Perfect Strangers, ma non c'è purtroppo stata. La stessa misteriosa Masha ha delle tecniche di "cura" nella sua spa che sono già viste e riviste, e il suo percorso, che secondo me rivela troppo presto il suo enigma, mi è parso lento e ripetitivo per dare quella spinta a tutto l'ingranaggio.
Inoltre mi affligge un grande dubbio: è possibile trovare una parrucca meno finta per Nicole Kidman?
Riesco a salvare il finale di questa miniserie perché è conclusivo e almeno non lascia grossi coni d'ombra su situazioni da chiarire. Se dovessi consigliarvi però una serie tv di David E. Kelley, sicuramente vi direi di provare con The Undoing e Big Little Lies, mentre lascerei perdere sia Big Sky che Nine Perfect Strangers.



10 commenti:

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  1. Non avendole viste, riuscirò a dimenticarle ancor prima di Undoing, essendo incappato nei mille cappottini di Nicole.. ;)

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    1. Allora parti d'anticipo! 😂 Non ricordo se ti era piaciuto The Undoing!

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  2. Effettivamente, tre titoli non certo indimenticabili, anzi, Halston nel suo essere così classico anche se vero, lo avevo già dimenticato.

    Suzie l'ho odiata parecchio come personaggio, ma l'ho amata di più come serie anche se una seconda stagione mi vede perplessa.

    Un'occasione sprecata per il gran cast dei 9 sconosciuti, che finisce in un niente di fatto, a sgonfiare anche quel "mistero" che cercavano di venderci dall'inizio...

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    1. Allora non ho sbagliato del tutto il titolo, anche solo per Halston 😄

      Onestamente, anche se mi fosse piaciuta I Hate Suzie, una seconda stagione secondo me non ha molto senso...

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  3. Ero indeciso se vedere o meno Suzie, è piaciuta a pochissimi, quindi forse l'eviterò..

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    1. Davvero è piaciuta poco? Non lo sapevo, non ho letto nulla

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  4. Ciao Pier, ho visto le ultime due,di Suzie ne avevo letto il riassunto e non mi ha colpito, quindi l'ho scartato. Di Halston mi è piaciuta la confezione, mi piace la moda vintage e ne ho apprezzato la rievocazione, infine Ewan McGregor è uno dei miei attori preferiti e gli perdono questo "passo falso". Appoggio in toto il tuo giudizio sulla serie con la Kidman, aggiungo solo : ma perchè???

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    1. Ciao Arianna! Quindi concordi anche sul fatto che Halston sia un po' superficiale?
      Su Nine Perfect Strangers non so, secondo me si convincono che avendo fatto una o due serie di successo, significa che tutte funzionino a come le fai, fai.

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    2. Si, concordo che sia un po'superficiale e anche troppo sulle righe a mio parere.

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    3. Ok, mi era sembrato per un attimo che ti fosse piaciuto 😄

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