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Cosa non funziona in Storia di un matrimonio

Quando, lo scorso Natale, avevo dedicato un piccolo spazio ai film da recuperare su Netflix ne avevo volutamente omesso uno che, oltre a non aver nulla a che fare con quella parentesi, meritava una riflessione più ampia, e mi riferisco a Storia di un matrimonio (2019).


Lui, Charlie, è un artista, anzi un famoso regista teatrale. Lei, Nicole, è la sua musa, un'attrice che poteva essere una star del cinema, ma che invece ha deciso di restare con lui, sposarlo ed avere un figlio.
Fra Charlie e Nicole però qualcosa si è rotto. Provano la terapia matrimoniale, ma sembra non funzionare, la comunicazione fra i due è diventata impastata e svogliata, e l'unica strada sembra ormai quella di trovare un nuovo equilibrio, questa volta da separati.
Così più che mai la Storia di un matrimonio si fraziona in due parti della stessa medaglia, dove litigi, rimpianti e sgomitate si mischiano a tenerezza e ricordi.



È vero che abbiamo bisogno di normalità, è la chiave di indagine che più si avvicina a noi che subiamo le immagini sullo schermo e non le creiamo, e credo che Storia di un matrimonio se la ponga come obbiettivo questa normalità, ma si perde nello sviluppo. Non ritengo che abbiamo bisogno di rendere pesante questa normalità, di voler a tutti i costi scavare e cercare qualcosa che non c'è. Non abbiamo bisogno di sorbirci per l'ennesima volta i comuni litigi di coppie al capolinea, specie se chiaramente queste devono ancora metabolizzare la cosa, la pantomima di avvocati avvoltoi pronti a razziare il portafogli dell'avversario, o di discutere del calendario dell'affidamento condiviso.
Credo che Marriage Story ricami fin troppo su questi temi, ce li rimescoli davanti agli occhi e non ci dia poi qualche spunto diverso, che non sia noioso, che non sia inutilmente isterico.


Nicole ha bisogno di ritrovare la propria voce, la propria unicità e, quando ci riesce, splende. Charlie forse avrebbe avuto bisogno di un dialogo più aperto, critico, che l'avrebbe spinto a trovarla quella unicità (un uomo che non sa scegliersi nemmeno un panino da solo non so come possa arrivare a 40 anni illeso) ma probabilmente, troppo chiuso nel suo narcisismo, non avrebbe comunque capito se non a colpi di strattoni.
Fine di Storia di un matrimonio.
Il resto vi dicevo, è la parentesi inutile di due persone complicate, come tante, che sanno benissimo uscire gli artigli quando serve, che sanno ancora provare attimi di dolcezza più spesso dati dall'abitudine, e che però cadono dalle nuvole, stralunati, quando conviene.
Aggiungeteci dialoghi a tratti inverosimili e che cercano di farci passare questa come una storia comune, ma parliamo pur sempre di due persone fortunate che possono permettersi, con qualche sacrificio, avvocati da parcelle salate.


Di Marriage Story salvo la tenerezza di un padre che a modo suo vuole nel restare, quanto più possibile, nel suo ruolo. Salvo la frustrazione, la stanchezza di vedere sbriciolarsi fra le dita qualcosa che si è costruito con tanta cura e allo stesso tempo con tanta naturalezza.
Salvo Scarlett Johansson e Adam Driver, nonostante la mia antipatia per quest'ultimo, che secondo me si saranno stancati a fare questi personaggi così nevrotici, ma lo fanno bene. Così come Laura Dern che ci ripresenta una versione più controllata di Renata Klein da Big Little Lies.
Il resto è un film lungo due ore, che non mi ha trasmesso nulla, e che a tratti diventa esasperante. Nelle poche recensioni che ho letto nessuno diceva che cosa ci fosse di così tanto eccezionale in Storia di un matrimonio, quali emozioni in particolare riuscisse a suscitare, ed io arrogantemente credo che in verità nessuno sia riuscito a sfilacciare l'intreccio della "straordinarietà" che tanti decantano.

storia di un matrimonio recensione

Perché in verità non c'è molta emozione, ci sono scene simpatiche che evitano il patimento di un dramma quasi fastidioso e claustrofobico. Ci sono parti più intense fatte di dialoghi nudi, diretti, che creano una sorta di realismo nella storia, ma a me è sembrato un modo costruito di voler fare del realismo. Infatti ci si perde poi in scene un po' pietose, imbarazzanti e poco realistiche, come quella in cui in protagonista si mette a cantare sconsolato con gli amici, o ancora sul finale, dove "per caso" (ditemi voi come il bambino poteva trovare quel biglietto, senza neppur saperlo leggere, e sapendo che deve andare a fare dolcetto e scherzetto) si crea un escamotage per ridare a questa arida costruzione un po' di commozione.

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Perché Storia di un matrimonio vuole accontentare tutti e non ha il coraggio di prendere una strada: non vuole banalizzarsi con l'idea che un amore possa risanarsi (anche perché il film non avrebbe forse senso di esistere) per non scontentare gli intellettuali dal gusto indie; non vuole nemmeno affrontare seriamente ed irreversibilmente la fine di una storia, cosa che sarebbe anche umanamente comprensibile per due che sono stati così tanto male, per non fare uno sgarbo ai romantici.
Storia di un matrimonio è un po' vittima di se stessa come i protagonisti, che ormai svegli dall'atrofia dell'amore, si rendono conto che le loro scelte non hanno funzionato fino alla fine, e che 10 anni di queste scelte, non si possono dissolvere con un sorriso e una carezza.


Se siete anche voi consci del fatto che la perfezione in coppia non esiste, ma si scende dolcemente e consapevolmente ad un compromesso, perché in quel determinato periodo storico lo si ritiene giusto, facile ed importante, e comunque ogni fibra del proprio corpo non permette altra scelta, e se anche voi concordate con me che, se certe scelte vengono fatte con volontà di animo ed un minimo di raziocino, non c'è molto di cui rimpiangere e litigare e lamentarsi, allora questo film anche voi sembrerà un inutile piagnisteo. Ed anche immaturo, perché si sa, che anche la fine di una storia d'amore c'è sempre qualcosa da imparare, basta solo darsi tempo.
Ma non ci sono colpe, non ci sono vittime né carnefici, ci sono scelte, come nella vita di chiunque, solo che alcuni hanno la decenza di affrontarle senza far finta di non ricordare, di negare.


Storia di un matrimonio non è quindi la storia di un matrimonio, né la storia di un divorzio, ma soprattutto non è la storia di una coppia così corroborante e meritevole di essere portata su uno schermo. Direi che è piuttosto la storia di una errata convinzione: quella di poter trasmettere a parole, con un film inutilmente verboso al limite del chiassoso, una cosa che non sempre può avere una traduzione in lettere e spiegazioni ovvero la chimica dell'amore.


Titolo originale: Marriage Story
Genere: 
drammatico
Durata: 136 minuti
Regia: Noah Baumbach
Uscita in Italia: 6 Dicembre 2019 (Netflix)
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Voto 6



Dite che sono stato troppo cattivo? O devo aggiungere che un Oscar come miglior film mi sembrerebbe totale follia?



20 commenti:

E tu cosa ne pensi?

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  1. Non l'ho ancora visto (anche se l'ho in lista su Netflix) e continuo a rimandare perchè francamente non impazzisco per storie di coppie che litigano XD Ti dirò che dopo questa tua recensione mi è ancor di più passata la voglia di vederlo (e poi anche a me sta antipatico Adam Driver).

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    1. Ahahaha anche io non impazzisco per coppie per litigano XD! Ma perché Driver fa così antipatia? Eppure è bravo!

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  2. A me non è piaciuto.
    Me ne avevano parlato come di un capolavoro e invece mi sono annoiata 😅

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  3. Troppo cattivo dici?
    Ma no.
    Chissà se con i miei occhi di donna sposata e disillusa in merito all'amore eterno tutto rose e fiori questo film mi piacerebbe.
    Magari mi ci immedesimerei. O forse risulterebbe noioso anche a me.
    Ti farò sapere se mai passerá in tv. 😉

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    1. In effetti è uno di quei film in cui l'esperienza personale può far la differenza sull'apprezzarlo o meno!
      Non credo passerà mai in tv, la vedo molto difficile essendo targato Netflix :)

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  4. Quando le storie di normalità vengono portate all'esasperazione, come in questo caso, non può uscirne qualcosa di davvero buono. Spesso ne esce solo qualcosa di pesante.
    Baci.

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  5. Non sono d'accordo.
    Non dico che è il film più bello che abbia mai visto, no, neanche alla lontana. Ho trovato che riesca ad essere sia estremamente delicato sia altrettanto pungente. La sceneggiatura vuole raccontare una storia tragicomica e verosimile e, credo, ci riesca. L'alternanza di scene forti e di scene divertenti è molto azzeccata. Secondo me è un film ben scritto e anche (molto) ben recitato. Adam River, poi, può piacere e non piacere, ma credo sia innegabile che abbia del talento.

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    1. Scusami ma io non credo che abbia nulla ne di tragi- visto che alla fine è una storia molto normale, i due non hanno poi grossi problemi, non vengono magari da un passato così burrascoso a quanto dicono, né di -comica, almeno a me non è che abbia fatto proprio ridere, ma forse nemmeno sorridere...
      O per lo meno, riesci a nominarmi una o due scene in cui si toccano punte drammatiche (non isteriche) e punte particolarmente divertenti (non imbarazzanti)?

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  6. So che conoscendomi lo sai già, ma io voglio lasciartelo scritto qui nero su bianco che sto film non ho neanche pensato di vederlo 😅
    Non è il mio genere di intrattenimento televisivo preferito, ne ho sentito molto parlare sia in positivo che in negativo, ma è uno di quei casi in cui farmi una mia opinione proprio non mi interessa, ma leggo volentieri la tua 😀🤓

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    1. Non dubitavo, ma soprattutto ti capisco 🤣 Sono io che mi caccio in certe situazioni 😅

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  7. Ma dicevi davvero del podcast! :o
    Io pensavo mi stavi prendendo in giro! Ho sentito il podcast e direi che i presupposti nostri sono identici.
    Domani ne parliamo privatamente. Oh, sembra che ci siamo messi d'accordo :D

    P.s. sto film già non fa per me come trama, figurati dopo quello che hai scritto! XD

    Moz-

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    1. Ho notato che ti ha colpito più la questione del podcast che il film XD

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  8. Ciao ma sai che a me incuriosisce un sacco invece sto film...e non so se ne rimarrei deluso?
    Ma quello che mi incuriosisce è il commento di gente che ho letto nei vari blog di cinema che non hanno il coraggio di guardarlo perché gli ricorda il film il loro disastro/situazione di coppia o comunque un triste passato...io non essendo divorziato e non avendo finor’ora sofferto per amore ..non così tanto da arrivare ad una separazione ( e scrivendolo mi sto toccando i cojoni per scaramanzia 🤣) ecco sarei curioso di vederlo!
    Ciaooooo

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    1. Ciao Max! Mi hai steso 🤣🤣 Io come dicevo a Claudia credo che sia uno di quei film che si può leggere diversamente in base al proprio vissuto, ma è comunque un film, e non credo che abbia una intensità tale per "distruggere" qualcuno al punto da contorcersi le budella solo perché magari si è affrontati un divorzio o dei problemi di cuore...
      Recuperalo che son curioso di sapere che te ne pare :D

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  9. ho visto il Trailer, non so se me la sento :-)

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  10. Ciao, non si tratta di essere cattivi, si tratta di fare le vere recensioni, cosa ultimamente molto rara. Pensa che per trovarti ho dovuto cercare "Marriage Story recensione negativa", perchè di base è tutto uno sperticarsi in lodi, per qualunque cosa. Come se chi recensisce fosse senza storia, nato ieri, e come se quello fosse il primo film che ha visto in vita sua. Ma forse è impressione mia. Tornando al film, concordo con te pienamente, e in più aggiungo il pensiero che ha attraversato la mia mente a 10 minuti dall'inizio: ma se non siete Woody Allen, perchè fate questi film? Poi mi sono richiamata all'ordine e mi sono imposta di finirlo senza pregiudizi. Ci ho messo una settimana, pregio o difetto dell'era moderna, e qualcosa vorrà pur dire. Ci sono dei film (e anche dei romanzi), che valgono la pena per un'unica frase, o anche una sola scena, il finale di La la land, a mio avviso, vale da solo 4 film e 5 Oscar, ma questo? Di questo cosa resta? Che Scarlett Johansson la ricordavo effettivamente più bella. Grazie per la recensione, ciao. :-)

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    1. Ciao! Grazie per aver recuperato questa recensione. Concordo sul fatto che spesso (non sempre, per carità, ci sta avere opinioni diverse) ci sono delle recensioni faziose o superficiali. È anche normale al giorno d'oggi perché non sempre si riesce a dedicare un approfondimento del genere ad un solo film, anche a me capita. Ma davvero mi colpisce quando non si nota la mancanza di originalità!

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