Un viaggio più metaforico e introspettivo è quello che percorre Jacob e la sua famiglia, in Eccomi di Jonathan Safran Foer.
Titolo Originale: Here I am
Autore: Jonathan Safran Foer Editore: Guanda Pagine: 600 Data di pubblicazione: 2016 Prezzo: rilegato € 18.70 / ebook € 9,99 |
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Tuttavia la lettura di Eccomi è stata direi difficoltosa.
La scrittura di Foer riesce ad essere ricca ma fluente allo stesso tempo, la scelta delle parole non è casuale, ed è stata proprio questa sua abilità a farmi arrivare alla fine, insieme a pochi altri elementi.
La storia di per sé non è certo fra questi: Jacob si trova ad affrontare dei momenti importanti per lui e la sua famiglia, dal Bar mitzvah del figlio, alla più difficile separazione dalla moglie Julia. A far da specchio a questi momenti di rottura c'è il disastro di un forte terremoto in Medio Oriente, che sgretolerà la vita di molte persone, così come si sbriciolerà la vita di Jacob e Julia. Il tutto, come potete immaginare, è bagnato dalla cultura ebraica di cui la famiglia fa parte, nonostante non siano così ferventemente religiosi.
Messa così potrebbe sembrare interessante, ma lo sviluppo per me è stato noioso, poco accattivante, poco empatizzante. Ad ogni pagina mi chiedevo cosa me ne importasse di quello che stavo leggendo, e la risposta era sempre niente. O troppo poco affinché risultasse rilevante. Molto spesso ad esempio mi stancavo della continua frustrazione dei personaggi. Altre volte invece li trovavo inutilmente impastati in pensieri che non portano a nulla. Confesso anche che più volte volevo fermarmi e prenderlo più avanti, o non riprenderlo affatto, ma poi proseguivo sempre un po' per inerzia.
Ci sono molti libri che raccontano uno spaccato di vita, ma quello proposto in Eccomi l'ho trovato sciapo, salvo in pochi momenti. Il tutto viene appesantito da dialoghi che dovrebbero risultare brillanti, a volte con una vena di humour, e invece finiscono per essere ridondanti e anche un po' costruiti, poco realistici. Specie per i figli di Jacob che sembrano oscillare in uno stato che va da acuti pensatori a semplici ragazzetti anche poco svegli e un po' viziati.
La storia inoltre sembra scollegarsi, e si basa su cose alla fine già sentite (crisi matrimoniali, disastri ambientali e sociopolitici), e non affrontate poi in maniera tanto diversa.
La scrittura di Foer riesce ad essere ricca ma fluente allo stesso tempo, la scelta delle parole non è casuale, ed è stata proprio questa sua abilità a farmi arrivare alla fine, insieme a pochi altri elementi.
La storia di per sé non è certo fra questi: Jacob si trova ad affrontare dei momenti importanti per lui e la sua famiglia, dal Bar mitzvah del figlio, alla più difficile separazione dalla moglie Julia. A far da specchio a questi momenti di rottura c'è il disastro di un forte terremoto in Medio Oriente, che sgretolerà la vita di molte persone, così come si sbriciolerà la vita di Jacob e Julia. Il tutto, come potete immaginare, è bagnato dalla cultura ebraica di cui la famiglia fa parte, nonostante non siano così ferventemente religiosi.
Messa così potrebbe sembrare interessante, ma lo sviluppo per me è stato noioso, poco accattivante, poco empatizzante. Ad ogni pagina mi chiedevo cosa me ne importasse di quello che stavo leggendo, e la risposta era sempre niente. O troppo poco affinché risultasse rilevante. Molto spesso ad esempio mi stancavo della continua frustrazione dei personaggi. Altre volte invece li trovavo inutilmente impastati in pensieri che non portano a nulla. Confesso anche che più volte volevo fermarmi e prenderlo più avanti, o non riprenderlo affatto, ma poi proseguivo sempre un po' per inerzia.
Ci sono molti libri che raccontano uno spaccato di vita, ma quello proposto in Eccomi l'ho trovato sciapo, salvo in pochi momenti. Il tutto viene appesantito da dialoghi che dovrebbero risultare brillanti, a volte con una vena di humour, e invece finiscono per essere ridondanti e anche un po' costruiti, poco realistici. Specie per i figli di Jacob che sembrano oscillare in uno stato che va da acuti pensatori a semplici ragazzetti anche poco svegli e un po' viziati.
La storia inoltre sembra scollegarsi, e si basa su cose alla fine già sentite (crisi matrimoniali, disastri ambientali e sociopolitici), e non affrontate poi in maniera tanto diversa.
Mi sono ritrovato a continuare a leggere per cibarmi di quei pochi momenti interessanti di cui vi dicevo, di quello stile di scrittura che in alcune parti rapisce e fa riflettere e in cui potessi ritrovarmi. È stata una costante attesa, come in un grande buffet in cui riesci ad afferrare solo dei piccoli stuzzichini ma non arrivi mai alla grande portata che ti aspetti (scusate, le metafore culinarie sono quelle che mi riescono meglio).
Eccomi di Foer è un libro interessante all'origine ma secondo me non ha la forza per tenersi in piedi solidamente durante lo sviluppo. Una sirena che mi ha attirato con il suo canto ma non è riuscita a stregarmi, così mi sono sentito. Ed in conclusione mi sento deluso, vorrei provare a leggere gli altri romanzi, ma per il momento io e Foer ci prendiamo una pausa.
Più fisico è invece il viaggio di Harold ne L'imprevedibile viaggio di Harold Fry scritto da Rachel Joyce.
Titolo Originale: The Unlikely Pilgrimage of Harold Fry
Autore: Rachel Joyce Editore: Sperling & Kupfer Pagine: 310 Data di pubblicazione: 2012 Prezzo: rilegato € 15.22 / ebook € 6,99 |
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Imprevedibile è stato anche il come questo libro sia finito fra le mie mani: doveva essere un regalo da fare e per cui avevo chiesto consiglio alla mia amica Simona (MissPenny09). Alla fine quel libro non arrivò a destinazione, ma io mi ero incuriosito (sì regalo cose che non so come siano, le opinioni sono soggettive, no?) ed ho preso l'ebook.
L'incipit è un po' quello de Il treno ha fischiato, quindi quella molla che ti spinge a voler rivoluzionare la tua vita ormai stretta e piatta, anche se a muovere la mente e poi i piedi di Harold Fry non è un lontano suono, ma una lettera di una vecchia amica ormai malata e prossima alla morte. Lungo il suo viaggio completamente a piedi dall'Inghilterra fino ai confini con la Scozia, costellato di ogni sorta di imprevisto, il protagonista ripercorrerà con i ricordi ciò che è stato della sua vita, della relazione in crisi con la moglie e del rapporto con il figlio.
Il mio rapporto con L'imprevedibile viaggio di Harold Fry invece è stato decisamente migliore che con Eccomi, risultandomi meno carico e impegnativo, ma soprattutto più coinvolgente.
È vero, ho trovato alcuni punti un po' prolissi e ripetitivi, nonostante la scrittura mi sia parsa leggera e piacevole, però ha saputo emozionarmi ed anche un po' sorprendermi.
Non fraintendete "leggera" perché dalla semplicità dello scritto secondo me traspare molto e ognuno può cogliere una sensazione o magari un ricordo diverso. A me questo suo viaggio mi è arrivato come una lettura metaforica di quella che è la vita stessa: più volte mi ha fatto riflettere come spesso ci chiudiamo nelle nostre paure, viviamo svogliatamente, ci portiamo nell'animo bagagli pieni di cose inutili, ci circondiamo di persone che servono solo a farci rallentare, per il loro lustro. Ed invece a volte basta lanciarsi, o spogliarsi o a volte anche provare a superarsi, per riscoprire nuovi pezzi di noi stessi. Basta imparare a comunicare di nuovo con noi stessi e con gli altri.
Accanto alla gradevolezza della storia e a tutto quello che si può trarre da queste pagine, ci metto anche la piacevolezza dei personaggi, che arrivano al lettore come buoni, genuini nelle loro fragilità, ma non stucchevoli.
L'imprevedibile viaggio di Harold Fry non credo sia il libro che non può mancare sui vostri scaffali, alla fine di libri sul viaggio per ritrovare se stessi ne esistono molti, ma è stata una lettura tenera per me, ed è una sensazione che mi è rimasta dentro, e questo credo batta qualunque altisonante recensione.
Non ci credo. Sei riuscito a leggere un libro di 600 pagine che neppure ti appassionava?
RispondiEliminaMeriteresti una medaglia al valore.
Io non lo avrei mai neppure aperto.. :P
Ho impiegato diverso tempo in verità a finirlo 😁 non so esattamente quanto, ma direi un bel po'
EliminaIspira da sempre più il primo, ma le 600 pagine - neanche troppo accattivanti, intuiscono - fanno tremare le ginocchia al solo pensiero.
RispondiEliminaPer me no, non sono state molto accattivanti, poi appunto c'è chi invece l'ha amato.
EliminaEccomi volevo leggerlo, ora non più! XD Mentre non avevo mai sentito parlare de "L'imprevedibile viaggio di Harold Fry", mi sa che ora voglio leggere questo! XD
RispondiEliminaUltimamente mi sono buttata su Simonetta Agnello Hornby, mai letto niente di suo? Te la consiglio vivamente!
Eccomi è una bella gatta da pelare secondo me 😅
EliminaNon conosco la scrittrice che mi dici, e me la segno. Qualche titolo in particolare?
Il primo non ce la farei, ma il secondo mi intriga ( anche a causa della bellissima copertina ), un pensierino ce lo faccio.
RispondiEliminaIl primo è impegnativo sotto tanti punti di vista, ma sinceramente non mi sono posto il problema, anche perché l'ho letto in parecchio tempo, pensa forse anche un anno mentre ho letto altro!
EliminaPieeeeer! Ecco che intendevi quando hai scritto in risposta al mio commento all'altro post "Preparati per lunedì" :)))
RispondiEliminaAllora, ti ho già detto che adoro questa rubrica? ;) :)
Il primo libro che proponi non lo conoscevo e ti dirò che l'autore l'ho sentito nominare ma non mi ha mai attirato, senza un vero perchè. Io per le letture sono così: vado a... sensazione. Se un libro o proprio un autore non mi ispirano, li lascio perdere. Leggendo adesso anche la tua recensione non è che mi senta invogliata a conoscere Foer.
Ma.... L'imprevedibile viaggio di Harold Fry lo consoco eccome, invece :)
Letto, apprezzato e recensito sul mio blog un annetto e mezzo fa. L'ho trovato delicato, non banale e non smielato. Come te mi ha lasciato dentro una tenerezza, una commozione sincera... Bello. Bello non come un capolavoro della letteratura, ma bello perchè coinvolge e lascia come rincuorati, nonostante sia trattato anche il tema della morte.
C'è un seguito, lo sapevi? Si intitola "La canzone d'amore di Queenie Hennessy" e narra in pratica l'attesa di Quuenie, mentre Harold viaggia per andare da lei, con stralci del passato visti dal punto di vista di lei stavolta. Bello anche questo secondo volume!
Ciao... e al prossimo appuntamento con "Sotto la copertina" ;)
Esatto Maris :D Conoscendo i tupi gusti sapevo che con il post di oggi ti avrei ritrovata :)
EliminaNon ricordavo della tua recensione e non sapevo nemmeno che esistesse una sorta di seguito/parentesi continuazione! Molto interessante *-* Grazie, la cercherò più avanti!
Io credo nella bellezza delle rubriche lente, che un po' crescono da sole...senza fretta.
RispondiEliminaLeggendo la tua opinione del libro di Foer ho capito che non potrei prenderlo, per me, perché faccio fatica ad appassionarmi alle cose lente e poco empatizzanti. Tu sei stato bravissimo a concluderlo, complimenti.
Effettivamente me lo state facendo notare e sono ancora più orgoglioso di me XD Ma ci ho messo una quaresima a finirlo :D
EliminaEccomi non l'ho mai letto ne' ne ho sentito mai parlare, mentre L'imprevedibile viaggio di Harold Fry mi è piaciuto un sacco! <3
RispondiEliminaMi aspettavo che ci fossero più fan di Foer e invece al contrario... Mi fa piacere 😁
EliminaEcco quindi durante la pausa da computer avrai letto un altro libro da 600 pagine? :D.
RispondiEliminaA parte gli scherzi il primo libro lo avrei decisamente evitato per la combo trama+pagine.
Il secondo riprende una storia abbastanza comune, mi sembra di capire (il viaggio alla ricerca di una persona e quindi riflessioni sulla propria vita, sul proprio passato).
Ma ammetto che neppure questo titolo ha stuzzicato le mie corde :)
Abbiamo gusti troppo distanti Riccardo 😁 ma magari prima o poi un libro che ti piace lo leggo!
EliminaDi Foer ho da anni il saggio "Se niente importa", ho iniziato a leggere le prime pagine ma non sono mai riuscita a proseguire per il tema che è davvero forte per me (dal momento che già mi sta a cuore), per il resto conosco gli altri suoi libri ma non li ho mai letti.
RispondiEliminaFaccio parte di un club del libro e ora sto leggendo un libro di King, scrittore che non mi ha mai ispirato e sto faticando tantissimo a leggerlo proprio perché come per te con Foer, lo trovo noioso, lento, poco empatizzante.
Confesso che non ho mai letto niente di King e un po' mi intriga. Cosa stai leggendo in particolare?
EliminaDi Foer un paio di anni fa ho letto molto forte incredibilmente vicino. Forse il suo romanzo più famoso. La sua scrittura è molto particolare, il suo modo di raccontare inizialmente ricordo mi Mise un po' in difficoltà, ma quel romanzo mi ha colpito e lo lessi con interesse. Se ne hai voglia credo sia una buona alternativa. Sul secondo non ti dico nulla 😄 sai già tutto
RispondiEliminaE forse era meglio che leggevo quello mi sa :D
EliminaIo di Foer ti consiglio Molto forte, incredibilmente vicino. Il film con Hanks/Bullock era una ciofeca, tanto che manco ho finito di guardarlo, ma il libro è bellissimo! È scritto in una maniera stranissima, le prime venti pagine sei lì che dici oh che minchia sto leggendo, ma poi ti acchiappa e non ti molla più!
RispondiEliminaGli vorrei dare una chance ma credo che mi prenderò un po' di tempo prima di ritornare a Foer! Grazie :D
EliminaEroico! 600 pagine di un libro che non piace è puro eroismo!
RispondiEliminaOk, direi che il primo libro non lo prendo neppure in considerazione, al secondo, invece, potrei anche fare un pensierino, anche solo per la copertina.
Ci ho messo però un bel po' :D
EliminaIl secondo lo consiglio per la copertina e per la tenerezza :)