|Beauty Cues Special|
Sante Naturkosmetik: un siero per le ciglia NATURALE! 🌱🍃

Aleggiava da un po' la voglia di, dopo alcuni sieri per le ciglia non propriamente naturali, provarne uno che lo fosse il più possibile, e che ovviamente non fosse il classico olio di ricino. Lui ovviamente resta il siero per ciglia più naturale che conosciamo, quello per eccellenza più usato, tuttavia su di me, come mi pare dissi tempo fa, ha un'efficacia limitata, ed io voglio molto di più. Da qui nasce la mia ricerca di prodotti specifici per le ciglia che possano rivelarsi efficaci.
Devo dire che trovare questo tipo di trattamenti naturali con un costo accettabile non è semplicissimo, ma qualcosa col tempo sta spuntando, per cui mettetevi comodi che non sarà un unico appuntamento. Uno dei primi sieri per ciglia con ingredienti verdi che abbia visto in circolazione è stato il Lash Extension di Sante Naturkosmetik.



L'azienda tedesca produce due tipi di prodotti rinforzanti per ciglia, tuttavia ero più orientato su questo Lash Extension per diverse ragioni.
Sicuramente fra le motivazioni c'è l'applicatore, che è un pennellino simil eyeliner, sottile e pratico secondo me nell'applicazione del prodotto alla radice delle ciglia.
Poi c'è anche una questione di INCI. Devo dire la verità, non conosco bene le proprietà che gli estratti inseriti nella formula possono avere sulle ciglia. Sante Naturkosmetik dice a riguardo
"Essenza di foglie di Betulla bio
Aiuta la circolazione sanguigna e assicura il nutrimento ottimale delle radici delle ciglia, le rinforza e dona una lucentezza sottile.
Estratto di Aloe vera bio
Idrata molto bene ed è una sostanza naturale che calma la pelle irritata. Fa in modo che la pelle resti idratata e rilassata dopo il lavaggio."
E diciamo che posso essere d'accordo per quanto concerne questi due elementi, così come credo abbia una funzione stimolante l'estratto di baccje di goji; ma non so quanto possa essere utile ad esempio l'estratto di eufrasia di cui conosco le proprietà più rivolte alla cura del contorno occhi, quindi di borse ed occhiaie ma non per la crescita delle ciglia. Comunque c'è un altro aspetto che mi ha spinto verso il Lash Extension piuttosto che il Lash Balm Sante: perché entrambi contengono alcol denaturato, ma nell'INCI del primo ha una posizione più bassa.



In generale comunque posso dirvi sin da adesso che lo ritengo un prodotto delicato sugli occhi, che mai mi ha portato bruciore o irritazione, anzi in generale si percepisce appena sull'occhio, come una lieve sensazione di umido.
Il Lash Extension si presenta infatti come un siero liquido e completamente trasparente che il pennellino di cui vi dicevo sopra, distribuisce alla perfezione all'attaccatura delle ciglia.
Ho iniziato ad utilizzare questo siero di Sante esattamente dal 4 Novembre dello scorso anno. Devo dire che le mie ciglia godevano già di buona salute, e durava ancora l'effetto di quel prodotto che avevo acquistato da Amazon, e che avevo terminato intorno agli inizi di Ottobre.
Questo era il mio punto di partenza, di cui, tutto sommato, ero particolarmente soddisfatto:



Tenete presente che praticamente per buona parte di Ottobre non ho utilizzato alcun rinforzante per le ciglia, specie perché sapevo che poi, partendo per l'Irlanda, non sarei stato costante per almeno quei dieci giorni, quindi ho aspettato il mio ritorno per iniziare il trattamento.
Vi dicevo che il mio punto di partenza era praticamente invariato rispetto alla scorsa review: le ciglia erano ancora folte, lunghe, non cadevano, quindi se da un lato il Lash Extension di Sante non doveva fare uno sforzo immane, dall'altro se ci fossero stati dei miglioramenti sarebbero potuti essere magari poco evidenti.
L'azienda dice che
"Agisce per 24 Ore curando le ciglia e rendendole più lunghe e spesse dopo sole 4 settimane"
in effetti sarebbe possibile utilizzare questo siero anche due volte al giorno, e devo dire in questo senso che non lascia residui sulle ciglia, per cui è fattibile, ma io mi sono limitato all'uso notturno, perché mi sembra esagerato aggiungere un altro pezzo alla mia routine; però credo che se la vostra situazione ciglia è più disastrosa, potrebbe essere necessario un trattamento urto anche diurno.
Dopo appunto circa quattro settimane di utilizzo costante del siero, intorno al 4 dicembre dello scorso anno, la situazione era questa:



Ci tengo sempre a specificare che le foto vogliono essere indicative perché personalmente non ho una attrezzatura professionale per fotografarmi, quindi è possibile che la posizione e la condizione di luce sia diversa, essendo scattate allo stesso posto ma con mesi di differenza. Per questo probabilmente non si nota tantissimo ma io dal vivo ho visto un lieve incremento della lunghezza, mentre per quanto riguarda il volume e in generale l'aspetto sano e pieno, oltre alla colorazione scura della ciglia era pressapoco invariata. Inoltre le ciglia hanno mantenuto la stessa forza ed elasticità, non cascando.
Come sempre utilizzo i prodotti fino alla fine, perché vanno bene le quattro settimane ma io voglio vedere quanto dura l'effetto e il beneficio che ottengo nel tempo. Devo dire che il Lash Extension di Sante Naturkosmetik non è durato tantissimo, cosa che non mi spiace, visto che per un prodotto così a contatto con una zona delicata, preferisco che non si accumulino batteri o che resti aperto per un anno.
Facciamo quindi tutti insieme un salto avanti nel tempo come nei migliori film e arriviamo a circa fine Gennaio/ inizi Febbraio 2019, quindi circa tre mesi di utilizzo, quando il siero era ormai terminato. Le mie ciglia credo fossero ancora in buono stato, tuttavia avevano subito il fisiologico ricambio a cui nessun prodotto che io sappia può bloccare. Questo era come si presentavano:

 

Credo che si veda come i peletti fossero ancora lunghi, ma le ciglia in generale appaiono ovviamente un po' più svuotate, perché appunto stavano crescendo quelle nuove.
Direi che la prova per il Lash Extension di Sante Naturkosmetik è superata: si è dimostrato un siero per le ciglia efficace, almeno per la mia esperienza, che ovviamente non può stopparne il naturale ricambio, ma che mi ha dato quella ulteriore lunghezza e densità, ed in verità non ci speravo visto che partivo da una base già buona per quella che è la genetica delle mie ciglia. Se proprio devo trovargli un neo, potrei sottolineare che non ha alcun effetto neppur minimamente incurvante, ma mi sembra proprio voler cercare il ciglio nell'uovo (semi cit.).
Qualora vogliate dargli una chance, il Lash Extension è disponibile su Amazon (link affiliato) senza spese di spedizione e dove potreste trovarlo ad un prezzo ancora più conveniente.

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Spero che la mia esperienza possa essere utile ed anche magari avervi incuriositi, fatemi sapere lo conoscevate, l'avete provato o se vi attira. Io intanto ho già in forno un'altra recensione di un altro siero rinforzante per le ciglia.




|#backtoseries chapter 36|
È andata bene, ma doveva andare PEGGIO!

Le storie cupe, intrise di mistero, di inquietudine, di complicanze e di tensione mi affascinano e non è difficile che finisca per gravitare intorno a quelle serie tv o quei film con delle vicende che mi tengono incollato e mi trascinano fino alla fine, facendo aumentare le palpitazioni e galoppare le sinapsi. Le serie tv di cui vorrei parlarvi hanno questi elementi di base, due storie intricate e dark, però mi aspettavo un po' più di caos, di marcio, di maggiore impatto, non necessariamente per quel che viene raccontato, ma soprattutto per ciò che trasmettono a me.

True Detective
Terza Stagione
⭐⭐⭐

Ho realizzato per caso che non ho mai espresso una opinione particolarmente approfondita su True Detective, eppure è una serie che seguo dalla prima, ormai iconica nel suo genere, stagione. La verità è che anche io son salito sul trenino della delusione come tutti coloro che nella seconda stagione si sono persi appresso ad una storia inconcludente e confusionaria, che se non avete visto potete saltare in scioltezza vista la struttura antologica della serie.
Questa terza stagione di True Detective, andata in onda su Sky Atlantic dal 21 Gennaio al 4 Marzo, prova a riprendere le redini di una narrazione d'impatto ma non ci riesce completamente.


Il detective Wayne Hays insieme al collega Roland West si ritroverà a cercare di risolvere un caso delicato e al tempo stesso difficile: la scomparsa di due ragazzini in una sperduta cittadina di provincia dell'Arkansas. Non sarà affatto facile per i due detective portare avanti le indagini, nonostante l'abilità da segugio di Wayne, perché dovranno anche scontrarsi col bigottismo, il razzismo e la chiusura mentale dei cittadini, oltre che con le istituzioni il cui interesse è quello di calmare le acque nel minor tempo possibile, muoversi in un versante politically correct, più che ritrovare i bambini scomparsi.
La difficoltà sarà tale che la storia si svolgerà addirittura in tre fasce temporali: l'inizio delle ricerche, nel 1980, la ripresa delle indagini nel 1990 quando Wayne verrà interrogato dagli ex colleghi a seguito di nuove scoperte sull'accaduto; ed infine nel 2015, quando l'agente, ormai vecchio, malato e stanco, non potrà fare a meno di lottare ancora una volta con le ombre del passato, durante un'intervista che tenta di chiarire come andarono le ricerche dei perduti bambini Purcell.



Un inizio intrigante ed assolutamente inquietante per questa terza stagione di True Detective che viene trascinato alla grande dalla bravura di Mahershala Ali, che letteralmente trasmuta in questo detective Wayne Hays, personaggio complicato, con una psicologia forte, vissuta, contorta, tormentata. In parte devo dire che non si coglie da dove viene questa sua ferita, oltre all'essere un veterano di guerra, che è già tantissimo, ma devo dire che mi manca un tassellino, specie in un primo momento. Mahershala Ali è comunque bravissimo a rendere tutte le fasi della vita di Wayne Hays, specie l'ultima, quando nell'anzianità il detective ormai sarà più volte sopraffatto dalla fatica di una vita non facile, e da una mente non più lucida e malata.


Bravi tutti in verità, senza esclusioni. Così come sono stati bravi gli sceneggiatori ad aver creato una storia più pulita, più diretta, più semplice rispetto alla prima stagione ad esempio, dove si perdevano un po' in dialoghi a volte troppo profondi, filosofeggianti al limite del distaccato, e sicuramente meglio della seconda stagione dove si perdevano e basta. Ma ci sono tanti "però" che mi son nati in mente da questo terzo capitolo di True Detective
Intanto lo sviluppo della storia: capisco che segue l'andamento sinuoso delle indagini che non possono andare avanti sempre con il piede sull'acceleratore, ma si muovo ovviamente in varie direzioni e con tempistiche diverse.



Tuttavia devo dire che c'è una parte lunga di True Detective che ho trovato troppo rallentata, in cui letteralmente si resta impantanati nel nulla, ed è stato un po' difficile per me non arrivare alla noia. Il tutto viene condito con i litigi fra Rebecca Hays ed il marito Wayne che però risultano spesso poco comprensibili, ripetitivi, noiosi, a volte ti sembrano basati sul nulla, come se si mettessero d'impegno per cercare di urlarsi contro. 
Ma parliamo un po' di Rebecca/Becca. Il suo percorso inizia con una certa ambiguità, quasi come se fosse coinvolta nel caso, come se dietro lei ci sia molto altro. Ed io non voglio darvi molti dettagli sul suo personaggio e quella che sarà la sua sorte per restare esente da spoiler, però semplicemente non l'ho capita bene del tutto.



E, sempre restando fuori da qualunque spoiler, qualora vogliate recuperare la serie, devo dire che anche il finale per me è stato un po' deludente, non tanto per quel che accade, ma per tutto quello che abbiamo attraversato le precedenti puntate. Mi è mancato alla fine il pugno allo stomaco, quel marcio che vi dicevo sopra, quella drammaticità anche emotiva che potesse impressionarmi. Credo che in questo terzo capitolo True Detective abbia fatto un passo avanti ed allo stesso tempo uno indietro. Se da un lato sono riusciti a creare una serie interessante da seguire che si scosta e migliora rispetto alla seconda stagione, visti anche i maggiori tempi di produzione, non riescono però secondo me a creare un prodotto che possa raggiungere i livelli del primo ciclo di episodi e soprattutto che possa distinguersi da altre serie tv di questo genere.


Dirty John
Miniserie 
⭐⭐⭐

Mi aspettavo anche peggio da Dirty John, serie tv targata Netflix, distribuita in lingua italiana il 14 Febbraio, perché sapevano che noi single non avremmo avuto da fare, ed anzi hanno voluto sottolineare che a star da soli forse si fa anche bene.
Quella dietro Dirty John è una storia assolutamente inquietante, specie se si pensa che si tratta di una storia realmente accaduta, ed anche abbastanza recente.
Debra Newell è una rampante cinquantenne con una carriera di successo nel settore dell'arredamento, con due figlie, ma purtroppo senza un compagno che le stia a fianco. Una vera e propria milf, che potrebbe gioire della sua vita già fortunata, ma il suo animo romantico la spinge a cercare un uomo che la ami. Così si iscrive ad una delle tante chat di incontro e, dopo una serie di appuntamenti sfortunati, conosce John. Debra resterà incantata da quest'uomo che sembra affascinante e sensibile sin da subito, tuttavia il primo incontro non va proprio per il meglio. Ma i modi garbati e suadenti di John sapranno ammaliare la donna. Tuttavia Debra non sa che dietro quell'uomo brillante e carismatico si nasconde un castello fatto di menzogne, di un passato losco, e di tanti problemi.



Se tutta la storia dei bambini scomparsi di True Detective è inquietante, Dirty John fa venire la pelle d'oca, specie a guardare le foto online dei reali protagonisti. In passato anche io ho frequentato alcune chat di incontro ed è vero, si trovano tipi strani, ma a questi livelli ce ne vuole, eppure è verosimile che possa capitare di tutto, e nel corso di questi otto episodi hanno saputo raccontare come è facile essere presi in giro quando si è emotivamente predisposti verso l'altro, quando si è innamorati e si ha proprio il bisogno di amare. La cecità di Debra a volte è sconcertante e per quanto può sembrare da recidivi, credo che chiunque si sia ritrovato nella situazione di voler a tutti i costi credere in quella persona che si ama, ma soprattutto la serie mostra come una mente diabolica e contorta possa manipolare una più fragile
È un po' una storia assurda, che può sembrare tratti poco bene un argomento complicato, ma il fatto di essere reale un po' va a mitigare questa sensazione, pur, tuttavia, non riuscendoci alla perfezione. 

Dirty John 3 stagione: cosa sappiamo sul suo futuro

Non conoscevo nulla di questa storia e ad attirarmi verso Dirty John è stato sicuramente il volto di Connie Britton (direttamente da Nashville che io ho abbandonato) sulla locandina, che interpreta molto bene Debra: una donna sicuramente forte, ma anche senza malizia, con buone intenzioni, che ci vuol credere davvero in questo amore. Dall'altra parte c'è Eric Bana che è bravissimo a portare sullo schermo l'aurea di John Meehan, che sa essere affascinante, bello, ma si porta dietro sempre qualcosa di cupo che ti mette a disagio.
La spirale di tensione che si scatena in Dirty John mi ha saputo intrattenere da inizio a fine, diventando una sorta di guilty pleasure intrigante, angosciante, ma anche molto interessante su quella che alla fine è la realtà di tutti i giorni per chi come me si affaccia sul web.
I problemi di questa miniserie a mio avviso non riguardano però la storia, ma più aspetti diciamo tecnici.



Intanto la gestione dei tempi: le vicende di John e Debra si svolgono nella realtà nel giro di un paio di anni, ma nella serie questi tempi a volte non sono organizzati nel migliore dei modi, creando ogni tanto un po' di confusione. Si accentua la cosa quando si inizia a scavare nel passato di John e quindi si va indietro anche di parecchio tempo. Ma seguendo con un minimo di attenzione si supera questo piccolo inconveniente.
I problemi un po' più grandi forse sono alcune scelte che non capisco. Qui e lì Dirty John mi ha dato l'idea di essere una sorta di documentario, complici anche alcune scelte di regia, alcune inquadrature più da reportage post eventi che da serie tv che dovrebbe farti vivere in prima persona quel che sta accadendo. Avete presente quei documentari in cui appunto fra le ricostruzioni vengono interpellati i diretti interessati? Ecco, nonostante non ci siano questi stacchi netti, a volte ho avuto l'impressione che fosse un po' "finto" quello che stavo vedendo, e non che la vicenda risulti meno ansiogena, ma l'ho avvertita con un po' più distacco.


Quel che peggio è forse la romanticizzazione di questa storia d'amore chiaramente malata. Il rischio che Debra, nonostante sia la vittima, passi per ingenua, o peggio, stupida, masochista ed un po' disperata, e che quindi venga colpevolizzata, è alto, per cui non ho ben capito la scelta di inserire alcune scene più romantiche, specie quando ormai non era più necessario. C'è in particolare una parte nell'ultima puntata che ho trovato completamente inutile e credo che possa convincere lo spettatore a caricare un ulteriore peso su di lei.
Quindi Dirty John è sì una compagnia intrigante, ben recitata e molto interessante vista la realtà che tratta, ma, come moltissime serie tv, non è esente da problemi di varia natura. Credo però che rispetto ad altri telefilm non abbia velleità di essere o diventare una roba cult o particolarmente di rilievo, al contrario di True Detective che si porta dietro una fama non da poco.



Visto che sono a buon punto con tante altre serie tv posso già anticiparvi che #backtoseries torna prestissimo. Ovviamente se vi va fatemi sapere nei commenti che pensate di True Detective e Dirty John se le avete viste e cosa state seguendo per adesso.




Maschere in tessuto di CIEN! 😍😍😍

In questa onda incontrollabile di maschere in tessuto di ogni tipo, forma e misura, non poteva certo rischiare di restare indietro la nostra amata Cien, il brand in esclusiva da LIDL che verso fine marzo, ha messo in vendita un paio di sheet mask su cui ovviamente mi son lanciato senza esitazione alcuna.

Cien Maschera Viso in Tessuto

Credo sia la prima volta che Cien proponga questo tipo di trattamenti, almeno da che io ricordi, ma hanno subito scelto il meglio, infatti le maschere sono prodotte in Corea, dove sono sempre sul pezzo quando si parla di skin care.
Come spesso accade quando si parla di Cien, non è chiaro se si tratti di una edizione limitata o di una linea permanente, ma vi posso dire che da me l'espositore era strapieno per cui è possibile le possiate ancora trovare.
Ad accomunare queste due maschere c'è il tessuto morbido, sottile ma non troppo, che su di me ha un'ottima vestibilità, anche in quelle zone dove in genere possono dare fastidio come il contorno occhi. Inoltre sono molto ben imbevute eppure non si sporca ovunque quando le si va a stendere. La profumazione non credo sia in grado di infastidire qualcuno visto che è delicata e fresca.
Fino a qui tutto bene, ma vediamole in dettaglio per vedere se ci sono delle effettive differenze fra le due, visto che entrambe sono considerate principalmente idratanti.



Cien Maschera Viso in Tessuto Idratante & Tonificante

Cien Maschera Viso in Tessuto Idratante & Tonificante

Un'altra differenza che non ho sottolineato è che entrambe queste maschere Cien vengono indicate per pelli diverse, questa Idratante e Tonificante sarebbe adatta a pelli normali e miste, aspetto che viene specificato anche nella descrizione sul retro.
"Cien maschera viso in tessuto con estratto di tè verde dona alla pelle una sensazione di freschezza  intensa. Il tessuto  extra morbido è imbevuto di un sieri nutriente arricchito con estratto di tè verde e acido ialuronico. Se usata costantemente aiuta ad opacizzare e riequilibrare la pelle, grazie alle sue sostanze lenitive, come hamamelis e allantoina."
A sostenere l'azione più riequilibrante c'è anche l'estratto di salvia, mentre l'azione lenitiva è incoraggiata anche dall'estratto di centella asiatica. Mica male come inizio.
Sicuramente è vero quando parlano di freschezza: sulla pelle mi è sembrata davvero una maschera fresca e son sicuro che d'estate, se la mettete in frigo, la sensazione di refrigerio sarà ancora più intensa tanto da voler avvolgerci tutto il corpo. Ed è una freschezza che perdura anche dopo averla rimossa.



Averla in posa è stato confortevole, ma ancora di più è stato vedere i risultati ottenuti: la pelle era più piena, soda, ma anche distesa. Quel che resta della mia unica ruga, quella in fronte, che sapete essere la mia cavia per gli esperimenti cosmetici, appariva meno evidente, anzi direi quasi completamente scomparsa.
L'unico appunto è che un po' di sensazione di appiccicoso l'ho avvertita e c'è voluto un po' prima che passasse. C'è da dire che la maschera Idratante Tonificante è davvero imbevuta, tanto che dopo una lunga posa ho rimosso la cellulosa che era ancora umida e sulla pelle ho dovuto massaggiare quel che restava del siero. E considerate che ho ampiamente superato i 10/15 minuti previsti nelle indicazioni.
Inutile aggiungere che la pelle era perfettamente ed intensamente idratata.
Mi è piaciuto il fatto che Cien specifichi che servono più applicazioni affinché l'azione mattificante o comunque più in generale purificante sia evidente, perché così dopo due applicazioni non ho notato una efficacia di questo tipo.
Per cui ho l'impressione che la Maschera Viso in Tessuto Idratante & Tonificante sia una maschera strong, intensa, che non so se possa essere davvero piacere a pelli miste, specie magari con la bella stagione, ma se avete una pelle da normale a secca, lanciatevi senza paura.

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💸 €1.19
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Cien Maschera Viso in Tessuto Idratante & Vitalizzante



A primo impatto sinceramente non ho notato differenze così palesi fra queste due maschere viso Cien, ma come sempre il diavolo si insinua nei dettagli.
La maschera Idratante & Vitalizzante ad esempio presenta un INCI diverso, ed è rivolta a pelli secche. Cien esclama sul retro della confezione:
"Cien maschera viso in tessuto con estratto di melagrana, dona alla pelle una idratazione intensa. Il tessuto extra morbido è imbevuto di un siero nutriente arricchito con estratto di melagrana, acido ialuronico e collagene. Se usata costantemente, aiuta a prevenire la formazione di rughe dovute alla disidratazione, a rendere la pelle più luminosa e a nutrirla."
Una descrizione anche in questo caso poco poetica, ma che va dritta al punto, cosa che apprezzo. Nell'INCI fanno la loro comparsa anche alcuni ingredienti che sinceramente non conoscevo: l'estratto di brunella che pare contenere acido rosmarinico quindi dovrebbe essere purificante, l'estratto di Fucus vesiculosus che è un'alga bruna e pare avere azione tonificante e idratante, l'estratto di mela cotogna e Sasa Quelpaertensis, una tipologia di bambù proveniente dalla Corea del Sud, entrambi elementi con potere antiossidante, giusto per nominarne alcuni.
Insomma i corrispondenti coreani di Cien hanno avuto molta fantasia nella scelta degli ingredienti.



Tuttavia, all'atto pratico, per quanto riguarda la sensazione sulla pelle, ma anche le caratteristiche della maschera non ho trovato differenze fra questa Idratante Vitalizzante e la Tonificante: profumo leggero e fresco, freschezza nella posa, siero abbondante e ben distribuito sul tessuto.
Nulla di nuovo per quanto riguarda anche i risultati: la mia pelle era idratata, soda, abbastanza distesa. Tuttavia la maschera Cien Idratante & Vitalizzante mi ha lasciato una sensazione di appiccicoso, specie in alcune aree del viso, ma più in generale mi ha dato un po' l'impressione di essere intrisa di un siero un po' pesante quantomeno per il mio tipo di pelle, che ancora tende ad essere secca, seppur non estremamente arida e sicuramente non trascurata. Non son finito a voler sciacquare il viso, non è stata una sensazione così fastidiosa, ma credo che questa maschera in tessuto sia adatta a pelli molto stressate e disidratate, penso ad esempio dopo una giornata al vento freddo, e a pelli più mature. Più in generale, la maschera in tessuto Idratante & Vitalizzante secondo me ci obbliga ad un utilizzo serale e consiglio alle pelli miste e grasse di starne alla larga perché l'effetto potrebbe risultarvi fastidioso.

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Cien ha avuto una bella trovata con queste maschere in tessuto perché credo abbiano creato un prodotto economico e di facile reperibilità che si avvicina tantissimo alle maschere coreane che magari reperiamo in rete e che in genere hanno un costo più alto. 
A distanza di un paio di anni queste maschere sono state riformulate. Qui trovate la nuova versione. 
Nel 2023 inoltre è stata riformulata la maschera Idratante e Tonificante con tè verde e acido ialuronico, ne parlo qui



Controsenso


Se dovessi descrivere e riassumere questo ultimo periodo in poche parole, credo me ne basterebbero tre: non ho voglia.
Non ho voglia di andare a letto presto, e non ho voglia di svegliarmi tardi. Non ho voglia di leggere, ma non ho voglia di restare indietro con i libri che vorrei portare a termine. E sono tanti, davvero.
Non ho voglia di veder bruciare quel poco di bello che ancora ci resta e ci circonda, che magari non è detto che ci salverà perché non tutti riescono a cogliere tale bellezza né tutti possono viverla purtroppo, né tutti se ne interessano, ma non voglio.
Non ho voglia di bruciare io sotto il sole di una estate che gioca di anticipo e che non mi pare abbia nulla di particolare da offrirmi, seppur sia ancora in tempo affinché le cose cambino.

Non ho voglia di passeggiare perché ho voglia di viaggiare, di perdermi sapendo che prima o poi sarò al sicuro.
Non ho voglia di smettere di comprare cose che non avrò voglia di vedere accatastate, ma non ho voglia di sentire Greta Thunberg che mi cazzia.
Però scusa Greta, ma ho una vagonata di cover per lo smartphone composte da non so bene quale materiale che devono arrivarmi da Aliexpress, magari facciamo un'altra volta?



Non ho voglia di star qui a scrivere e rimuginare eppure lascio scorrere le dita e vedo che cosa ne esce. E ne esce sicuramente un grazie per aver insieme superato il milione e trecento mila visualizzazioni, che purtroppo non corrispondono al mio conto in banca, ma sicuramente al mio livello di soddisfazione per un progetto che è nato dal nulla e che non sapevo quanto sarebbe durato. 

Non ho voglia dei pranzi festivi, degli inviti strategici, dei convenevoli e della convenienza, di quel chiasso inutile, di chiacchiere superficiali, di ripetitività travestite da tradizioni che nessuno ricorda più, di auguri forzati, di sorrisi forzati, di conversazioni forzate. 
La verità è che non ho voglia delle bugie, delle scusanti delle persone. Non ho voglia di chiarire, non ho voglia di andare oltre. Non ho voglia di abbracci che di sincero non hanno nemmeno le lettere con cui sono scritte. 
Non voglio che Adele lasci il marito, ma voglio un album che mi faccia piangere per i prossimi tre anni e, dopo una separazione, son sicuro che mungerà le vacche delle ballate drammatiche come Heidi sui monti col nonno.


Però vorrei uscire una sera a cena con Adele, che credo sia una compagnona di quelle che ti stende a risate e vino, e poi giù a lacrimoni, abbracci e ancora vino su pensieri filosofici.
Non voglio però uscire mai più con un uomo con la barba, specie lunga e folta, dopo aver scoperto una cosa che già sospettavo: che la barba ha più germi del pelo di un cane. Avete capito bene: lo afferma un recente studio svizzero, e chi non crede agli studi svizzeri? Quindi abbracciate i vostri animali, lasciate i vostri mariti.

Messa così lo so che sembro più forastico del social media manager di INPS, ma la verità è che arrivato qui mi tocca fare un po' una spremuta, e questa mia scarsa simpatia non è dettata dal fatto che probabilmente non riceverò nemmeno uovo di Pasqua. Perché sì, non ho voglia di stare a dieta, ma non ho nemmeno voglia di dover cambiare l'intero guardaroba per questa estate.
Nonostante marzo e praticamente aprile siano stati due mesi accettabili, non posso dire che questa primavera mi stia facendo proprio bene: mi si è abbassata la voce senza una ragione e mi lacrimano gli occhi, anzi solo uno per l'esattezza, senza che abbia allergie o ragioni valide per disperarmi (anche se a riguardo potrei non essere del tutto onesto) e per aver tentato di fare qualche esercizio, mi sono sbriciolato un ginocchio.
E sembro perennemente catalettico 24 su 24.
Per cercare di riprendere le redini di questo involucro, sto pure valutando di iniziare a prendere un mega integratore, sia mai che alla soglia dei trenta mi possa rimettere a nuovo. Staremo a vedere.

Intanto però non voglio continuare con questa cantilena delle mie paturnie, ma voglio augurarvi una buona Pasqua e di godervi questo lungo ponte che ci aspetta.








Maschere Viso in Hydrogel di KIKO: Top o Flop?

Dopo i nuovi patch occhi, ho passato al setaccio le maschere viso in hydrogel di Kiko, che l'azienda ha rilanciato ad inizio anno, dando una nuova immagine alla linea, e, tramite una promozione che terminava nel mese di Febbraio, più un altro codice sconto apparso come pop-up sul sito, ho pensato di farne incetta, così da poter fare anche un confronto con le "originali".



Ammetto che a primo impatto, leggendo le informazioni sul sito KIKO, mi sembrava solo si fossero limitati ad un repack della collezione, persino gli INCI mi erano sembrati identici, tanto che su Instagram avevo fatto un mega pippone, che nemmeno Poirot nelle giornate buone. L'unica differenza che avevo notato è che adesso le maschere in hydrogel sono cinque e non quattro, e che il costo si era abbassato.
Ma provandole ho capito che le diversità sono palesi e coinvolgono anche la struttura di queste face mask. Pur mantenendo la forma in due parti, mi è parso che l'idrogel fosse più sottile e umido rispetto alla precedente collezione. Non gocciolano né risultano troppo scivolose, né si spezzano nell'andare ad applicarle, sia chiaro. Questa mia teoria è supportata anche dal fatto che se prima le maschere ti si asciugavano letteralmente sul viso durante la posa, adesso impiegano giorni e giorni affinché risultino più asciutte, ma comunque non diventano mai rigide come quel reticolato "simil plastica" di cui vi parlavo un paio di anni fa alla prima review.
Aggiungo che tutte queste maschere hanno una caratteristica comune che detesto: la quantità di fogli di plastica in cui sono avvolte, davvero troppi.


Hydrating Face Mask Kiko Cosmetics



L'Hydrating Face Mask dovrebbe essere la sorella precedente Frequent Flyer, o per lo meno il ritorno degli estratti di fiori blu e la funzione idratante, mi suggerivano queste similarità, e non mi sbagliavo del tutto.
La bellezza di questa maschera è come si presenta: se nella versione anteriore era trasparente, adesso nell'hydrogel sono stati inseriti tantissimi, minuscoli glitter cangianti sul blu, l'argento ed una punta di rosa. Così bella che non ho resistito ovviamente a farci una storia su Instagram, ché tanto la dignità ormai non mi compete più.
Sul viso mi è parsa abbastanza rinfrescante, ma in modo gradevole, tonificante direi, tanto che l'ho tenuta a lungo senza problemi e senza scocciarmi.
Una volta rimossa l'Hydrating Face Mask Kiko, la pelle era sì sufficientemente idratata tanto da non sentire una stretta urgenza ad applicare altri step della mia routine; permaneva quella freschezza avvertita durante la posa e tutto sommato la pelle mi è sembrata un po' più soda.



La cosa che però mi spaventava è che i glitter potessero restare sul viso, ma il siero di cui era intrisa la maschera non aveva pagliuzze. Tuttavia, quando alla fine del trattamento sono andato a massaggiare i residui di siero rimasti sul viso, ho notato che alcuni glitter erano rimasti adesi alla pelle, ed anche una sorta di lievissima perlescenza argentata, soprattutto sulle mani, che non mi ha dato una buona impressione.
Nel senso che, se usata di giorno, i glitter posso non essere notati più di tanto, anche perché sono molto sottili, e se poi applicate del make-up può essere un bell'effetto, ma andare a dormire con questi brillantini sparsi per il viso non è proprio a mio avviso l'ideale. Nonostante non mi abbia lasciato la pelle appiccicosa o appesantita, non è una maschera che riacquisterei, ed anzi per le mie esigenze risulta peggio della precedente versione.

INFO BOX
🔎 Negozi monomarca KIKO, Sito dell'azienda
💸 €3.99
🏋 Maschera Hydrogel Monouso
🗺 Made in Korea
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Antifatigue Face Mask Kiko Cosmetics



La versione aggiornata della Chill Out Session è proprio la Antifatigue Face Mask, che ritorna con queste piccole scaglie di foglie dei tè verde intinte nell'hydrogel della maschera. Il tè, e le sue probabili proprietà rinvigorenti, è presente anche come estratto nell'INCI, tant'è che lo scopo della maschera è proprio quello di
"ottenere una pelle idratata e dall'aspetto più riposato, con facilità;"
e, come scritto sul sito di KIKO
"rienergizzare le pelli stanche"
La precedente versione non mi aveva proprio fatto innamorare e devo dire che anche questa rinnovata variante non ha spiccato per efficacia, almeno su di me.
C'è da dire che la sera in cui l'ho utilizzata mi serviva più una rinfrescata con l'acqua proveniente direttamente dalle sorgenti di Lourdes tanta la stanchezza, ma la Antifatigue Face Mask non è riuscita nel miracolo.



La maschera è effettivamente fresca sul viso specie durante la posa, e lascia la cute comunque rinfrescata anche dopo averla rimossa. L'idratazione è l'effetto più evidente sulla mia pelle, ed anche un leggero effetto distensivo dei piccoli tratti, tuttavia manca su di me un'azione davvero illuminante e rigenerante che possa darmi l'idea di un'efficacia anti fatica. Sicuramente ha il pro di non lasciare la pelle appiccicosa, ma non è la maschera dei miei sogni a cui far la corte e spenderci interi stipendi, e comunque fra questa selezione firmata KIKO non è affatto la mia preferita.
Oggettivamente però non ho trovato difetti che mi spingano a sconsigliarla qualora vogliate provarla.
E no, non vi ritrovate con le foglioline di tè verde sul viso.

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🔎 Negozi monomarca KIKO, Sito dell'azienda
💸 €3.99
🏋 Maschera Hydrogel Monouso
🗺 Made in Korea
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Soothing Face Mask Kiko Cosmetics



La vera novità della collezione è proprio questa maschera con estratto di camomilla che non c'era in nessuno dei precedenti trattamenti.
Ho apprezzato un po' tutte le componenti che KIKO ha inserito in questa maschera perché spiccano ingredienti come la niacinamide, la vitamina B3, l'estratto di peonia che dovrebbe avere una azione illuminante e protettrice, così come dovrebbe avere un'azione antiinfiammatoria l'estratto di centella asiatica. Un po' in basso nell'INCI si nasconde un derivato della vitamina C.
Insomma mi fa strano che Kiko parli del prodotto come fosse solo un trattamento idratante.
Comunque fra tutte queste maschere in hydrogel, la Soothing è stata la prima in cui ho avvertito una profumazione, sempre delicata, ma molto piacevole. Ed è anche l'unica completamente trasparente. Anche in questo caso ho avvertito una lieve sensazione di freschezza ma mi ha dato l'impressione di essere più costante nel corso della posa, come se fosse a rilascio graduato.



Non credo che la maschera sia così "intelligente" ma ho avuto l'impressione che la freschezza non fosse solo data da questo strato umidiccio di hydrogel.
Insomma una posa così piacevole tanto che letteralmente non volevo toglierla. Quando però l'ho fatto, dopo circa 40 minuti, c'era ancora un po' di siero sulla pelle, ma questa era davvero luminosa, distesa e lievemente più tonica. Non ho particolari rossori su cui l'efficacia lenitiva della camomilla possa agire, però la pelle appariva sicuramente più omogenea. Ammetto che il siero ha lasciato una lievissima sensazione di appiccicoso, ma nulla che mi abbia portato al fastidio e al bisogno di sciacquare il viso. Credo solo che la Soothing Face Mask KIKO sia un trattamento più adatto alla sera, per pelli mediamente secche o normali e segna un gol per l'azienda.

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Nourishing Face Mask Kiko Cosmetics



Un tempo chiamata You are golden, la Nourishing Face Mask segue un po' il percorso che avevamo visto con i nuovi patch occhi Kiko, ma andiamo per gradi.
Intanto le impressioni generali: sarà stata una percezione limitata all'utilizzo ma questa maschera mi è sembrata un po' meno fresca delle altre; anche qui non ho avvertito alcun profumo, e la posa è durata davvero tanto senza problemi di sorta.
Proprio come nei patch occhi nutrienti, si palesano in INCI l'estratto di miele e le varie proteine idrolizzate.
Quando sono andato a rimuovere la maschera avevo ancora del siero sul viso e massaggiandolo mi ha dato l'impressione di essere lievemente oleoso. Questo ha contribuito a spingermi a definire la Nourishing Face Mask davvero nutriente senza risultare troppo vischiosa (anche se un pelo sul viso resta) ed idratante, al punto da aver valutato l'idea di saltare tutta la routine viso abituale (cosa che non ho fatto).



Una volta che il siero si è assorbito del tutto, cosa che su di me ha richiesto un po' di tempo, la pelle era davvero liscia e morbida. In generale ho apprezzato che desse al viso un aspetto più carino, con una cute dall'apparenza un po' più sana e più tonica. Insomma una maschera perfetta per pelli secche, con pellicine, bisognose di idratazione, adatta anche ai pigri che non amano mille step di skin care, ma probabilmente non adatta all'estate.
Tuttavia, anche in questo caso ho notato il rilascio di minuscole pagliuzze riflettenti che mi hanno portato a rivalutare la Nourishing Face Mask Kiko, al punto che, se dovessi riacquistarla sarebbe per utilizzarla di giorno prima di un evento in cui so che dopo qualche ora andrò a sciacquare il viso.

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Energizing Face Mask Kiko Cosmetics



Era fra le mie favorite quando ancora si chiamava Girls' Night Out, e questa nuova, rampante Energizing Face Mask Kiko non si è smentita. L'INCI in effetti è rimasto invariato per cui le speranze a riguardo erano alte .
Devo dire che l'ho approcciata con un po' di timore, perché se avete letto ciò che ho scritto sui patch occhi, temevo la stessa reazione, ma non è stato affatto così, anzi sulla pelle la percezione è gradevolmente fresca e rinvigorente. Perfetta per l'estate, specie se tenuta in frigo come consiglia l'azienda, un po' meno per la stagione fredda probabilmente, ma non è stato comunque problematico tenerla sul viso per parecchi minuti.



Dopo la posa, ho capito che la Energizing Face Mask Kiko è una maschera rinvigorente, perfetta anche per il giorno: dopo averla rimossa la pelle era fresca e tonica, oltre che più chiara e luminosa. Energizzata è il termine perfetto per questa maschera, che ha migliorato in generale l'aspetto della mia pelle. Sul viso la sensazione del siero non era di appiccicoso, ma sicuramente la mia pelle ha avuto bisogno di qualche minuto in più per assorbire del tutto il prodotto. In definitiva se fossi i signori Kiko eliminerei la variante antifatica e terrei solo questa che svolge egregiamente il suo compito.

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Direi che anche con questa versione rinnovata e corretta delle maschere idrogel di Kiko la mia esperienza segue i passi della precedente: l'entusiasmo per i risultati ottenuti non ha raggiunto le stelle, ma fra alti e bassi son riuscito comunque a salvare almeno un paio di questi trattamenti.
Qui vi parlo della Bubble Mask di Kiko.




Nuovi (e non) EYE PATCH di KIKO... non ci siamo! 😫

Son passati quasi due anni ormai da quando Kiko Cosmetics lanciò una collezione di maschere viso in hydrogel ed in tessuto, che stuzzicò l'interesse di un po' tutti noi appassionati (uso il plurale per sentirmi meno solo), tant'è che io stesso illo tempore ne feci una lunga recensione. Si trattava, da ciò che ho capito, di una sorta di edizione limitata che poi venne rifornita probabilmente complice il buon successo. Tuttavia agli inizi di quest'anno Kiko ha riproposto una versione rivisitata di quella collezione, dando nuovi packaging alle maschere in hydrogel e, almeno al momento in cui vi sto scrivendo, togliendo di mezzo quelle in tessuto e dando anche una regolatina al prezzo, che non guasta.
Il #MaskWednesday di questa settimana sarà tutto dedicato alle nuove maschere viso Kiko e per iniziare questa esplorazione, ho pensato di partire dai Patch Occhi.



In principio Kiko aveva creato solo un tipo di patch occhi in hydrogel, che faceva il paio con la maschera viso della precedente collezione, ma l'azienda ha ampliato, o meglio, rivisto un po' la linea ed ha proposto per questa nuova collezione due diverse maschere.
A riunire il vecchio ed il nuovo c'è la forma di questi patch in hydrogel, a lunetta, non molto grande ma abbastanza da coprire la tipica zona delle zampe di gallina. Non ho avuto problemi di adesione con nessuna tipologia, ma vediamoli in dettaglio.



You Are Golden Eye Kiko Cosmetics



Inizio direttamente con quelli che ormai, almeno sul sito di Kiko, non sono più disponibili, in quanto appartenevano alla vecchia collezione. Tuttavia ve ne parlo qualora dovesse trovarli in qualche negozio ed anche come metro di paragone.
Vi posso dire subito che i patch occhi You are Golden sono stati quelli che più si avvicinano a ciò che ricerco in dei trattamenti occhi. Lo so è uno spoiler bello e buono, ma non è tutto oro quel che luccica e lo vedrete fra poco.
Questi patch occhi Kiko non hanno alcun profumo, e sulla pelle, nonostante l'azienda parli di "Cooling effect", sinceramente ho avvertito una sensazione di freschezza discreta, ma non particolarmente rinvigorente. Si tratta pur sempre di un hydrogel intriso di siero e può essere tenuto in frigo per un effetto più rinfrescante, ma tal quale non mi pare sia particolarmente fresco.
Si leggeva sul sito:
"Maschera occhi dorata in hydrogel con estratto di miele, un tocco glamour per uno sguardo fresco e tonico.
You Are Golden Eye è l’alleata ideale per prendersi cura della zona occhi restituendo alla pelle la naturale vitalità."
All'interno della formulazione, Kiko ha inserito sia appunto l'estratto di miele, ma anche alcune proteine idrolizzate, come quelle della soia, di mandorle e del riso che sono tutti agenti idratanti e protettivi.



Dopo la mia solita posa che ha sempre superato i 15/20 minuti suggeriti sul retro della confezione, i You are Golden Eye mi avevano lasciato la zona sicuramente un po' più idratata, ma nulla che una comune crema contorno occhi non possa fare, leggermente più luminosa ed anche un pochino più distesa.
Sinceramente questi effetti sono stati almeno su di me quasi lillipuziani: non credo che qualcuno oltre me che studio la situazione da vicino avesse potuto dirmi che il mio contorno occhi fosse davvero così migliorato, ma i risultati c'erano. Dall'altro lato inoltre non ho avuto alcun risvolto negativo e non è cosa da poco.
Mi sembrano un trattamento adatto al giorno visto che il siero viene assorbito e non lascia residui, per dare una vaga rinfrescata allo sguardo, ma questi patch occhi You are Golden non sono stati un  rivoluzionari per me.

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🔎 Negozi monomarca KIKO (se li trovate)
💸 €3.95
🏋 2 Patch Occhi Monouso
🗺 Made in Korea
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Energizing Eye Patch Kiko Cosmetics



Con le maschere occhi energizzanti faccio un salto in avanti nella nuova collezione di Kiko. Caratteristica ben evidente di questi patch è ovviamente l'estratto di caffè che non solo si palesa nell'INCI, ma anche come piccoli pezzetti inseriti proprio nell'idrogel dei patch.
Comunque oltre all'estratto di caffè fra gli ingredienti mi ha colpito l'estratto di vite rossa, sicuramente troppo in basso nella lista, dalla funzione antiossidante e sostenitrice del microcircolo, e l'estratto di mela, che per quanto ne sappia ha una azione delicatamente esfoliante.
Anche in questo caso non si palesa una profumazione particolare, e nemmeno una eccessiva freschezza, cosa che mi ha lasciato ancora una volta perplesso visto lo scopo dei patch, ma c'è di peggio.
Purtroppo un po' tutte le maschere Kiko hanno un vuoto per quanto riguarda la descrizione del prodotto, che resta sempre un po' troppo generica. In questo caso ad esempio l'azienda dice
"Ideali per:  ottenere uno sguardo fresco e tonico, con facilità."
Non so signori Kiko, se volete ve le scrivo io due battute in più.



Comunque appena ho appoggiato gli Energizing Eye Patch ho avvertito un pizzicore/prurito che sinceramente lì per lì mi ha spaventato, poi semplicemente mi ha dato fastidio nel corso della posa. Mi sono un po' preoccupato, anche perché non credo che avessi la pelle così secca da poter sentire quella sensazione che si avverte (che comunque è più delicata), era semplicemente pulita e detersa. Comunque ho resistito e una volta tolto il patch la situazione era positiva: non avevo alcuna irritazione, la pelle era liscia, non unta o resa appiccicosa dal siero in eccesso, che anzi si era assorbito bene, e vagamente più distesa. In generale non mi hanno dato fastidio agli occhi propriamente, ma proprio alla pelle.
Io ho perseguito con il mio contorno occhi abituale ma l'area era tutto sommato idratata.
Ne avevo un'altra confezione ed ho quindi potuto riprovarli: in questa seconda applicazione ho sentito ancora la sensazione di pizzicore misto a prurito, ma un po' più leggero. Anche in questa seconda esperienza con i Patch energizzanti KIKO non mi ha portato a irritazioni o bruciore, o rossore, il risultato è stato identico alla prima applicazione, ma sinceramente in qualunque modo chiamate quel fastidio non credo sia normale e non ci tengo ad avvertirlo altre volte in futuro.

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🏋 2 Patch Occhi Monouso
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Nourishing  Eye Patch Kiko



I Nourishing Eye Patch sono la versione rivista degli You Are Golden Eye. All'apparenza le due maschere mi erano sembrate identiche: entrambe sono patch dorati, e sembrano avere lo stesso INCI, con l'estratto di miele e le varie proteine idrolizzate, così come la quasi totale assenza di un qualunque odore; anche la descrizione è praticamente identica, infatti si legge sul sito Kiko:
"Ideali per:
 -ottenere uno sguardo fresco e riposato, con facilità;
 -per prendersi cura della zona occhi restituendo alla pelle la naturale vitalità."
Insomma, messa così sembra ci sia ben poca novità, ma ho trovato delle differenze nell'utilizzo.
La prima cosa che ho notato è che mi son sembrati leggermente più freschi rispetto alla prima versione, sempre senza metterli in frigo. Inoltre, cosa non da poco, non mi hanno mai pizzicato né bruciato lungo tutto il corso della posa.
Ed anche il risultato, per la mia percezione, è stato diverso nonostante la stessa lunga posa, e mi è piaciuto molto: la zona del contorno occhi era più compatta, levigata, idratata decisamente più di quanto fossero stati in grado di fare gli altri patch KIKO, ed anche più fresca e dall'aspetto più riposato; direi quasi di più che con i patch energizzanti. Anche in questo caso il siero è stato accolto dalla pelle senza lasciare indesiderati residui in superficie (più o meno).
Tuttavia anche i Nourishing Eye Patch non sono esenti da difetti.



Sin da subito ho notato infatti un cosa che non mi è piaciuta: anche solo a prelevare i patch dalla confezione, questi rilasciano sulle dita delle minuscole particelle luminose. Davvero piccolissime tanto da vederle solo guardando con attenzione, ma ci sono.
Devo dire una cosa per dovere di cronaca: anche la versione precedente nell'idrogel tratteneva delle micro pagliuzze, ma in quel caso non ho notato un vero rilascio di brillantini, o per lo meno, usandone due confezioni, non ho visto questo problema, ma con i Nourishing Eye Patch sì. Magari mi sbaglio, magari non è così ed è colpa mia che non ho tirato fuori il microscopio per studiare la situazione, ma queste sono ovviamente le opinioni di un essere umano. In ogni caso, per quanto non siano così evidenti, preferisco che la mia skin care non abbia coloranti di alcun tipo.
Quindi, se prima di un evento i Nourishing Eye Patch Kiko possono essere la soluzione ideale per ravvivare lo sguardo, come trattamento extra, magari prima di andare a letto, secondo me non sono per nulla adatti, e nonostante e abbia apprezzato la qualità, non mi va giù l'idea che rilascino questi micro glitter.

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🔎 Negozi monomarca KIKO, Sito dell'azienda
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🏋 2 Patch Occhi Monouso
🗺 Made in Korea
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Mi pare palese come i patch per occhi di Kiko non abbiano superato le mie aspettative e non siano adatti al tipo di utilizzo che sono solito fare, indifferentemente dalle problematiche che ho riscontrato, sinceramente non credo proprio li ricomprerei.
Ma non è finita qui: se vi interessa conoscere la mia opinione delle nuove maschere viso in hydrogel, potete cliccare qui! Mentre qui ho recensito la Bubble Mask sempre di Kiko. 
Fatemi sapere voi se avete avuto magari una esperienza più entusiasmante.



|Beauty Cues|
Alfaidrossiacidi: due prodotti per principianti e non! 💡

Per me sono ormai irrinunciabili nella mia routine per il viso, e da quando li ho scoperti non posso fare a meno di consigliarli a chiunque. Mi riferisco ovviamente agli alfaidrossiacidi, o per meglio dire gli esfolianti chimici, questa grande famiglia di ingredienti cosmetici che ci aiuta a migliorare l'aspetto della pelle, a renderla più liscia, con una grana levigata ed anche a tenere a bada le imperfezioni.
Sembra magia, ma questo gruppo di ingredienti ha avuto una buona azione sui miei vecchi segni di acne, attenuandoli in buona parte, e trovo che diano alla mia pelle luminosità, oltre a tenere a bada pellicine e ruvidità.
Ci vuole ovviamente tempo e costanza. L'utilizzo degli alfa e beta idrossiacidi deve essere un processo graduale per quanto riguarda le percentuali di attivi, perché dobbiamo sviluppare, chi più chi meno, una certa resistenza a queste sostanze che possono essere aggressive.
La mia scuola di pensiero quando si ha a che fare con prodotti o ingredienti cosmetici potenzialmente irritanti è che una moderata intensità sia la soluzione migliore perché ci consente un uso costante: questo magari comporterà più tempo per avere risultati effettivi e soddisfacenti, ma non avremo in linea di massima effetti negativi che non solo ci costringono a sospendere il trattamento, ma che possono rovinare la barriera lipidica della pelle.
In generale mi sono già espresso su questa categoria di ingredienti, sui pro e i contro, e se volete recuperare altre recensioni di prodotti che li contengono, potete cliccare qui.
Grazie ad un ragazzo che mi segue su Instagram (@Piereffect_beautycues) ho provato dei prodotti contenenti alfaidrossiacidi di una azienda che non conoscevo: Nip+Fab.


Nip+Fab è un'azienda inglese che si occupa sia di skin care che di make up ad un range di prezzo più che abbordabile, e, nonostante non abbia la naturalezza come principio di base, mi ha colpito come abbiano scelto degli ingredienti funzionali per le loro linee. Io ho ravanato per questa prima incursione nei range di Nip+Fab nella linea Glycol Fix, una loro best seller, tutta a base di acido glicolico e non solo, che promette di rivelare la luminosità della pelle migliorandone la grana.
I due prodotti che ho scelto secondo me sono perfetti per chi si affaccia per la prima volta nel mondo degli alfaidrossiacidi, ma anche per chi come me ha già acquisito una certa esperienza.


Nip+Fab Glycol Cleansing Fix

Nip+Fab Glycol Cleansing Fix

Un gel fluido con un odore fresco, palesemente agrumato è l'apparenza del Glycol Cleansing di Nip and Fab, ma nella sostanza sono contenuti due elementi funzionali

"L'acido glicolico agisce leviga la pelle per nascondere l'aspetto di linee e rughe indesiderate, mentre l'olio d'oliva idrata e leviga profondamente la pelle."
Come indicato sulla confezione, la percentuale di acido glicolico è del 2%, e già solo il fatto che venga esplicato chiaramente secondo me è un punto a vantaggio di Nip+Fab.
Appena entra a contatto con l'acqua, il Glycol Cleansing produce una schiuma leggera e sottile, nulla che richieda poi tempo ed acqua per rimuovere il tutto. L'azienda suggerisce ovviamente di evitare il contorno occhi, tuttavia non ho evitato, o meglio massaggio il detergente sulla zona del contorno occhi un istante prima di sciacquare il viso, così da far permanere pochissimo il prodotto sull'area. In questo modo non mi ha mai dato minimamente problemi, ma voi non fate queste cose.
Si potrebbe anche usare con i dispositivi elettronici per la pulizia, ma secondo me non è necessario. Il Glycol Cleansing Fix mi è piaciuto davvero tanto perché ha una capacità detergente molto buona, ma non l'ho mai avvertito come aggressivo o troppo sgrassante, al punto che anche durante l'inverno son riuscito ad utilizzarlo praticamente costantemente. Certamente vado avanti con tutti i miei step idratanti, ma non sento la pelle così tirante e secca come si potrebbe immaginare da un detergente in gel con alfaidrossiacidi.



Credo che il suo potere lavante sia perfetto per le pelli da normali ad "intermedie": leggermente secche o leggermente grasse. Saprete forse che per la detersione serale preferisco detergenti in gel perché sento il bisogno di qualcosa più lavante, quindi il Glycol Cleansing Fix è perfetto per me poiché coniuga potere purificante a delicatezza, ed essendo a base di alfaidrossiacidi va necessariamente usato di sera.
Secondo me è perfetto per mantenere, giorno dopo giorno, la pelle liscia, evitare l'accumulo di cellule morte e pellicine che possono ostruire i pori, e dare al viso quella luminosità che si perde per via dell'inquinamento, di una non accurata esfoliazione e per gli eccessi di sebo.
Il Cleansing Glycol Fix Nip+ Fab mi è sembra perfetto per chiunque voglia intraprendere la strada degli alfaidrossicidi per la prima volta, magari con un po' di paura, per diverse ragioni: certamente la bassa percentuale di acido glicolico lo rende ideale anche per pelli più reattive, ma anche lo stesso modo di uso. Come tutti i detergenti viso resta a contatto pochi secondi sul viso e si applica su cute bagnata quindi viene "diluito". Inoltre non siete costretti ad usarlo ogni sera, ma potete alternare.
In ogni caso, anche io che ormai sono un habitué dell'acido glicolico, lo riacquisterei.

INFO BOX
🔎 Lookfantastic.it, Asos, sito dell'azienda
💸 € 6.95
🏋150 ml
🗺 Made in UK
⏳ 6 Mesi
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Nip+Fab Glycol Fix Night Pads Extreme

Nip+Fab Glycol Fix Night Pads Extreme

Nip and Fab ha un'intera gamma di Pads rivolti a diverse esigenze, ed anche a diversi utilizzi. In particolare i Glycol Fix Pads si presentano come dei classici dischetti di cotone morbidi, abbastanza sottili ma anche resistenti, con un lato liscio ed uno a trama in rilievo, ed imbevuti di siero. Come quando inumidiamo di tonico i dischetti di cotone, ma questi sono già pronti, non gocciolano e sono inumiditi in modo uniforme.
Glycol Fix Night Pads sono a mio avviso il passo successivo nel percorso dell'utilizzo di alfaidrossiacidi, sicuramente perché hanno una concentrazione di attivi più elevata e si tratta di un prodotto che resta sulla pelle e non va risciacquato, ma proprio per il loro utilizzo secondo me restano anche adatti ai meno esperti e più in generale a tutti i tipi di pelle.



Il siero che imbeve i dischetti infatti contiene il 5% di acido glicolico, quindi capite da voi che si tratta di una percentuale gestibilissima, ma troviamo anche acido mandelico, lattico e salicilico, quindi adatto a pelli con pori ostruiti ed imperfezioni, o a chi ha problemi con la rasatura. In più Nip+Fab ha aggiunto niacinamide, ingrediente sempre adatto a pelli miste con impurità e più in generale che illumina l'incarnato, pantenolo per lenire e acido ialuronico per idratare. La profumazione è identica al detergente.
Sull'uso dei Night Pads, l'azienda dice di strofinare un dischetto su viso, collo e décolleté, dopo aver deterso le zone, ovviamente la sera, due o tre volte la settimana o solo una volta in caso di pelli sensibili. Io più che strofinare inizio col tamponare il dischetto nelle aree che so essere più problematiche e solo dopo strofino. In genere sul viso resta un po' del siero che lascio asciugare, e nel giro di pochissimo si assorbe da solo senza lasciarmi appiccicoso.


So che me lo chiederete quindi ve lo dico subito: dopo aver passato il dischetto, proseguo con la mia skin care routine serale, ma aspetto almeno mezzora che il prodotto agisca ed il PH della pelle ritorni fisiologicamente normale.
Questi pads Nip+Fab mi son piaciuti tanto e per diverse ragioni. Ovviamente esfoliano, e lo fanno in modo efficace, accurato ma non essiccante o irritante. Tengono a bada le pellicine e più in generale le aree secche del viso. Dall'altro lato però mi danno alla pelle una piacevole sensazione rinfrescante, proprio come se avessi messo un siero leggero, ma, non lasciandomi il viso vischioso o unto, è un prodotto che facilmente ho inserito nella routine. Io li uso due volte a settimana, ma sarei potuto arrivare anche a tre proprio perché li trovo delicati. Non ricordo di aver avvertito mai quel tipico pizzicore dato dagli acidi esfolianti (ma c'è da dire che ormai sono abituato).



Il nome "Extreme" secondo me è un po' forviante perché credo esistano prodotti più strong e credo sia una formulazione ben bilanciata e un trattamento completo. So che ne esiste una variante "Gentle", ma non ci sono percentuali per quanto riguarda gli acidi inseriti nella formulazione.
Sapete che non amo i dischetti di cotone, ma questi in particolare li ho trovati pratici, non si sfaldano e secondo me questo formato non è da sottovalutare. Penso infatti che sia più comodo per chi non vuole trattare tutto il viso, ma solo alcune aree specifiche come la zona T. Potreste anche, se proprio volete fare un trattamento mirato e state stringendo la cinta, tagliare il dischetto a metà, così da non sprecare prodotto (e farli durare di più).



Aggiungo che la confezione chiude bene e i dischetti non mi si sono seccati; il siero di cui sono intrisi tende ovviamente un po' a scendere nei pads più basso, ma non risultano comunque asciutti. Arrivato a metà confezione circa ho fatto una cosa un po' rude: ho capovolto il blocco di dischetti così da ribilanciare la situazione umidità. Ma davvero, non era necessario, sono io che non ho pace.
Glycol Fix Night Pads di Nip+Fab hanno superato più che brillantemente la prova, per il mio tipo di pelle, visto che li utilizzo su tutto il viso, adorerei se l'azienda facesse un siero con questo mix di ingredienti, ma intanto me li godo in questo formato.

INFO BOX
🔎 Lookfantastic.it, Asos, sito dell'azienda
💸 €12.45
🏋 60 dischetti
🗺 Made in UK
⏳ 6 Mesi
🔬 //
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Spero di avervi fatto conoscere una nuova azienda interessante, io ho già puntato ad altri prodotti di Nip and Fab, ed anzi potrei già avere qualche maschera viso di cui parlarvi.
Vi ricordo, come una maestrina dalla penna rossa, che non si può prescindere dall'uso della protezione solare anche nei periodi invernali quando si parla di esfolianti chimici: è vero che li usiamo la notte, ma il giorno dopo la nostra pelle sarà più esposta e sensibile. Per questo è bene sospenderli nei mesi estivi.
Voi che rapporto avete con gli alfa e beta idrossiacidi? Qui vi ho parlato delle maschere viso di Nip+Fab! 




|Beauty Cues #MaskWednesday|
Maschera Detergente all'Argilla rossa Antos: è davvero 2in1?

Credo che un po' tutti noi amanti della skin care siamo più o meno attirati da questa orda di maschere e trattamenti viso di ogni forma e colore, ma capisco che non tutti abbiano tempo o voglia di stare appresso a chissà quanti passaggi per la cura del viso.
Se per quanto riguarda la voglia non posso far nulla, e non è un reato non fare passaggi extra nella propria routine, anzi, se non ne avete bisogno anche meglio, se non avete tempo, cosa che può capitare a chiunque, posso cercare di proporvi prodotti veloci e polifunzionali, come la Maschera Detergente all'Argilla rossa di Antos Cosmesi.



Personalmente pur avendo il tempo ed il piacere di dedicarmi a maschere e trattamenti extra, ho sempre la curiosità di questi prodotti che promettono di avere diverse funzioni sulla cute.
In particolare la Maschera Detergente di Antos dovrebbe essere in grado di
"pulire il viso e nutrire la pelle. La maschera detergente è stata formulata per tutti i tipi di pelle, anche le più sensibili"
In una consistenza che definirei cremosa ma quasi spumosa, ariosa, dal colore salmone intenso, che si stende molto facilmente; io ho optato subito per prelevare la maschera Antos con una spatolina (esattamente quella della Maschera film elasticizzante viso) così da preservarla quanto più possibile, per poi stenderla con le mani sul viso. Ho notato che sin da subito, una piccola parte di acqua sembra separarsi e restare fra le pieghe della crema. Nulla di grave, anzi penso sia normale con prodotti naturali e quindi ve lo segnalo.
L'azienda ha inserito quelli che sono stati gli elementi che mi hanno attirato di più verso questo prodotto: oltre all'argilla rossa, che ha proprietà purificanti, ed è ricca di sali minerali, hanno aggiunto non solo il caolino, ma anche alcune componenti emollienti e nutrienti fra cui l'olio di nocciolo di albicocca, e gli estratti di camomilla e calendula per lenire. Ed ero sinceramente curioso di vedere se mi sarei trovato ad avere a che fare con l'ennesima maschera all'argilla o avesse quel quid in più e che fosse effettivamente bilanciata, per adattarsi davvero a tutti i tipi di pelle.


Inoltre ho messo alla prova in tutti i modi la Maschera Detergente all'argilla rossa, cercando di capire il modo in cui può funzionare al meglio.
Personalmente l'ho usata principalmente al mattino, visto che la sera chiunque credo abbia un po' di tempo da dedicare a sé, e sempre a viso asciutto, perché a viso bagnato non mi ha mai convinto molto. La applico sul viso evitando il contorno occhi, ma quando inumidisco le mani per massaggiarla e procedere a rimuoverla, la massaggio anche sul occhi e non mi ha mai provocato prurito, bruciore o vista appannata. Rimuoverla è veramente facilissimo e molto veloce sempre nella logica che debba essere un prodotto da usare alla svelta. L'unica accortezza che vi suggerisco è di sciacquare bene l'attaccatura dei capelli, perché, sarò io imbranato, ma le prime volte finivo per sporcare le asciugamani, nonostante fossi convinto di averla rimossa correttamente.
Ovviamente quando vado a rimuoverla non mi limito a sciacquare il viso, ma prima massaggio il viso con le mani inumidite, insistendo nelle aree in cui si accumula più sebo e solo dopo risciacquo il tutto.
Giunto alla fine dei miei esperimenti ho capito che è davvero un prodotto adatto a tutte le pelli: infatti ho notato che la Maschera Detergente all'Argilla rossa se lasciata in posa un paio di minuti circa, sulla mia pelle riesce a detergere la pelle ma anche ad idratarla, a lasciarla morbida e levigata, oltre che dandole un aspetto più sano, carino, luminoso. In questo senso credo concorra la capacità lenitiva che ha questa maschera che riesce un po' ad attenuare i rossori generali del viso. Quindi una posa breve, o quasi istantanea si adatta un po' alle pelli da normali a secche.



Certamente se avete la pelle da secca a molto secca, dopo comunque vorrete aggiungere magari un siero, una crema idratante e così via, ma tal quale la trovo comunque idratante.
Ho notato però che se necessitate una maggiore azione seboassorbente, potete lasciarla in posa fino a 5/7 minuti: su di me infatti questa posa più lunga è come se andasse a darmi una detersione della pelle più profonda ma senza mai andare a seccare la cute, senza risultare mai troppo deprivante o finire per irritare la pelle.
So che state pensando: non doveva essere una maschera veloce? Come faccio ad attendere 5 minuti?
Premesso che io credo poco alle maschere istantanee, perché voglio che la pelle assorba quanto più possibile ciò che applico, in quei cinque minuti potete fare tante cose, da bere un caffè, a lavare i denti, da far pipì a seguirmi su Instagram. Multitasking, semplice, no?
Questa posa più lunga l'ho preferita la sera, ma resto dell'idea che la Maschera Detergente all'Argilla rossa di Antos sia più adatta alla mattina, perché per mia abitudine la sera voglio qualcosa di più potente e sgrassante (in senso buono), infatti in genere scelgo detergenti viso in gel. Ma anche il profumo leggero, naturale e fresco mi suggerisce un prodotto delicato da usare al mattino quando non vogliamo aromi troppo invadenti (almeno, io non li voglio, a meno che non si tratti di caffè e brioches).



Vi raccontavo di vari test che ho fatto con questa maschera all'argilla ed ho provato sia un uso continuato, più o meno per un paio di settimane, ogni mattina, sia un uso sporadico alternato ad altri prodotti della routine, ed in entrambi i casi ho notato solo benefici e mai qualcosa di strano: la pelle non si è seccata, o, dall'altro lato, sono apparse imperfezioni.
Credo che la Maschera Detergente all'Argilla rossa di Antos sia a tutti gli effetti un prodotto due in uno essendo un detergente cremoso che va a trattare in pochi minuti la pelle, pulendola in maniera delicata e rispettosa, ma andando anche ad ammorbidire, lasciare un primo layer di idratazione e luminosità alla cute. È semplice da usare, facile da rimuovere e non riesco a trovare un aspetto negativo che mi porti a sconsigliarla ad una tipologia di pelle piuttosto che ad un'altra. Sicuramente hanno la precedenza tutte quelle cuti che hanno bisogno di essere riequilibrate e deterse in modo calmante.
Sono il primo sostenitore del fatto che un solo prodotto non può essere risolutivo, visto che le problematiche della pelle derivano da diversi fattori, ma secondo me questa maschera potrebbe diventare la migliore amica per i più pigri.

INFO BOX
🔎 Bioprofumeria, Online, Sito dell'azienda
💸 €9
🏋 100 ml
🗺 Made in Italy
⏳  6 Mesi
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💓⇒ 🌸🌸🌸🌸


Come sempre vi passo la palla: avete provato questa maschera? Siete più per pochi prodotti sbrigativi o per routine ricche e strutturate? Ed avete altre maschere multifunzione che dovrei provare?




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