Uscito al cinema pochi mesi fa, Mothers' Instinct si è fatto notare per la presenza di due attrici che, spalmate sulle locandine, non potevano non attirare l'attenzione.
Ma non si tratta di un'opera inedita visto che il film di Benoît Delhomme aveva alle spalle ben due fonti a cui attingere: il libro di Barbara Abel, intitolato Oltre la siepe, e il film belga del 2019, chiamato Doppio Sospetto, diretto da Olivier Masset-Depasse.
Volendo indubbiamente vedere Mothers' Instinct, ho pensato anche di recuperare il film precedente per scovarne differenze, ma la verità è che per certi aspetti sono identici.
Questo scatenerà una serie di reazioni da parte delle donne, soprattutto un frustrante senso di colpa, sia verso loro stesse, che una verso l'altra, ma soprattutto scatenerà alcuni degli istinti che entrambe nascondono da tempo.
Sia Mothers' Instinct che Doppio Sospetto ambientano le vicende negli anni '60, ma ovviamente cambia più o meno lo stile delle ambientazioni, visto che uno è adattato in America e l'altro in Belgio. Per il resto la sensazione di vedere lo stesso film due volte è stata forte, persino la durata ho notato che è la medesima e lo svolgimento è quasi copiato in carta carbone, al punto che anche alcune battute fra i due film si somigliano.
Seppur ad esempio non sia il centro delle vicende e non hanno uno sviluppo, entrambi toccano i temi della salute mentale e di rapporti non proprio sani, visto che sia Alice che Céline hanno due mariti che, anche in linea con le dinamiche dell'epoca, possono anche essere controllanti e duri.
Più che quindi da un punto di vista narrativo, le differenze si notano nell'approccio, nelle sensazioni che trasmettono e in quei punti che vogliono toccare.
Il lavoro più "datato" di Olivier Masset-Depasse è un buon film thriller, che ho trovato coinvolgente e con la giusta tensione, ma soprattutto ne ho apprezzato i dialoghi, lo stile e le reazioni dei personaggi.
Titolo originale: Duelles Genere: drammatico, thriller Durata: 97 minuti Regia: Olivier Masset-Depasse Uscita in Italia: 27 febbraio 2020 (cinema)/ Prime Video Paese di produzione: Belgio, Francia |
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Mi è sembrato infatti che Veerle Baetens (Alice) e Brunelle Anne Coesens (Celine) abbiano saputo rendere bene le due protagoniste, dando loro un aspetto credibile soprattutto nelle reazioni, e specie quando i toni si esacerbano e quando il film correrebbe il rischio di diventare poco credibile.
Celine in particolare si dimostra sempre amorevole, dolce, insospettabile di qualunque nefandezza, ma quando serve, in modo sottile, viene mostrato come possa aver agito.
Credo che un thriller riesca a mantenere la giusta sensazione di ansia e inquietudine quando si sviluppa in un'ottica di realismo credibile, e Doppio Sospetto secondo me riesce. Più volte ad esempio ho avuto l'impressione che i dialoghi fossero logici e diretti e non un vago escamotage per creare dubbi e tensioni attraverso il non detto.
Un esempio è quando, dopo la morte di Max, Céline parla per la prima volta con Alice e in quell'occasione manifesta chiaramente il suo risentimento per la vicina e per non aver fatto abbastanza per salvare suo figlio.
Ho apprezzato anche il fatto che i bambini (interpretati da Jules Lefebvres e Luan Adam) avessero un ruolo un po' più attivo in questa versione della storia, soprattutto ovviamente Theo che ha più tempo sullo schermo.
Doppio sospetto è un thriller classico nel senso buono del termine, con le tipiche scene di gente che spia dietro le tende e un finale che spiazza. Proprio per quanto riguarda l'epilogo, le scene finali, ho però qualche dubbio: non credo fossero necessarie e sono in parte fuori luogo con il mood che il film ha imbastito fino a quel momento. Non so se Olivier Masset-Depasse volesse in qualche modo mostrare un futuro in parte roseo per Theo o se semplicemente volesse dare un po' di pace ai suoi spettatori, ma secondo me non riesce né nell'uno né nell'altro intento.
In generale anche la regia, per quanto non ingombrante, non è fra le mie preferite, non tanto perché mi è risultata fastidiosa ma perché mi è sembrata televisiva, a tratti più banale di quanto mi aspettassi, come ad esempio alcuni primi piano molto ravvicinati che mi sembrano soluzioni già viste nei film del genere.
Da questo punto di vista riesce secondo me meglio Mothers' Instinct, che mantiene quella freddezza, quella durezza fino alla fine com'è secondo me giusto che sia, ma la nuova versione di questa storia ha anche altri aspetti positivi.
Genere: drammatico, thriller Durata: 94 minuti Regia: Benoît Delhomme Uscita in Italia: 9 Maggio 2024 (Cinema) Paese di produzione: Stati Uniti d'America |
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La regia di Benoît Delhomme, che non sapevo avesse lavorato anche a L'amante di Lady Chatterley e La teoria del tutto, è infatti raffinata e valida secondo me pur essendo un'opera prima, ed ha soprattutto quella allure cinematografica che mi aspetto da un film del genere.
Le interpretazioni di Anne Hathaway (Celine) e Jessica Chastain (Alice) sono forse la parte migliore di tutto il film, e probabilmente il motivo migliore per cui recuperarlo, perché pur non avendo delle protagoniste sfaccettate, ne interpretano bene ogni aspetto fino ad appunto i momenti di follia.
Sono più che altro i dettagli a variare da un punto di vista della trama, ma Mothers' Instinct, rispetto alla versione belga, ci fa assaporare, seppur per un attimo, un twist quasi erotico e forse ancora più ambiguo, di un possibile rapporto a quattro fra le due coppie, quasi fossimo in La coppia della porta accanto, ma purtroppo non sviluppa mai questa tensione, se non rilegandola ad un'unica scena e soprattutto non creando delle reali differenze che possano fino in fondo giustificare un remake.
Ma forse il difetto più grande per me di Mothers' Instinct è questa patinatura, questa ricerca della perfezione che rende tutto un po' più finto. Sono soprattutto i dialoghi e le reazioni che spesso mi sono sembrate più sceneggiate che realistiche.
Un esempio è il confronto fra Jean, la suocera di Alice, e Céline, che qui viene rappresentata come la tipica snob arricchita e non più giovane che cerca di essere in qualche modo empatica pur non essendo proprio la sua natura. In Doppio Sospetto questa scena mi è sembrata molto più credibile perché Jeanne prova davvero a nascondere il suo dissenso nei confronti della vicina di casa, parlando più di un risvolto umano e personale e non ne fa una mera questione di occhio sociale.
Anche il voler muoversi su un filo sottile, sul non detto, come anticipavo per Doppio Sospetto, secondo me rende Mothers' Instinct vagamente meno chiaro, ma resta secondo me un film molto godibile che mantiene la stessa suspense del predecessore e ben fatto da un punto di vista pratico, con una cura ottima a costumi e scenografie.
Il problema sia di Mothers' Instinct che di Doppio Sospetto riguarda però la risoluzione della storia e qui forse entro nello spoiler, ma è un problema che immagino sia legato al libro stesso. Infatti la conclusione sembra che abbia qualche buco di trama in entrambi i casi. Il modo in cui Alice scopre il modus operandi di Céline non è convincente in ambedue i film, forse ancora di più nell'adattamento più recente, ma più in generale restano alcune incognite. La più grande per me è l'assenza di una qualche indagine che chiarisse come mai due persone siano rimaste vive e due siano morte nella stessa casa, e come mai un bambino, che non è un infante, non racconti di essere stato narcotizzato.
Non è che questo faccia cadere tutta la struttura che viene messa in scena, ma sicuramente toglie solidità alla trama e credo che contribuisca a rendere questi film, almeno nella mia personalissima scala di gradimento, non quei cult che riguarderei ancora e ancora.
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