È tornato Poirot: la mia recensione di Assassinio a Venezia

Dopo Assassinio sull'Orient Express, che mi era sembrato un compito ben svolto, ma appunto un esercizio poco creativo, e dopo Assassinio sul Nilo dello scorso anno, con un ottimo cast ma con scarso coinvolgimento emotivo, Kenneth Branagh è tornato nei panni di Hercule Poirot in Assassinio a Venezia


Titolo originale: A Haunting in Venice
Genere: 
thriller, giallo, orrore
Durata: 103 minuti
Regia: Kenneth Branagh
Uscita in Italia: 14 Settembre 2023 (Cinema)/ 22 Novembre 2023 (Disney +)
Paese di produzione: USA

In realtà il nostro baffuto investigatore non è più sulla cresta dell'onda: lo avevamo visto già nel film precedente, quando abbiamo conosciuto alcuni dei suoi fantasmi del passato, e quando abbiamo visto un Poirot più dimesso, meno propenso a prendere il suo taccuino e lanciarsi in una indagine. Infatti ce lo ritroviamo a Venezia, che tenta di fare vita privata schivando tutti coloro chiedano i suoi servigi. 
Solo l'invito di una sua vecchia amica, la scrittrice giallista Ariadne Oliver (Tina Fey), stuzzicherà la sua curiosità: la donna infatti chiederà a Poirot di accompagnarla ad una festa di Halloween al palazzo di Rowena Drake, una famosa cantante lirica caduta in disgrazia, dove si terrà una seduta spiritica sotto la guida della medium Joyce Reynolds (Michelle Yeoh).
Rowena infatti vuole mettersi in contatto con lo spirito della figlia, Alicia, morta prematuramente, e la presenza del detective renderà le cose meno facili alla medium. Ma le cose precipiteranno quando qualcuno tenterà di aggredire Poirot e soprattutto ci saranno delle morti sospette all'interno del palazzo.

a haunting in venice recensione film

Parto subito col dire che Assassinio a Venezia, in questa trilogia (almeno fino ad adesso), è stato il film che ho preferito, che ho trovato più giusto, ed il più originale. Ammetto che non ho letto il libro di Agatha Christie da cui è tratto, che si intitola "Poirot e la strage degli innocenti", ma da quanto ho letto dalle trame, ci sono diverse discrepanze, a partire dall'ambientazione, fino a passaggi della storia, e questo già rende il film più invitante.
Venezia secondo me è stata la scelta migliore che potesse fare Kenneth Branagh perché ne usa il fascino, la bellezza, il mistero, ma non fa diventare il film un video per la proloco del capoluogo veneto. Ne dosa la presenza, e ne prende il lato più cupo e tetro, con questa pioggia battente che non lascia scampo, perché è questo lo stato d'animo di buona parte dei personaggi, incluso Poirot appunto.
La storia invece funziona, è scorrevole, si fa seguire volentieri, e punta a venare quella che è una vicenda thriller, con degli accenti più horror.

recensione assassinio a venezia

Nulla di splatter, nulla di greve, ma tutto abbastanza elegante, coerente col personaggio, lo stile e la storia. C'è qualche piccolo jumpscare, ma nulla che possa sconvolgere una persona particolarmente impressionabile. 
Oltre ai fantasmi da eventualmente risvegliare, sono i fantasmi interiori quelli più evidenti in Assassinio a Venezia: conosciamo parte di quelli di Poirot, ma si parla di tutta una serie di dolori e traumi che coinvolgono tutti i personaggi, come la perdita di una figlia, quella di un amore, o lo stress post traumatico dato dalla guerra.
L'intrattenimento però è il fulcro di A Haunting in Venice, che punta su un gioco di inganni più o meno importanti, su una bella atmosfera, e che ha un buon ritmo, qualche colpo di scena riuscito, ed una giusta durata (contro la tendenza degli ultimi anni), anche se parte come un diesel e qui e lì rallenta, ma che non stanca.

Tra l'altro ho ritrovato quella ironia che secondo me non può mancare in un film su Poirot, e molto spesso la spalla comica è il personaggio di Tina Fey, che riesce ad arrivare nei momenti giusti per alleggerire la narrazione. 

Tutto il cast di Assassinio a Venezia riesce bene nel suo ruolo, chi più chi meno ha comunque una multidimensionalità. Brava Camille Cottin che, sebbene secondaria, ha le sue sfumature. L'unico che mi ha convinto meno è stato il nostro Riccardo Scamarcio (che interpreta Vitale Portfoglio, anche un nome un po' così) più per una questione di doppiaggio che interpretazione. 
Fra i tre Poirot di Kenneth Branagh, credo che Assassinio a Venezia sia il mio preferito perché ha saputo rimaneggiare un'opera senza stravolgerne la natura ma dandole una sua nuova coerenza.
Penso sia uno dei film da vedere questo autunno in streaming appena arriverà, e Disney + ha programmato l'uscita per il 22 Novembre.

4 commenti:

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  1. Bene bene bene. Visto il primo ma non il secondo, che dalle recensioni non mi pareva un granché. Di questo ne sto sentendo parlare molto bene e anche il trailer, con queste tinte un po' horror mi ispira un sacco. Se le sale si svuotano (sti cinema days sono ingovernabili) me lo vedo!

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    1. Ciao! Hai fatto bene a saltare il secondo, non che fosse orrendo, ma inutilmente cavilloso per certi versi. In effetti anche da me pieno, ma mi ha fatto piacere rivedere i cinema affollati

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  2. Più nelle mie corde rispetto al disastroso (almeno per me) Assassinio sul Nilo, l’ho apprezzato soprattutto per la regia, molto originale per quanto debitrice di almeno un paio di gustosi thriller/horror ambientati a Venezia, il capolavoro di Roeg A Venezia un dicembre rosso… shocking in primis.

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    1. Concordo con te su Assassinio sul Nilo, troppo incasinato e poco coinvolgente. Non conosco il film che dici, quindi mi informo, grazie!

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