Cosa ho apprezzato (e non) di questi film Netflix e Apple Tv +

La lunga lista di film che vorrei prima o poi vedere giace intatta perché, non so nemmeno io come, sono finito a vedere tutt'altro. In particolare tre film da Netflix e Apple Tv+ ed è arrivato il momento di parlarne. 


Macbeth (2021)


Titolo Originale: The Tragedy of Macbeth
Genere: drammatico, storico

Durata: 105 minuti
Regia: Joel Coen
Uscita in Italia: 14 Gennaio 2022 (Apple Tv +)
Paese di produzione: Stati Uniti d'America

Joel Coen (senza il fratello) ripesca l'opera di Shakespeare e ne fa un film interessante disponibile su Apple Tv + dal 14 Gennaio di quest'anno. 
The Tragedy of Macbeth segue in maniera abbastanza puntuale l'opera del drammaturgo inglese, anche nei dialoghi fra i protagonisti, ma è l'aspetto tecnico che e l'impostazione ad emergere in questo nuovo adattamento, che credo si discosti anche dai film precedenti. Non è infatti solo la scelta del bianco e nero a saltare all'occhio, ma anche (soprattutto) le scenografie che rendono il film estremamente teatrale. Si tratta per lo più di luoghi dall'estetica spoglia, fredda, arida, che secondo me si addice perfettamente ai toni di questa storia.


Ma anche le musiche e la regia, con una camera sempre fissa sulla scena, credo abbiano dietro una buona ricerca per essere una componente attiva all'interno della narrazione, e non solo un mezzo per trasmettere un messaggio. 
Ho trovato anche interessante la scelta del cast, tutto molto valido ma si fanno notare sicuramente Denzel Washington, che non ha propriamente i tratti del lord scozzese, e Frances McDormand, di cui emerge non solo il talento ma anche la maturità rispetto ai personaggi della tragedia originale. 
Credo si possa leggere non solo come il tentativo di una nuova chiave di lettura, ma anche di scollegare in parte la storia ed il messaggio di follia, tradimento e morte dall'opera originale per elevarla. 


Le stesse tre streghe non vengono definite mai "norne", cioè le divinità del destino quasi a rendere l'uomo esclusivo artefice di se stesso. 
Magari sto azzardando con l'interpretazione, ma posso dire con certezza che pur non essendo un appassionato di Macbeth o in generale delle opere shakespeariane, ho seguito il film senza annoiarmi. Mi è mancato forse un po' di coinvolgimento emotivo: mi è sembrato di seguire un dramma così preciso e puntuale che non mi è sembrato vero, se può aver senso, ma appunto recitato.
Per il resto mi sembra un buon film e se amate il teatro e questa opera di Shakespeare secondo me merita di essere recuperato. 



Il truffatore di Tinder (2022)


Titolo Originale: The Tinder Swindler
Genere: documentario

Durata: 114 minuti
Regia: Felicity Morris
Uscita in Italia: 2 Febbraio 2022 (Netflix)
Paese di produzione: Regno Unito

Non un film ma un documentario disponibile su Netflix dal 2 febbraio 2022, Il truffatore di Tinder mi aveva incuriosito, sebbene non sentissi tutta questa urgenza di vederlo. Alla fine ho ceduto e l'ho apprezzato. 
Il titolo vi dice già tutto, ma il taglio che hanno scelto di dare a questo documentario mi è sembrato azzeccato per raccontare la storia del truffatore israeliano Simon Leviev, al secolo Shimon Hayut, che, dopo essersi spacciato per discendente di una famiglia di magnati nel settore dei diamanti, adescava giovani donne sulla nota app di incontro per farsi prestare ingenti somme di denaro. Ovviamente le malcapitate non vedevano mai più tornati i soldi che davano al ragazzo, che aveva sempre una scusa per chiedere prestiti, e per non restituirli.


Sicuramente il tema delle truffe, specie online, non è purtroppo più così fresco ed originale, l'abbiamo visto di recente con Inventing Anna ad esempio, ma questo nuovo documentario su Netflix a mio avviso riesce a mantenere costante il ritmo e l'attenzione dello spettatore, senza però risultare ingarbugliato e complicato. È un crescendo di situazioni, che porta al culmine della vicenda, quando le cose si fanno più drammatiche. The Tinder Swindler ha un twist thriller con un vago sentore di spionaggio, dato dalla stessa conduzione delle indagini su Leviev/Hayut, che secondo me aiuta in questo senso.


Dall'altra parte vengono lasciati fuori approfondimenti che vanno oltre la storia fine a se stessa: ad esempio quella kalokagathia che porta a pensare che la ricchezza materiale possa corrispondere ad una generale bontà d'animo quasi automatica. E ancora forse non pone l'attenzione a quanto internet sia diventato reale nelle nostre esistenze.
Dall'altro lato, Il Truffatore di Tinder non va a colpevolizzare le vittime, anzi cerca di farci capire come siano state coinvolte in questo meccanismo malato. 
Non è insomma imperdibile, ma si lascia guardare. 




The in Between - Non ti perderò (2022)


Genere: drammatico, romantico
Durata: 115 minuti
Regia: Arie Posin
Uscita in Italia: 8 aprile 2022 (Netflix)
Paese di produzione: Stati Uniti d'America 

Scrivere una recensione su The In between sarebbe come perpetrare quelle che sono state le sensazioni che ho avuto, ovvero di aver perso due ore della mia vita. Siccome non voglio farvi perdere tempo, vi dico che se cercate una commediuola drammatica, sdolcinata, banalotta e poco coinvolgente, che mette in mezzo anche un tocco di fantasy, allora può fare al caso vostro.
Per me questa storia d'amore fra Tessa e Skylar, che, come vuole il più romantico dei risvolti, riesce a superare anche la morte, non merita particolare attenzione e non mi ha lasciato nulla.


Non era infatti in programma di vedere questo The in Between, ma mentre facevo un giro su Netflix mi ci sono imbattuto visto che era fra i film più visti, ma ancora oggi mi chiedo come abbia fatto a finire in cima a questa classifica. Capisco che possa fare leva sull'animo romantico dei più giovani, ma noi più grandicelli che Ghost ad esempio l'abbiamo visto replicato decine di volte, non possiamo proprio apprezzare un film del genere che alla fine suscita poco e niente.
Già il rapporto fra i due protagonisti mi è sembrato dozzinale e superficiale, basato sul fatto che entrambi hanno un animo buono, sensibile e per la passione per oggetti "vintage", ma non si va oltre.


Non c'è poi una chiave di lettura particolare o intesa del superamento del lutto, non ci sono particolari emozioni, non c'è nulla. Anche gli effetti speciali quando si svolta nella parte più soprannaturale di The in Between si fanno molto cheap, e decisamente poco credibili. 
Carina l'idea del countdown per arrivare al momento più segnante, ma persino una attrice che ormai è rodata come Joey King non riesce a salvare un film piatto e privo di sostanza. 
Onestamente se Netflix continua a proporre robe come questo The in Between - Non ti perderò debba aspettarsi un ulteriore calo degli abbonati. 




4 commenti:

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  1. Beh insomma, indubbiamente e solamente il primo meriterebbe una visione..

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  2. Anche se lo Shakespiriano classico mi crea il mal di testa (nonostante un livello tecnico da brividi), sono sempre più tentata di disdire l'abbonamento Netflix concentrato su produzioni teen e crime dal dubbio gusto, a favore della più intrigante AppleTv+, che in questi ultimi mesi sta sfornando solo ottimi titoli.

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    1. Capisco il tuo punto di vista e ammetto che Macbeth non l'avrei visto se non per determinate circostanze.
      Capisco anche quello che dici su Netflix, forse è un po' presto per me per un salto del genere, ma è vero che Apple Tv ha dei titoli interessanti

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