"Women and children first" dice un signore tedesco a me ed ad una donna accanto a me, per invitarci a salire.
"Unfortunatly I'm not a child anymore" rispondo io.
"You are a child in my eyes, I'm 76" ribatte lui.
E dopo aver ringraziato, salgo su di un bus cigolante e intriso di un dopobarba scadente, che mi avrebbe condotto in aeroporto per lasciarmi dietro la mia Sicilia e una giornata piovosa.
I viaggi in autobus ti fanno capire su quanto hai da riflettere, su quel che farai, su quel che hai fatto, su come mai la città in cui stai per atterrare non ti abbia lasciato un bel ricordo.
O forse erano le persone che hai visto a non averti lasciato un bel ricordo?
Dopo due ore di strada, e un'ora e venti minuti di cielo, un volo stranamente in anticipo mi fa arrivare a Milano.
Vengo accolto da un venticello sottile e freddo ma in una casa che racconta l'eleganza e la cultura del padrone di casa, dove le finestre dipingono la passione per la città di cui calpestiamo il suolo, con la Madonnina del Duomo che si intravede da un lato e quei nuovi grattacieli, alieni ai miei occhi, dall'altro.
Il mio arrivo in serata mi ha permesso di godermi solo una cena, da Gong, ma il giorno dopo mi avrebbe atteso molto altro.
Quando sono in viaggio non dormo mai molto, anche se potrei; nuovi rumori e un nuovo letto mi svegliano presto, ma non mi spiace affatto.
Ogni mattina guardavo il sole alzarsi e brillare sulle finestre dei palazzi e ogni mattina mi chiedevo come facessero a dire che sei grigia, Milano.
Al mio primo risveglio in città sapevo che mi avrebbe atteso un'amica. Concordiamo di vederci in stazione centrale ma il nostro incontro dura troppo poco, le ore volano, lei deve partire e io devo dirigermi verso Fondazione Prada.
Lo ammetto: per il mio livello culturale Fondazione Prada è stata un'esperienza velatamente criptica, fra quel che anche io riesco a considerare arte e quel che mi sembra ciarpame, ma non posso non suggerirla, almeno per una volta.
Un pasto veloce e poi un pomeriggio a passeggio.
Dicono che il modo di conoscere meglio una città sia percorrerla a piedi.
Camminare per Milano però, più che farmela conoscere, me l'ha fatta respirare, facendomi capire un po' meglio cosa vorrei dagli spazi in cui vivo.
La prima tappa non poteva che essere il Duomo, immenso e maestoso. E anche se mi ero ripromesso di non fotografarlo, la prima cosa che ho fatto, dopo essermelo trovato davanti, è stato immortalare il momento.
Non senza attimi di panico, ma questa è tutta un'altra storia.
Dopo aver girato le vie limitrofe avvicinandomi a piazza San Babila, il mio tempo disponibile era quasi terminato, per cui mi son diretto verso casa.
Dopo aver girato le vie limitrofe avvicinandomi a piazza San Babila, il mio tempo disponibile era quasi terminato, per cui mi son diretto verso casa.
Ricordo bene come si è conclusa quella giornata: aperitivo e cena da Ceresio 7 con un panorama di quelli che vedi nei film.
E dopo una bellissima serata, c'era un'altra alba ad attendermi e un'altra giornata.
Una giornata ancora più nelle mie corde. Infatti prima visitiamo castello Sforzesco le cui sale raccolgono svariate opere d'arte, fra cui l'incompiuta Pietà Rondanini di Michelangelo.
Il bambino che è in me invece è rimasto incantato dalle armature e dalle spade, l'adulto però mi ha ricordato quanta gente deve esser perita con le stesse.
Dopo il castello, ci siamo diretti alla XXI Triennale di Milano, con parco Sempione da un lato e l'Arco della Pace dall'altro.
Nella mia mente ritorna ancora chiaramente l'emozione nel visitarla. Specie la Neo Preistoria, l'esposizione di Andrea Branzi e Kenya Hara, che con un verbo e un oggetto, non solo mostra l'evoluzione umana ma ne racconta i tratti e, da un senso di paura per un'epoca lontana e ignota, sono stato attraversato dal rammarico per un'epoca che invece conosco fin troppo bene.
Ovviamente dopo aver sfamato solo il nostro senso artistico sono insorti i nostri stomaci. E l'osteria con vista sulla terrazza della Triennale è perfetta per questo, col suo panorama che da un lato sazia e dall'altro affama.
Il pomeriggio dello stesso giorno mi aspettava un altro giro in città un po' all'avventura, un po' a fianco di amici che da tempo contavo di incontrare.
Il giorno seguente sapevo già che ad aspettarmi non ci sarebbe stato solo il bagliore del sole sui vetri, ma anche quel senso di malumore che si ha quando inizi a trovare i tuoi nuovi ritmi, ma devi tornare ai tuoi vecchi spazi.
Non prima però di salutare un'ultima volta la città, di imboccare una strada diversa, di incontrare nuovi volti.
E dopo una bellissima serata, c'era un'altra alba ad attendermi e un'altra giornata.
Una giornata ancora più nelle mie corde. Infatti prima visitiamo castello Sforzesco le cui sale raccolgono svariate opere d'arte, fra cui l'incompiuta Pietà Rondanini di Michelangelo.
Il bambino che è in me invece è rimasto incantato dalle armature e dalle spade, l'adulto però mi ha ricordato quanta gente deve esser perita con le stesse.
Dopo il castello, ci siamo diretti alla XXI Triennale di Milano, con parco Sempione da un lato e l'Arco della Pace dall'altro.
Nella mia mente ritorna ancora chiaramente l'emozione nel visitarla. Specie la Neo Preistoria, l'esposizione di Andrea Branzi e Kenya Hara, che con un verbo e un oggetto, non solo mostra l'evoluzione umana ma ne racconta i tratti e, da un senso di paura per un'epoca lontana e ignota, sono stato attraversato dal rammarico per un'epoca che invece conosco fin troppo bene.
Ovviamente dopo aver sfamato solo il nostro senso artistico sono insorti i nostri stomaci. E l'osteria con vista sulla terrazza della Triennale è perfetta per questo, col suo panorama che da un lato sazia e dall'altro affama.
Il pomeriggio dello stesso giorno mi aspettava un altro giro in città un po' all'avventura, un po' a fianco di amici che da tempo contavo di incontrare.
Il giorno seguente sapevo già che ad aspettarmi non ci sarebbe stato solo il bagliore del sole sui vetri, ma anche quel senso di malumore che si ha quando inizi a trovare i tuoi nuovi ritmi, ma devi tornare ai tuoi vecchi spazi.
Non prima però di salutare un'ultima volta la città, di imboccare una strada diversa, di incontrare nuovi volti.
Milano è la ragazza figa del liceo. Tu la guardi ma lei non sa che esisti, e allo stesso tempo, con un sorriso può farti sentire la persona più importante.
Dall'ultima fugace visita il mio ricordo per la città era confuso, per varie ragioni, fra cui una umanità che credevo lontana dal mio modo di essere.
Lentamente ho piegato questa visione verso qualcosa di diverso, e non certamente la Milano grigia e fredda di cui molti parlano, ma di quella al tempo come una musica che non smette di suonare.
Dall'ultima fugace visita il mio ricordo per la città era confuso, per varie ragioni, fra cui una umanità che credevo lontana dal mio modo di essere.
Lentamente ho piegato questa visione verso qualcosa di diverso, e non certamente la Milano grigia e fredda di cui molti parlano, ma di quella al tempo come una musica che non smette di suonare.
I chilometri che ho fatto a piedi lungo le sue strade, non sono nemmeno un quarto rispetto a quelli che ci separano, ma ho come la sensazione che la rivedrò.
Grazie a te.
Eri a sessanta chilometri da casa mia, pensa un po' :-o
RispondiEliminaCosì lontani, così vicini XD
EliminaMi par di capire che Milano ti abbia favorevolmente impressionato... non capisco ma mi adeguo: Milano è una città che detesto... visita Torino la prossima volta, e poi ne riparliamo.
EliminaSon quasi certo che Torino la sentirei più velocemente "mia" però ogni città che visito mi colpisce. Ovviamente non sempre in bene, vedi l'impressione che avevo di Milano :)
EliminaD'accordo con Capricornus, vieni a trovarci a Torino!
EliminaAlice
Ps: mi è piaciuto molto il tuo racconto della giornata milanese!
Vengo ben volentieri :)
EliminaGrazie mille!
L'altro giorno ho fatto anch'io un giretto a Milano, la prossima volta che vieni dimmelo che ci incontriamo! Ma... shopping?? :D
RispondiEliminaMa volentieri :D
EliminaQuanto allo shopping ne parlo presto ;)
Guarda che anche Bologna non è male...anzi! ;)
RispondiEliminaE lo so bene :D http://pier-ef-fect.blogspot.it/2015/04/mo-re-fe-bo.html
EliminaHo visitato Milano una volta sola, più o meno un anno fa. Sono riuscita a farmi soltanto un giretto in centro e in un pub, di sera. Lo ammetto, me ne pento! (E il tuo racconto di bordo è molto bello :-))
RispondiEliminaC'è molto molto moltissimo da vedere! E non lo dico solo per l'entusiasmo di esserci stato da poco, anzi, non ho visto tutto ciò che volevo!
EliminaGrazie mille :)
È sempre un piacere leggerti. Prima o poi tu sarai uno scrittore riconosciuto. Bacio
RispondiEliminaEsa
È sempre un piacere leggerti. Prima o poi tu sarai uno scrittore riconosciuto. Bacio
RispondiEliminaEsa
Grazie mille Esa, la strada per quello è ancora lontana mi sa :)
EliminaBacio!
"Milano è la ragazza figa del liceo...".
RispondiEliminaLa tua metafora mi ha sconvolta, mi sembra azzeccatissima. Quando, finalmente, magari per sbaglio, Milano ricambia il tuo sguardo ti sembra finalmente di esistere. Per fortuna però, come succede con la ragazza figa del liceo, col tempo ti accorgi che esisti a prescindere dal suo sguardo e finalmente ti legittimi a vivere e ad essere come sei.
Dopo aver superato il disorientamento iniziale (io mi sentivo come "risputata" o rimbalzata fuori dal loro circuito frenetico), Milano è in grado di coinvolgerti nella sua "musica". Devi sapere mettere i confini, ma ha tanto da offrire!
Anche io mi son sentito un po' "sputato" fuori. L'ho sempre sentita come una città poco inclusiva. Invece mi son un po' ricreduto :)
EliminaMilano è bellissima. Ma tene accorgi solo quando la lasci. <3
RispondiEliminaPer fortuna ci si può sempre tornare <3 :*
EliminaAh Milano, quanto mi piace... ogni volta che ci vado, torno con un'energia nuova, come rinnovata. A molte persone non piace, e c'è chi la vede come una scura e triste città lavoratrice. A me invece mi sa di cuore pulsante, di frenesia, di movimento che lascia spazio all'osservazione e al pensiero.. insomma mi mette malinconia, ma di quella positiva.. chissà se mi sono spiegata! ciao, sono tornata, e spero di restare.. mi leggo un po' di post recenti e mi riempio il cuore delle vostre vite :)
RispondiEliminaÈ un peccato venga considerata così. C'è così tanta arte, ed è facile trovarla. Capisco la malinconia positiva che dici :)
EliminaBentornata, in effetti manchi da diversi mesi! :)
Un volo stranamente in anticipo... ahahahahah
RispondiEliminacomplimenti per il post, per le foto e per il blog, mi sono appena iscritta!
Lifen
Sì, strano ma vero aveva 20 minuti di anticipo!
EliminaGrazie mille e benvenuta :)
mi hai fatto venire nostalgia con questo post...
RispondiEliminache bella Milano, io adoro le grandi città caotiche e movimentate.
Non sei la prima che mi dici di questo senso di nostalgia. Mi sa che senza rendermene conto l'ho provato anche io.
EliminaChe belle foto! vorrei fare un giro milanese e chic con te e con la creatura a comprarle roba da HM insieme :D
RispondiEliminaahahah volentieri :D Magari un giorno!
EliminaBel reportage di viaggio!😊 Io Milano l'ho vista solo una volta, i negozi dove fare shopping e il Duomo sono favolosi, però per i miei gusti è una città troppo caotica!
RispondiEliminaGrazie mille :) Sarà che vengo da un piccolo paese, ma quel caos non mi ha disturbato, anzi. Mi ha dato carica :D
Elimina