Ho impiegato un po’ a terminarle, ma queste Serie Tv mi sono piaciute

Ho intervallato alcune serie tv più recenti con alcuni recuperi del passato, e ho impiegato un po' di tempo per una pura ragione logistica, non perché non mi stessero prendendo. Anzi, mi sono anche stupito in particolare per una serie tv.
Sarebbero entrambe disponibili sul servizio streaming di Tim Vision, ma una la trovate anche su Prime Video. Provo a parlarvene senza dilungarmi troppo ma non ne sono del tutto certo di riuscirci. 



The Handmaid's Tale - Il Racconto dell'Ancella
Quinta Stagione


Sono quasi trascorsi due anni dalla messa in onda della quinta stagione di The Handmaid's Tale, e confesso che dopo la quarta ero ad un pelo dallo smettere di seguire la serie. La verità è che per me, nonostante la caratura del progetto in generale e della storia che vuole raccontare, che è forse uno dei migliori dell'ultimo decennio, la serie con Elisabeth Moss (diventata poi anche regista in alcuni episodi) era scaduta da tempo.
La terza e soprattutto la quarta stagione avevano per me troppi problemi per poter essere il degno proseguo di una delle migliori serie tv in circolazione. Mi sono deciso a riprendere The Handmaid's Tale solo perché me la sono ritrovata su Prime Video e ho pensato che, visto che la sesta stagione sarà l'ultima, avrebbe avuto senso chiudere questa parentesi.

Devo ammettere che invece con questa quinta stagione hanno saputo ritrovare la strada giusta da intraprendere, rimescolando bene i caratteri dei personaggi, facendoli sempre oscillare fra i contorni ormai sbiaditi del bene e del male, e tornare su binari narrativi che mi hanno appassionato molto di più.


La stessa June infatti vive questo tormento interiore, sembra pronta a diventare quasi una boss a capo di una legione efferatamente vendicativa contro Gilead, dopo aver ucciso Fred, ma poi ritorna sui suoi passi, con la consapevolezza che sarebbe meglio cercare di vivere una vita tranquilla in Canada. Peccato però che questa terra felice non sia poi così accogliente, considerato che i canadesi sono stufi degli "immigrati" (ovvero quelli che erano statunitensi) che risucchiano le carenti risorse dello stato, in quella che è la parentesi più contemporanea di tutta la serie. The Handmaid's Tale infatti era partita da un concetto distopico indubbiamente importante e paurosamente vicino a noi, per sfociare adesso in un tema come quello dell'immigrazione che invece è molto più realistico e soprattutto aderente alla nostra realtà d'oggi. 

Dall'altro lato c'è però un'altra donna, perché Il Racconto dell'ancella resta sempre al femminile, che ha subito un percorso interessante. Mi riferisco alla vecchia e cara (?) Serena, che finalmente assapora la pietanza che lei stessa ha cucinato per molto tempo, spogliata del ruolo che aveva a Gilead e ridotta a sua volta a praticamente da ancella, per poi ritrovarsi alla pari con la stessa June in cerca di un futuro migliore. Devo ammettere che tutto il filone sulla ex padrona di Gilead è forse il più soddisfacente, forse da un punto di vista quasi sadico: se June infatti l'abbiamo vista in ogni ruolo, Serena era rimasta tutto sommato pulita fino ad ora, anche, assurdamente, come prigioniera canadese era quasi una privilegiata. 


Questa quinta stagione quindi crea delle nuove dinamiche che finalmente mi hanno tenuto attaccato di nuovo allo schermo, aprendo nuovi percorsi ai suoi personaggi, e anche sul piano generale, visto che la questione geo-politica internazionale ha più risalto, ma lo fa in un modo che ho trovato coerente e soprattutto interessante, visto che mi sono ritrovato a terminare in poco tempo i 10 episodi. L'unico neo che posso segnalarvi è forse la parte su Janine e Zia Lydia, perché mi è sembrata quella con meno ritmo e che suona per certi versi già vista, al netto del fatto che forse vedremo l'ultima cambiare davvero atteggiamento nei confronti di Gilead. In generale i personaggi secondari non trovano molto spazio in questi ultimi episodi, ma se per me non è un problema, magari chi se ne era affezionato finisce per cercarli senza trovarli.

Restano invece sempre ottime le interpretazioni di tutto il cast e soprattutto del duo femminile Elisabeth Moss e Yvonne Strahovski.
Sono rimasto insomma decisamente soddisfatto da The Handmaid's Tale 5, e penso di aver fatto bene a recuperarla anche se sembra che per la sesta ed ultima stagione ci vorrà ancora molto, si parla di una uscita nel 2025, ma ci arriverò con la curiosità di capire come finirà.


Il re d'inverno - Artù, dal mito alla leggenda (The Winter King)
Prima stagione


È passata in sordina come molte delle serie tv che arrivano su Tim Vision, ma The Winter King mi è sembrata una produzione solida. Tratta dalla pentalogia di Bernard Cornwell, intitolata I romanzi di Excalibur (o in originale The Warlord Chronicles), Il re d'inverno (che poi sarebbe il primo libro) è una rielaborazione del ciclo arturiano e parte dal principio, quando Artù (o Arthur, interpretato da Iain De Caestecker) venne esiliato dal padre, re Uther che lo considerava illegittimo e con il quale ha un rapporto decisamente conflittuale. Alla sua morte però Artù tornerà in Britannia con lo scopo di unire i popoli separati da rivalità interne, e soprattutto per sconfiggere una minaccia più grande, ovvero i Sassoni, sotto la spinta del potente mago Merlino (Nathaniel Martello-White).
Da qui seguiremo un po' tutta la storia già nota del futuro re Artù, e di tutti i personaggi che conosciamo bene, in quello che è a tutti gli effetti un prequel, per arrivare al punto più centrale delle vicende.


Già il nome fa pensare che Il re d'Inverno possa essere una sorta di Game of Thrones "di seconda mano", ma io credo che non ne abbia né l'aspirazione né le caratteristiche per arrivare a quella qualità, pur tuttavia restando una serie tv godibile. Tra l'altro i romanzi di Conrwell risalgono agli anni '90, quindi non pensate al plagio o appunto al tentativo di richiamare altre storie, per quanto faccia comodo da un punto di vista di marketing.

The Winter King
dicevo è una storia avvincente, che punta molto al realismo, alla strategia di stato e militare, all'intrigo di corte, più che ad un racconto fantasy per sé. Non si sono tirati indietro anche dal metter in scena alcune sequenze epiche con dei picchi di violenza che in effetti ricordano altre saghe, e che risultano appassionanti. Ci sono sicuramente momenti di tensione, di lotta, e di suspense, che danno un buon ritmo alla serie e che spingono ad arrivare alla fine secondo me senza troppa fatica.
Per me, forse il punto debole de Il Re d'Inverno è che lo stesso Artù ne esce poco tratteggiato: anche dopo 10 episodi la sua storia sembra un po' sguarnita di elementi, come se parta un po' di punto in bianco, sebbene Iain De Caestecker ne faccia un'ottima interpretazione.


Un altro aspetto che mi è mancato è la componente magica: è vero, qui passa più che altro attraverso la fede religiosa, sia essa cristiana o druidica, ma ad esempio mi aspettavo che la figura di Merlino risultasse più potente e imponente, e presente, visto che ad un certo punto svanisce, ma forse ci stanno riservando un maggiore suo sviluppo nelle prossime stagioni. 
Ci sono degli aspetti che a me non hanno pesato, ma immagino che a molti dia da riflettere, come ad esempio la coesistenza di una componente fantasy che la storia richiama per sua natura, in una serie che invece punta a quel maggiore realismo a cui facevo riferimento sopra; o ancora come questa verosimiglianza possa convivere con la presenza di diversi personaggi di colore, che difficilmente avrebbero potuto frequentare la Britannia del sesto secolo. Se ad esempio un personaggio come Merlino poteva anche essere blu per quanto mi riguarda, forse è un po' più difficile abbozzare sul resto. 
In ogni caso penso che un po' tutti i ruoli siano ben interpretati.
Il Re d'Inverno è una saga inferiore per quanto si è visto fino ad ora, anche rispetto alle più recenti House of The Dragon e The Rings of Power, ma che secondo me può dare comunque soddisfazioni se amate il genere, proprio in attesa che ritornino titoli più blasonati. Resta ancora l'incognita della seconda stagione, che non mi pare sia stata ancora confermata. 


4 commenti:

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  1. The Handmaid's Tale sta arrivando al culmine, e piace come sta andando.

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  2. Mi hai ricordato che ho ancora chissà quale stagione delle Ancelle da vedere, ero rimasta alla fuga dei bimbi in aereo. Era la terza? La quarta? Chi lo sa, mi ero così annoiata che la voglia di tornare a Gillead non è tornata e vista la fatica che hai fatto tu, chissà quanto posso metterci io...

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    1. La fuga dei bambini credo sia nella terza stagione, quindi ti manca il grosso scoglio della quarta. Non so se ce la farei, diciamo che avendo aspettato 2 anni ero più fresco.

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