Che disastro queste serie tv di Ryan Murphy

Ogni volta che viene pubblicata una serie tv di Ryan Murphy, questa schizza rapidamente in vetta alle classifiche fra le più viste del periodo. Io e lui però non andiamo più d'accordo da tempo (anche se lui non sa che io esisto giustamente e non gliene fregherà molto di ciò che ho da dire), e nel tempo mi ha solo deluso.
Tutto è iniziato con American Horror Story, che dopo alcune prime stagioni intriganti, più o meno riuscite, mi ha sfiancato a suon di trame ripetitive e attori sempre uguali. Sono arrivato al settimo capitolo praticamente sui gomiti, e lì ho deciso di abbandonare la nave, nonostante la serie abbia proliferato fino ad una futura tredicesima stagione. Ad oggi, non pago, Ryan Murphy ha deciso di creare anche lo spin off American Horror Stories, che preferirei una maratona di Chi L'ha Visto piuttosto che recuperarla. 


Non ho retto più di una stagione di Scream Queens, ed essendo stata cancellata al secondo rinnovo mi rincuora sapere di non essere stato il solo a non sopportarla. I santi in paradiso però del regista americano pare lo abbiano aiutato ad ottenere una possibile terza stagione che sembra essere in lavorazione. Per me è pura follia spendere denaro per una serie tanto demenziale quanto inutile. 

Poi sono arrivate le traballanti American Crime Story, di cui ho visto solo L'assassinio di Gianni Versace e Impeachment che mi sono sembrate poco centrate, e The Politician, di cui ho apprezzato davvero solo una stagione su due.

In questa parte delle filmografia di Murphy spicca Feud: Bette e Joan, che ho trovato ottima, ma che dal 2018 è rimasta ferma ad una sola stagione nonostante l'intento antologico. Potrebbe uscirne una seconda nel 2023, ma chi può dirlo.
Inutili mi sono sembrate anche Hollywood e Halston, due miniserie che si sono rivelate alla fine dimenticabili e al di sotto delle mie aspettative.

Ho fatto un po' di cronistoria per spiegare che ho già preso a piene mani dalle produzioni di Murphy, ho sopportato il suo trasformare le serie tv in prosopopee infinite e la fissazione nel ficcare ovunque sempre lo stesso cast, ma sono state altre due più recenti serie tv del regista americano a farmi dire basta.

Ho infatti visto Dahmer - Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer, composta da 10 episodi e disponibile su Netflix dal 21 settembre di quest'anno, che ha avuto un impatto molto forte e trasversale.

Fra gli anni '70 e '90 a Milwaukee sono stati consumati degli efferati omicidi ad opera di un ragazzo di nome Jeffree Dahmer. Jeffrey era omosessuale, seduceva giovani ragazzi nei locali gay che frequentava, e, dopo averli drogati, li smembrava e si cibava dei corpi delle vittime.
Un caso che shoccò l'opinione pubblica ovviamente, che ebbe un'eco anche da noi in Italia, e che travolse la vita di tante famiglie, soprattutto per l'incredibile non curanza e razzismo che le forze dell'ordine applicavano ogni qualvolta venivano segnalate stranezze o problemi riguardo al ragazzo.
Dahmer - Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer non si focalizza solo sulla parte più cruda e spietata della vita del serial killer, ma cerca di aggiungere una prospettiva completa, dall'infanzia con due genitori forse non all'altezza, fino alla adolescenza e all'età adulta quando esplodono tutte le sue devianze psicologiche che lo resero un mostro. 

I risultati raccolti da questa serie di Murphy sono stati, come anticipavo, variegati: da un lato sono state mosse tante polemiche soprattutto dai familiari delle vittime, dall'altro c'è stata gente che addirittura ha empatizzato con Dahmer dopo la visione. 
Slegando la serie dal caso di cronaca, su cui credo tutti coloro che sono sani di mente possono solo che provare rabbia, angoscia, inquietudine e tanta tristezza, e tutt'altro che empatia, purtroppo ancora una volta mi sono trovato in una sòla targata Ryan Murphy.
Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer ha una buona realizzazione, racconta le vicende in maniera secondo me efficace, soprattutto nel trasmettere l'incapacità del sistema che ha reso possibile ad una persona di proseguisse così a lungo nei suoi intenti criminosi. Questa è forse la parte che sembra quasi irreale, ma è uno degli ingranaggi che si è inceppato nella vicenda.

È però una serie che parte azzoppandosi da sola, visto che riavvolge i fatti al contrario, partendo dalla fine per scoprire tassello dopo tassello il vissuto di Dahmer, e poi collassa con lo sviluppo. Infatti, oltre a lasciarsi dietro qualche domanda, l'aggiunta di situazioni spesso frutto di invenzione degli ideatori non fanno che rallentare la narrazione, non aggiungendo poi elementi fondamentali, ma rendendola spesso soporifera con parentesi inutili.
Molto spesso ho avuto l'impressione che 10 episodi fossero troppi, e che Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer potesse essere riassunto nella metà delle puntate.
Il tanto esaltato episodio 6 è sicuramente toccante ed anche interessante, sebbene la tecnica per farci entrare nel mondo di una persona non udente è già stata usata in Only murders in the building. 

Inoltre è affascinate l'approfondimento volto a scoprire cause e concause che possano aver creato o svegliato il mostro dentro Dahmer, ma questo si può trasformare (come forse è accaduto) in una qualche forma di giustificazione per gli atti commessi da un assassino, quando in realtà non ci sono scusanti che reggano. Per questo non mi sento di biasimare molte delle critiche rivolte alla serie. 
Il cast è perfetto, e soprattutto Evan Peters si immerge con tutte le scarpe nel suo ruolo, ma ammetto che avrei preferito vedere un altro interprete invece del solito attore feticcio di Murphy.
Se questo non bastasse, Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer diventerà una serie antologica con il solo titolo di "Mostro", con l'intento di raccontare le vite di diversi serial killer, perché al peggio non c'è mai fine.

A proposito di peggio, non ha funzionato per me nemmeno la visione di The Watcher
Si parla sempre di una storia vera, tra l'altro irrisolta, suddivisa in sette episodi e disponibile dal 13 ottobre 2022 su Netflix.

Dopo essersi trasferita nella bellissima residenza al 657 Boulevard, nel New Jersey, la famiglia Brannock viene subito perseguitata da una serie di inquietanti lettere con più o meno velate minacce da un improbabile "osservatore", che sembra conoscere la storia della casa e anche dettagli sui nuovi inquilini. Ovviamente Nora e Dean tenteranno di difendere i propri figli, chiedendo aiuto alla polizia, ma sembra che nessuno sappia o voglia aiutarli, anzi tutto il vicinato gli si rivolterà contro. Le lettere continueranno ad arrivare, fino a quando non saranno costretti, con molte difficoltà, a vendere.

La storia dietro The Watcher è indubbiamente inquietante, specie considerando che ancora non si sa chi fosse questo fantomatico osservatore, tuttavia la serie che ne è nata è stata tutt'altro che accattivante. 
Le storie su case spiate, infestate, stregate, e pericolose sono ormai tantissime, quindi si parte già svantaggiati, ma le scelte di Ryan Murphy su come impostare questa serie non mi sono sembrate brillanti.
Infatti la storia reale non aveva un intreccio particolarmente oscuro da risolvere, e tutte le (parecchie) aggiunte fatte dal regista mi sono sembrate eccessive, pacchiane, poco credibili e utili solo ad allungare il brodo e a far perdere di mordente agli episodi. Questo calcare la mano, raggiungendo picchi di illogicità in tutto, non mi fa altro che provare scollamento e fastidio. 


Oltre alla noia, ho trovato pessima anche la caratterizzazione dei personaggi: The Watcher è infestata figure strambe e risibili, mentre i protagonisti principali sono invece piatti, rinchiusi solo in reazioni assurde senza alcun fondamento. I bellissimi outfit monocromatici sulle tinte nude di Naomi Watts nei panni di Nora Brannock mi hanno quasi dato fastidio, trovandoli inutilmente ricercati rispetto al contesto. Ho fatto un po' fatica invece ad apprezzare Bobby Cannavale nelle vesti di Dean Brannock, non solo per il personaggio in sé, ma perché sono abituato a vedere l'attore in altri ruoli.
Anche The Watcher pare si trasformerà in una serie antologica, ma a questo punto avrete capito che me ne starò alla larga, tanto sono certo che Ryan Murphy continuerà a fare sonni tranquilli anche senza di me come spettatore. Dal canto mio invece sarò contento di non aver perso tempo. 


8 commenti:

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  1. Purtroppo le ultime due serie devo ancora vederle, ché a casa Bolla il tempo per sedersi davanti a uno schermo è praticamente inesistente, ma American Horror Story continuo a guardarla senza mai perdere un episodio e, nonostante abbia perdonato ogni difetto alle stagioni precedenti, amandole come si ama un fratello, ammetto che le ultime due mi stanno facendo penare, tanto che persino io penso sia ora di finirla, anche perché l'antologica Stories non era nulla di che. Viceversa, avevo adorato alla follia Scream Queens (gioisco all'idea di un terzo capitolo), Feud e la prima stagione di American Crime Story, un capolavoro non raggiunto nemmeno per sbaglio dalla trashissima stagione dedicata a Versace. La terza non sono riuscita a recuperarla ahimé...

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    1. Magari dopo che le vedrai mi dirai, anche se mi rendo conto che il mio parere su Dahmer sia un po' fuori dal coro. Ammiro la tenacia di seguire 11 stagioni di AHS, io proprio mi annoiavo, lo trovavo frustrante.
      ACS in generale credo sia la meno peggio, so che la prima stagione è molto bella, ma non mi attirava proprio la storia. Le altre due sono accettabili, ma sempre piene di difetti.

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  2. Vedo che anche il tuo è un rapporto complicato con l'onnipresente Murphy. Non ricordo a che stagione di AHS mi sono fermata, di certo ho saltato Hotel per tornare a quella della casa infestata. Chissà che numero era... Mi mancherebbero Feud e Impeachment, ma so che c'è di meglio.

    Già aver perso tempo con The Watcher mi fa arrabbiare, sapevo che dovevo mollarla ma aver investito nei primi episodi mi ha fatto continuare, mai stata tanto tentata dall'avanzamento veloce!

    Come sai, il ritmo di Dahmer non mi ha scalfito, un miracolo visto come crollo davanti a tutto ultimamente. Ma la malsana passione per il crime era dalla mia parte :)

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    1. Feud mi sento di consigliarla in verità, è il resto che proprio eviterei.

      The Watcher stavamo davvero per mollarla anche noi (parlo al plurale perché non ero solo e quindi è anche peggio).

      Pensa che appunto ho visto Dahmer sempre con la stessa persona di The Watcher, che conosceva la storia del killer e l'ha pure seguita ai tempi, ma non ce la faceva più. Non so come abbiate fatto (vista l'acclamazione generale ).

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  3. Proprio per le sue ultime produzioni dovrò valutare bene cosa vedere o meno.

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    1. Così così AHS Stories e Story 10, le miniserie invece non male, ma di certo di queste, tra Halston, Dahmer e The Watcher, solo una vedrò, forse l'ultima.

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    2. Spero di no perché è la peggiore 😅

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