{Recensione Film 🎥🎬}
Perché A Star is Born sta piacendo anche se doveva essere un flop! 🤔

Più chiacchierato della linea skincare di Paris Hilton, con guadagni quasi alti quanto Cristiano Ronaldo prima che lo denunciassero di molestie, A Star is Born (2018) sta piacendo molto, ed ha saputo attirare l'attenzione, anche la mia.

A star is born film recensione

La storia romantica, gli attori gigioni, le interviste, Lady Gaga che recita, e i red carpet, e la colonna sonora strappamilanima, sono tutti aspetti che hanno ha fatto parlare del film in lungo e in largo, e si chiacchiericcia anche di un Oscar. Ma mi son chiesto, perché? Cosa sta facendo discutere così tanto? Qual è il potenziale di questo film? Quali qualità così magnifiche nasconde?

La storia

A Star is Born recensione film

L'intreccio narrativo di A Star is Born è stato strizzato nel corso del 1900 in svariati modi, dai film ai musical, in più riprese partendo dagli anni '30.
Ally fa infatti la cameriera, o una cosa del genere perché nel film non si capisce bene, e a tempo perso si dedica alla sua più grande passione: il canto. Ed è anche bravina, solo che a notarla è soltanto un pubblico ristretto, drag queen incluse, di un locale di periferia.
Un giorno però la stella di Ally comincia a brillare: durante una serata in questo piccolo night club conosce Jackson Jack Maine, un famosissimo musicista rock. Da questo incontro nascerà una storia d'amore travolgente ma tormentata, che darà una svolta all'intera esistenza della ragazza. Jack infatti soffre di varie dipendenze per via di un passato poco piacevole.
È un po' la storia di una moderna Cenerentola, che dal nulla, più che una principessa, diventa appunto, una stella della musica. Quindi sì, una roba romantica, ma devo dire non proprio stucchevole da romanzetto Harmony.


Una storia che però, per me, è stata lievemente noiosa e poco centrata. Viene spalmata in due ore di film quando i fatti si potrebbero ridurre in molto meno. Tutto lo sviluppo sia dei personaggi che delle vicende che fanno muovere, avviene in modo frettoloso e freddo.
Inoltre non si capisce chi sia l'effettivo protagonista perché il personaggio di Ally prende, fino a metà circa del film, buona parte dell'attenzione, poi sembra che di colpo si ricordino che esiste anche Jack, ed iniziano a dargli maggiori spazi. Da quel punto in poi il tempo si dilata, Ally viene abbandonata ad un destino non ben identificato e che noi non conosciamo, e nel frattempo viviamo nelle difficoltà di Jack.
Per quanto però queste difficoltà, e questo rapporto fra i due, abbia un epilogo drammatico, personalmente mi sono ritrovato trovato fuori dalla storia.

A Star is Born lady gaga

Mi son reso conto che alla fine ho semplicemente assistito allo scorrere di eventi che non mi hanno coinvolto, perché hanno uno sviluppo didascalico: accade questo, questo e quest'altro, ma in mezzo non si capisce cosa ci sia. Manca l'anello di congiunzione e tu sai che la storia va in una determinata maniera, un po' perché te lo aspetti, un po' perché è inevitabile.
Quale può essere questo anello di congiunzione? Le emozioni, ovviamente. Ma qui vengono vissute in modo un po' strano. Vi faccio un esempio: Jack una sera invita Ally a cantare sul suo palco di fronte a migliaia di spettatori (in teoria) e soprattutto a cantare una canzone scritta da lei. E vedendo che la ragazza non si muove, inizia lui il pezzo. Ora, sarò strano io, ma questo a me sembra orrendo perché:
  1. non puoi prendere una mia canzone e farla tua come nulla fosse. Chi sei? Chi ti conosce?!
  2. non puoi farmi una piazzata in cui mi obblighi a cantare davanti a un sacco di gente quando non l'ho mai fatto e potrei non essere preparata (lei stessa dice di essere in ansia a cantare le sue canzoni).
Comunque tutta questa scena è gestita proprio male, anche in termini di regia, noterete che qualcosa non va proprio. La cosa comica è che poi Ally avrà problemi a cantare in sala di registrazione, praticamente da sola, e si sentirà bloccata, tanto che Jack le suggerisce di usare un pianoforte per sentirsi più a suo agio e superare l'impasse.
Ok.

A Star is Born opinioni

Il punto di forza della struttura di A Star is Born secondo me è la musica, che oltre ad essere piacevole, è stata ben inserita e distribuita durante la lunghezza del film in modo calibrato e poco ammorbante. Purtroppo, per quanto mi riguarda, la parte più importante del film, ovvero il legame fra i due protagonisti e delle loro storie, mi è parso elaborato male, in modo poco coinvolgente e poco comprensibile dal pubblico. La gestione dei tempi è strana, sia all'interno del film, che per noi che lo vediamo dall'esterno. 

Bradley Cooper/Jackson Maine

Che Bradley Cooper sia un attore discretamente bravo lo sapevamo tutti, non sapevamo (o per lo meno io non lo sapevo) che fosse un bravo cantante. Ma non lo avevamo visto nelle vesti di regista. O per lo meno, ci prova per la prima volta, ci riesce, ma sinceramente non benissimo.

A Star is Born

Come vi dicevo la storia ha una gestione dei tempi un po' dispersiva in certi punti, un po' troppo accelerata in altri, con la conseguenza che anche il coinvolgimento ne risente. Alcune parti sono un po' scattose e alcune inquadrature strane. I personaggi e le loro emozioni vengono poco evidenziati, a parte qualche bel primo piano di Bradlerone Cooperone nostro. La cosa peggiore è stata una scena alla fine che avrebbe dovuto rappresentare il momento massimo, ma è stata montata con un taglio così netto che pensavo di essermi appisolato per un attimo. In generale, vi renderete conto che non è una regia fluida, anche a chi come me non ha un occhio propriamente allenato in questo senso.
Quanto al ruolo di Jack, sinceramente mi è parso ripetitivo, non ha nemmeno un attimo di effettiva luce, nemmeno quando finalmente conosce Ally e sembra che tutto vada bene.
Ma posso dire che sinceramente non ho capito cosa tormenti quest'uomo? Ok, ha avuto un passato difficile, ma piuttosto che provare a superarlo sembra che lui stesso vada a cercarlo. Non so quanto si possa empatizzare con una persona vittima di se stessa, che ha tra l'altro, non solo l'opportunità di scegliere un altro percorso, ma ha avuto anche l'opportunità di capire come si possa essere migliori.
Insomma, a fare i belli e dannati giusto perché fa figo, sono bravi tutti.


Lady Gaga/Ally 

A Star is Born film recensioni
"Non lo voglio vedere questo film"

Sicuramente la presenza di Lady Gaga in A Star is Born ha attirato l'attenzione, essendo anche il suo primo film, ma devo dire che anche qui non ci siamo. 
Il personaggio di Ally secondo me è sviluppato male: avrebbe l'opportunità di essere sfaccettato e profondo, ed anche potente perché non è la classica ragazzetta che si strappa i capelli davanti alla rockstar, o l'arrampicatrice sociale che trova il modo di far soldi. Sembra crederci davvero, sembra mossa da una passione reale e profonda, e in generale una tosta, ma non si capisce molto altro. Dalla ragazza acqua e sapone, con dubbio gusto nel fatto di vestire, la trasformano in una sorta di Ariana Grande dei primi tempi, che sembra aver pescato abiti a caso dall'armadio di Brenda Walsh.

Immagine correlata

Lady Gaga di per sé sarebbe perfetta per il ruolo, tanto da sovrapporsi quasi ad Ally: bellissima voce, calda, risonante (ascoltate le vocali aperte che fanno il suono più pieno) ma è una donna che non rispecchia i canoni della bellezza classica da copertina, e che magari ha dovuto creare un personaggio stravagante per poter emergere. 
Il problema è che, oltre a non essere una attrice, quindi a non avere quella mimica sviluppata da potere rendere bene un personaggio, non ha la freschezza secondo me per prendere la parte di Ally. Non consideratelo come age shaming (o meglio, se lo fate vi sbagliate), ma Lady Gaga dimostra più dei suoi anni, il botox e i vari filler le rendono il viso teso, indurito, e a volte poco espressivo. Capisco perché comunque scegliere lei anche in relazione a Bradley Cooper che non rischia di sembrarne il padre, ma Ally me la immagino un po' più acerba, con quella sicurezza un po' sbruffona di chi è giovane e incosciente.

A Star is Born meme
"Ti ho fatto una puzza in auto. Ciao bello"
Quasi preferivo Gaga in American Horror Story, dove questa espressività un po' fredda si addiceva al personaggio.
Quindi sia per come viene posta gestita all'interno del film, sia per come viene proposta da Lady Gaga, questa Ally non mi ha convinto. Mi sembra in tutti i sensi uno specchietto per le allodole: un grande nome che fa parlare, associato ad un personaggio che ti attira per buona parte del film ma che poi viene rimesso nella scatola. 

A Star is Born per me è un film non riuscito bene: la storia funziona poco, l'intesa fra i personaggi è più intermittente delle lucette di Natale, e l'emotività viene compressa obbligandoci a vedere solo da una ottica, che non risulta nemmeno interessante, ma piatta e ridondante. Se c'è, non ho colto il messaggio che voglia mandare, se non quello di raccontare uno spaccato di vita e la fortuna di una ragazza di essere al posto giusto, al momento giusto.
L'unico appiglio è la musica, un misto di rock, pop e folk che piace un po' a tutti, ma per il resto no, non lo so perché A Star is born stia piacendo così tanto nonostante dovesse essere, almeno per me, un quasi flop. 


Genere: drammatico, musicale, sentimentale
Durata: 135 minuti
Regia: Bradley Cooper
Uscita in Italia:  11 Ottobre 2018
Paese di produzione: Stati Uniti
Voto 5


|Beauty Cues|
Promossi e Bocciati Settembre '18 | Tutto molto interessante e un bocciato che mi è piaciuto!

Ormai è assodato che le recensioni dei miei prodotti promossi e bocciati arrivano sempre in ritardo, ma l'importante è che arrivino anche perché questa ho terminato un po' di cose a mio avviso interessanti, che ho molto apprezzato, al punto che mi è piaciuto pure il prodotto che boccio!

Phytorelax Bio - Detox Charcoal Detergente Viso SOS Detox 

Phytorelax Bio - Detox Charcoal Detergente Viso SOS Detox

È stato il mio detergente viso per tutta l'estate e mi ha accompagnato pure per questo periodo di primi freddi, e io l'ho amato in ogni circostanza.
Il Detergente Viso SOS Detox di Phytorelax fa compagnia al latte detergente e alla maschera viso in una gamma di prodotti viso che sfruttano le proprietà detossinanti e purificanti del carbone vegetale di bamboo di cui sono arricchiti. Il detergente è un gel liquido con un lieve colore grigio dato appunto dalla polvere di carbone, per questo va shakerato prima di ogni utilizzo, ma fra gli attivi aggiunti fra gli ingredienti fanno la loro bella presenza il succo di aloe e l'olio di ylang ylang, che oltre a proprietà aromaterapiche, ha una azione addolcente sulla pelle, e i flavonoidi da fiori di pesco, un estratto che 
"aiuta a proteggere la pelle dall'esposizione quotidiana dell'inquinamento atmosferico"


A proposito della profumazione, per il mio naso è fresca, delicata, floreale, e molto piacevole. Vi dico subito che ho litigato un po' con l'erogatore perché, almeno il mio, è un po' scattoso e tende a sputare il prodotto con un getto diretto, ma nulla di drammatico come potrebbe sembrare perché basta cercare di placare il getto con la mano ed è fatta; tra l'altro è riuscito ad acchiappare il gel fino alla fine, quindi è funzionale.
Nonostante la lieve colorazione grigia, una volta che andrete a massaggiare sul viso il Detergente SOS Detox non vi trasformerà in allegri spazzacamini, ma creerà una schiuma bianca, morbida e leggera, e la magia è fatta. 
"La pelle del viso appare intensamente pulita e purificata da tracce di inquinamento ed eccesso di sebo, preservandone l’equilibrio cutaneo."
Questa è la descrizione che dà Phytorelax e francamente non saprei come spiegarlo meglio.



Ma fatemi fare un passo indietro: vi ho detto che ho usato questo detergente per il viso per tutta l'estate ma non ho detto che per i primi mesi, quando la mia pelle risentiva ancora gli sbalzi di temperatura ed era ancora più tendente al secco, l'ho usato solo la sera, alternandolo ad altro, mentre nel cuore dei mesi caldi quando la mia pelle tendeva ad essere mista era diventato il detergente a cui ricorrevo sia mattino che sera. In ogni situazione però il detergente viso Detox Charcoal ha saputo pulirmi bene la pelle, lasciarla fresca, luminosa, eliminando le tracce di sebo, senza però aggredire la pelle.
È in grado di rispettare l'equilibrio di tutte le zone del mio viso e le diverse condizioni di pelle. Certo, probabilmente non è il prodotto per la detersione che sceglierei nel pieno dell'inverno, specie da utilizzare da solo, ma credo che un po' tutte le tipologie di cute ci si possano trovare bene.



È vero che si sciacqua via molto facilmente e non mi brucia sulla zona oculare, ovviamente prestando attenzione a non farlo finire dentro gli occhi.
Aggiungo che, se come me usate i dispositivi per la detersione del viso come la spazzolina Sonic Chromo System di Collistar, o quello di Silvercrest, lo amerete anche voi.
Quindi il detergente Viso SOS Detox di Phytorelax supera il concetto di promozione e passa ai preferiti di quest'anno almeno nella sua categoria. 

INFO BOX 
🔎 Acqua e Sapone, Grande Distribuzione, Lillapois, Amazon
💸 €7.90
🏋 200ml
🗺 Made in Italia
⏳  12 Mesi
🔬 ICEA Cosmos Organic, Vegan Ok, Nickel Tested <0,0001%
💓⇒ 🏆

Non ho nominato la spazzola viso di Collistar per puro caso, ma anche perché ho dismesso una delle testine pulenti che avevo acquistato lo scorso Maggio.


Ho notato che questa volta, secondo me, la testina è durata meno, o meglio mi è parso che iniziasse a rovinarsi, a diventare un po' più ispida, prima rispetto alla testina che era originariamente nel kit del Sonic Chromo System. Sarò impazzito? Il complottismo galoppa? Non so, però vi posso dire che anche le testine di ricambio sono saggiamente vendute con il coperchio per ripararle dalla polvere. 
Ne avevo un'altra già di scorta, ma al prossimo 20% di Collistar ne prenderò altre.

Sempre tra i terminati, visto che siamo, ho terminato un'altra confezione di Salviette Umidificate Milleusipiu’ Fresh Energy di Fria



Le avevo già recensite qui, per cui non mi ci dilungo. Credevo che col tempo avrei cambiato marchio, ma in verità fanno il loro dovere, sono spesso in offerta, e soprattutto non si seccano in poco tempo per cui sono perfette per le mie esigenze e le ho già ricomprate. 

Dopo l'esperienza positiva ma non super esaltante con il dentifricio al Limone, ho dato una chance anche al collutorio di Officina Naturae ed effettivamente mi ci sono trovato decisamente bene. Se ricordate avevo provato la variante alla Menta (qui la review), ed ho voluto provare questo collutorio gusto Limone che mi è piaciuto ancora di più.
Come tutti i collutori anche questo di Officina Naturae è rivolto a perfezionare l'igiene orale ed ha un INCI molto semplice in cui spicca appunto l'olio essenziale di limone. La stessa azienda dice
"A base di ingredienti biologici e di origine vegetale. Aiuta a trattare e prevenire i problemi legati al deposito della placca dentale e del tartaro. Mantiene intatto l’equilibrio fisiologico delle mucose.
Completa e migliora la corretta igiene orale quotidiana, con la sua spiccata azione balsamica e astringente, grazie alla presenza di oli essenziali biologici."
E dal canto mio, posso dirvi che effettivamente va a migliorare l'igiene orale, lascia la bocca leggera e non impastata o con un retrogusto poco gradevole. Il gusto del limone si percepisce bene ma è ben bilanciato, è naturale, piacevole ed azzeccato; Officina Naturae dolcifica i collutori con stevia ed in effetti il sapore è delicatamente dolce ma è impossibile che diventi stucchevole.


Certo, se siete fan dell'effetto menta glaciale non fa per voi perché non ha una freschezza ed una intensità così elevata. È più adatto a palati delicati.
Sapete che faccio degli sciacqui con il collutorio anche al mattino prima di bere o mangiare (ed avere rapporti sociali) e il sapore non mi ha dato alcuna strana sensazione.
Quello che lo rende secondo me un passo avanti alla variante alla Menta è che non avverto quel sentore alcolico che mi obbligava a diluirlo sempre. Nel caso del Collutorio ecobiologico al gusto Limone non mi sembra un passaggio obbligato, e posso usarlo tal quale.
Quindi sì, lo riacquisterei e credo che Officina Naturae abbia creato un prodotto un po' diverso da quel che si trova sul mercato.

INFO BOX 
🔎 Acqua e Sapone, Grande Distribuzione, Lillapois
💸 €5.75
🏋 250ml
🗺 Made in Italia
⏳  12 Mesi
🔬 ICEA Eco Bio Cosmesi, Vegan Ok, Nickel Tested <0,0001%
💓⇒ 🌸🌸🌸🌸🌱


Organic Shop Body Dessert Banana Milkshake Crema Corpo Riparatrice Banana



Un altro promosso che mi ha accompagnato per diverso tempo è stata questa crema corpo alla banana di Organic Shop
Sì, non ci giro intorno, profuma di banana e lo fa in modo meraviglioso. Basta aprire il barattolo e si viene letteralmente travolti da questo aroma ottimo. È una fragranza dolce, ma non stucchevole, sembra proprio una crema fatta con il frutto e io avverto anche un accento vanigliato; purtroppo, nonostante sia una profumazione abbastanza decisa, non permane molto sulla pelle, ma è un piacere spalmarsela. 


Oltre alla fragranza, ciò che rende piacevole questa crema è la consistenza: ha una bella densità, corposa e ricca, ma non risulta grassa o untuosa e la scia bianca è quasi assente. Inoltre si assorbe con facilità. 
In questa cremosità Organic Shop ha inserito diversi ingredienti nutrienti come
"L'estratto di banana bio previene la pelle secca e screpolata; l'olio di avocado biologico fornisce nutrimento intensivo che aiuta a stimolare i processi naturali di rinnovamento della pelle; l'olio di macadamia e la vaniglia organica donano elasticità alla pelle e aiutano a ridurre le smagliature."
 in più, oltre ad emollienti, contiene anche burro di karité e olio di semi di albicocca, quindi degli ingredienti nutrienti. La mia opinione sul Body Dessert Banana Milkshake è positiva. Devo dire che fra la scelta degli ingredienti e la consistenza soda, mi aspettavo una crema con un potere idratante e nutriente al limite del paranormale, in realtà svolge egregiamente la sua funzione, ma la trovo adatta a pelli da normali a secche, come d'altronde è la mia.



Come vi dicevo, l'ho utilizzata per un lungo periodo di tempo, inclusi alcuni giorni d'estate, anche se, nonostante non la risudassi, quando era più caldo, per me era un po' troppo pesante. Quindi sicuramente l'ho apprezzata molto in un periodo come questo con un clima mite.
L'aspetto che più invece mi ha stupito di questa crema corpo di Organic Shop è la setosità e la morbidezza che regala, forse la qualità più evidente sulla mia pelle, ed anche quella che perdura di più nel corso delle ore. D'altronde questa è la caratteristica che anche la stessa azienda vanta, per qui siamo in linea.




Nonostante la grande quantità e il profumo particolare il Body Dessert Banana Milkshake di Organic Shop non mi ha stancato (ed io sono uno che si annoia parecchio), tuttavia non credo lo ricomprerei a breve, anche perché il brand ha tantissime varianti di queste creme corpo, per cui per una mera questione di curiosità, ma è certamente un prodotto particolare fra i brand ecobiologici.

INFO BOX 
🔎 Bioprofumeria, Online
💸 €13.25
🏋 450ml
🗺 Made in EU
⏳  12 Mesi
🔬 //
💓⇒ 🌸🌸🌸🌸🌱

Schmidt's Natural Deodorant Bergamot + Lime Stick



Avevo sentito meraviglie sui deodoranti Schmidt's e volevo provarli anche io, specie perché non avevo mai utilizzato un deodorante a base di bicarbonato. L'azienda americana produce diverse referenze e i loro deodoranti sono disponibili sia in stick che in barattolino, anche se io, per comodità ho scelto il primo formato, disponibile in due pesi. 
Il deodorante Bergamot + Lime in particolare, essendo in stick, si presenta come una pasta compatta, composta appunto da bicarbonato che agisce da antiodorante, ma anche da una polvere particolare, che è la fecola di maranta o radice freccia, che ha proprietà addensanti e assorbenti (e viene utilizzata anche in cucina). La componenti che legano queste polveri sono alcuni oli, burri e cere, come quello cocco, jojoba e karitè
La profumazione che ho scelto ha ovviamente delle note agrumate abbastanza intense e direi pure persistenti. 
I deodoranti Schmidt's vantano alcune caratteristiche interessanti come 
  • neutralizzare l'odore e a mantenerti fresco
  • Profumato con oli essenziali; nessuna fragranza artificiale
  • Privo di alluminio, glicole propilenico, parabeni e ftalati
  • Sensazione non grassa, non appiccicosa 
  • Facilmente assorbito; l'applicazione richiede solo una piccola quantità
E io mi ritrovo anche d'accordo con quanto dichiara l'azienda: nonostante la consistenza asciutta e compatta si stende molto bene sulla zona, e si fonde col calore della pelle, senza ungere o sporcare eventualmente gli indumenti. Ed ha una ottima durata: anche nelle giornate più calde, perché l'ho utilizzato anche durante il periodo più torrido, e su di me regge alla grande, sia nel controllo dei cattivi odori, sia nella traspirazione. 



Non va a bloccarla ma mantiene la zona più asciutta. Il problema è che, nel mio caso, è fin troppo asciutta, al punto che questo deodorante Schmidt's mi va a seccare la pelle e, conseguentemente, crearmi rossori in modo anche importante. Ho notato che la situazione era più problematica quando la sudorazione è più abbondante, quindi nel periodo caldo, come se creasse una cattiva interazione fra sudore e deodorante. Su Instagram mi hanno consigliato (scusa non ricordo chi, se stai leggendo) di applicare un po' di crema corpo idratante e poi il deodorante Schmidt's, ma la cosa su di me non ha fatto particolare differenza. L'unica soluzione è stata utilizzare questo prodotto soltanto una o due volte la settimana e alternarlo ad altro. Quindi un utilizzo sporadico e non quotidiano come con qualunque antiodorante. 
Il Natural Deodorant Bergamot + Lime di Schmidt's è ottimo, funziona, ha un buon profumo, essendo in stick è anche pratico, ma la reazione irritativa che ho avuto, pur non avendo una particolare sensibilità, me lo fa bocciare e non lo riacquisterò. Fortunatamente il formato più piccolo consente di provarlo senza sprechi, per cui vi direi di provarlo. 

INFO BOX 
🔎 Bioprofumeria, Online         
💸 €3.99
🏋 19.80gr/92 gr
🗺 Made in USA
⏳  12 Mesi
🔬 Cruelty Free
💓⇒ 🌸🌸


I miei promossi e bocciati di Settembre si concludono, ma fatemi sapere se voi invece non avete problemi con il deodorante Schmidt's e se vi attira qualche prodotto in particolare!




Etica d'impresa e scelte di marketing: quanto contano DAVVERO?

Tutto ciò che ci circonda e che acquistiamo è frutto del lavoro e dell'ingegno di moltissime persone. Ai nostri giorni non si tratta più di creare e vendere, ma si agisce a più livelli per scegliere a chi e soprattutto come vendere qualcosa. Il marketing ha acquisito un ruolo fondamentale in un mondo in cui la concorrenza e la competitività sono alle stelle.
Ci sono infinite possibilità nelle scelte di marketing, la più comune è forse quella di trasmettere i propri valori e la propria etica o comunque condividere l'immagine che l'azienda vuol dare di sé, tramite ad esempio lo storytelling, con cui raccontare la propria storia, la propria esperienza e, ovviamente, i propri pregi.

A volte le imprese si legano a tematiche sociali, magari mettendo in vendita collezioni il cui ricavato viene devoluto in beneficenza, e per quanto possa essere una mossa positiva e molte volte anche sentita, è comunque marketing.
Tuttavia ogni (più o meno dai, siamo positivi) azienda ha il suo lato oscuro, e anche chi si mostra al meglio, poi rivela il volto peggiore, non solo non seguendo quella linea etica millantata ma anche mettendo in atto comportamenti scorretti per le altre imprese, per i propri lavoratori e per i clienti.
Inchieste, polemiche, tentati boicottaggi sono le risposte più comuni quando brand e aziende mettono  in atto comportamenti che vengono reputati come non etici, ma non sempre sono reazioni azzeccate.

Non è facile distinguere una diatriba corretta da polemiche sterili, perché a volte la simpatia o l'antipatia per quel brand ha la meglio, e toccare temi che vengono reputati come sensibili, porta a repliche spropositate per quello che è in realtà il "problema". 
È stato così ad esempio per Chiara Ferragni e la sua collaborazione con Evian, con cui ha creato una collezione di bottiglie di acqua personalizzate. 


Il logo dell'occhio dalle lunghe ciglia capeggia sul vetro della bottiglia, e 8 euro invece è il numero scritto sul cartellino del prezzo (per 700ml di acqua). Tutto ciò ha spinto ad una polemica, e dalla polemica si è arrivati addirittura all'interrogazione parlamentare (e poi dicono che non hanno tempo per il matrimonio egualitario).
Peccato che quella di Evian sia da sempre un'"acqua di lusso", che ha un costo più elevato rispetto alle casse di acqua di un qualunque altro marchio che trovate al supermercato e che, nonostante l'antipatia che può creare Chiara Ferragni, il suo logo sopra la bottiglia la rende un pezzo da collezione in edizione limitata
Insomma non sarà un Modigliani, ma considerando che si parla di un personaggio con 15 milioni di follower su Instagram e soprattutto un patrimonio netto di circa 12 milioni di dollari, direi che la scelta di marketing di Evian e Chiara Ferragni non è diversa dalla collaborazione di tanti altri personaggi famosi con altri marchi, ha una sua coerenza che non ha nulla a che vedere con chi purtroppo non ha la possibilità di comprare una bottiglia di acqua nemmeno a pochi centesimi, e se vogliamo discutere dell'etica del mercato dei beni di lusso, dovremmo aprire un'altra parentesi.

Ci sono però altre scelte di marketing e di etica che invece nascondono a volte una certa incoerenza di fondo, che secondo me è ben più grave della bottiglia di acqua personalizzata.

Mi scappa la pipì papà!

Vi sarà capitato di sentire parlare, nelle tantissime inchieste svolte, delle condizioni di lavoro degli addetti ai magazzini di Amazon, dove si corre a più non posso per rispettare i tempi di imballaggio e consegna, dove pare che ogni addetto gestisca più di 200 pacchi al giorno e che addirittura alcuni siano costretti a far pipì in una bottiglia (spero non quella della Ferragni ché costa tanto) per paura che fare una pausa gli faccia perdere il posto di lavoro, visti i tempi strettissimi che l'azienda impone, tempi gestiti da un algoritmo "poco umano". 
Eppure nella pubblicità, ovviamente, il fattorino Amazon è un ragazzone prestante che tiene in mano il pacco sorridente.


Non c'è ombra di stress o stanchezza, nemmeno una occhiaia o un brufolino da ansia, ed evidentemente deve aver nascosto bene il braccialetto geolocalizzatore che consente all'azienda di rintracciare i propri dipendenti. 
Insomma l'e-commerce americano non è stato esente da critiche di ogni tipo per il trattamento che sembra riservi ai propri dipendenti.
Ma conoscete Amazon Incentives? In pratica è un servizio sempre offerto da Amazon che in modo flessibile ti consente di premiare le persone che lavorano con te e 
"superare gli obiettivi di incentivazione della tua attività e infondere fiducia nei dipendenti, clienti e partner"


Un po' contraddittorio, non trovate? Pare che infatti lo stipendio dei dipendenti Amazon sia lievemente superiore rispetto alla media del settore logistica, ma il loro contratto non ha particolari benefit.
In questo caso però mi sento in colpa perché ho io stesso un account Prime ed acquisto almeno una volta al mese da Amazon, e in tre o quattro giorni lavorativi ho il mio ordine consegnato in Sicilia. A giudicare poi il fatto che il loro utile netto trimestrale è aumentato di 12 volte, mi sa che non sono il solo ad avere i sensi di colpa. 

3 minuti, solo 3 minuti

O, ancora, parliamo delle condizioni dei lavoratori di McDonald? Tempi serrati, turni lunghi e scarsa paga, dicono soprattutto alcuni ex dipendenti. In questo caso magari potrei approfondire anche per quanto riguarda il cibo che propone, che secondo quanto mostrato in pubblicità proviene da freschi pascoli di montagna, ma di cui moltissimi lamentano il livello di qualità.
Ma basiamoci su ciò che vediamo con i nostri stessi occhi. Anche qui nei cartelloni e negli spot, i dipendenti sono sempre sorridenti affacciati alle loro finestre, pronti a servire il classico sacchetto di carta, in pieno stile americano pieno di panini unti e grassi (come piacciono a me!).


Per molti giovani lavorare da McDonald è un trampolino, il primo lavoro dove farsi le ossa, mettere qualcosa da parte e lanciarsi poi verso un'altra esperienza. 
Ma non so se avete letto le ultime novità, visto che la catena di fast food ha introdotto in Italia, dall'11 Ottobre per un periodo limitato, un servizio a tempo: in pratica ai McDrive aderenti vi sarà fornito un timer al momento dell'ordinazione, e se i ragazzi non riescono a servirvi in 3 minuti, dovranno "pagare pegno" dandovi questa cartolina.


In pratica al prossimo acquisto avrete diritto ad una porzione di Nuggets gratuitamente, il che è una bella mossa di marketing per l'azienda che stimola il cliente a tornare e a spendere ulteriormente denaro, ed immagino che i dipendenti non si strappino i capelli se non riescono a rispettare il gioco anche perché credo sia impossibile nei momenti di grande affluenza; ma voi lo vorreste un timer che, a lavoro, vi obbliga a fare del vostro meglio o comunque svolgere il vostro compito in tre minuti, specie considerando che già di per sé è un impiego stressante? Io sinceramente no, e se dovesse capitarmi di andare da McDonald, non approfitterò dell'offerta, che mi sembra sinceramente una challenge inutile per chi deve sottostare a questa condizione. Credo che un po' tutti possiamo sopportare di attendere 10 minuti per essere serviti.

Cattive compagnie

Anche noi blogger siamo spesso "vittime" di aziende con poca etica e che scelgono di sfruttare il nostro impegno e lavoro, a loro vantaggio.
Si passa dalle aziende che "rubano" su Instagram le foto di altre persone, per ripubblicarle sul proprio profilo, senza alcun credito al proprietario della foto, fino a compagnie che addirittura copiano i contenuti di alcune video-recensioni per manipolarli e farne pubblicità positive nei loro confronti.


È il caso ad esempio della youtuber americana Tati Westbrook che ha denunciato come alcuni brand, in particolare Silisponge, un'azienda che produce spugnette di silicone per applicare il make up, estrapolino dai suoi video dei fotogrammi o pochi minuti di girato, per trasformare una recensione negativa in una positiva da usare nelle pubblicità sul web. 
Quando Tati ha chiesto alla compagnia di rimuovere i contenuti usati impropriamente, che mandavano anche un messaggio falso, hanno tentato di pagarla per sistemare la cosa, ma al suo rifiuto pare sia stata definita dall'azienda stessa come "that bitch Tati", ovvero "quella stronza di Tati".
Quindi non solo la mancanza di rispetto del lavoro altrui, perché creare video e foto richiede un tempo non indifferente (ma ne parliamo un'altra volta), ma nemmeno rispetto per l'etica, il pensiero e il lavoro intellettuale di chi crea i contenuti. 

Quello che ci viene mostrato è diverso da quello che è accade dietro le quinte, e questo era noto, ma quanto contano per noi acquirenti le scelte etiche fatte da una azienda, specie quando queste scelte sono palesi?


Mi spiego meglio: le condizioni dei lavoratori di Amazon, per esempio sono venute a galla quando gli stessi dipendenti (o meglio, ex dipendenti) hanno iniziato a denunciare la cosa. Gli esempi in questo senso sono infiniti, ma è vero che le voci degli "insider" possono essere condizionate da una sorta di risentimento per essere  stati licenziati ad esempio. E non voglio sottovalutare quanto accade in certe aziende, e chi denuncia certe condizioni (anche perché ad approfondire tutto facciamo il 2019) ma potremmo superficialmente dire che non abbiamo la certezza, che non l'abbiamo visto le situazioni in prima persona, o che comunque, volendo essere cinici, potremmo dire che ogni lavoro richiede impegno e giustamente le aziende non possono agire da enti benefici.
Ma come ci comportiamo quando ad esporsi in un modo controverso, quando a non seguire più la filosofia prefissata o semplicemente a mancare di rispetto, è palesemente la stessa azienda o chi ne è a capo? Vi faccio un esempio.

Famose du' spaghi... di un'altra marca

Forse molti hanno già dimenticato il quasi boicotaggio mosso nei confronti di Barilla, quando Guido Barilla, il presidente dell'azienda, nel 2013 dichiarò di non volere mai famiglie omosessuali nelle sue campagne pubblicitarie, ma che preferisce avere una donna come angelo del focolare che coccola il marito e i figlioli, e sono tutti contenti.
#boicottabarilla è stato l'hashtag lanciato sui social, e fu un mezzo putiferio, che portò le persone e le associazioni a distaccarsi dall'azienda di Parma, e le altre imprese a reagire con una contro campagna pubblicitaria sottolineando invece la loro inclusività.



Si pensò di non comprare i prodotti Barilla, per far sì che l'azienda sentisse la voce "dal basso", e che potesse arrivar loro il messaggio che vantarsi di essere omofobi, coprendo la cosa come una scelta imprenditoriale, non è per niente giusto. 
Il risultato però non è stato del tutto entusiasmante per chi ha sostenuto questo boicotaggio, un po' come nel caso di Amazon.
Si legge sul sito dell'azienda per quanto riguarda il bilancio del 2014, quindi l'anno seguente al misfatto:
"Il fatturato si è attestato a 3.254 milioni di euro, con una crescita, a parità di perimetro ed escludendo l’effetto cambio, del 2% rispetto al 2013"
La crescita di fatturato e volumi è aumentata più o meno delle stesse percentuali negli anni a seguire, come riporta un articolo del Sole 24 Ore. Come si sia sgonfiata tutta l'indignazione dimostrata in rete, è un po' difficile dirlo. Manca la coesione e la reale convinzione che i nostri soldi possono dare e togliere il successo che una compagnia guadagna, o semplicemente non conta l'etica nei nostri acquisti? O ancora, le dichiarazioni di Guido Barilla sono state considerate solo come l'opinione non condivisa di un qualcuno qualsiasi?
Ah, io Barilla non la compravo già perché si scuoce di brutto.

Questo è un esempio noto in Italia, ma voglio scavare più a fondo e sfrugilare ancora più nel torbido
Faccio un passo indietro e mi sposto in un campo in cui l'etica, la morale o comunque una filosofia che ricongiunge azienda e clienti dovrebbe essere alla base di tutto, ovvero il mondo del beauty.
Il caso di Tati Westbrook che citavo sopra è l'esempio di come chi si occupa della cura della persona, in realtà non ha cura delle persone.
Il mondo della cosmesi, il settore che dovrebbe rappresentare la bellezza, la creatività, l'inclusività, magari con una scelta di marketing particolare, in realtà ha un lato molto brutto.

Già solo il fatto che molte aziende, specie di make up, si riferiscano ad un pubblico solo femminile è una scelta di marketing che non approvo e credo sia anche controproducente, ma questa è solo la punta di un iceberg ben più profondo. 
Non mi riferisco nemmeno a sviste o a "errori innocenti" come dichiarò ad esempio H&M per il caso della foto del ragazzino nero con su la felpa "Coolest monkey in the jungle".


Ci può stare che non si realizzi subito di aver fatto una scelta di immagine quantomeno discutibile, superficiale, poco rispettosa, ci può stare fare un errore che non segue le scelte etiche aziendali, e che ci si ravveda quando ci si rende conto che qualcosa non torna, ma di recidivi in questo campo è pieno il mondo.

Trucco e "inganno"

È una storia che risale ad un paio di anni fa, quando l'ormai famoso brand di make-up Wycon aveva lanciato il progetto #NoMoreTears, il cui ricavato dalla vendita di un mascara all'apparenza sembrava dovesse essere devoluto per sostenere le donne vittima di violenza. Ma a guardare bene i dettagli di questa campagna, non era esattamente così.


L'iniziativa si rivolgeva infatti a supportare un  Centro Aiuto alla Vita, che "supporta" le donne vittima di violenze a rivalutare e cambiare la loro intenzione di abortire. Potrei dire che l'hanno presa un po' alla larga e, sebbene non mi trovi d'accordo con questa linea di pensiero, oltre al fatto che la legge garantisce la possibilità di interrompere la gravidanza, direi che non si sono spiegati molto bene e che se volevano sostenere un centro antiabortista, potevano anche dirlo chiaramente, sebbene la campagna non avrebbe avuto lo stesso appeal al pubblico (chissà come mai).
Ma quelli di Wycon sono un po' recidivi e ad inizio di quest'anno hanno pensato fosse giusto chiamare uno smalto nero "Thick as a Nig*a"


Solo dopo che la notizia ha raggiunto i siti e i magazine oltre oceano, l'azienda ha capito che forse non è stata una scelta brillante, ha chiesto scusa e ritirato il prodotto. La mia idea su Wycon non è certamente del tutto positiva, anche solo considerando il fatto che sempre la compagnia è stata citata in giudizio ed ha perso una causa contro un'altra azienda di make up, ovvero KIKO, per aver preso un po' troppa ispirazione dal design dei loro negozi. 
Spero sinceramente che in Wycon ritrovino una strada più originale e meno contorta. 

Nulla di Ordinario

Tutto è iniziato a Gennaio di quest'anno, quando Brandon Truaxe, CEO e creatore di Deciem, marchio di cosmesi che forse avrete conosciuto tramite me (i miei primi due articoli su questa azienda hanno superato le 40mila visualizzazioni, per cui grazie ma scusatemi), ha assunto un atteggiamento direi sopra le righe, che è diventato, col tempo, incontrollabile. 



Dal 2013 ad oggi Deciem, ed in particolare The Ordinary, è diventato un brand cult per gli amanti della skin care e moltissimi si sono affezionati a questa compagnia anche per le scelte di marketing seguite (prezzi bassi, chiarezza nelle formulazioni, assenza di pubblicità e così via), al punto che ad oggi l'azienda conta 300 milioni di dollari di prodotti venduti in un anno, e sembra sia un dato in aumento. Tuttavia qualcosa è cambiato.
All'inizio di quest'anno Truaxe ha assunto, in particolare sulla pagina Instagram dell'azienda che ha deciso di gestire in prima persona, un atteggiamento sempre più strano, bizzarro, a volte anche rude nei confronti di chi commentava con semplice preoccupazione i suoi post, a volte contraddittorio, sostenendo di voler diffondere un messaggio di amore, fino a diventare problematico. 
È stata una escalation che è passata da commenti che sembravano razzisti, al licenziamento su due piedi di alcuni dipendenti (in generale il suo comportamento nei confronti dei collaboratori è stato più volte criticato), dalla condivisione sempre su Instagram di alcune mail private, fino a video al limite dell'inquietante. Un giorno infatti lo stesso Brandon Truaxe ha pubblicato un video in cui chiedeva di chiamare la polizia in quanto era in pericolo.


Senza contare poi i post in sostegno a Donald Trump e quelli in cui chiedeva di confrontarsi con Mark Zuckerberg. 
C'è chi l'ha considerata una forma di outrage marketing, in italiano potremmo dire "marketing oltraggioso" ovvero un modo di attirare l'attenzione verso la propria azienda con comportamenti offensivi di vario tipo. Tuttavia anche i più affezionati hanno iniziato a stancarsi di questi atteggiamenti del CEO, al punto che più persone hanno sostenuto che Truaxe abbia problemi mentali e che sia vittima di crisi nervose.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso (o meglio, la boccetta di siero) è arrivata proprio qualche giorno fa quando lo stesso creatore di The Ordinary, sempre in un video su Instagram, diceva che alcuni suoi dipendenti erano coinvolti in "importanti attività criminali" soprattutto finanziarie.


Tutto ciò ha scatenato ondate di acquisti dovuti alla paura che la compagnia chiudesse (soprattutto quando il sito principale Deciem risultava irraggiungibile e i negozi fisici sparsi per il mondo temporaneamente chiusi); altri invece hanno iniziato a cercare dei prodotti che potessero sostituire i tanto amati The Ordinary. Altri invece esplicitamente hanno scelto di boicottare l'azienda.
Ma la reazione più forte è stata quella della multinazionale Estée Lauder, azionista di minoranza in Deciem, che ha citato in giudizio Brandon Truaxe, ottenendo dal giudice che venisse sollevato temporaneamente dal suo incarico per essere sostituito dal vice CEO Nicola Kilner
Si conclude così, almeno per il momento, l'ascesa e la caduta (anche se non si sa fino a quando) di un genio che ha rivoluzionato il mondo della cosmetica, e questo mi ha messo un po' tristezza, ma più che acquisti dovuti al panico, sto valutando alcuni dupes.

Questi sono solo alcuni dei milioni di casi che mi hanno colpito di come etica di impresa e marketing si fondono in modo a volte contraddittorio, a volte semplicemente malevolo, e di come ogni azienda in settori diversi, presenta delle criticità nel mostrarsi ai propri clienti. 

Per voi quanto contano al momento dell'acquisto l'etica, la reputazione, la coerenza e le scelte di marketing che una azienda fa? Sono aspetti fondamentali o pensate che sia inutile tentare ad esempio un boicottaggio nei confronti di coloro che non rispecchiano il vostro concetto di integrità?
E con che occhi guardate gli spot? Cosa vi spinge a non sostenere più un brand?
Io ho più o meno espresso la mia opinione, ma devo dire che non ho una risposta precisa a tutto, perché è complicato. Vale più la validità del prodotto, la funzionalità, la piacevolezza, che la scelta di una filosofia di rispetto verso i propri clienti, partner, e verso la concorrenza?



|Beauty Cues|
Pro Collagen Plus + con PERLA NERA 💎 di Dr Organic

L'autunno e il cambio climatico riporta nelle nostre skin care routine prodotti più idratanti e nutrienti che magari si affiancano o sostituiscono i sieri acquosi e freschi che usavamo in estate.
Dalle mie parti il primo fresco ha iniziato a farsi sentire anche sulla pelle, e quindi ho ripreso in mano un prodotto che avevo utilizzato in parte prima e durante l'estate, e mi riferisco al Pro Collagen Plus + con Black Pearl Complex di Dr. Organic.

Pro Collagen Plus + Black Pearl Complex Dr. Organic.

Dr. Organic, brand che ormai non è sconosciuto da queste parti, ha creato recentemente una linea composta da tre trattamenti viso chiamata appunto Pro Collagen Plus, e li ha arricchiti con ingredienti particolari come sangue di drago (che non è stato sottratto da una delle bestiole di Daenerys Targaryen ma è una resina naturale), estratti probiotici delle proteine del latte e perla nera.
Come sempre i cosmetici Dr. Organic non contengono parabeni, SLS, coloranti sintetici, petrolati, siliconi e BHT.



Gli ingredienti chiave che uniscono questi tre prodotti sono ben noti, ovvero l'acido ialuronico, dalla capacità dissetante per la pelle, e la biotina, che forse conoscerete come vitamina H, che viene impiegata come riequilibrante della produzione sebacea e più in generale migliora la salute della pelle.
Ovviamente ogni Pro Collagen Plus + è rivolto ad una tipologia di pelle diversa, quindi vengono aggiunti quei componenti specifici per esigenze diverse. Nel caso della Pro Collagen Plus + con Black Pearl Complex l'azienda ha creato un cocktail che hanno reso il prodotto adatto un po' a tutti i tipi di pelle.
Ma che cos'è questo "Black Pearl Complex"? Si tratta di una forma idrolizzata di perla che non solo è ricca di minerali, ma in cosmetica viene utilizzata anche per illuminare l'incarnato, per le proprietà lenitive e in generale anti-age
Dr. Organic però non ha scelto una perla a caso, ma optato per la perla nera appunto
"La più bella in assoluto, la PERLA NERA, è conosciuta con il nome di “perla delle regine”. Unica al mondo, questa meravigliosa perla si trova esclusivamente a Tahiti e vanta straordinarie proprietà rimineralizzanti."
Ma oltre questi, l'azienda ha aggiunto altri attivi funzionali in parte anche ricercati:

  • succo di aloe, che non è ricercato, ma sicuramente è lenitivo,
  • burro di karitè, anche questo non ricercato, ma nutriente,
  • estratto di argan, un altro componente già noto per le proprietà elasticizzanti e anti age,
  • estratto di moringa, conosciuto per la capacità di inibire la formazione di radicali liberi,
  • balsamo del Perù, che è un olio dalle proprietà cicatrizzanti e antiinfiammatorie,
  • estratto di pepe nero dall'efficacia tonificante,
  • estratto di foglie di mora come antiossidante ed elasticizzante.
Tutti questi componenti sono stati inseriti nel Pro Collagen Plus + in una consistenza cremosa, molto soffice che sembra quasi ariosa. Anche se appena prelevata risulta ferma, stenderla risulta facile e piacevole e in qualche secondo si assorbe. 

Pro Collagen Plus Dr. Organic

Sicuramente si avverte il profumo, fresco e floreale, ma dopo poco tempo ne resta solo un vago sentore più delicato. 
Quello che ho apprezzato del Pro Collagen Plus + Black Pearl di Dr. Organic è come abbiano saputo coniugare l'efficacia idratante e nutriente dei componenti ad una texture che si assorbe facilmente e che non risulta grassa o pesante ma confortevole e piacevole da avere sul viso. La confezione airless funziona bene nel dosare il prodotto e riesce a prelevarlo fino alla fine senza incepparsi.

Pro Collagen Plus Dr. Organic opinioni

L'azienda lo suggerisce come un prodotto adatto a tutti i tipi di pelle ma vi consiglio di leggere questa indicazione come adattabile a diversi periodi dell'anno e quindi diverse esigenze di cute: ho usato questa crema viso come vi dicevo in parte prima e in parte durante l'estate saltando i mesi più caldi, e l'ho ripresa adesso. La mia pelle in questo periodo di tempo è quindi stata normale tendente al secco, più mista, e di nuovo un po' più secca, ed ho alternato l'uso del Pro Collagen Plus Black Pearl sia di giorno che di notte, in base all'esigenza del momento. 
Credo appunto quindi che se ad esempio avete una pelle molto grassa sarà più adatta come trattamento notte per l'inverno, mentre su una pelle molto secca secondo me dà il suo meglio di giorno in un periodo di primi freddi come questo. 

Recensioni Pro Collagen Plus + Black Pearl Dr. Organic

Su di me il Pro Collagen Plus Dr Organic è stata una perfetta crema per il viso, in grado di lasciare la pelle morbida, molto setosa, e tonica. Vi dicevo che riesce ad idratare bene, ma anche mantenere questa idratazione per tutto il giorno, senza crearmi lucidità. 
Il tocco che lascia sulla pelle è certamente asciutto, e una volta assorbito ce ne si dimentica. Dall'altro lato però l'aspetto che dà alla pelle è sicuramente luminoso e sano. Posso capire come mai venga definito come un siero visto che ci si può applicare sopra eventualmente un'altra crema o la protezione solare o appunto il make up, e più in generale, riesce a trovare un suo posto all'interno di un regime di skin care.
Quindi il Pro Collagen Plus + Black Pearl Complex di Dr. Organic si accoda all'insieme di prodotti che ho utilizzato e ho apprezzato da questa azienda, in questo caso non solo per la piacevolezza ma anche per l'efficacia. 

INFO BOX | Dr Organic Pro Collagen Plus + Black Pearl Complex
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{Aggiornamento #83}
Ecco cosa è successo.



Era ancora Agosto quando mi sembrava di aver chiuso i conti con una estate che non era stata affatto leggera e spensierata, ma si era trascinata alla fine concludendosi con dei giorni di pioggia che mi facevano ben sperare. Vi avevo accennato ad esempio a tutto il calvario con l'assistenza Asus, per raccontarvi una esperienza e darvi qualche info che potrebbe essere vagamente più utile di me che mi lamento. 
Da lì in avanti ho iniziato a perdere sempre più colpi e pezzi
Giorno dopo giorno si sono aggiunti una varietà di pensieri che stanno avvolgendo le mie giornate come una pianta rampicante infestante.
Proprio l'altro giorno, per farvi un esempio, guardavo un video e, nel discorso, si parlava di ritorno dalle vacanze, e io non capivo a quali vacanze si riferissero. Mi ero persino convinto fosse un video registrato intorno a Natale, ma pubblicato solo recentemente. Questo già vi fa capire l'andazzo delle righe che seguono.

La mia teoria è sempre stata che un giorno di pioggia in più è un giorno d'estate in meno.
In pratica l'ineluttabilità del tempo spiegata semplice, ma anche una cosa che si distacca dal concetto di ascella pezzata estiva. La pioggia per me è il cambiamento, è rivolta, è l'inizio di una nuova parentesi.
Speravo che allo stesso modo, si aprisse una nuova parentesi, che settembre portasse qualche novità, anche perché lo dicono tutti che dovrebbe essere il capodanno in anticipo, sebbene non sia scontato, eppure appena è arrivato non ho sentito l'energia che mi aspettavo. Ho pensato sarebbe stata una impressione, che man mano avrei ingranato e che qualche novità si sarebbe palesata, e invece no, mi sbagliavo.
Cercare di mettere un punto anche alle sciocchezze più semplici si è dimostrato subito una operazione complicata, o forse sarebbe più giusto dire interminabile. In più se è possibile si sono aggiunti altri nodi.
Non fraintendetemi, sapevo già che ci sarebbero state alcune circostanze che avrebbero potuto rendere il mio quotidiano un po' più teso, e che nel corso dei giorni avrei dovuto affrontare, anche solo mentalmente, e d'altronde in questo non c'è nulla di speciale perché tutti ogni giorno sbrogliamo matasse, a volte anche quando non ci competono. Eppure tutto ha iniziato a diventare pesante, l'ansia si è ispessita e il cerchio alla testa non se ne vuole andare.

Non ci sono sorprese se non quelle brutte. E tutto quello che ho messo in moto, anche in piccolo, non ha portato semplicemente a nulla.
Avete presente la frustrazione di parlare con qualcuno che fa di tutto per non ascoltarti e per non risponderti, e se ti risponde ti dice tutt'altro?
Ecco, è un costante muro di gomma che non riesco a superare. Quello che sarebbe dovuto arrivare, semplicemente si è perso per strada, tutto quello che magari non sarebbe stato semplice ma sarebbe potuto essere interessante, ha semplicemente mostrato il suo volto peggiore. È quasi comico il contrappasso della vita.
Quello che ho creato affinché potessi rendere il periodo più sopportabile, ha iniziato ad essere la fonte di tensione.
Sto organizzando un viaggio ad esempio, e nonostante non sia solo, per me sta diventando solo il baluardo dell'ansia, le manie di controllo stanno prendendo il sopravvento e non riesco a trovare quella eccitazione per un nuovo confine che andrò a valicare, perché non sono riuscito a chiudere ermeticamente quello che mi stavo portando e quello che lascerò dietro.

C'è una parte di me che mi dice (no, non sento le voci, capitemi) che forse sto esagerando a prendere tutto troppo seriamente, e che magari ero partito con aspettative troppo alte per questa nuova stagione, perché d'altronde non era scritto da nessuna parte che avrei avuto ciò che speravo.
Sono io che pretendo troppo?
Sono io che noto certe discrepanze?
Sono io quello egoista?
Sono dei cavilli a cui mi attacco?
O peggio, anche io ho lo stesso atteggiamento?
Ma c'è una parte di me che invece considera tutto pesante e per quanto so che ogni cosa si risolve, o semplicemente si sorpassa, mi sono sentito e mi sento compresso e sopraffatto.
Le beghe quotidiane sono diventate tarli che hanno rosicchiato l'albero maestro e adesso mi sento come una nave senza la spinta di una vela.
E questo per dirvi che se manca un po' la grinta, se magari non tutti i post hanno quella battuta in più, se questi aggiornamenti non sono frequenti e leggeri come una volta, è perché sto aspettando la marea giusta, per andare avanti anche senza vento. 








Maschere in Tessuto Geomar 🌸🍃 (ed esperienza di acquisto dal sito Tigotà)


Dopo l'esperienza con i trattamenti in crema (qui recensiti), non potevo certo lasciarmi scappare la versione un po' più recente in tessuto delle maschere Geomar

geomar maschere viso in tessuto

In realtà me le stavo per perdere l'occasione perché da me sono praticamente impossibili da reperire, ma le infilai in un ordine che feci dal sito di Tigotà.
In effetti non so perché non ne ho mai parlato (in verità lo so, facendo troppi ordini, qualcosa scappa), ma devo dire che in generale il sito offre un buon servizio: all'epoca non avevo pagato le spese di spedizione perché raggiunsi i 25€ di merce (nulla se considerate la scelta di prodotti che hanno), in più avevo un codice sconto che non so dove scovai.
Ho ricevuto la merce tramite corriere GLS in tre giorni lavorativi ed ho pagato tramite Paypal. Tutto perfetto se non fosse che proprio una di queste maschere aveva un foro sulla bustina. Non so come sia successo, ma sembrava fosse rimasta impigliata in qualcosa. Tuttavia il servizio clienti ha provveduto subito a restituirmi i soldi. Quindi sì il servizio di Tigotà.it è davvero ottimo. L'unico aspetto che non amo è che non c'è una sezione dei marchi, cosa importante se si pensa alla vasta scelta di aziende. 
Ma chiudendo la parentesi, torniamo alle maschere in tessuto Geomar, al momento disponibili in sole due varianti.


Ad accomunare queste due maschere c'è sicuramente il materiale di cui sono fatte e in generale la forma che ho apprezzato: sono ben tagliate, avvolgono il viso, e non danno alcun fastidio né dove gli occhi né nella zona della bocca in quanto i fori sono abbastanza ampi. Inoltre la cellulosa ha la giusta consistenza e spessore, tanto da aderire bene al viso.
Le maschere sono ben imbevute, forse anche un pelo troppo, ma meglio così perché comunque non gocciolano, e quindi mi consentono una lunga posa senza problemi. Entrambe le maschere hanno ingredienti naturali ma non sono ecobiologiche nel senso stretto del termine.
Entrambe mi sono sembrate mediamente fresche sulla pelle, direi abbastanza piacevole.

Geomar Maschera Viso in Tessuto Anti-Age 

Geomar Maschera Viso in Tessuto Anti-Age

La maschera in tessuto Anti-Age Geomar è arricchita con diversi estratti. Sulla confezione e anche sul sito si legge
"Collagene ad azione anti-age, una Miscela di Fiori Rossi ad azione antiossidante, Glicerina ad attività idratante, Sale del Mar Morto altamente ricco di minerali, Estratto di Camomilla dalle proprietà calmanti, Estratto di Peonia, Centella Asiatica ed Allantoina ad azione protettiva."
I fiori rossi in questione sono (o almeno credo!) estratto di rosa rugosa e cartamo, che hanno entrambi azione emolliente. 
Questi ingredienti sono inseriti in un siero fluido dal profumo fresco e floreale, che al mio naso è piaciuto, e che inumidisce in modo omogeneo la cellulosa della maschera. 
Le promesse che Geomar associa a questa maschera sono interessanti, e dice che 
"svolge un'efficace azione antiossidante, minimizzando l'insorgere dei radicali liberi e ristabilisce il naturale equilibrio idro-lipidico in soli 15 minuti. [...] ha un'attività elasticizzante ed idratante immediata. Dopo ogni utilizzo la pelle risulta perfettamente idratata, più levigata e rassodata."
Per me, come vi dicevo, 15 minuti son pochi, mi sembrerebbe di sprecare il siero, per cui attendo più o meno fin quando non sento che la maschera è asciutta. 


Nonostante la grande abbondanza di siero, la mia pelle l'ha assorbito completamente, senza lasciare residui. L'unica sensazione leggermente meno piacevole è un leggero appiccicume che lascia sulla pelle una volta rimossa. Nulla per cui urlare allo scandalo, perché dopo un po' la mia pelle assorbe completamente il siero e la sensazione scompare praticamente del tutto.
Do una promozione alla Maschera Viso in Tessuto Anti-Age di Geomar perché dopo il trattamento la pelle era luminosa, distesa e compatta. L'idratazione c'è sicuramente e per la mia pelle al momento è sufficiente, immagino che d'inverno dovrei applicare un prodotto supplementare.
Se avessi una maggiore facilità ad acquistarla la riprenderei. 

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Geomar Maschera Viso in Tessuto Idratante 




Dall'aspetto la maschera in tessuto Idratante è praticamente uguale alla sorella Anti-age, ma si differisce intanto per la profumazione, meno floreale e più fresca e ovviamente per gli ingredienti. All'interno Geomar ci ha messo
"Complesso di Alghe Marine ad azione emolliente, Estratto di Giglio Bianco e Glicerina ad attività idratante, Sale del Mar Morto altamente ricco di minerali, Estratto di Camomilla dalle proprietà calmanti, Centella Asiatica ed Allantoina ad azione protettiva."
Ma ho notato che hanno inserito anche la Peonia, ma soprattutto la Salicornia che mi ha fatto sorridere. Si tratta di una pianta commestibile, simile ad un asparago, ma che oltre a contenere molti sali minerali, pare abbia una efficacia fotoprotettiva.
Comunque la maschera idratante in tessuto Geomar non ha una efficacia poi così tanto diversa dalla maschera anti-age. Dall'azienda ci dicono 
" agisce efficacemente "dissetando" la pelle e ristabilendo il suo equilibrio idrolipidico in soli 15 minuti. [...] la pelle risulta perfettamente idratata, più morbida, fresca e luminosa."
Ho notato che su di me la Maschera Idratante si assorbe leggermente prima rispetto alla versione Anti-Age, ma che rispetto a questa risulta sicuramente meno appiccicosa, almeno sulla mia pelle.


La maschera idratante in tessuto Geomar mi dà sicuramente idratazione alla cute, ed anche in questo caso ho come l'impressione che se fosse stato un periodo freddo in cui la mia pelle è più esigente, avrei dovuto applicare dopo una crema almeno per bloccare l'idratazione. E mi dà anche luminosità alla pelle, per cui non prendete le mie parole come sintomo di un prodotto non valido, ma su di me mancano quei piccoli extra che cerco da una maschera. Ad esempio mi sarei aspettato una funzione tonificante più accentuata. Inoltre non ho notato un particolare potere distensivo dei piccoli tratti.
Insieme, queste due maschere viso Geomar, mi hanno dato l'idea di essere una, la Anti-Age, un trattamento adatto alla sera, un po' più completo, e la versione idratante, una maschera più da giorno, di facile assorbimento e anche rivolta a tipologie di pelle diversa, più normale/mista.

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Nonostante le similarità apparenti queste maschere in tessuto Geomar mi hanno dato risultato diversi. Mi sono piaciute e in generale le riacquisterei. Voi le avete provate? Riuscite a reperirle?
Qui ho provato le nuove maschere viso di Geomar.





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