I troppi Prodotti Promossi di Maggio... è stato difficile scegliere!

È stato un mese fortunato per Beauty Cues e mi ritengo abbastanza soddisfatto: non solo ho pubblicato più o meno tutte le recensioni che avevo in programma, ma ho incontrato prodotti che mi sono piaciuti parecchio, e non c'è stato un vero e proprio flop. 

Ho iniziato il mese con un prodotto poco conosciuto ma che merita se cercate un trattamento purificante, esfoliante ma delicato, e mi riferisco all'Acid Trio Masks with Clay di Peterson's Lab.

Una azienda cinese che io stesso non avevo mai testato, ma che come i brand coreani e asiatici in genere, ha delle formulazioni ben studiate. In particolare le Acid Trio Mask contengono non solo argilla, ma anche Beta e Poli Idrossiacidi, garantendo così una pelle più liscia, luminosa e appunto con meno impurità. Il pack poi è geniale: la maschera è contenuta in singoli pot richiudibili (il tappo è incluso nella confezione) e che possono essere utilizzati per più applicazioni, quindi perfetto se intendete usarla solo sulla zona T o per un breve periodo dell'anno.

Per più informazioni vi rimando alla recensione completa.

A maggio ho continuato l'esplorazione dei profumi di Compagnia delle Indie, e la linea Parfum de Voyage, scegliendone due che mi sono sembrati fin da subito adatti alla primavera. In particolare ho amato la 7 Iris e Patchouli.


Io l'ho definita una fragranza non banale, apprezzabile sia nella bella stagione che in autunno, e tutto sommato unisex. La particolarità sta nell'unire un accordo olfattivo floreale più fresco a delle note più legnose, che le danno una maggiore intensità e profondità. Ottima anche la durata e l'intensità, ma nel corso dell'estate avrò modo di esplorare altre fragranze ancora più fresche di Parfum de Voyage. Intanto potete scoprire Iris e Patchouli qui.

Tornando alla skincare, grazie a Garnier ho avuto modo di provare una loro novità, ovvero il Trattamento Liquido Illuminante con Vitamina C.


La sua potenza sta nella miscela di attivi, ovvero il 10% di Vitamina C, Glicerina, Acido Salicilico e Niacinamide, tutte sostanze che trattano macchie e discromie cutanee a più livelli. La consistenza di questo trattamento Garnier è quella di una lozione fluida, facile da utilizzare e da implementare nella skincare. È un prodotto ideale sia quindi da associare sia se abbiate una routine anti macchia collaudata e volete potenziarla, sia come unico prodotto idratante e illuminante. Su di me è stato efficace anche sulle macchie post brufolo. Qui la recensione completa. 

A proposito di trattamenti, ho apprezzato tantissimo il The Vita A Retinal Shot Tightening Booster del brand coreano Celimax.

Un prodottino ad azione anti età, che vuole, in estrema sintesi, stimolare la produzione di collagene e andare a levigare determinate aree del viso, come contorno occhi, rughe naso labiali o del collo. La sua efficacia sta nel combinare al retinale anche dei micro aculei di spugna idrolizzata, una tecnologia sempre più usata in Corea perché consente agli attivi di raggiungere gli strati più profondi del derma. Su di me il Retinal Shot Tightening Booster ha agito molto bene appunto sul contorno occhi e mi è sembrato che anche il collare di venere ne giovasse. È perfetto da implementare in una skincare che ha già magari prodotti anti età, ma vogliamo dare un boost extra in alcune zone del viso. Qui più dettagli. 

Nel mese di Maggio ho anche raccolto in un unico post alcuni prodotti corpo che mi sono piaciuti parecchio, e li trovate qui. È difficile sceglierne solo uno, ma forse quello che mi ha più stupito è stato il Deodorante Spray Fresco Classico di Neutro Roberts.

Non sarà proprio la scoperta dell'anno, ma mi ha convinto perché ha un'ottima profumazione persistente ed una buona performance come deodorante. Lo trovo tutto sommato delicato sulla pelle e non crea aloni o macchie sulla pelle. Ne ho parlato appunto qui. 

Concludo questa carrellata di prodotti TOP di maggio con una protezione solare per il viso che mi ha sorpreso, ed è il Fluido Anti UV Anti Macchie SPF50+ di Garnier.


Devo farvi un piccolo spoiler: sto provando, come ogni primavera/estate, tante protezioni solari, e fra queste ci sono già delle delusioni. Quando ho provato questo Daily UV Fluid ero curioso ma temevo potesse essere l'ennesimo solare lucido e pesante, ed invece mi sono ricreduto. Garnier infatti ha creato una formulazione davvero elegante, leggera, per niente untuosa e funziona bene anche sotto al trucco. L'ha sopportata benissimo anche il mio compagno che ha una pelle più spessa e grassa della mia quindi non posso che approvarla. Se l'avete persa, qui c'è la recensione. 


Come anticipavo, questo mese non ho dei flop particolari, ma devo solo fare una piccola segnalazione sullo Shower Cream Icy Bon Bon & Coco di Cien.

Si tratta di una edizione limitata, quindi non lo troverete al momento da LIDL, ma non aspettatevi una crema dal profumo goloso: è un semplice doccia gel con un aroma vanigliato non così particolare o avvolgente. Poi si comporta bene sulla pelle, ma non posso dire di esserne rimasto estasiato.


Quali sono stati i vostri promossi e bocciati di questo Maggio?




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I Film e le Serie Tv di Maggio: recuperi TOP e FLOP pesanti

Guardandomi indietro mi rendo conto che i film e le serie TV di maggio mi hanno lasciato per lo più sensazioni molto nette: o mi hanno convinto fin da subito, o li ho trovati proprio deludenti.
Di mezzo però c'è tutta una sfilza di titoli che invece non mi hanno trasmesso granché, come le tante serie nordeuropee che alla fine si sono rivelate dimenticabili.

Cerco di fare un bilancio del mese partendo da quello che mi è piaciuto di più e promuovo sicuramente Dying for Sex, miniserie Disney+ con Michelle Williams.


È una serie tv decisamente densa, che tocca tematiche complesse come la malattia e la sessualità, eppure riesce a far quadrare tutto. La storia è quella di Molly, una giovane donna che improvvisamente scopre di essere affetta da un cancro in fase terminale, e decide di vivere gli ultimi mesi della sua vita alla ricerca di un appagamento sessuale che non ha mai vissuto. Questo però comporterà anche altro, ovvero sondare i suoi traumi del passato. 
Dying For Sex ha però, per buona parte degli episodi, un approccio più ironico su queste tematiche e un cast perfetto a raccontare una vicenda complessa ed emotivamente impattante. Non è una serie tv che si guarda comunque a cuor leggero, tant'è che, pur essendo arrivata in streaming agli inizi di Aprile, ho impiegato un po' a vederla tutta.

Ottima per me anche la prima stagione di The Four Seasons su Netflix.


I toni in questo caso cambiano del tutto: abbiamo a che fare con una commedia con qualche screziatura drammatica, che vede protagonisti un gruppo affiatato di amici che, nel corso delle stagioni e di eventi ad esse legati, si ritrovano ad affrontare svariati problemi affettivi e sentimentali. The Four Seasons è un modo leggero per esplorare ancora una volta le dinamiche fra amici e amori, specie in una fase più matura della vita, che per quanto possa sembrare risoluta ad alcuni, è spesso altrettanto incasinata. 
Anche in questo caso il cast vanta nomi come Steve Carell, Kerri Kenney-Silver, Tina Fey e Colman Domingo.
La gen Z magari non la comprenderà fino in fondo, ma noi Millennials ci ritroveremo sicuramente in quei personaggi. Si aspetta una seconda stagione. 

Fra i film promossi di Maggio ci metto L'Amore Che Ho di Paolo Licata sulla vita di Rosa Balistreri.


Cantautrice e cantastorie siciliana, il vissuto di Rosa Balistreri è sempre stato costellato da momenti difficili e drammi, che lei ha però riversato nella sua musica e nella sua espressività. Così, attraverso diverse fasi diverse della sua vita, il film ci fa conoscere una donna e una artista carismatica e intensa, imperfetta ma appassionata. 
L'amore che ho può anche vantare tre diverse e brave attrici, Anita Pomario, Donatella Finocchiaro e Lucia Sardo, che danno perfettamente il volto e la voce a Rosa Balistreri nelle diverse età della sua vita.
Pur non approfondendo abbastanza il ruolo di attivista politica della cantautrice, Paolo Licata ci dà biografia completa ed emozionante. 

A me poi è anche piaciuto Una notte a New York, film con Dakota Johnson e Sean Penn che è arrivato da poco su Prime Video.


Una lunga e intensa conversazione fra un tassista e una giovane donna sua cliente per una notte, che finisce per mettere a nudo entrambi, specie in ambito relazionale. Una notte a New York potrebbe benissimo essere uno spettacolo teatrale per la sua impostazione e forse anche per questo l'ho trovato più accattivante. Ci sono poi più momenti in cui lo spettatore si può sentire coinvolto o trarre delle riflessioni dal dialogo fra i due. Una notte a New York secondo me è perfetto per una serata tranquilla, se non cercate a tutti i costi il drammone strappalacrime, o la commediola scema.

Passando ai flop, boccio senza dubbio Åremorden - Gli omicidi di Åre, su Netflix.


Serie Tv svedese tratta dall'omonimo romanzo di Viveca Sten, Åremorden poteva essere un thriller interessante, con questa bellissima ambientazione nordeuropea aspra e difficile. Nei fatti è però una miniserie pasticciata, che tenta di unire due diverse storie, ma lo fa in malo modo, senza approfondirne nessuna. Sono solo 5 episodi, è vero, ma penso possiate impegnare meglio questo tempo. 

Flop per me anche The Stolen Girl su Disney +, che ha un po' la stessa sorte dell'altra serie tv bocciata.


Tratta dal romanzo di Alex Dahl, anche qui abbiamo a che fare con una storia thriller, e dal nome stesso si capisce che abbiamo a che fare con una bambina scomparsa. Un incipit che ho trovato interessante, ma lo sviluppo di The Stolen Girl lascia intravedere tante facilonerie, alcuni punti scarsamente credibile e qui e lì abbiamo a che fare anche con personaggi insopportabili. 
Anche questa serie tv dura cinque episodi, quindi non parliamo di qualcosa difficile da affrontare, ma c'è di meglio.

Passando ai film, corona del peggiore titolo di Maggio va a Mala Influencia, su Netflix.


È vero che io forse non sono nel target di pubblico a cui si rivolge questo film, ma racconta comunque una storia scarsamente credibile, costruita solo per  raccontare la prevedibile vicenda sentimentale fra la brava ragazza di buona famiglia e il bad boy di turno. Mala Influencia è fiacco, incoerente e recitato in modo scolastico, quindi assolutamente fra i titoli da skippare.

Purtroppo è sempre di Netflix un altro film che boccio, ovvero Nonnas.


Si ispira ad una storia vera di un uomo newyorkese che, per omaggiare la madre scomparsa da poco, decide di aprire un ristorante e, per una brillante intuizione, decide di scegliere delle nonne come cuoche. Una vicenda comunque tenera, sicuramente raccontata da un cast piacevole, ma non ha secondo me la potenza per diventare un film particolarmente potente e intenso. Ma soprattutto si scade in tanti cliché sulla cucina italiana e la nostra cultura in genere, per cui Nonnas sembra quasi più vecchio di quello che è. Anche le prove attoriali non brillano per particolare ispirazione, ma non per colpa degli attori, ma perché tutti i ruoli sono troppo chiusi in uno stereotipo fine alla storia. Evitabile e temo anche dimenticabile. 


Il Fluido Anti UV Quotidiano SPF 50+ di Garnier mi è piaciuto più di quanto immaginassi 😍

Nel pacchetto insieme al nuovo Trattamento Liquido Illuminante, Garnier aveva inserito anche la loro protezione solare Anti-Macchie SPF 50+ con Vitamina C, nella versione Invisibile, e quindi l'ho subito messa alla prova con tanta curiosità.


INFO BOX
🔎 Grande Distribuzione, Amazon
💸 €8/10
🏋 40 ml
🗺 Germania
⏳  12 Mesi
🔬 Vegan, Cruelty Free


Non si tratta in questo caso di una novità recentissima, perché da tempo l'azienda ha proposto questi solari per uso quotidiano, a cui ha aggiunto anche attivi skincare. 
Il Vitamin C Daily UV in particolare promette di proteggere la pelle dai raggi solari UVB, UVA e UVA lunghi attraverso filtri chimici ad ampio spettro, ma anche una azione anti macchia illuminante data dall'Ascorbyl Glucoside, un derivato della vitamina C, antiossidante e dall'estratto di limone, ricco a sua volta di vitamina C.

In più Garnier ha voluto aggiungere alcune sostanze idratanti, come glicerina e acido ialuronico, e dare un twist anti-age con l'adenosina, che contribuisce all'elasticità cutanea, e la combo di peptidi che formano il Matrixyl 3000, che promuove la sintesi del collagene.
La profumazione aggiunta è leggera, gradevole e fresca, vagamente agrumata al naso, e abbastanza evanescente una volta applicata sulla pelle. 
Non ho notato invece nell'INCI di questo solare siliconi e oli minerali, ma in generale è una formulazione oil free che può adattarsi a tutti i tipi di pelle.

Come dice il nome stesso, la texture di questo Fluido Anti UV Anti Macchie è quella di una lozione scorrevole, ma non eccessivamente liquida, che si riesce a dosare facilmente senza però venir meno la facilità di stesura e in generale l'applicazione sul viso.

Proprio la texture di questa protezione solare Garnier mi ha convinto fin dal primo utilizzo: è davvero invisibile, non fa alcuna scia bianca e l'ho trovata facile e gradevole da utilizzare, soprattutto perché si assorbe velocemente. È estremamente leggera sulla pelle, come se si applicasse una semplice crema idratante, e non la trovo umida o appiccicosa al tatto.
È stato semplice anche utilizzarla insieme alla skincare che stavo già facendo perché non crea pilling né fa sollevare la crema o il siero viso che ho applicato precedentemente.

Ma soprattutto questo Fluido SPF50+ Garnier non è untuoso: temevo un po' che la promessa di un effetto illuminante si tramutasse in un finish glowy ed invece dà un aspetto molto naturale al viso, quasi più matt che lucido.

Un altra caratteristica per me fondamentale in una protezione solare è che comunque non diventi sgradevole nel corso della giornata, quando magari sudo o per il caldo tendo ad essere più lucido, e il Daily UV Vitamin C ha superato anche questo test. Infatti su di me non appesantisce, ma mantiene lo stesso aspetto anche dopo diverse ore dall'applicazione, persino adesso che la mia pelle è più mista.

Mi è già capitato anche di testarla durante alcune giornate più calde e sotto al sole, e si è comportata molto bene. Anche come base trucco è stata per me efficace, perché non interferisce né lo scioglie, diventando così facile utilizzarla in modo abbondante e quotidiano come si dovrebbe. 

Credo che quindi questo Fluido Anti Macchia di Garnier sia davvero adatto a tanti tipi di pelle, perché mantiene il viso morbido e idratato ma senza appesantirlo o, dall'altro lato, disidratarlo. Le uniche perplessità riguardano quelle pelli o molto secche, che magari vogliono formulazioni più emollienti, o molto grasse e impure, che necessitano attivi mirati. Inoltre l'azienda lo consiglia anche a cuti sensibili, ma fra la presenza di alcol e di filtri chimici potrebbe non essere il prodotto più azzeccato.

Su di me il Fluido Vitamin C Daily UV non ha dato reazioni avverse e l'ho applicato senza problemi anche sul contorno occhi, e non mi brucia o irrita la zona.
Come vi dicevo, arrivato a sera, una volta rimossa la protezione (che viene via abbastanza facilmente con un detergente viso), la pelle resta morbida non secca.

Parlando del suo potere illuminante e anti macchia, Garnier ci racconta che nei suoi test clinici in 12 settimane è stata riscontrata una riduzione del 53% di macchie, un aumento del 43% della luminosità, e del 40% in morbidezza. Su di me devo ammettere che non ho badato molto ad una eventuale efficacia da questo punto di vista, perché ho già altri prodotti che hanno questo scopo e che posso utilizzare anche nella routine notturna. Sappiamo però quanto sia importante l'SPF per prevenire le macchie e fare in modo che non si scuriscano ulteriormente con i raggi solari. In questo caso poi, la presenza di Vitamina C antiossidante, la rende ideale da aggiungere alla routine se già avete dei trattamenti anti spot.

Come ogni anno durante la bella stagione e poi l'estate, ho intenzione di testare tantissime protezioni solari, ma il Fluido Quotidiano Anti UV Vitamin C può entrare già fra le migliori provate fino ad adesso.

Qual è stata la vostra esperienza con i solari Garnier?




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Due nuove serie comedy da non perdere, ecco perché mi sono piaciute

Per allontanarmi da storie inquietanti o drammatiche, mi sono rifugiato in un paio di serie tv più leggere, due commedie ma che trovano anche il modo per stimolare qualche riflessione. 


Mid-Century Modern
Prima Stagione


Si avvicina più alla sitcom questa Mid-Century Modern, disponibile su Disney + dal 18 Aprile di quest'anno, e non poteva essere altrimenti, visto che è stata creata da Max Mutchnick e David Kohan già sceneggiatori di Will & Grace.

In questo caso i protagonisti sono il facoltoso Bunny Schneiderman (Nathan Lane), l'ex giornalista di moda Arthur Broussard (Nathan Lee Graham), e l'assistente di volo Jerry Frank (Matt Bomer), tre amici omosessuali i quali, alla morte del loro amico George, decidono di andare a vivere a casa di Bunny e di sua madre, la caustica Sybil (Linda Lavin), a Palm Springs. Non essendo più giovanissimi infatti temono di morire in solitudine e così decidono di darsi un supporto a vicenda, vista l'amicizia storica che li lega. Nel corso dei 10 episodi di Mid Century Modern li conosciamo sempre più, fra paure, insicurezze, momenti difficili, ma anche nuovi motivi di forza. 


È una serie tv a combustione lenta questa di Disney+, perché soffre un po' i tempi e le logiche della sit-com, dove la narrazione verticale spesso sorpassa quella orizzontale. Eppure Mid-Century Modern sa farsi voler bene, grazie ad un trio di attori capaci e appunto d'esperienza, che entrano ed escono dagli stereotipi, e che nel corso degli episodi riescono a costruire delle sfaccettature differenti per i loro personaggi.

Ad avermi sorpreso è ad esempio Matt Bomer: sono sempre stato abituato a vederlo in ruoli in cui la sua fisicità ha il sopravvento, e in cui interpreta personaggi forti, come in Fellow Travelers. Qui ha il ruolo di un assistente di volo un po' svampito, ma che ha sofferto il suo passato da ex mormone e man mano scopriremo anche altri aspetti della sua vita, persino una figlia.

Dall'altra parte è forse Nathan Lee Graham che sembra avere un ruolo meno sfaccettato, non avendo poi davvero l'occasione di mostrarci o raccontarci qualcosa in più di lui, seppur l'attore sia perfetto per il ruolo dell'amico schietto e pungente, che riporta gli altri due con i piedi per terra.


Ottima anche Linda Lavin, scomparsa nel corso delle riprese di questa prima stagione, nel ruolo di una madre sempre sul pezzo, spesso ago della bilancia nelle vicende.

Come dicevo, Mid Century Modern è una sit-com a tutti gli effetti, che prende dal passato del genere per applicarlo alle tematiche attuali e spazia in queste. Si passa dalla politica alla religione, dai problemi della terza età, ai rapporti genitoriali, passando alle problematiche lavorative, il tutto però senza mai cadere in eccessivi drammi e pietismi.
È indubbiamente un prodotto pensato per chi le sit-com le vedeva negli anni '90, quindi dalla mia generazione in giù e possibilmente queer.

Purtroppo tocca sopportare pure le invadenti risate preregistrate, e che certi approfondimenti vengano lasciati indietro, ma Mid Century Modern è una operazione cuor leggero riuscita. 
Temo un po' il rinnovo per una seconda stagione, che ancora non è arrivato, perché non credo possa piacere al grande pubblico delle piattaforme streaming e la scomparsa di Lavin deve essere stato un contraccolpo forte. Staremo a vedere perché c'è ancora spazio per i protagonisti di crescere e farci divertire. 



The Four Seasons
Prima stagione


Alan Alda, regista di film come Storia di un Matrimonio e Il ponte delle spie, aveva diretto un film negli anni '80 intitolato Le quattro stagioni, che probabilmente in Italia non conosce o ricorda quasi più nessuno. Netflix però ha preso questo film e ne ha fatto una serie tv, The Four Seasons, disponibile in streaming dall'1 maggio di quest'anno.

In questa nuova versione del titolo conosciamo un gruppo di amici, esattamente tre diverse coppie affiatate e che amano fare dei viaggi in gruppo: Nick (Steve Carell) e sua moglie Anne (Kerri Kenney-Silver), Kate (Tina Fey, anche creatrice della serie) e suo marito Jack (Will Forte), e Danny (Colman Domingo) e suo marito Claude (Marco Calvani). La quiete in questo nutrito gruppo di amici viene turbata quando Nick decide di lasciare sua moglie Anne alla soglia del loro venticinquesimo anno di nozze. Il tipico evento ad effetto domino, che a catena metterà alla prova non solo i rapporti di amicizia, visto che per ragioni ed occasioni differenti i protagonisti si rivedranno in altre vacanze, ma perché la scelta di Nick metterà in luce anche i problemi delle altre coppie. 


Non conoscevo nemmeno io il film originale da cui è tratta questa serie tv Netflix, ma se dovessi spiegarla in poche parole direi che si tratta di una commedia leggera ma intelligente, che si approccia facilmente e si può anche vedere praticamente tutta in una serata. La prima stagione di The Four Seasons dura solo 8 episodi che non sforano i 30 minuti ciascuno, ma soprattutto diventa confortante perché usa le dinamiche che già conosciamo delle commedie sentimentali. Si sorride, si riflette, ci sono colpi di scena più o meno riusciti, e il ritmo è sempre costante.
Probabilmente da una attrice comica come Tina Fey ci si aspetterebbe una comicità un po' più sopra le righe (come nei suoi sketch al Saturday Night Live per intenderci), ed invece si punta molto di più ai botta e risposta fra i personaggi e in generale ad una ironia adatta a tutti.


The Four Seasons però, un po' come Mid Century Modern, non è particolarmente rivoluzionaria nel suo genere, ma gira sempre intorno a tematiche legate all'amicizia e all'amore, regalando qualche momento più riflessivo e drammatico. Non si cade mai anche qui in momenti eccessivamente tristi, anzi persino il momento più serio viene stemperato con battute e malintesi.

Ecco, se sei possono sollevare delle perplessità su questa serie tv Netflix è che si parla molto: non sono fatti ed eventi a scatenare le reazioni dei personaggi, ma appunto le diverse personalità e i dialoghi che hanno fra loro. 
Inoltre credo che anche The Four Seasons si rivolga ad un pubblico specifico: siamo noi Millennial e quelli della Generazione X a poter in qualche modo empatizzare con i casini di ultra cinquantenni con relazioni, affettive e amichevoli, lunghe e complesse. A me tutto questo non è pesato, ma mi aspettavo forse maggiore chimica fra gli attori. Resta comunque una serie godibile, per cui mi ha fatto piacere sapere che è stata rinnovata per una seconda stagione. 


Skin1004 Bakuchiol Eye Cream: il contorno occhi ideale per la bella stagione

Ero indeciso se dedicare una recensione esclusiva a questa crema contorno occhi del brand coreano SKIN1004, ma con l'utilizzo ho capito che poteva essere il prodotto giusto per molti, soprattutto con l’avanzare della bella stagione. 


INFO BOX
🔎 Yesstyle (codice sconto PIER10YESTYL), Stylevana, Amazon
💸 €10
🏋 20ml
🗺 Corea
⏳ 6 Mesi/scadenza sulla confezione
🔬 //

Il suo nome completo è Madagascar Centella Probio-Cica Bakuchiol Eye Cream, un po' lungo sicuramente, ma rende l'idea della ricchezza della sua formula, come capita con i prodotti k-beauty. Si tratta di una crema contorno occhi pensata per tutti i tipi di pelle, ma in particolare a chi cerca un trattamento idratante e nutriente ma leggero e delicato.

Il suo primo ingrediente è appunto la centella asiatica, questa pianta il cui estratto è noto per le proprietà lenitive, ma la Pro Bio Cica Eye Cream non ha questo nome a caso. Skin 1004 infatti ha inserito una particolare forma di cica che è stata fermentata con un batterio, unendo così le proprietà rigeneranti della pianta ai benefici probiotici dei fermenti, che aiutano la barriera cutanea.

A supporto di questi estratti ci sono anche pantenolo, niacinamide e ceramidi, che svolgono funzioni similari, lenendo la cute e rinforzandola. C'è poi una miscela di attivi idratanti, come glicerina, acido ialuronico a basso peso molecolare, e la meno nota estensina idrolizzata, detta anche collagene di carota o vegetale per la sua derivazione. 


A proposito di estratti vegetali, nell'INCI vedrete anche burro di karité, di cacao e olio di macadamia, sostanze che hanno un buon potere nutriente, che si uniscono allo squalane. Ma gli ingredienti anti age di questa Probio-Cica Eye Cream Skin 1004 sono altrettanto interessanti: l'azienda ha scelto appunto il bakuchiol, questa alternativa vegetale al retinolo che non crea irritazioni ed è perfetto per la bella stagione perché non sensibilizza la pelle al sole. In questo senso troviamo anche argirelina, peptide "botox-like" e adenosina levigante.
L'azienda saggiamente non ha aggiunto fragranze, rendo la crema ancora più adatta alla zona perioculare.

Nonostante questa formulazione ricca, SKIN1004 ha saputo creare una bella texture, cremosa e fondente ma non pesante o untuosa, che si stende facilmente, e risulta setosa e liscia. 
Anche l'applicatore è particolare: non è metallico, ma ha questa forma morbida che fa anche un bel massaggio e scorre bene sulla pelle. Io tendo a fare un primo massaggio con l'applicatore per poi picchiettare il prodotto per ultimare l'assorbimento.


La Bakuchiol Eye Cream può essere usata sia di giorno, proprio perché non è sensibilizzante, che la sera, e SKIN1004 dice che può essere utilizzata anche sul contorno labbra. È una crema che si stratifica bene, che non mi ha dato problemi nell'interagire con altri prodotti, e che diventa anche una buona base per il make up, con cui non interferisce.

Come dicevo, è una crema occhi che idrata e nutre bene, che si sente agire sulla pelle, senza però essere grassa o untuosa, e che mantiene questa sensazione di comfort, di morbidezza e elasticità lungo tutta la giornata. È un prodotto che consiglierei a pelli comunque mediamente mature e secche, dai 30 anni in su magari, e che può essere associato anche ad un siero contorno occhi per un ulteriore boost. 
Inoltre appena stesa dà anche una piacevole e delicata sensazione di freschezza, probabilmente data proprio dalla azione lenitiva della centella. 

Con questa Probio-Cica Eye Cream io noto anche un effetto lisciante e rimpolpante, ma secondo me bisogna avere delle aspettative più controllate in tal senso. Infatti in questo periodo sto utilizzando tanti prodotti per la zona perioculare e un po' tutti dovrebbero agire su segni di espressione ed elasticità cutanea. Su di me però noto come i retinoidi abbiano una azione più intensa in tal senso, e che mi diano maggiore soddisfazione nel lungo periodo, mentre il bakuchiol non mi sembra mi abbia dato gli stessi identici risultati. Gli studi ce lo raccontano come una alternativa al retinolo, ma per me non li sostituisce a pieno se non nell'utilizzo di giorno o nella bella stagione, ed l'ingrediente perfetto a chi ha una sensibilità con i retinoidi veri e propri. 

Penso che Skin 1004 ha creato una bella formulazione, in un prodotto facile da usare, delicato (non mi ha mai dato fastidio agli occhi) e che può accontentare diverse esigenze, specie con l'arrivo dell'estate.
Un piccolo tip: se non dovesse piacervi l'applicatore della Bakuchiol Eye Cream, vi basterà svitarlo e troverete un tradizionale beccuccio che dosa altrettanto bene il prodotto.

Voi l'avete provata?


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Ho visto Mala Influencia, il film in cima alla classifica Netflix, così che voi non dobbiate farlo

Lo ammetto subito: a spingermi a vedere Mala Influencia su Netflix è stata meramente la massa, visto che si trova nella top 10 dei titoli più visti sulla piattaforma di streaming, seguito da Nonnas e Barbie


Genere: thriller, romantico, drammatico 
Durata: 106 minuti
Regia: Chloé Wallace
Uscita in Italia: 9 Maggio 2025 (Netflix)
Paese di produzione: Spagna


Mala Influencia, o Bad Influence col titolo internazionale, è l'adattamento di un romanzo pubblicato su Wattpad, un sito di self publishing molto famoso fra i lettori più accaniti e che già in passato è stato fonte per diverse sceneggiature di film young adult. Già questo avrebbe dovuto suggerirmi che non ero il pubblico più azzeccato per questo titolo, ma comunque mi sono lanciato. 

La storia in questo caso è quella di Reese Russell (Eléa Rochera), una ragazza di buona famiglia e con un talento nel ballo, che però ha vissuto e sta vivendo dei momenti difficili: è orfana di madre e da qualche tempo riceve dei messaggi intimidatori da parte di un probabile stalker. Così suo padre Bruce decide di assumere come sua guardia del corpo un giovane ex detenuto che conosce, di nome Eros Douglas (Alberto Olmo), che a sua volta ha un passato complicato.

Sarà difficile per Reese accettare di avere sempre accanto questo ragazzo, in fondo solo quattro anni più grande, ma troverà in Eros una persona affascinante e travolgente, che scatenerà in lei un forte coinvolgimento. Ma le cose per la ragazza si fanno sempre più difficili e vuole scoprire chi la sta tormentando.

Credo che sin dagli anni '90 il cinema abbia munto lo stereotipo della brava ragazza, magari molto studiosa o ballerina di danza classica, che si innamora del bello e dannato, possibilmente ballerino di hip hop, rapper o come in questo caso detenuto. Speravo quindi che le sceneggiatrici di Mala Influencia, Chloé Wallace e Diana Muro, che tra l'altro sono più o meno mie coetanee, fossero consapevoli di quanto il filone "enemies to lovers" - e in particolare il cliché bad boy/brava ragazza - fosse ormai consunto. E invece, mi sbagliavo.

Il problema di Mala Influencia non è però tanto la quintalata di stereotipi da inizio a fine, e la generale mancanza di originalità, ma proprio l'incapacità di essere coerente e consapevole di quello che il film può offrire, che lo rende completamente inutile e privo di senso, e anche imbarazzante. 

Partiamo dal principio: per quale motivo un uomo facoltoso dovrebbe assumere un ragazzo, comunque giovane e inesperto, per difendere la figlia in un problematico caso di stalking? Poteva rivolgersi potenzialmente a qualunque esperto del settore che avrebbe svolto un lavoro con dei crismi e non solo seguendo Reese e facendo a botte con i suoi amici, inclusa soprattutto la polizia visto che le intimidazioni sono anche forti. Non basta sostenere che Bruce conosca Eros per ritenerlo capace di un lavoro così complesso.

Purtroppo anche il proseguo della storia è chiazzato di aspetti poco credibili più o meno secondari. Posso citare le scene in cui Reese tiene una grande festa per il suo diciottesimo compleanno, in casa, e nessuno chiude a chiave stanze con armi o con oggetti di valore. 
Mi ha fatto sorridere anche notare che tutti bevano succhi di frutta Lidl: nulla contro, ma magari ti aspetti che una figlia di papà possa permettersi una centrifuga e farsi fare i succhi dalla domestica.


La mancanza di consapevolezza si vede anche negli atteggiamenti dei personaggi: la protagonista ad esempio quasi sfotte Eros dicendogli "cosa siamo, in tre metri sopra il cielo?", senza rendersi forse conto che è proprio quello che stanno facendo. Ma anche altre piccole storture, come lo stesso Eros che rimprovera i suoi amici dicendo che non vuol perdere il lavoro, dimenticandosi che qualche scena prima era andato a distruggere una moto, cosa che potenzialmente poteva creargli problemi legali. 

Anche volendo chiudere un occhio su tutto questo, e anche considerando Mala Influencia come un young adult in senso stretto, penso che questo film Netflix sia debole anche per il suo pubblico a cui fa riferimento. Il fatto è che non c'è sostanza, i personaggi sono piatti e poco sfaccettati, la recitazione del cast è nella media, e la parte romantica di Mala Influencia è terribile, e si basa su una forzatura, non creando un crescendo nel rapporto fra i protagonisti. La chimica fra Eléa Rochera e Alberto Olmo è davvero ai minimi storici e anche i rapporti fisici sono meccanici.

Considerate poi che già da metà film si capisce chi è il colpevole e anche i momenti di tensione vengono costruiti male e diventano prevedibili, mostrando quanto sia tentativo goffo di dare un'aurea thriller ad un teen drama per adolescenti nemmeno tanto scafati. 

Il finale di Mala Influencia scioglie i nodi della trama e quindi possiamo tirare un respiro di sollievo sul fatto che non dovrebbe esserci un seguito. Quello che resta è un film noioso, banale, patinato, che da una parte cerca di romanticizzare un caso di stalking, tramutandolo in una sorta di avventura sexy fra due giovani, sembrando completamente sconnesso dalla realtà.



Maschere viso Acty Mask in Hydrogel, le mie recensioni aggiornate

Le ho contate, e questa è la quarta recensione che dedico alle maschere viso in hydrogel di Acty Mask, che ho sempre curiosità di provare, e finiscono spesso e volentieri nelle mie scorte.

Infatti l'azienda ormai è sempre più spesso presente fra gli scaffali Lidl, quindi mi è più facile acquistare i loro trattamenti, e nello specifico queste tre maschere viso le ho viste più e più volte in negozio, anche di recente, insieme ai patch occhi.

La tecnologia dietro queste Hydrogel Face Mask Acty è sempre la stessa ovvero la DermoScience Cryo Effect: un supporto in tessuto di bambù che trattiene un sottile strato di hydrogel, arricchito con gli attivi specifici, che non gocciola o sporca in giro. Anche le indicazioni d'uso per queste maschere viso sono più o meno sempre le stesse, e come sappiamo, possiamo conservarle in frigo per un effetto di freschezza maggiore.


Acty Mask Hydrogel Face Mask Plumpling
Rimpolpante con olio di cannabis bio e avocado

INFO BOX
🔎 Grande Distribuzione, Lidl
💸 € 1.49
🏋 1 Maschera viso
🗺 Made in Italia
⏳  Maschera monouso
🔬 Vegan

Ha una formulazione molto interessante questa maschera viso Rimpolpante di Acty, che è arricchita con olio di semi di canapa, emolliente ricco di acidi grassi essenziali, estratto di avocado, che contiene di vitamine ed è nutriente, e vitamina E, come antiossidante.
In più troviamo anche un pool di attivi idratanti come glicerina, acido ialuronico e succo di aloe, uniti al collagene vegetale che altri non è che gomma di natto, che mima l'effetto rimpolpante appunto la molecola.
Questa maschera Acty Mask si presenta identica a tutte le altre della linea, ma mi è sembrata leggermente più spessa della altre, aspetto che comunque non cambia la sua performance e il suo modo d'uso. 
Si indossa comunque facilmente, aderisce alla pelle, e dopo circa 15/20 minuti è asciutta e può essere rimossa, senza bisogno di sciacquare il viso.

La Hydrogel Plumping Mask ha un odore che non mi ha convinto del tutto, come se avvertissi molto l'odore dell'olio di canapa, e anche se non è troppo intenso, un po' stona nella esperienza di rilassatezza che dovrebbe avere una maschera viso. A parte questo è un prodotto valido: la trovo una maschera che idrata e nutre bene la pelle, un effetto sufficiente per pelli anche a tendenza secca. Inoltre va a dare una bella sensazione di compattezza e distensione al viso che non mi dispiace. Inutile dire che tenerla in frigo un po' di tempo prima di applicarla, fa sì che questa maschera viso Acty lasci anche la pelle più rinfrescata. 
In generale credo possa entrare a far parte delle routine di pelli che tendono un po' a disidratarsi, anche se poi volete aggiungere altri prodotti idratanti perché non lascia residui, e per chi vuole un trattamento veloce e semplice da usare.


Acty Mask Hydrogel Face Mask Exfoliating 
Esfoliante con Acido Glicolico, Bakuchiol e Estratto di Ciliegia 


INFO BOX
🔎 Grande Distribuzione, Lidl
💸 € 1.49
🏋 1 Maschera viso
🗺 Made in Italia
⏳  Maschera monouso
🔬 Vegan

Ancora più interessante è la formulazione di questa maschera viso Acty, che non solo ha un potere esfoliante ma direi rigenerante a tutto tondo.
Al suo interno troviamo appunto acido glicolico, salicilico, e lattico, che creano una esfoliazione su più layer della cute, e a cui si uniscono retinyl palmitate, un estere del retinolo, e bakuchiol, che come sappiamo hanno un effetto stimolante del turn over cellulare. Per prendersi però cura della barriera cutanea, Acty Mask ha inserito in questo trattamento anche acido ialuronico, glicerina, estratto di aloe e niacinamide, e l'estratto di ciliegia, dal potere antiossidante.

A proposito di profumazione, la Exfoliating Hydrogel Face Mask ha ovviamente un ottimo profumo di ciliegia, che si percepisce abbastanza distintamente quindi deve piacere. Io lo trovo goloso e carino da sentire durante la posa.

Questa maschera viso Acty Mask è per me la migliore fra queste tre, e quella che forse più di tutte può essere quella chicca da prendere non appena torna da Lidl. Infatti ha un effetto esfoliante molto gradevole, rende la pelle liscia e davvero molto morbida, ma senza aggredire o irritare. È vero che io sono un po' una vecchia scarpa, e la mia pelle è ormai abituata a peeling chimici di varie intensità, oltre che a diverse forme di vitamina A. Ciò però non toglie che mi rendo conto quando un prodotto può risultare aggressivo, e questo non mi sembra lo sia. 

Di conseguenza penso che la Exfoliantig Face Mask Acty possa essere apprezzata da chi ama l'effetto si alfa e beta idrossiacidi, ma non sente l'esigenza di avere sempre un prodotto specifico con questi ingredienti nella propria routine, o da chi invece teme che queste sostanze possano avere reazioni avverse. Penso infatti che dia il giusto fra efficacia e delicatezza.
Inoltre credo che lasci comunque la pelle idratata e più luminosa, ma non appiccicosa, quindi è perfetta per preparare la pelle ad un evento particolare. La riacquisterò.



Acty Mask Hydrogel Face Mask Revitalizing
Rivitalizzante con Latte di Cocco Bio e Estratto di Menta Bio


INFO BOX
🔎 Grande Distribuzione, Lidl
💸 € 1.49
🏋 1 Maschera viso
🗺 Made in Italia
⏳  Maschera monouso
🔬 Vegan

Se devo fare una sorta di classifica, questa maschera Cocco e Menta Acty Mask è forse quella che ha disatteso più le aspettative, pur restando valida.
Partiamo sempre dagli ingredienti: la presenza di estratto di menta, ma anche di mentolo, mi aspettavo che avesse un effetto rinfrescante intenso, ed invece, anche mettendola in frigo, la sensazione che mi dà sul viso è al pari delle altre. Anche la profumazione non ha queste note aromatiche, ma ci sento solo un un vago sentore di foglie di menta.

Tutti elementi secondari, ma che appunto mi aspettavo da un prodotto del genere. Poi comunque la formulazione di questa Maschera Hydrogel Rivitalizzante è valida nel suo insieme perché contiene appunto l'estratto di cocco, emolliente e condizionante cutaneo, e tornano anche glicerina, acido ialuronico e succo di aloe come agenti idratanti.
Ci sono poi sostanze antiossidanti come vitamina C e vitamina E.

La Revitalizing Face Mask Acty si è comportata bene sulla mia pelle, la idrata, la lascia compatta e liscia, anche se ammetto che non ho notato una efficacia così accentuata in termini di effetto rivitalizzante. Mi spiego meglio: da un punto di vista estetico della pelle non noto un particolare cambiamento con l'uso di questa maschera, e in fondo non credo abbia degli attivi che possano funzionare in tal senso. 

Per il resto non ho avuto problemi nel poter proseguire con la mia skincare dopo questa maschera Acty, perché non lascia residui, ma mi sembra più che altro un trattamento idratante, piacevole e veloce, per pelli da normali a miste.


Voi le avete scovate da Lidl o altrove?


Qui sul blog come dicevo, trovate già tante recensioni dedicate ai trattamenti skincare Acty Mask:

💙Patch Occhi e Labbra Acty Mask, le mie opinioni fra novità e conferme
💙Maschere viso Acty Mask, la review
💙Acty Mask Maschere al Veleno d'Ape 🐝 | La Recensione
💙La mia esperienza con i patch Punti neri e SOS Brufoli di Acty Mask
💙Maschere Viso, Collo e Occhi Golden Age Acty Mask, la mia esperienza




Good American Family e Insomnia: due serie inquietanti, ma ecco cosa non funziona

Posso mettere la spunta ad altri due miniserie recenti che ho terminato nelle ultime settimane, entrambe sul thriller psicologico e una è pure ispirata ad una storia vera. Tutto sarebbe perfetto se non ci fossero aspetti che non hanno funzionato.


Insomnia 
Miniserie

Adattamento del romanzo omonimo di Sarah Pinborough, già scrittrice di Dietro i suoi occhi, che era diventato una serie tv Netflix nel 2021, Insomnia è arrivata su Paramount+ il 10 Marzo di quest'anno.

Emma (Vicky McClure) è una donna in carriera e una madre premurosa, che si sta avvicinando ai quarant'anni con qualche timore, non solo per eventuali discussioni in lavoro o in famiglia, ma perché soffre improvvisamente di una forte insonnia. Un problema che le riporta alla mente la madre, che soffriva dello stesso disturbo in maniera così forte che arrivò ad un completo esaurimento nervoso, e quello che le disse da bambina: secondo la donna, Emma era destinata ad avere "il sangue cattivo" come tutti i secondogeniti della loro famiglia.

Per quanto la sorella Phoebe (Leanne Best) cerchi comunque di tranquillizzarla, il loro rapporto non propriamente roseo, e questo renderà le cose ancora più tese per Emma, che sarà costretta a scavare fra vecchi traumi e ricordi per cercare di superare la cosa.

Esattamente come Dietro i suoi occhi, anche Insomnia è un thriller psicologico, che cerca di inserire qui e lì qualche momento da quasi horror e una punta di soprannaturale, con un inizio che, ammetto, mi aveva catturato. Man mano infatti la protagonista vede il suo mondo sgretolarsi, non riuscendo a capire cosa sia vero e cosa no, pur cercando di mantenere la mente lucida che ci si aspetta da una avvocata.
Tutta la prima parte dei sei episodi di cui è composta è ben fatta, e seppur non abbia un ritmo esplosivo, riesce a mettere insieme tutti i pezzi della storia, lasciando lo spettatore con qualche dubbio. È la costruzione del personaggio di Emma ad avere più spazio, e soprattutto le sue paranoie, i suoi problemi, i vari flashback che la riguardano. 
E, anche se un po' tutti i personaggi sono fini alla storia stessa, le interpretazioni di tutto il cast danno ad Insomnia un valore aggiunto.

I problemi secondo me nascono più nella seconda parte della serie, dove abbiamo storyline che poco ci interessano e che si rivelano anche inutili nel contesto d'insieme, come ad esempio i problemi della figlia di Emma, o il vissuto di sua sorella Phoebe.

Inoltre questa parte degli episodi di Insomnia dovrebbero chiarire il mistero più grande, ma lo fanno in modo poco originale, con trovate che funzionano sicuramente a farci capire cosa è accaduto, ma che non si discostano da uno stile televisivo e generalista. In generale si ha l'impressione che qualcosa resti indietro.
Si chiede poi uno sforzo allo spettatore, da un lato nel farsi star bene quella vena soprannaturale a cui facevo riferimento su, che viene liquidata e accennata in un paio di battute; dall'altro nel dover accettare delle irreali dilatazioni temporali calcate solo per spingere la protagonista ad essere risolutiva. 
Alla fine di tutta questa miniserie l'impressione che ho avuto è che un episodio in meno o un minutaggio inferiore avrebbero reso Insomnia un po' più godibile. Così invece è un prodotto adatto giusto a chi ama i thriller senza troppe aspettative, specie se avete un abbonamento Paramount+.


Good American Family
Miniserie 


Su Disney+ dal 9 al 30 Aprile sono arrivati gli 8 episodi che compongono Good American Family, che si basa su una storia inquietantemente vera.

Tutto inizia con Kristine Barnett (Ellen Pompeo), che, durante una conferenza sulla genitorialità con figli autistici, viene arrestata con l'accusa di abbandono di minori. Così facciamo un passo indietro: scopriamo che Kristine e suo marito Michael (Mark Duplass), genitori amorevoli di tre figli, e stimati dalla comunità, da tempo desiderano adottare un altro bambino. Nel 2010, un po' a sorpresa, ricevono la proposta di accogliere Natalie Grace (Imogen Faith Read), una bambina ucraina affetta da una rara forma di nanismo.

Nonostante qualche difficoltà economica e le spese mediche, i Barnett decidono di adottarla. Ma ben presto il rapporto tra Kristine e Natalie si fa teso, fino a degenerare: la coppia arriva a credere che Natalie non sia affatto una bambina, ma una truffatrice che si finge tale.
Così si apre la strada al dubbio più inquietante: chi è davvero Natalie Grace?


Da noi non credo sia stato un caso di cronaca particolarmente discusso, ma i fatti reali che hanno ispirato Good American Family sono ancora chiacchierati negli Stati Uniti, anche perché parliamo di un fatto abbastanza recente. 
Personalmente non lo conoscevo, e forse per questo la serie mi ha subito incuriosito, ricordandomi un altro true crime come The Act, ma mi ha anche lasciato tante perplessità nel corso degli episodi.

Good American Family cerca di ricostruire la vicenda di Natalie Grace quasi fosse un docudramma con una una sua coerenza, visto che la miniserie ci racconta sia la versione di Kristine, in una prima parte, che quella della ragazzina nella seconda. 
Nonostante quindi una buona completezza dei fatti, è però un approccio un po' spiazzante visto il modo netto in cui si cambia prospettiva. L'ideatrice Katie Robbins, che con The Affair si è fatta le ossa nel mostrare le due facce della medaglia, secondo me qui non ha trovato la giusta sottigliezza per raccontare i fronti di Kristine e di Natalia.

Anche lo stile può lasciare dei dubbi: Good American Family risulta quasi patinata, con una punta di kitsch che potrebbe far storcere il naso, e con qualche esagerazione e stereotipia. Anche gli attori, soprattutto Ellen Pompeo e Mark Duplass, sembrano volutamente recitare in modo quasi forzato e caricaturale, con l'intento secondo me di dare un taglio simil horror psicologico alla serie.

Quel cambio di prospettiva che arriva a metà stagione però comporta anche un cambio di approccio, e la seconda parte dedicata a Natalie sembra più un dramma tradizionale. Presa nel suo insieme si ha come l'impressione che Good American Family potesse essere da un lato più breve, specie nella risoluzione generale della vicenda, dall'altro più approfondita, soprattutto nel conoscere meglio i Barnett come genitori.
Credo che questa mancanza di una coesione di fondo, lo stile scelto e il non voler essere troppo di parte, ma voler mostrare i confini labili fra bene e male, rendono Good American Family poco adatta a tutti. Però non manca sicuramente il ritmo, i colpi di scena spingono lungo tutti gli 8 episodi, e appunto una storia vera inquietante da conoscere, rendono la serie comunque interessante. 
Se dovesse nascere una seconda stagione, rendendo immagino la serie come una antologia, spero che correggano proprio questi aspetti. 



Questi prodotti corpo promossi sono ricchi di attivi, economici e profumati! 😍

Ho raccolto alcuni prodotti promossi per il corpo che sono ormai da tempo parte della mia routine. Tutti caratterizzati da un costo più che accessibile, dalle formulazioni con ingredienti interessanti ed efficaci, e dalle profumazioni invitanti. 


Dicora Urban Fit Doccia Gel Deep Nutrition Vitamina B Mandorle & Noci


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🔎 Amazon, Grande Distribuzione
💸 €2.09                
🏋 400ml
🗺 Spagna 
⏳  12 Mesi
🔬 //    

È il secondo docciaschiuma di Dicora che provo (qui il primo) e anche questa volta l’esperienza è stata più che positiva.
Per chi non lo conoscesse, Dicora è un marchio spagnolo che colpisce fin da subito per l'ottimo rapporto quantità-prezzo. Scavando più a fondo ti ritrovi con delle formulazioni niente male, come questo Shower Gel Almond & Nuts, pensato per nutrire la pelle e renderla resistente e "performante" per le attività quotidiane e lo sport.

In questo caso Dicora Urban Fit ha inserito ad esempio l'estratto e l'olio di mandorle dolci, che ammorbidiscono, nutrono e leniscono la pelle, e l'estratto di guscio di noce, che ha un effetto antiossidante. C'è poi una sfilza di vitamine del gruppo B, ovvero la niacinamide, il pantenolo, la biotina, la riblofavina e la tiamina, che si uniscono all'estratto di lievito che a sua volta sembra essere fonte di vitamina B, tutte sostanze volte a rinforzare, riequilibrare e rivitalizzare la pelle.
La formulazione nel suo insieme è naturale al 94%

Questo Doccia Gel Nutriente Dicora non è un gel, ma è proprio una bella crema, che diventa una schiuma soffice, avvolgente, che accarezza la pelle mentre la deterge. È davvero gradevole da usare tutti i giorni proprio perché non lo sento aggressivo, non mi lascia la pelle secca o tirante, né mi crea prurito o fastidio nel lungo periodo. Se non avete particolari esigenze o semplicemente siete di fretta, è uno di quegli shower gel che vi consente di skippare la crema corpo ogni tanto. 

Nonostante la consistenza un po' più spessa rispetto ai soli gel doccia, questo di Dicora non è difficile da sciacquare via. Per quanto riguarda la profumazione io la trovo gradevolissima: sa di mandorle e frutta secca, senza essere però troppo gourmand o stucchevole. Io la trovo una fragranza originale, coccolosa, e permane anche sulla pelle in maniera leggera ma percepibile.
Quindi un prodotto che riacquisterei ben volentieri, ma voglio lanciarmi su altri shower gel Dicora Urban Fit e provare man mano tutte le varianti.


Balea Balsamo Nutriente Soft Oil


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🔎 dm-drogeriemarkt.it, catene DM
💸 €2.59
🏋 200ml
🗺 Germania
⏳ 12 Mesi
🔬Vegan

Mi ha colpito molto questo Balsamo nutriente di Balea che sappiamo essere molto economico ma anche proporre a volte ingredienti ben studiati. In particolare qui abbiamo una miscela di oli vegetali al 40%, in particolare olio di mandorla e di semi di girasole, che si uniscono a vari emollienti e sostanze benefiche su più livelli. A questi oli si uniscono infatti glicerina, allantoina e tocoferolo, che aiutano la pelle ad essere più idratata, morbida e forte.

Il balsamo nutriente Soft Oil ha una bellissima consistenza soda, cremosa, comunque non complicata da stendere come il nome può suggerire: non ho notato nemmeno una particolare scia bianca, e nel giro di un paio di minuti si è completamente assorbito senza lasciarsi residui dietro.

Mi è piaciuta poi tantissimo anche la profumazione, che sa di pulito, è vagamente floreale e talcata e permane sulla pelle per qualche ora, dando una bella sensazione.

Il Balsamo Corpo Nutriente Balea su di me ha dato un ottimo risultato, idratando e nutrendo la pelle a fondo, lasciandola molto morbida ed elastica nel corso di tutta la giornata. Ve ne sto parlando con un piccolo ritardo, perché in realtà l'ho usato molto durante il periodo invernale, quando la mia pelle è più secca e mi ha soddisfatto a pieno. 

Credo però sia un prodotto per pelli secche, ma non estremamente disidratate come si può pensare, e questo lo si può capire sia da fattori più pratici che dalla mia esperienza. Partiamo dal pack: non si tratta di un barattolo ma di un flacone che permette di far uscire questa crema abbastanza soda ma non per questo troppo difficile da prelevare da questo tipo di flacone. Inoltre la concentrazione sia al 40%, non si tratta di oli vegetali spessi e pesanti, ma sostanze abbastanza leggere. 

E poi c'è la mia prospettiva personale: la mia cute del corpo non è così secca, specie perché sono sempre attento ai detergenti che acquisto e difficilmente salto l'applicazione della crema. Ma una pelle più maltrattata o per sua natura molto più disidratata, non so quanto possa dare un feedback altrettanto positivo su questo Balsamo Corpo Soft Oil Balea. È solo insomma un piccolo avviso perché io lo riacquisterei. 


Neutro Roberts Deodorante Spray Fresco Classico


INFO BOX 
🔎 Grande distribuzione, Amazon, Douglas, Redcare, eFarma
💸 €2.30
🏋 150ml
🗺 Made in Italia
⏳ 12Mesi 
🔬//

Non è esattamente la scoperta del secolo, perché anche io nel tempo ho provato un paio di deodoranti Neutro Roberts, ma questo Spray Fresco mi sta facendo impazzire. Si tratta di un prodotto da grande distribuzione con tutto quello che ne deriva, però ci sono aspetti che mi sono piaciuti parecchio. In primis la formulazione di questo deodorante Neutro Roberts che non contiene sali di alluminio, ma Triethyl Citrate una sostanza che inibisce l'enzima che causa il cattivo odore della sudorazione. 

A questo si uniscono olio essenziale di timo e eucalipto che in genere sono antibatterici ma anche aromatizzanti. Come sostanze invece più protettive e favorevoli per la pelle abbiamo il pantenolo e l'olio di mandorle dolci, ma anche tocoferolo e questo famoso "olio di glicerina" che suona poetico per molti ma un po' strano per me. La glicerina infatti di per sé non è oleosa, ma nell'INCI del Deodorante Spray Fresco, e immagino in tutta la linea, il Gliceril Oleato, che è derivato dalla glicerina ed è più oleoso ed emolliente.

Quello che ho apprezzato di questo Deodotante Neutro Roberts è la profumazione, che è un po' il classico del brand: un aroma floreale, fresco, abbastanza unisex, che ricorda appunto un po' un sapone, e quindi richiama la sensazione di pulito. È una fragranza intensa, che dura su di me parecchie ore, e che secondo me se vi piace può sostituire un profumo. Tra l'altro si sposa bene anche con le fragranze degli altri prodotti che ho già citato. 

Ma oltre alla fragranza l'ho apprezzato anche nella sua performance di deodorante: mi dà una bella sensazione di freschezza ed asciutto, e mi regge bene, anche nei giorni un po' più caldi, per oltre quelle ore (circa otto) che io definisco "orario ufficio". Per mia personalissima sicurezza, quando so che avrò una giornata molto intensa, preferisco optare per un prodotto con allume di rocca dentro, e quindi un antitraspirante, ma mi ha stupito comunque l'efficacia di questo deodorante Neutro Roberts.
Tra l'altro non ho riscontrato macchie sui vestiti o irritazioni, quindi promosso anche su questo fronte.
Ne ho prese altre varianti e spero siano altrettanto valide. 


Bottega Verde Eau de Toilette Pepe Rosa


INFO BOX
🔎 Sito dell'azienda, negozi monomarca, Amazon
💸  €6.50 (in offerta)
🏋 30ml
🗺 Made in Italia
⏳  38 Mesi
🔬 //

Parecchio tempo fa vi avevo parlato di quanto mi fosse piaciuta la profumazione del Bagnodoccia Pepe Rosa di Bottega Verde (qui la review) ed appena ho potuto ho voluto provare l'eau de toilette della stessa profumazione, apprezzandola allo stesso modo.
Bottega Verde descrive Pepe Rosa come un mosaico di sentori ed in effetti mi trovo d'accordo perché non è semplicissima da descrivere. È presentato con questa piramide olfattiva 

Testa: bergamotto, mandarino, pepe rosa
Cuore: coriandolo, lavanda, fiori d'arancio
Fondo: sandalo, cedro rosso, vaniglia.

Ma la mia percezione personale è un po' diversa. L'apertura di questa eau de toilette appena spruzzata è sicuramente fresca e intrigante perché non c'è una preponderanza della parte agrumata, ma sento anche la componente speziata del pepe rosa. Questa fragranza, se l'avete mai provata, è più morbida del pepe nero, meno pungente e in generale un più "variegata". 


Poco dopo l'apertura, Pepe Rosa continua con questo misto di note fresche e speziate, che si uniscono insieme e risultano comunque più calde: per intenderci questa parte della fragranza a mio avviso dà femminilità all'eau de toilette, ma non la rende troppo leggera e ariosa. 
Infatti, con le note legnose del fondo, Pepe Rosa Bottega Verde assume ulteriore profondità ed una punta di dolcezza, ma sempre considerando che la componente speziata principale a mio avviso permane nel per tutto lo sviluppo della profumazione. Per questo, come anticipavo, non è semplice descriverla: non c'è una componente che comunque prende il sopravvento in modo deciso.

A me è piaciuta molto perché appunto la trovo una profumazione fresca, floreale ma non banale, con la giusta rotondità che la rende adatta alla bella stagione, soprattutto la primavera, ma senza mai essere troppo briosa. Secondo me va bene per il giorno, ma anche per la sera se volete un profumo poco impegnativo.
È vero che Pepe Rosa può considerarsi più femminile, ma la sensazione di pulizia e anche di rilassatezza che dà secondo me può essere apprezzata da molti.
L'intensità del profumo è buona, percependosi distintamente per diverse ore.
Per quanto riguarda invece la sua durata, questa Eau de Toilette Bottega Verde è uguale alle altre che ho provato del brand, fissandosi molto bene su pelle e sui tessuti si percepisce anche il giorno dopo.
Conoscendomi è probabile che non riacquisterei subito l'eau de toilette, ma a rotazione penso che prenderò altri prodotti della linea Pepe Rosa.




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