House of Gucci, il film con Lady Gaga, è una brutta soap come tutti dicono?

È arrivato il momento di parlare del nuovo film di Ridley Scott. Lo so che lo hanno già fatto tutti, dicendone di cotte e di crude, ma volevo toccare con mano per capire se fosse così brutto come in tanti hanno detto. Da più parti infatti House of Gucci è stato etichettato come una telenovela nemmeno fatta tanto bene, molto al di sotto delle aspettative e della massiccia pubblicità sparsa ovunque ben prima dell'uscita al cinema, ma è davvero così?


Genere: biografico, drammatico
Durata: 157 minuti
Regia: Ridley Scott
Uscita in Italia: 16 Dicembre 2021 (Cinema)
Paese di produzione: Stati Uniti, Italia

Siamo alla fine degli anni '70, quando la giovane, spigliata, e procace Patrizia Reggiani, figlia di un proprietario di autotrasporti, incontra per caso un altrettanto giovane Maurizio Gucci. Entrambi si innamorano subito l'uno dell'altra, finendo per sposarsi, ma Patrizia, in prima battuta, non viene ben accettata dal padre di Maurizio in particolare, Rodolfo Gucci, ritenendola non all'altezza (per essere gentili).
Lentamente però la Reggiani riuscirà a trovare un varco nella recinzione che la tiene lontana da qualcosa che ha sempre voluto, e che la famiglia Gucci può garantirle: la fama e il successo. Inizierà così a spingere l'impacciato Maurizio per farsi strada nella sua stessa famiglia, per raggiungere la posizione che gli spetta scavalcando le reticenze di Rodolfo Gucci e di chiunque provi a fermali.


Tutto il resto è la triste storia nota, finita fino ad oggi su tutte le pagine di giornali, che House of Gucci riesce a raccontare in maniera abbastanza chiara, lineare, comprensibile in tutti i passaggi.
Ho cercato di approcciarmi a questo film silenziando tutte le opinioni che ho letto in giro, e vi dirò, nella prima mezz'ora circa mi sembrava che le cose andassero bene, ed ho pensato che Lady Gaga stesse anche facendo un buon lavoro, seppur in una parentesi romanzata rispetto alla storia reale.
Dopo però una scena di sesso, che sembra più l'accoppiamento fra un frullatore e una lavatrice, qualcosa si rompe.


Da quel punto infatti vengono introdotti personaggi come Paolo Gucci, interpretato da Jared Leto, che risultano caricaturali, eccessivi, infantili, fuori luogo. Iniziano scene che sembrano davvero tratte da Il Segreto, e tutto cambia registro: la gestualità si fa ampollosa, le inquadrature scontate, i dialoghi, che non spiccano mai per originalità, si fanno artificiosi. 
Purtroppo sin da subito House of Gucci inizia a presentare diversi problemi proprio di impostazione, e nella sua visione di insieme, per quanto si riesca a seguirlo senza annoiare troppo, c'è un certo sbilanciamento. Alcune parti infatti finiscono per avere un minutaggio eccessivo, rispetto ad un finale molto più sbrigativo e meno d'impatto. E va bene che sappiamo come va a finire, ma non è compito di un film quello di creare pathos?


Ci sono poi interpretazioni che a mio avviso sono ben al di sotto delle aspettative, tralasciando il problema che sembrava imitassero l'accento russo nella versione in lingua originale. Mi ha tutto sommato convinto Lady Gaga che comunque riesce a dare delle sfumature alla sua Patrizia Reggiani (molto meglio che in A Star is Born), seppur viene voglia di legarle le mani per farla smettere di gesticolare, e le viene dato un ruolo di imprenditrice che molto probabilmente non ha mai avuto nella realtà.
Il Maurizio Gucci di Adam Driver è invece davvero irritante, con due espressioni in croce tra il sorriso di uno stoccafisso e un broncio incomprensibile. Messo quasi a mo' di bambola per la maggior parte del film, per poi svegliarsi improvvisamente, quando nella realtà è noto che sia stato lui a non sapere gestire il patrimonio e il marchio Gucci.


House of Gucci non lo definirei un brutto film, ma mi è sembrato davvero un puntatone coatto di Cento Vetrine con un cast più importante e molto più budget. La storia credo meritasse di essere raccontata, sono sicuro che per il pubblico americano fosse ancora più affascinante, e penso ci fossero tutte le fonti per dare una storia coerente, ma le scelte che hanno portato a degli errori palesi sono incomprensibili. Anche scollegando questo film di Scott dalla vicenda e dai protagonisti reali (visto che è giustamente una rivisitazione basata su un libro), ci sono eccessi che ho fatto fatica a giustificare.
Dall'altro lato è vero che House of Gucci riesce ad intrattenere, nonostante duri quanto la messa la notte di Natale inclusi i canti, però tutto sommato il ritmo è costante, e i fatti vengono narrati, seppur con delle incoerenze rispetto alla storia vera, con tutto sommato un senso continuo.


Peccato però che non ci sia molto altro, non c'è profondità psicologica, ma solo lo sciorinamento di un lusso sgargiante e a volte sguaiato, e come vi dicevo prima, l'emotività di alcuni passaggi, viene dispersa dall'eccessiva velocità con cui vengono narrati.
Se il senso di House of Gucci è quello di denuncia, di grattare sotto la patina dorata, di mostrare la caduta di una dinastia e dei suoi protagonisti bizzarri e poco virtuosi, in fondo ci riesce, ma non credo servisse calcare così tanto la mano, spingersi al limite del grottesco per raccontare qualcosa che già di suo è un intreccio marcio.



Voto 5



10 commenti:

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  1. Mi sono divertita parecchio guardandolo e purtroppo temo non fosse questo l'intento di Ridley Scott, visto che non solo io ma buona parte della sala in alcune sequenze si è ammazzata di risate.
    Tra tutti gli attori, l'unico a non doversi in parte vergognare di aver presenziato alla baracca è Al Pacino, sempre un grandissimo che mangia la scena a chiunque, ma non posso voler male nemmeno a Jared Leto, letteralmente senza vergogna XD

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    1. Sai che pure io non ho trovato così malaccio Al Pacino? Tutti dicono che sembrasse un boss malavitoso, ma tutto sommato, nell'eccesso, mi è sembrato equilibrato.
      Jared Leto è stato un kamikaze in questa interpretazione, io mi sarei rifiutato 😅

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  2. Vorrei non vederlo, speriamo non venga candidato..

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  3. Credo sia uno dei pochissimi casi in cui con il doppiaggio il film guadagna in credibilità rispetto all’originale dove gli accenti vanno dall’italo americano mafioso fermo agli anni ’50 passando per il russo/est europeo alla pantomima parodistica stile clown spezzando l’attenzione. Non riesco a capire come siano riusciti a creare dialoghi e trame meno avvincenti di quelli reali, avevano già tutto a portata di mano, la stessa Patrizia non è stata colta in pieno nel suo carisma ironico, megalomane e inquietante.

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    1. Verissimo, il doppiaggio ha forse migliorato il film.
      Per quanto riguarda Patrizia Reggiani, credo abbiano voluto darle una connotazione più soft, anche per farla passare come una sorta di vittima delle circostanze e degli uomini. Anche qui non so perché.

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  4. Tra frullatori, lavatrici e "il segreto" primo ho riso molto e secondo mi è passata la voglia (che onestamene non ho manco mai avuto così impellente 😅) anche solo di pensare di vederlo.

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    1. C'è di tutto 😂 mancano i due liocorni e stiamo a posto 😅

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  5. Non mi era venuta voglia di guardarlo prima e questa recensione mi fa pensare che faccio bene :D
    Poi lei scura non riesco a vederla.
    Buona giornata.

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    1. ahaha in effetti... Scura fa un po' gemella cattiva, forse perché siamo abituati a vederla biondissima.
      Buona giornata a te cara!

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