Nonostante non siano il genere per cui impazzisco e che guarderei notte e giorno, i film di animazione sono quella alternativa su cui ricado quando cerco qualcosa che sia leggero ma non stupido. Anzi, molto spesso ormai i film di animazione (la mia generazione li chiamava cartoni e facevamo prima) al giorno d'oggi sono fatti molto meglio di cere commedie, hanno messaggi e significati più profondi senza però mappazzonarti. Questa è un po' la definizione degli ultimi film d'animazione che ho visto, e che, se non lo avete ancora fatto, vi consiglio di vedere.
Raya e l'ultimo drago (2021)
Raya viene cresciuta dal padre Benja non solo per diventare una sovrana giusta e rispettabile del regno di Cuore, ma ha un compito particolare: deve infatti difendere la Gemma Drago, un raro amuleto magico che da 500 anni protegge il regno dai Druun, spiriti malvagi che pietrificano chiunque si trovi sulla loro strada. Molti anni prima infatti, in una regione chiamata Kumandra, vivevano i draghi, i quali portavano armonia e pace sulla terra, ma un giorno, con l'arrivo dei Druun appunto, questi saranno costretti ad un sacrificio immenso. I draghi infatti dovettero raccogliere i loro poteri nella gemma e affidarla a Sisu, l'ultimo drago, per salvare l'umanità. La stessa umanità che però, volendo accaparrarsi il potere della Gemma Drago, finirà per separarsi in cinque regioni e vivere in constanti dissidi e gelosie.
Nel tentativo di riunire proprio queste cinque zone e riportare la pace, Benja decide di organizzare una festa con tutti i capi delle regioni, la quale però finirà per prendere la peggiore delle pieghe e porrà fine a tutti gli equilibri già instabili, ma soprattutto farà scatenare i temibili Druun.
Sarà Raya l'unica in grado di far riemergere quella pace che sembra ormai perduta, ma non potrà farlo da sola.
Sarà Raya l'unica in grado di far riemergere quella pace che sembra ormai perduta, ma non potrà farlo da sola.
Reso disponibile gratuitamente dal 4 giugno sulla piattaforma Disney +, Raya e l'ultimo drago non è la novità del momento, anzi è un titolo che gira addirittura dallo scorso anno, eppure riesce a mantenere quel sentore di attualità che ci tocca da vicino: una minaccia che incombe e travolge l'intera popolazione, creando la desolazione ovunque passi, penso suoni ancora abbastanza familiare rispetto a quello che abbiamo vissuto con la pandemia.
Ma è nei suoi temi che Raya and The Last Dragon riesce ad avvicinarsi al pubblico e ad avermi convinto maggiormente. È infatti la mancanza (e la ricerca) di fiducia in se stessi e negli altri il tema principale che questo film Disney porta avanti, e lo concentra nella sua protagonista, che è un po' diversa dai soliti stereotipi.
Ma è nei suoi temi che Raya and The Last Dragon riesce ad avvicinarsi al pubblico e ad avermi convinto maggiormente. È infatti la mancanza (e la ricerca) di fiducia in se stessi e negli altri il tema principale che questo film Disney porta avanti, e lo concentra nella sua protagonista, che è un po' diversa dai soliti stereotipi.
Raya è l'emblema di questa mancanza di fiducia: non è infatti la tipica principessa buona e trasognante, ma in un certo senso si avvicina alla concretezza di Elsa di Frozen, ha i piedi per terra e ovviamente ha sviluppato questo timore per il prossimo, proprio per quello che ha vissuto. Sono certo che avrebbero potuto scavare molto nella sua paurosa ricerca di solidarietà, ma Raya è forse il personaggio più strutturato del film, è forte e mi ha colpito pure nei dialoghi perché sembrano quelli che in genere si attribuiscono ai personaggi maschili. Non perde però di femminilità e bellezza, anche nelle scene di combattimento. Lo stesso vale per la sua villain-nontantovillain Namaari, un altro dei personaggi più interessanti.
Ed è proprio l'azione, le scene di scontri, inseguimenti e fughe che secondo me ravvivano la visione di Raya e l'ultimo drago, anzi tengono proprio attaccati allo schermo. Per altri aspetti invece il film tende un po' a non essere secondo me l'eccellenza di casa Disney. La storia, che già può risultare un po' banale e non troppo forte, con questo muoversi a livelli quasi fosse un videogioco, infatti funziona attraverso alcune forzature che magari sfuggono agli occhi dei bambini, ma penso che noi tardoni abbiamo notato un po' tutti. Si potrebbe dire che si tratta di casualità, ma sono un po' troppe per lasciarle passare così.
Questi piccoli vuoti infatti si traducono in due problemi secondo me importanti in Raya e l'ultimo drago: il primo è la presenza della magia che viene introdotta ma non spiegata, e sembra quasi esiste solo perché deve essere così. Vi faccio un esempio senza spoiler: mi pare che nessuno spieghi da cosa nascano i Druun, perché arrivano nella terra di Kumadra. Ci sono perché semplicemente servivano.
Il secondo problema è come vengono trattati i personaggi secondari: non c'è una chiara spiegazione su come Raya abbassi le sue difese e si fidi così tanto di persone che non conosce, e più in generale i comprimari non hanno un grande background, ma sono solo funzionali da piazzare in questa o quella scena.
Messe da parte queste incongruenze, anche per il pubblico principale a cui si rivolge, Raya e l'ultimo drago è estremamente piacevole, frizzante, scorrevole, avventuroso, e anche emozionante. Il mondo che hanno creato, che prende a piene mani dalla cultura e tradizione asiatica in generale, è ricco di particolari e dà uno scenario bellissimo al film. È per questo che dico che merita di essere visto, perché sono (quasi) certo vi farà passare due belle ore di divertimento.
Titolo Originale: Raya and The Last Dragon Genere: animazione, azione, avventura, fantastico Durata: 107 minuti Regia: Don Hall, Carlos López Estrada Uscita in Italia: 4 Giugno 2021 (Disney+) Paese di produzione: Stati Uniti Voto 7 |
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Luca (2021)
L'estate è sempre un'avventura, specie quando sei un bambino, ma l'avventura di Luca sarà ancora più speciale. Lui è infatti un mostro marino, che fa il "pastore" nei fondali, ma sogna di andare sulla terra ferma, nonostante i suoi genitori lo abbiano avvisato in ogni modo dei pericoli che correrebbe a buttarsi fra gli umani. Un giorno per caso Luca incontra un altro mostro-bambino, Alberto, che però vive principalmente sulla terra ferma, e seguendolo scoprirà che anche lui può trasformarsi in umano una volta che il suo corpo si asciuga. Fra i due si creerà un'amicizia molto forte, che li spingerà ancora più in là. I due ragazzi infatti decideranno di raggiungere la vicina Portorosso, dove vedranno come vivono davvero gli uomini e conosceranno Giulia, una ragazzina che li coinvolgerà in una gara di Triathlon. Sarà però molto difficile per Luca e Alberto nascondere la loro vera identità e questo metterà in difficoltà anche la loro amicizia.
Decisamente più recente e altrettanto chiacchierato, anche Luca per me è un altro film da vedere, non tanto per la trama, che risulta molto basica nel suo insieme, ma più per la bellezza di questo borgo marittimo italiano, le scelte creative che rendono i personaggi simpatici ma non per questo poco particolareggiati, ed ovviamente anche per il messaggio che ne esce, che è il centro del film.
Si ondeggia dall'accettazione di sé, all'accettazione dell'altro sotto tante sfumature, quindi non solo nel rapporto mostri marini-umani. In questo senso ad esempio mi ha colpito il padre di Giulia, perché, forse per la prima volta, troviamo un personaggio umano con una malformazione congenita comune ben chiara. E poi c'è il tema dell'amicizia, quella spontanea, estiva appunto, ma che poi si trasforma in altro, in qualcosa di più forte e duraturo.
La miscela di questi due elementi ha portato a pensare che in Luca ci sia un sottofondo queer, magari una embrionale relazione fra i due ragazzini protagonisti. Ma, oltre ad essere stato smentito dal regista Enrico Casarosa, non è stata la percezione che ho avuto. L'accettazione di sé è un argomento trasversale e declinabile in vari ambiti, e credo che se andassimo ogni volta alla ricerca costante di personaggi LGBT, non solo si invaliderebbero le storie di amicizia fra persone dello stesso sesso, ma il concetto stesso di amicizia. E ancora, portare avanti il parallelismo fra carattere dolce e remissivo di un personaggio e omosessualità, mi sembra sbagliato.
Quella fra Alberto e Luca mi è parsa una bromance, una forte affinità fra due giovani che hanno una passione comune tra l'altro.
Si ondeggia dall'accettazione di sé, all'accettazione dell'altro sotto tante sfumature, quindi non solo nel rapporto mostri marini-umani. In questo senso ad esempio mi ha colpito il padre di Giulia, perché, forse per la prima volta, troviamo un personaggio umano con una malformazione congenita comune ben chiara. E poi c'è il tema dell'amicizia, quella spontanea, estiva appunto, ma che poi si trasforma in altro, in qualcosa di più forte e duraturo.
La miscela di questi due elementi ha portato a pensare che in Luca ci sia un sottofondo queer, magari una embrionale relazione fra i due ragazzini protagonisti. Ma, oltre ad essere stato smentito dal regista Enrico Casarosa, non è stata la percezione che ho avuto. L'accettazione di sé è un argomento trasversale e declinabile in vari ambiti, e credo che se andassimo ogni volta alla ricerca costante di personaggi LGBT, non solo si invaliderebbero le storie di amicizia fra persone dello stesso sesso, ma il concetto stesso di amicizia. E ancora, portare avanti il parallelismo fra carattere dolce e remissivo di un personaggio e omosessualità, mi sembra sbagliato.
Quella fra Alberto e Luca mi è parsa una bromance, una forte affinità fra due giovani che hanno una passione comune tra l'altro.
Metto però da parte la laurea in psicologia che non ho e ritorno a sottolineare i tanti aspetti positivi che ho trovato in questo film Pixar.
Se da un lato Luca si basa su passaggi e idee poco originali, visto che i parallelismi con La Sirenetta e Pinocchio sono palesi, ci sono scelte che ho apprezzato come il fatto di non calcare troppo la mano con accenti e gestualità stereotipata. Avevo un po' timore che l'italianità di un prodotto americano risultasse troppo smaccata come spesso accade, ma mi è sembrato abbiano saputo riprendere alcuni aspetti, soprattutto degli anni '50/60, senza ricamarci troppo sopra. Si gioca molto di più sulla musica e sui simboli di quegli anni.
Certo, se ogni tanto evitassero di parlare della pasta, non sarebbe tanto male.
Infine, senza farvi spoiler vi posso dire che ho trovato il finale molto d'impatto, maturo, e una scelta originale rispetto alle aspettative.
Certo, se ogni tanto evitassero di parlare della pasta, non sarebbe tanto male.
Infine, senza farvi spoiler vi posso dire che ho trovato il finale molto d'impatto, maturo, e una scelta originale rispetto alle aspettative.
Luca mi è sembrato tenero, intrattenente, simpatico, con una punta di malinconia che non guasta e che può accontentare tutta la famiglia. Onestamente ho già voglia di rivederlo.
Genere: animazione, commedia, avventura, fantastico Durata: 95 minuti Regia: Enrico Casarosa Uscita in Italia: 18 Giugno 2021 (Disney+) Paese di produzione: Stati Uniti Voto 8 |
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Raya non mi è affatto piaciuto. L'ho trovato noioso, pieno di buchi (come hai osservato anche tu) e banalissimo.
RispondiEliminaLuca invece non vedo l'ora di vederlo :)
So che a tanti non è piaciuto, o meglio lo reputano al di sotto delle aspettative. Io credo che comunque vada sempre valutato il pubblico a cui si rivolge.
EliminaBuona visione per quanto riguarda Luca, magari poi mi dirai 😄
Raya l'ho evitato perché già non mi piacevano i colori usati... quel verde, per dire... mi allontana.
RispondiEliminaNemmeno ora che ho letto di cosa tratta, mi è venuta curiosità.
Se una storia fa uso di casualità risolutive... no, non mi piace.
Su Luca: lo adoro. Già rivisto, e lo rivedrò. E ne riparlerò molto presto.
Moz-
Diciamo che se hai visto Mulan, Raya non è poi così distante, l'unica cosa è che non vedo il verde 🤣 C'è moltissimo blu, rosso, arancio, colori tipici dell'Asia, ma verde non ne vedo così in modo preponderante 🤔
EliminaIl logo, il banner che passa su Disney Plus... XD
EliminaMoz-
Non ce la posso fare 🤣
EliminaChe coincidenza oggi, anch'io Disney! Comunque questi due sono già segnati, al prossimo giro vedrò certamente ;)
RispondiEliminaAllora aspetto di leggerti su questi due 😊
EliminaRaya non lo avevo neanche ancora sentito nominare U_U
RispondiEliminaLuca, ha già avuto così tanta pubblicità in TV che è praticamente impossibile non conoscerlo. Lui è già nella lista perché come dicevi anche tu, la cura nei dettagli del paese, degli anni '50-60 e della musica è così presente che non si può non rimanerne colpiti e dargli una chance. La trama per certi versi ricorda inizialmente la Sirenetta, ma fortunatamente hanno saputo discostarsene.
In effetti Luca ha avuto moooolta più pubblicità di Raya, ma sono due prodotti molto carini, con le loro diversità 😄
Eliminadevo recuperarli entrambi
RispondiEliminamallory
E fai bene 😄
EliminaVisti entrambi, piaciuti tanto entrambi, soprattutto Luca! Peccato che tutte e due le volte ero insieme alle stesse due persone che, invece, non facevano altro che demolirli a ogni scena... 😅
RispondiEliminaahaha ma come li demolivano!? Perché?
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