Film "dal passato", cosa mi è piaciuto e cosa no

Prima di tornare a parlare di qualche novità, volevo fare un passo indietro e concentrarmi su un paio film che ho visto fra la fine dell'anno scorso e l'inizio di questo. Non sono titoli recenti, ma non sono per questo meno piacevoli da seguire.


Testimone d'Accusa (1957)


Titolo originale: Witness for the Prosecution
Genere: giallo, thriller, drammatico

Durata: 116 minuti
Regia: Billy Wilder
Uscita in Italia: //
Paese di produzione: USA

Non credevo mi sarei mai messo a guardare un film così datato, ma dopo aver assistito all'omonimo spettacolo teatrale, mi sembrava coerente recuperare quello che a detta della stessa Agatha Christie è stato uno dei migliori adattamenti del suo romanzo.
Tratto appunto dall'opera della scrittrice britannica, e diretto da Billy Wilder, Testimone d'accusa ci fa conoscere l'avvocato Sir Wilfrid Robarts (Charles Laughton) che sebbene convalescente da un infarto, e non più giovanissimo, decide di accettare la difesa di un caso di omicidio molto particolare.

Lo squattrinato Leonard Vole (Tyrone Power alla sua ultima apparizione sullo schermo) infatti viene accusato di aver ucciso una donna sola e benestante, la quale sembra avesse fatto proprio testamento in favore del giovane uomo qualche giorno prima di morire. Vole sostiene però di essere stato a casa quando presumibilmente la donna è stata uccisa e questa tesi è sostenuta da sua moglie Christine (Marlene Dietrich). Una testimonianza debole visto il rapporto, ma c'è di peggio: una volta al banco degli imputati, Cristina testimonierà che in realtà il marito era tornato più tardi ed aveva una manica sporca di sangue. 

Nominato a diversi premi, fra Oscar e David di Donatello, Testimone d'Accusa è un po' un classico nel mondo dei gialli procedurali ed è stato molto piacevole come tuffo nel passato. A parte ritrovarsi sullo schermo grandi attori, è anche la storia ad essere efficace e ben messa in scena, ed anzi mi è sembrata molto più attuale di quanto si possa pensare. 

Testimone d'accusa infatti parte come un legal thriller classico, che qui e lì si costella di mistero, ma ha una tipica vena di humor inglese, che soprattutto all'inizio rende quasi divertente la visione. Dopo tutta una serie di plot twist, tutti abbastanza solidi, si arriva ad un finale più drammatico. Una commistione di generi sempre più diffusa nel cinema odierno, che qui funziona perché i personaggi, pur essendo costruiti con uno scopo prettamente narrativo, non risultano mai meri ingranaggi della trama, ma diventano il fulcro stesso dello sviluppo della vicenda.

Nell'insieme Testimone d'accusa è un film molto scorrevole, teatrale al punto giusto (infatti anche lo spettacolo è stato molto piacevole) dove ogni scena ha comunque un senso ed un collegamento con la successiva, e in cui i dialoghi sono taglienti, e ben studiati. Pur non essendo un grande conoscitore dei film dell'epoca, penso che fosse in qualche modo all'avanguardia per il suo essere acuto, ed aver trasformato lentamente ma in modo preciso, un giallo in una storia di inganni, tradimenti e raggiri, in cui le cose non sembrano come realmente sono se non all'epilogo. 

Ecco, a voler trovare un difetto, forse Testimone d'accusa, rispetto ad altri adattamenti dai romanzi di Agatha Christie, non riesce a creare quel senso di mistero che la scrittrice ha sempre evocato, e che qui appunto viene messo un po' da parte per far spazio al legal e appunto al dramma. 
Mi viene spontaneo però fare un confronto ad esempio con il più recente Giurato numero 2, che gioca più o meno sulle stesse obliquità, ma che non riesce a lasciare un senso di appagamento come un film che ha quasi 70 anni e che rivedrei molto volentieri. 
Al momento Testimone d'accusa è disponibile in streaming su Prime Video e Tim Vision, e credo sia uno di quei film gialli classici da vedere almeno una volta. 


The Amazing Mr Blunden (2021)


Genere: fantastico, commedia, drammatico
Durata: 90 minuti
Regia: Mark Gatiss 
Uscita in Italia: 24 Dicembre 2021 (Sky)
Paese di produzione: Regno Unito

Vive in realtà fra passato e presente The Amazing Mr Blunden, che è un remake di un film degli anni '70 di Lionel Jeffries, e che è a sua volta tratto da un romanzo di Antonia Barber del 1969.
Siamo a Londra a pochi giorni da Natale, e Christine Allen spera di trovare un lavoro qualunque. Pur essendo una pianista, ha tre figli da mantenere, gli adolescenti Lucy, Jamie ed il piccolo Ben, e sta cercando qualunque posizione le consenta di poter sopravvivere. Un giorno alla sua porta bussa un misterioso uomo anziano, che si presenta come il signor Blunden (Simon Callow), un avvocato che le propone un impiego: sta cercando un custode per una proprietà che il suo studio legale ha ottenuto con la morte del proprietario. 

Christine, non avendo nulla da perdere, accetta subito il lavoro, ma qui, quella vecchia magione, sembra avere qualcosa di particolare, non solo il fascino di un luogo antico. Saranno soprattutto Lucy e Jamie ad essere avvicinati da due misteriosi bambini che non sembrano appartenere alla loro epoca. 

Un po' Charles Dickens, un po' Il giardino segreto, un po' di The Others e un tocco di Alice Nel paese delle Meraviglie, sono queste le vibes che ho trovato in The Amazing Mr Blunden, un film d'avventura, con un twist fantasy che a me non è spiaciuto.

È un film molto televisivo, pensato per la famiglia e in generale i più giovani, con una impostazione fiabesca ed un vago tocco natalizio, ma che alla fine si lascia seguire proprio per quel fascino che le storie di spettri possono suscitare. Come dicevo, le suggestioni secondo me arrivano molto da Il canto di Natale, in cui passato e presente si uniscono, ma qui c'è un mistero da risolvere e delle persone da salvare, aggiungendo appunto quella suspense e quella azione che stimola la visione. Gli snodi narrativi, soprattutto della seconda parte, sono ben costruiti e, pur essendo un fantasy, non ho visto grossi buchi di trama. 


The Amazing Mr Blunden ha pure una durata giusta per i suoi intenti, le scenografie non sono malaccio, anche se il comparto tecnico e degli effetti speciali non è proprio fra i più avanzati. 
Non avendo visto il film originale né avendo letto il romanzo, non so se questo rifacimento possa essere meglio o peggio, immagino che la linea temporale del presente sia stata qui resa un po' più contemporanea, mentre quello del 1972 era ambientato nei primi anni del '900. 

Nulla da dire su ad esempio i dialoghi, molto semplici, ed in generale le interpretazioni sono tutte abbastanza valide, pur non spiccando nessuno in particolare. Nel cast c'è anche Tamsin Greig, in un ruolo che mi ha ricordato un po' la più famosa Tata Matilda. 
Pur non essendo quindi un capolavoro, The Amazing Mr Blunden è una di quelle storie tenere, di perdono, redenzione e calore umano, che secondo me non dispiacciono, specie durante la stagione fredda. 



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