|Sotto la copertina|
I primi libri terminati dell'anno (potevo fare di più)

Per questo 2024 non avevo buoni propositi in particolare, se non forse quello di cercare di leggere di più, almeno un libro a mese. Non me lo sono impresso a fuoco sulla pelle perché mi conosco, ma volevo provarci, e non ci sono riuscito. Per però stimolarmi un po' di più ho deciso di far diventare Sotto la copertina un appuntamento quadrimestrale quasi tassativo, così da essere io stesso più proattivo.

La prima lettura terminata in questo 2024 è Il Canto di Calliope della scrittrice inglese Natalie Haynes.

Titolo originale: A Thousand Ships
Genere: narrativa, fantasy
Editore: Sonzogno/Marsilio
Pagine: 319
Data di pubblicazione: 10 Febbraio 2022
Prezzo: €13/ ebook €3.99

Proseguendo sui passi che scrittori come Madeline Miller ad esempio, Haynes ha tentato una riscrittura del mito greco, ed in particolare della guerra di Troia, ma da una prospettiva completamente diversa, ovvero quella femminile. Si parte quindi con Calliope, la musa che dovrebbe ispirare Omero a raccontare quello che è accaduto durante le battaglie e la caduta della città, ma questa volta muta le voci e i volti dei protagonisti, raccontando di tutte coloro che in parte hanno subito gli avvenimenti, come Andromaca, la moglie di Ettore rimasta vedova, o sua cognata Cassandra, tormentata dal suo dono di profezia a cui nessuno dà ascolto, o coloro che ne sono state in qualche modo protagoniste dirette, come Pentesilea, regina delle Amazzoni che sarà uccisa da Achille. 

Ma Il Canto di Calliope non dimenticherà anche le voci di quelle donne, che seppur dalla parte di vittoriosa, saranno comunque coinvolte in maniera più drammatica, come ad esempio Clitemnestra, moglie di Agamennone, che cercherà la vendetta per la perdita della figlia Ifigenia, o Penelope, che aspetta il ritorno del marito Ulisse. Una coralità di donne ben riuscita e ben miscelata perché fra i volti più noti vengono messe in mezzo anche protagoniste meno famose. 
È un romanzo secondo me accattivante, se amate la mitologia ma magari non la conoscete a menadito, perché in questo secondo caso secondo me rischiereste di risentire ancora una volta vicende più o meno note, seppur da una angolazione differente. Non serve infatti una conoscenza così dettagliata di questi personaggi e delle vicende che li riguarda, basta appunto quello che abbiamo studiato a scuola, o al massimo qualche ricerca extra per approfondire magari le figure meno conosciute. 

Il canto di Calliope come dicevo ha uno stile di scrittura che mi è piaciuto, semplice ma curato e che ho trovato anche molto scorrevole, e che sa anche muovere un coinvolgimento emotivo, perché il fil rouge è che la guerra tocca tutti.
Ho apprezzato inoltre come Calliope sia quasi un personaggio più contemporaneo per il suo modo di esprimersi. Ho invece un po' sofferto le parentesi su Penelope, per cui Haynes secondo me non ha trovato il metodo di narrazione ideale: queste epistole che appunto la moglie di Ulisse invia al marito, in cui racconta le sue sensazioni su quanto sta accadendo e quello che viene a scoprire, tendono ad essere un po' troppo didascaliche, schematiche, ripetitive come se non avesse trovato un modo più interessante per scriverne e non rendere la regina di Itaca come una mera narratrice.
Al netto di questo sicuramente conto di leggere altri libri di Natalie Haynes, a cominciare da Il vaso di Pandora.

In questo 2024 volevo anche recuperare una pecca che da tempo mi portavo dietro, ovvero non aver mai letto nulla di Michela Murgia, ed ho voluto metterci una pezza iniziando dal suo ultimo romanzo Tre ciotole. Rituali per un anno di crisi, non restando del tutto convinto. 

Genere: narrativa, raccolta di racconti
Editore: Mondadori
Pagine: 144
Data di pubblicazione: 16 maggio 2023
Prezzo: €17/ ebook €10.99

In realtà è a tutti gli effetti una raccolta di racconti brevi con personaggi differenti, che in qualche modo si incontrano o comunque hanno degli elementi in comune. Comune è anche l'aggettivo che utilizzerei per definire queste storie, visto che ognuno dei protagonisti che Murgia mette in scena, ha una vita appunto normale, fatta di alti e bassi, con qualche innegabile stranezza, mania o in un momento di particolare difficoltà che li porta a mettersi in gioco in modo differente. 

Michela Murgia con la sua scrittura sempre precisa, affilata, mai scontata entra in questi spaccati di vita, mettendoci secondo me anche una vena autobiografica, ma riuscendo a renderli comunque interessanti nella loro quotidianità, e puntando ovviamente l'attenzione a questo quadro variopinto di umanità. Storie semplici, ma che, come nella realtà, possono avere delle complessità, magari nel modo in cui i protagonisti affrontano i momenti più duri, come la malattia, la fine di una relazione, o la perdita di una persona cara.

Il problema per me di Tre Ciotole è che si è dovuto scontrare sia con le aspettative altissime che avevo nei confronti delle opere di Murgia, sia col fatto che generalmente non amo le raccolte di racconti. In questo caso le diverse 12 storie non sono state per me tutte sempre interessanti allo stesso livello, per cui in alcuni casi avrei voluto sapere molto di più di quel personaggio, restando magari a bocca asciutta, in altri invece mi sembrava di non riuscire a trovare un vero e proprio significato a quanto stessi leggendo. Lo stile Murgia aiuta sicuramente perché sa trasmettere questi spaccati umani in modo intenso ma senza troppi giri di parole, è una lettura abbastanza veloce, che non incespica mai troppo, che però mi hanno appassionato più per come sono stati messi nero su bianco che per quello che contengono
Anche in questo caso conto di recuperare altri libri di Michela Murgia.

Proprio nei ringraziamenti di Tre Ciotole, c'era citato uno scrittore che avevo messo nelle mie liste infinite di ebook da leggere, e quindi ho pensato fosse il momento più azzeccato per spuntare questa casellina. Il nome in questione è quello di Alessandro Giammei, scrittore e professore a Yale e figlio "d'anima" come lui stesso si definisce proprio di Michela Murgia. Ho letto il suo Cose da Maschi, e anche in questo caso non sono mancate le perplessità.


Genere: saggio
Editore: Einaudi
Pagine: 200
Data di pubblicazione: 7 Marzo 2023
Prezzo: €14/ ebook €8.99

In questo suo manuale più che romanzo, Giammei raccoglie alcuni degli oggetti comuni, come gioielli, fermacravatte, smalti, ma anche atteggiamenti e modi di semplicemente muoversi nel mondo, per raccontare come mai alcuni di questi vengano legati socialmente al genere maschile e altri al genere femminile, che valore hanno in entrambi i casi, cosa rappresentano e cercando di scardinare questa visione spesso stereotipata. Un approccio interessante in cui Giammei mescola aneddoti personali, ricordi, momenti della sua carriera accademica e professionale in generale, insieme ad accenni più pop, parlando di cinema, serie tv, e intrattenimento in generale ma anche storia e attualità. E mi verrebbe da dire "tale madre, tale figlio" perché anche in questo caso, come per Michela Murgia, lo fa con uno stile di scrittura davvero scorrevole, ragionato ma non ampolloso, che sa usare i giri di parole senza però renderli dei valichi insormontabili. A me affascina sempre quando un tipo di scrittura riesce ad essere stimolante, e ad unire tutti i riferimenti culturali e non con estro e linearità, ma se faccio però un passo indietro, non mi resta molto di Cose da Maschi.

Sono fra quelli e quelle che almeno una volta nella vita, specie da ragazzino, si è sentito dire da parenti o affini (credo mai dai miei genitori) quale sarebbe stato il giusto atteggiamento da maschio, e quale invece da femmina, e cosa fare o non fare in tal senso, e pensavo che Cose da Maschi portasse delle nuove riflessioni interessanti sulla questione. Invece l'impressione è che spesso si assiste ad una disquisizione, quasi ad una lezione in cui appunto l'insegnante in cattedra indugia sulla sua brillante preparazione, ma che io, da studente, sarei costretto a ripetere a memoria in un ipotetico esame. Proprio quel podio che è uno degli oggetti su cui Gianni stesso disquisisce, finisce per essere il suo più grande problema, seppur magari non sia intenzionale di salirci.
Insomma, Cose da Maschi alla fine mi è risultato un po' fine a se stesso, non in grado di creare una vera e propria riflessione al di fuori delle pagine del libro, riuscendo a metà.
Non credo andrei a ritroso nella bibliografia di Alessandro Giammei, ma probabilmente in futuro starò attento ad eventuali sue nuove opere. 



Per questa prima parte dell'anno credo potessi fare un po' di più, ma ci proverò nel corso dei prossimi quattro mesi.
Voi cosa state leggendo?




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