Ha senso piangere per un social che muore?

Quelle che seguono sono pure riflessioni forse troppo sincere, di un non esperto, senza lo scopo di consigliare la strada più giusta da seguire, e che non sono da cristallizzare a vita, ma sono il frutto di un esame sulla situazione attuale in base a ciò che vedo, sento ed esperienzare. 

Non ricordo la prima volta che ho avuto accesso ad internet, ma ricordo il primo vero computer funzionante che entrò in casa mia (perché prima mio zio ci diede una sorta di IBM con quei floppy disk giganti, che era praticamente inutile). Credo fossero i primi anni del 2000, internet era lentissimo e non c'era moltissimo da fare, o per lo meno io non sapevo farlo. Infatti finivo, non so come, per guastare quel povero computer.
Col tempo però la rivoluzione: quel pc è diventato un vero e proprio mezzo di comunicazione con MSN Messenger, una delle prime chat (ne esistevano già altre) che consentiva di scambiare messaggi, trilli ed altre robe più o meno utili con persone lontane da te e senza i limiti della Summer Card. Io lo adoravo, ma ho saltato la fase Netlog, Myspace ed affini perché non avevo questa gran voglia di stare davanti allo schermo né di condividere con chicchessìa i fatti miei. Quante cose sono cambiate eh?!

Ma c'è stata davvero una rapidissima escalation con l'arrivo di telefoni sempre più avanzati, gli smartphone, e delle applicazioni. Così MSN è stato sostituito da WhatsApp, o meglio Viber fra le prime app di messagistica che ho provato, e i vari siti-blog hanno sofferto l'arrivo di uno dei social più potenti.

Era il 15 aprile del 2009 quando per la prima volta mi sono iscritto a Facebook, non sapendo quello che sarebbe avvenuto dopo.
All'inizio infatti ricordo che ero reticente, rimandando l'iscrizione, perché non mi convinceva, ma in quegli anni non avere un profilo Facebook era come essere tagliati dal mondo, non esistere quasi, essere lo sfigato della comitiva con cui non si poteva parlare.
Per anni è stato il social dove condividere pensieri, ricordi, tradimenti, lamentele, trovare vecchi compagni di scuola o affini che vivono dall'altra parte del mondo. Sono certo che ci siano coppie ancora in vita che si sono conosciute su Facebook, e gente che ci ha anche trovato lavoro.

Le cose sarebbero cambiate presto però.
Col tempo è cambiata la percezione di Facebook, non solo per tutti i problemi di sicurezza e trattamento dei dati o per la diffusione di fake news, link scemi o truffe di varia natura, ma è diventato il social dei boomer, di tutti coloro che cascano facilmente a quelle bufale, che condividono 10 modi per fare la pasta senza accendere il gas e finiscono su Canale 5 per aver creduto che il giovane Abdul fosse innamorati di loro o che potevano davvero vincere un iPhone con un click.
Dall'interno all'esterno, e dall'esterno all'interno le cose erano cambiate, e noi tutti ci siamo ritrovati a non sopportare più che tutto quello che avevamo condiviso su Facebook, tutte le persone che avevamo aggiunto, ci ritorcessero improvvisamente contro in vario modo, a lavoro o al pranzo di natale in famiglia.

Inizia l'evacuazione, la voglia di andare altrove, e molti non si guardano nemmeno indietro, anzi la vivono come una liberazione.
Da molto tempo si parlava di Twitter, dove si era tornati, pubblicamente, ad apprezzare l'anonimità che può dare il web, potendo esprimere liberamente i propri pensieri senza il peso del giudizio della dirimpettaia, ma anzi con la possibilità che un hashtag ti aiutasse a trovare la tua tribù. Io mi ci sono iscritto ad aprile del 2012, e per me non fu subito particolarmente intuitivo.
Nel frattempo è arrivato anche un altro social, ovvero Instagram, dove si ripartiva da zero, ma questa volta non più con pensieri vagamente interessanti ma con delle foto dai pixel grossi come arance tarocco.
È vero di mezzo c'è stato anche Tumblr, ma diciamolo: era troppo per intelletualoidi, nerd o amanti di citazioni sbagliate, e quando nel 2018 hanno tolto i contenuti friccicarelli, è praticamente sparito da ogni discussione.

Eppure, devo fare un passo indietro, perché fra tutti questi social, alla fine del 2011 ho creato questo blog, dando vita al "mio" personalissimo social, dove cantarmela e suonarmela come volevo. Certo, il lavoro dietro ad un blog anche solo appena più elaborato, non è esattamente paragonabile a quello di inviare un tweet random, e soprattutto, se vuoi che questo lavoro riesca a raggiungere più persone possibili, non basta scrivere un testo, ma concettualmente la questione è simile.

Fun Fact: prima di aprire il blog qui, provai anche Tumblr, ma appunto, non avendo la possibilità di ricevere o rispondere ai commenti, era inutile per me.
Nel 2012 anche io inizio ad abbandonare sempre più Facebook, e mi sposto più su Twitter (a Marzo) e su Instagram (a Giugno), che mi aiutavano anche a condividere pezzetti del blog (soprattutto il primo).
In questi 11 anni su Twitter e Instagram ne ho viste di ogni, e purtroppo non mi è sempre sembrato che fossero meglio dell'odiato Facebook.

Instagram è il paese dei balocchi che ha fatto suo il motto "barcollo ma non mollo". Dal semplice diario su cui raccogliere foto di viaggi o di piatti non così memorabili, è diventato un punto di riferimento socio-culturale positivo e negativo al tempo stesso, ma anche una piattaforma per fare business.
È anche per Instagram che i blog sono sono morti o quasi, avendo aperto la strada ad una immediatezza che degli articoli lunghi non possono reggere. Ed è più o meno intorno al 2013 che ho visto il maggior numero di blog spegnersi o essere abbandonati, ed anche lì, se per me era come perdere delle pagine a cui mi ero affezionato, i loro creatori non si sempre sono fatti grandi remore nell'andare avanti. 

L'impatto psicologico che Instagram, ha avuto sui singoli è immane, e la fame di like e follower ha spinto alcuni ad inventarsi una vita che non esiste, mettendo in pratica idee al limite della legalità. Raccontare tutti i cambiamenti che Instagram ha subito ed ha imposto nel corso di questi anni sarebbe stancante per voi e per me. Ma anche da un punto di vista più pratico non sta messo meglio: già solo per il fatto che è uno di quei social molto legato al dispositivo su cui viene utilizzato e che migliora o peggiora da un giorno all'altro, ne inficia l'usabilità. Ma se sei uno di quelli definiti "creator", cioè creatore di contenuti, saprai quanto possa diventare ostico e frustrante avere a che fare con l'algoritmo.

Non so più quante volte ho letto di utenti Instagram stanchi e arrabbiati perché i loro post raggiungono poche persone anche (ma non solo, è importante dirlo) per i costanti cambi di algoritmo, ottenendo pochi like.
Io ho il feed esplora pieno di gente che ti vuole spiegare l'Instagram, con guide tutte diverse fra loro.
O ancora, come dimenticare quando a Marzo di quest'anno improvvisamente sono scomparse tutte le canzoni e gli audio dai reel (che fino a quel momento erano stati stra spinti e sponsorizzati da Instagram) per un problema fra SIAE e Meta rendendo tutti i contenuti di milioni di creator più o meno alla pari di un film muto.

La spunta blu a pagamento su Instagram, alla modica cifra di 16.99 euro, è la ciliegina sulla torta: è vero che si tratta di un abbonamento che vuole offrire assistenza al profilo, ma non dovrebbe esserci per tutti questa assistenza? Pare che comunque ne abbiano vendute a pacchi.
Già da tempo molto gli instagrammers si erano affacciati su TikTok, vista l'enorme ascesa che ha avuto e visto che fa leva sulla generazione dei nati intorno al 2000, nonostante fosse sempre stato considerato il social di balletti cringe per ragazzini. E ancora di più secondo me hanno inciso tutte quelle problematiche a cui facevo riferimento sopra. 
Ad oggi ho un profilo in cui non ho mai creato contenuti, non ho mai provato molto appeal per Tik Tok, non ci ho mai trovato un video che potesse essermi utile, ed è comunque un social al centro di tante discussioni sull'integrità dei video diffusi e sul trattamento dei dati.

Inoltre ad oggi, nelle classifiche Instagram sta sopra Tik Tok, quindi anche se uno è sempre sulla graticola, l'altro non l'ha ancora superato.

Il social dell'uccellino blu invece, diventando il sostituto di Facebook, oltre che un libero sfogo di idee, è stato per molti il luogo in cui fare conoscenze da portare fuori dal web. C'è chi ci ha trovato addirittura il partner della vita o un lavoro, e io stesso ho avuto modo di imbastire diverse amicizie, oltre a considerarlo uno strumento di informazione rapida validissimo. Il rifugio quando tutti gli altri social sono in down.
Tuttavia non sempre si respirava (e si respira) l'aria di apertura, divertimento, leggerezza e spensieratezza tanto agognata, ma sono tante ancora oggi le occasioni di violenza verbale e abusi che si possono subire su Twitter. Ed è inutile che vada a ripescare le implicazioni negative sociali e politiche che ha avuto nel corso del tempo, e soprattutto negli ultimi anni.
Moltissime volte io stesso mi sono confrontato con casi di vero analfabetismo funzionale, esattamente come quello riscontrato su Facebook.

Inoltre sono da sempre convinto che chi utilizza Twitter con costanza finisca per convincersi che ogni tweet siano davvero lo specchio esatto della realtà che ci circonda, ma inutile dire che non è così. Anche a me a volte è capitato di condividere qualcosa di Twitter a qualcuno non presente sul social, ma le persone esterne non riescono a coglierne il sapore, tanto è forte il linguaggio, gli argomenti, le chiavi di lettura che girano fra un tweet e l'altro.

Twitter però sta lentamente annaspando: oltre ai problemi strutturali che sono sempre esistiti, e scelte della nuova gestione di Elon Musk sono alquanto discutibili e lacunose, basti pensare al caos creatosi per la possibilità aperta a chiunque di comprarsi il badge di verifica, spacciando un profilo inventato per uno ufficiale. Ma il panico da fuggi fuggi si è scatenato quando, temporaneamente, il caro Elon (o chi per lui) ha messo il tetto massimo di 600 tweet visualizzabili al giorno. Un grosso limite per i fan dello scrolling costante, ovvero uno dei punti di forza di Twitter. 
Non ho contato le lamentele lette in quella giornata, soprattutto considerando non si sapesse che fosse temporaneo, e credo di non aver mai assistito ad una cosa del genere. 
Non per MSN o MySpace, che vengono ricordati più con nostalgia, non per Facebook, che tutto sommato continua a funzionare, non per Tumblr, se non per l'eliminazione dei contenuti per adulti, e nemmeno per il blogging.
C'eravamo lamentati quando Instagram copiò le storie a Snapchat, eppure ad oggi nessuno ne parla più.

In contemporanea ai problemi di Twitter sotto la gestione Musk, è arrivato Threads di Meta, che è praticamente la copia di Twitter partorito da Mark Zuckemberg. 

In 5 giorni Thread pare abbia ottenuto 100 milioni di iscritti, nonostante non sia ancora disponibile ovunque, Italia inclusa, ed ha la comodità di essere già implementato ad Instagram.
Se avrà fortuna si vedrà nel tempo, ma oltre al chiedersi se è giusto che una persona (ed una società) sola abbia il controllo dei social più utilizzati, mi sono chiesto noi, da utenti, come dovremmo approcciarci a questo caos.

So bene che non si parla più solo di faceto, di virtuale, perché i social si sono legati a più nodi alla nostra vita. So pure che molti riconducono dei ricordi importanti ad essi, e lasciarli andare non è semplice. Eppure lo abbiamo già fatto in passato, e lo faremo ancora più avanti. L'impressione che ho è che tutti questi siti siano più o meno destinati, su larga scala, a far parte di mode e temporaneità. 
E soprattutto, ogni singolo social ha i suoi difetti, per quanto ne possiamo essere affezionati o far finta che tanto non ci toccano, o lo fanno solo collateralmente. 
Ad oggi si sprecano i messaggi, pubblici e privati, su qualunque social, di persone che non capiscono cosa io faccia qui, pensando che venda prodotti o simili, per farvi capire che il pubblico del web non è facile e non sempre coglie sfumature così palesi.

Credo che tutti i social siano destinati a morire in qualche modo, a sparire dalla nostra orbita, a non far più parte del nostro quotidiano. L'unica strada, quando quel social non è più come lo ricordavamo e la apprezzavamo, secondo me è portare fuori, nella nostra vita vera, tutto quello che di buono abbiamo raccolto su di essi, salvare come possiamo i nostri ricordi, e so già che conoscete tanti modi. Cercare poi di goderci quel che di buono c'è ancora d'oggi su questi strumenti, contribuendo noi stessi ad evitare ciò che ci dà fastidio nell'altro utente. 

Ormai da un po' ho volutamente smesso di seguire tutti i singoli dettami delle tante guide su come far funzionare Instagram o Facebook perché era per me come correre su una ruota per criceti, anche se per Meta io sono un creator. I numeri sui miei social non corrispondono ai numeri che poi ottengo qui, dove riesco ad esprimermi e a condividere al meglio le mie passioni, ed è su questo blog che per me ha più senso impiegare il mio tempo, contro tutte le mode "social" del momento.
Ed è necessario secondo me essere pronti a ricominciare, perché questi spazi online non ci appartengono mai davvero, non sono nostri, anche se siamo noi a farli andare avanti.



6 commenti:

E tu cosa ne pensi?

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  1. Io ho fatto un percorso diverso ho aperto il blog non nel periodo migliore da quello che hai scritto e non ho avuto il seguito sperato, poi ho aperto Instagram nel 2017 e ho finalmente avuto una community molto affezionata, ho anche incontrato dal vivo molte ragazze, ho anche tik tok ma fare video porta via troppo tempo e non riesco a gestire entrambi, magari un domani se Ig chiude vedremo

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    1. Diciamo che già quando sono arrivato io era tardi per aprire un blog. Ma riesci oggi a seguire tutte le curve di Instagram? Tutti i problemi o i cambi di contenuti "preferiti" dall'algoritmo?

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  2. Sono d'accordo praticamente su tutto, In futuro vorrei parlarne un po' anch'io allargando il discorso sulla divulgazione, perché ho idea che superato questo presente, non c'è futuro.
    La divulgazione su Tik Tok, che al momento è quella di riferimento ( parlo della bolla letteraria che è quella che seguo di più), non offre nulla di nuovo rispetto ad Instagram.
    Ed infatti io mi chiedo, ma quando anche quel social diverrà saturo, come faranno ad approcciare nuove generazioni di lettori?
    All'orizzonte, a parte le AI, c'è il nulla.

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    1. Secondo me finirà che si passa ad un altro social (threads?) in cui appunto si ripeteranno le stesse cose già viste su Instagram e Tik Tok, perché alla fine ci possiamo anche spostare da una piattaforma all'altra, ma sempre quelli siamo

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  3. Ho letto il tuo post ieri pomeriggio e mi sono presa un po' di tempo prima di dirti la mia perchè avevo paura di scrivere un papiro... E purtroppo non mi è stato fatto dono della sintesi! :D
    Considera che ho seguito più o meno il tuo stesso percorso perchè anche io vengo dall'era dei forum, dei blog, di Myspace (e prima ancora Netlog), MIRC e compagnia bella. Poi i ragazzi del forum che frequentavo con più regolarità si sono trasferiti in massa su Facebook e per restare in contatto con loro mi ci son trasferita pure io. Credo che la situazione idilliaca su quel social sia durata 3... Toh, massimo 4 anni... E poi ha iniziato il lento declino. Ora è diventato un covo di persone arroganti, cattive, polemiche, impregnato di fake news e politicismi a me incomprensibili.
    Ho un account su Instagram (che ho ricreato da un paio di anni per motivi vari) che mi finisce costantemente in shadowban nonostante io non utilizzi hashtag bannati e non pubblichi nulla di scabroso/politico/so-ben-io-cosa, ma semplicemente foto dei posti che visito e dei concerti a cui vado.
    Ero su Twitter ma non ci sono mai andata troppo d'accordo. Troppa politica. Ho cancellato tutto e messo il follow solamente a musei, biblioteche, pro loco... E non pubblico nulla. Lo utilizzo solo per controllare le news su eventi culturali.
    Ho provato ad entrare su Friendica, alternativa a Facebook di Mastodon. Entri in homepage ed è TUTTA politica. Non mi son nemmeno presa la briga di crearmi un account con tutti i crismi: son durata lì sopra si e no dieci minuti.
    TikTok non lo sopporto. Tutti mi dicono che sono io che non so fare a cercare, che è pieno di video interessanti... Ma io ci sono entrata, ho avuto anche un account per ben due settimane e le sole cose che ho visto erano video di ragazzini che fingevano di doppiare scene di film o che facevano balletti.
    Cancellato tutto.
    Se dovessi mai ricredermi e sapere che ci sono davvero cose interessanti, però, lo userei solo per guardarne i contenuti: odio farmi fotografare, figuriamoci mettermi a fare un video con la mia faccia e il mio culone!
    Insomma, gira che ti rigira sai che c'è? Che per esprimermi al 100% ci sarà sempre il mio blog. Lo aggiorno quando voglio, lo legge chi ci capita sopra, non ho censure.
    Instagram lo mantengo perchè al momento è l'unico canale attraverso il quale riesco a mantenere un aggiornamento costante in merito ai miei artisti preferiti (e con un paio ho anche avuto modo di scambiare qualche chiacchiera!).
    Rimpiango solamente i forum. Quelli sì che erano tanta roba.

    P.s. Hai mai provato SpaceHey? E' praticamente MySpace come lo era ai tempi d'oro, ricreato da un ragazzo tedesco. Io non lo sto usando da un sacco di tempo, anche perchè chi ci si iscrive purtroppo rimane per un po' di tempo e poi se ne va. Ma secondo me ha del potenziale!

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    1. Intanto tranquilla per il commento lungo perché in fondo pure il post non era da meno 😂
      I forum li ricordo anche io con piacere, ed ho avuto più o meno il tuo stesso percorso: quello a cui ero iscritto chiuse e quindi ci ritrovammo su Facebook, ma col tempo non fu esattamente lo stesso.
      Sui metodi di ban di Instagram e Facebook avrei da farci un post a parte, ma mi sono oscuri i motivi per cui scelgano di "reagire" così. Per esempio io mi trovai una storia cancellata, ma era un post sponsorizzato sullo stesso Instagram. O ancora, non posso fare pubblicità su Facebook perché secondo loro in passato ho provato a sponsorizzare contenuti politici 😅

      Credo ci voglia un po' prima che l'algoritmo si "setti" sui nostri gusti, per questo non capisco bene la smania di buttarsi su un altro social appena arriva. Ci vuole pure tempo per settarlo, tempo che io non ho 😅

      Mi sa che ho letto di Spacehey in un articolo di social- alternative, ma mai provato

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