Non essendo un lettore con una particolare conoscenza approfondita, a muovermi è sempre la curiosità: il titolo, la copertina, uno scrittore che ho già letto. A volte sono i consigli di amici, altre qualcosa in cui incappo sui social. Negli ultimi mesi le mie letture sono state indirizzate proprio da queste ragioni e nella mia testa tutto ha un senso.
La storia di un ex concorrente di un reality che finisce in uno importante ruolo all'interno delle istituzioni italiane, specie in un periodo difficile come una crisi economica e una pandemia, mi è sembrato un motivo più che valido per leggere "Il Portavoce, la mia storia" la biografia di Rocco Casalino.
Genere: biografia Editore: PiemmePagine: 272 Data di pubblicazione: 2021 Prezzo: €17 / ebook € 9.99 |
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Sento già le risatine sotto ai baffi per questo libro di un personaggio controverso, noto ai più per la partecipazione al Grande Fratello del 2000, ma mi ha incuriosito la sua capacità di far strada in un ambito del tutto diverso. Non ho mai capito il pregiudizio nei confronti di Rocco Casalino (o generalmente di chiunque partecipi ad un reality) per la semplice ragione che prima e dopo le telecamere c'è una vita che va oltre: d'altronde non si può vivere solo grazie al Grande Fratello o all'Isola dei Famosi, ed è ovvio che le persone che vi partecipano, soprattutto nelle prime edizioni in cui era più un esperimento genuino, hanno un vissuto e delle abilità che possano esulare dallo spettacolo.
Eppure Rocco Casalino il marchio da gieffino non è riuscito mai a toglierselo, e forse non riuscirà mai, ma credo che ne Il Portavoce riesca comunque ad andare oltre e raccontare il suo percorso: da Ceglie, in Puglia, alla giovinezza in Germania, per poi tornare al sud, una laurea in ingegneria, qualche momento trash in tv e poi il giornalismo, fino alla militanza nel Movimento 5 Stelle, ma soprattutto il ruolo di portavoce dell'ex presidente dei Ministri Giuseppe Conte.
Casalino non si è fatto mancare nulla, e lo racconta in una biografia che tutto sommato ho trovato piacevole: sembra una sorta di intervista/chiacchierata, con uno stile pulito e colloquiale, non particolarmente elegante forse, ma diretto. Ho avuto l'impressione che quasi non sia stato rimaneggiato molto prima di essere pubblicato. Ma, a parte lo stile, anche la storia raccontata da Rocco Casalino è stata interessante, ci fa capire come queste origini molto semplici e difficili lo abbiano forgiato per andare avanti fino al vertice e come comunque viva tutto con passione.
Il Portavoce non mi ha impegnato molto nella lettura, mi è piaciuto conoscere un po' di più di questo ruolo che lavora in fondo nel dietro le quinte, e ho scoperto qualche aspetto affascinante della persona/personaggio. Casalino conosce bene i suoi pregi, su cui gongola volentieri, ma anche i suoi difetti, di cui parla anche schiettamente.
Non mi ha fatto impazzire invece l'inevitabile parentesi sul Movimento 5 Stelle, non per una questione politica visto che il mio approccio è stato apartitico, perché comprendo la scelta, ma perché ho trovato quel capitolo decisamente telefonato.
Inoltre le dichiarazione sull'omosessualità di Casalino mi hanno lasciato sicuramente perplesso. Nonostante siano pensieri personali, scrivere di essere affascinato dal periodo storico quando l'omosessualità doveva essere "praticata di nascosto" l'ho trovato fortemente retrogrado, così come questa visione del mondo gay abbastanza stereotipato, chiuso, tanto da essere affascinato ed innamorarsi di eterosessuali, mi hanno fatto perdere in parte di empatia.
Non aspettatevi comunque da Il Portavoce una analisi politica o tecnica dell'approccio della comunicazione del Movimento 5 Stelle, ma, come precisa il sottotitolo, si tratta della storia di Rocco Casalino.
È invece una vecchia conoscenza quella che ho con Carlos Ruiz Zafón, che ho ripreso dopo diverso tempo con la sua postuma raccolta di racconti intitolata La città di vapore.
Genere: Raccolta di racconti Editore: MondadoriPagine: 180 Data di pubblicazione: 2021 Prezzo: €17 / ebook € 9.99 |
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Ammetto che è forse un mio limite quello di apprezzare un romanzo che prosegue con una storia, e trova la sua conclusione nelle ultime pagine. Non sono insomma un fan delle raccolte di racconti perché in genere voglio di più. Tuttavia ero comunque incuriosito da cosa aveva riservato Zafón in questa raccolta, essendo uno scrittore che apprezzo, e che impatto mi avrebbe lasciato in un genere che non amo. Per me è stata una lettura piacevole, ovviamente in base ai diversi racconti, che non ho gradito tutti alla stessa maniera, ma che non mi hanno mai annoiato.
Ci spostiamo in epoche diverse, con luoghi diversi e linee narrative che comunque creano movimento nel corso delle pagine.
Il filo conduttore di questa raccolta è ovviamente lo stile di Carlos Ruiz Zafón, che secondo me è sempre ricercato ma mai pesante, elegante ma non orpelloso, sempre preciso. Ritornano alcuni dei personaggi e delle ambientazioni degli altri romanzi, senza che però ne risenta la comprensione, ma in me sono ritornate anche le emozioni che ho provato a leggere i libri di Zafón, infatti ho sempre percepito un velo di malinconia, mistero, di fascino, ma anche di dolcezza.
Credo che La città di vapore possa essere uno di quei libri adatti a chi non ha mai letto nulla di questo scrittore spagnolo, ma vuole entrare nel suo mondo fantastico e al tempo stesso concreto, e nel suo stile. Come vi dicevo, nonostante abbia preferito alcuni racconti ad altri, è stata una lettura comunque abbastanza veloce che mi ha tenuto compagnia alcune sere.
Mi aveva invogliato la mia amica Simona (Misspenny09) a scoprire i thriller dello scrittore tedesco Wulf Dorn, e mi sono diretto verso Il mio cuore cattivo, spinto dal titolo, e un po' dalla copertina. Ammetto però che non è stato il miglior primo approccio mai avuto con uno scrittore che non conosco.
Genere: thriller/giallo Editore: TEAPagine: 347 Data di pubblicazione: 2015 Prezzo: €11 / ebook € 8.99 |
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Dorothea, detta Doro, è afflitta da un vuoto di memoria che ha sconvolto la sua vita e quella della famiglia: non ricorda infatti cosa sia successo al fratello più piccolo proprio la notte in cui era rimasta lei a badargli. Non sono bastati a migliorare la sua salute in fondo nemmeno i mesi in uno ospedale psichiatrico e la cura che sta proseguendo con uno psicologo. Una sera infatti le sembrerà di vedere nel suo giardino un ragazzo malnutrito e terrorizzato, e non potrà fare a meno di provare a cercarlo. Ma per Doro, che assume farmacia per cercare di superare quelle visioni paurose, non è affatto facile essere creduta persino dalla madre, e sarà difficile trovare la verità.
Il mio cuore cattivo su di me non ha avuto un impatto altissimo su più profili: lo stile non è affatto sgradevole, anzi è semplice ma scorrevole, solo che, più che noioso, mi è sembrato un po' ripetitivo in alcuni passaggi. Questa ripetitività non aiuta a far scorrere una storia che di per sé non è particolarmente originale o con un ritmo così concitato da far chiudere un occhio su questo difetto. Credo che le trovate narrative di Wulf Dorn in questo romanzo siano a tratti banali, a volte pacchiane ed esagerate, così come i dialoghi a volte mi hanno lasciato perplessi. Se inoltre posso abbozzare sugli altri personaggi, non posso lasciar correre sui difetti della protagonista, che mi è sembrata proprio buttata lì, non ben pensata. Anche il modo in cui prende consapevolezza mi è sembrato non ben congegnato, ma abbastanza banale.
Asciugare la storia da appunto alcune scelte poco interessanti e magari accorciare anche la lunghezza del romanzo credo avrebbe aiutato questo libro nel risultare un po' più emozionante e coinvolgente.
Sono uno di quelli che i thriller li apprezza e in genere li termina anche in fretta, ma Il mio cuore cattivo non mi ha invogliato affatto a divorarlo, anzi, essere arrivato alla fine, anch'essa comunque poco d'impatto, mi ha fatto tirare un respiro di sollievo.
Qui vi ho parlato de Il superstite sempre di Wulf Dorn.
Cosa state leggendo voi in questo primavera inoltrata?
Ho divorato La città di vapore di Zafon, e ho trovato fascinosi i suoi racconti, quel suo fantastico reso tuttavia confidenziale e credibile. Poi amo Gaudì e Barcellona, e forse basterebbe questo.
RispondiEliminaIl racconto su Gaudì è piaciuto anche a me, Zafon non si smentisce
EliminaDi Dorn ho letto La psichiatra, molto bello.
RispondiEliminaZafon uno dei miei autori del cuore: questo mi manca, ma rimedierò presto.
Non mi interessa Casalino, ma neanche io capisco il pregiudizio su di lui onestamente.
Recupererò La psichiatra sicuramente.
EliminaZafon sono sicuro che ti piacerà anche in questa veste.
Casalino è un po' anche vittima di se stesso, ma si porta anche dietro un pregiudizio ingiusto, anche perché sentendolo parlare per presentare il libro, non mi ha dato l'impressione di essere uno scemo. Dovrebbe forse continuare su questa strada.
Si però devi anche dire che hai cominciato Dorn col peggiore romanzo che abbia scritto 😂 Io non ti ho consigliato questo ma sicuramente la psichiatra e altri che ho letto dopo, che tutti lo sappiano, perchè l'ho odiato sto libro 😅 Giusto per chiarezza 🤓
RispondiEliminaAaaah sì, scelta mia autonoma di leggere quello 😄 Tu mi hai solo aperto la strada nei libri suoi in generale 😊👍🏻
EliminaSulla biografia di Casalino stendo un velo pietoso, forse un po' di curiosità me la smuove, ma visto il tempo risicato per la lettura punto su altro :)
RispondiEliminaDi Zafon ho ancora l'ultimo capitolo della saga del Cimitero dei libri, per mia fortuna, e questa raccolta di racconti uscita postuma sarà il modo per dirgli addio. Che abbuffate che mi sono fatta sui suoi libri, che incubi pure in quella trilogia della nebbia!
Sicuramente se non hai una particolare curiosità, meglio dedicarsi ad altro.
EliminaZafon resterà nel cuore di molti!