La mia esperienza con i patch Punti neri e SOS Brufoli di Acty Mask

Qualche tempo fa mi aggiravo (come sempre) fra gli scaffali da Lidl ed ho trovato nella sezione delle offerte settimanali (quindi purtroppo non nella gamma continuativa) un piccolo espositore con due varianti di patch contro le impurità di Acty Mask.
Non trovando il brand da nessuna altra parte, ho colto subito l'occasione e li ho messi alla prova nel corso delle ultime settimane, ammetto anche con una discreta curiosità.


Acty Mask è infatti penso nota soprattutto per le sue maschere e trattamenti idratanti, magari anti age, o illuminanti ma non avevo mai provato nulla di questa azienda che avesse un potere purificante.
I primi, e forse più comuni, sono i Purifying Patches Punti Neri, arricchiti con Carbone Vegetale e Aloe vera.


INFO BOX
🔎 Grande Distribuzione
💸 € 0.99
🏋 8 Patch
🗺 Made in Italia
⏳  3 Mesi
🔬 Vegan

Sono i tipici cerottini per i punti neri che si adattano a fronte e naso e che Acty ha arricchito con carbone vegetale, aloe e acido glicolico, una miscela che si sposa bene per un prodotto che vuole eliminare punti neri e filamenti sebacei. Personalmente, almeno per quella che è la mia esperienza, gli attivi che contengono questi tipo di cerottini contano poco: tendenzialmente quello che secondo me li fa funzionare al meglio è quella che volgarmente potrei definire la colla, la sostanza adesiva che poi deve portare via le impurità di cui sopra. 
In particolare questi Purifying Patches Acty Mask, si usano esattamente come tutti i loro colleghi: vanno applicati su pelle umida affinché appunto il cerottino aderisca alla pelle e ci resti. Dopo circa 10/15 minuti dovrebbero essere asciutti e si possono rimuovere delicatamente.

Gli aspetti positivi non riguardano solo la facilità d'uso ma anche il fatto che al contrario di molti altri loro colleghi, questi patch anti punti neri non puzzano particolarmente anzi direi che sono quasi inodore, quindi non danno fastidio. Inoltre Acty ne ha inseriti 4 che hanno la forma a lunetta, per la zona del naso, e altri quattro (in coppie da due) per mento e fronte, quindi trattare tutto il viso. Io personalmente adatto quelli a triangolo per fronte e mento, sul naso perché è lì che ne ho davvero maggiormente bisogno. 

Nonostante le buone caratteristiche generali, devo dirvi in onestà che la mia opinione su questi Patch Purificanti è tiepida: è vero che i miei punti neri e pori ostruiti sono piccoli perché comunque cerco di prendermene cura con una detersione adeguata e trattamenti specifici, ma su di me non fanno un grandissimo lavoro di rimozione.

Il problema credo dipenda dal fatto che su di me non aderiscono in modo forte, e se da un lato la rimozione risulta delicata e non mi ha creato irritazioni, dall'altro non vedo questi risultati pazzeschi. È vero che bisogna avere sempre aspettative realistiche da questo tipo di patches, perché nessuno di quelli che ho provato rimuove tutto in un solo colpo, e che il cerottino nero da sempre molta soddisfazione quando lo si va a rimuovere, ma non è stato un prodotto che mi ha rivoluzionato la vita. Indubbiamente però, visto il costo e la delicatezza, se vi incuriosiscono vi dico di dargli una chance.

Discorso diverso invece per gli Spot Patches SOS Brufoli perché non avevo mai provato nulla di simile.



INFO BOX
🔎 Grande Distribuzione
💸 € 0.99
🏋 40 patch
🗺 Made in Italia
⏳  3 Mesi
🔬 Vegan

Sicuramente sul beauty web avrete visto diversi video di questi cerotti idrocolloidali che sembrano in grado di rimuovere il contenuto dei brufoli e quindi fare in modo che guariscano più in fretta e si evita di schiacciarli con la conseguente lesione che può diventare una macchia, oltre a proteggerli dalle aggressioni esterne. In questo caso Acty Mask li ha arricchiti con acido salicilico, che si occupa di ridurre l'eccesso di sebo e di batteri e l'estratto di laminaria, un'alga dall'effetto anti infiammatorio sulla pelle. 
Ogni singolo patch va applicato appunto direttamente sul brufolo e lasciato agire per almeno 6 ore, fino ad un massimo di 12, e può essere usato sia di giorno che di sera. Tendenzialmente io li ho applicati la notte perché è vero che sono invisibili, ma comunque si nota che c'è qualcosa sulla pelle. Anche per questo motivo non ho mai provato ad applicarci del make-up sopra, perché secondo me si crea comunque spessore e una texture differente. 

Anche i Patch SOS Brufoli sono facili da utilizzare e aderiscono molto bene alla pelle, restando in posa tutta la notte finché non li rimuovo. L'unico punto in cui ho notato che fanno fatica ad aderire è nelle zone con molti peli, quindi non si adattano ad esempio all'attaccatura dei capelli, nei punti con barba e con sopracciglia.

Era la prima volta come dicevo che utilizzavo un trattamento del genere anche perché ho raramente brufoli, sono spesso sottopelle, e quelli che raggiungono la superficie sono piccoli per cui non mi preoccupano più di tanto, quindi li ho messi alla prova senza sapere cosa aspettarmi.
Su di me, e sulla mia tipologia di impurità, ho notato che aiutano a rendere il brufolo più piatto, meno infiammato, più circoscritto in generale ed anche a farlo progredire più velocemente, con una più rapida guarigione.

Per capirci, a costo di diventare un po' splatter, non mi è mai capitato di ritrovare del pus sul cerotto (come si vede in molti video) e non so se sia dovuto al fatto che i miei brufoli sono molto piccoli o per il prodotto in sé, ma ho notato più che altro che questi patch Acty Mask aiutano a seccare l'impurità ma senza andare a seccare la pelle circostante. Quindi direi che svolgono la loro funzione abbastanza bene, ed è stato piacevole trovare questa tipologia di prodotti, non ancora comuni nella grande distribuzione italiana, e credo possano essere un aiuto sia a chi ha brufoli frequenti (la confezione ha 40 patch, in tagli da 10) e vuole intensificare i trattamenti per contrastarli, sia a chi ne ha saltuari e quindi non ha bisogno di aggiungere sieri o detergenti specifici alla propria skincare.


Avevate visto questi Patch Acty Mask da Lidl o in altri negozi?



Il ritorno delle serie tv in costume (due non potete perderle!)

Sono tornate da qualche settimana due serie tv che stavo seguendo, entrambe riproposizione di epoche passate raccontate in maniera più o meno liberale ed ho anche un'altra novità che mi è piaciuta molto. 


Un gentiluomo a Mosca 
Miniserie

Attendevo davvero con molta curiosità Un gentiluomo a Mosca, uscita su Paramount + a Maggio, e devo dire che la considero una delle serie in costume meglio riuscite quest'anno. 
È l'adattamento del romanzo di Amor Towles del 2016, che viene definito come storico, ma ovviamente l'epoca e il contesto socio politico vengono utilizzati per raccontare una storia di fantasia.
Siamo nel 1921, a Mosca, gli zar sono caduti da pochi anni, e la nobiltà, o comunque tutti coloro che erano legati al vecchio regime, vennero uccisi o esiliati dai bolscevichi. Stessa sorte è toccata al conte Aleksandr Il'ič Rostov (interpretato da Ewan McGregor, che è anche produttore esecutivo della serie) il quale sarà esiliato a vivere per sempre in quelli che erano gli alloggi fatiscenti della servitù nel lussuoso Grand Hotel Metropol, al centro della capitale russa. 

Qui non sarà facile per un gentiluomo come lui, figlio dell'antico privilegio, adattarsi ad una vita in parte diversa e soprattutto privato della libertà, eppure, la sua vita al Metropol non sarà affatto tranquilla, fra i ricordi del passato e le nuove conoscenze. 

Rostov infatti si crea la sua stravagante bolla in cui vivere al meglio possibile, in un luogo che di per sé non è destinato a diventare una prigione, e vedendo cambiare il mondo esterno da dentro, ma seppur privato della sua libertà, il conte diventa metafora della ricerca di bellezza, tranquillità e pace anche nelle cose più piccole.

Così un Gentiluomo a Mosca oscilla costantemente fra il dolce e l'amaro, fra un momento di ilarità che il conte suscita, con i suoi modi buffi, nel cercare di adattare il suo DNA nobiliare ad un mondo che non dà più valore a stemmi e titoli, e il suo animo tormentato dai ricordi del passato che non può e non vuole abbandonare e per la perdita delle persone che amava o che ha imparato ad amare.
Nonostante noi non vediamo troppo direttamente i cambiamenti della Russia in quegli anni (e si va avanti nel tempo abbastanza in fretta) il Metropol ne viene costantemente coinvolto pur vivendo in una sfera di benefici di cui gli altri non godono.

In questi giorni ho scoperto il termine prestige drama, ovvero quelle serie tv drammatiche in cui lo sforzo creativo e l'impianto produttivo è imponente, del tipo che si vede che si sono impegnati, e penso che A Gentleman in Moscow ricada perfettamente in questa definizione. La miniserie riesce a muoversi anche esteticamente nell'arco di oltre 30 anni con tutti i cambiamenti di costumi e scenografie che ne consegue, ed ha un cast che è perfetto per questi ruoli, dal più grande ai più piccoli. Oltre a McGregor nel corso degli 8 episodi acquista sempre spazio e intensità anche il personaggio di Mary Elizabeth Winstead, che interpreta l'attrice Anna, e anche lei, a modo suo, subirà i cambiamenti socio-politici-culturali in parte in modo diverso ma anche simile al conte, e diventerà per lui una complice e una compagna. 
Un gentiluomo a Mosca ha poi un buon ritmo costante, come dicevo unisce generi diversi anche negli stessi episodi, con un leggero calo nella parte centrale della stagione, ma se amate le serie tv in costume, credo vada messa nella lista fra quelle da recuperare.


Sissi 
Atto Terzo

A distanza di poco più di un anno dalla seconda, è arrivata la terza stagione della serie tv tedesca Sissi, ispirata alla vita dell'imperatrice d'Austria interpretata da Dominique Devenport.
Si inizia subito seguendo il contesto storico dell'epoca, con la fuga di Napoleone III dopo che la Francia venne dichiarata una Repubblica, con le preoccupazioni che ne conseguono da parte di Francesco Giuseppe I (per gli amici Franz). Ma se lo scacchiere politico è articolato, anche quello privato fra Sissi e suo marito non segue mosse più rosee, visto che si trovano in disaccordo sull'educazione da impartire al figlio Rudolf che sarà l'erede al trono, con Franz che vuole faccia la durissima accademia militare ed Elisabetta che ritiene il figlio non adatto a quell'ambiente. 

Anche questo terzo atto di Sissi si assesta in quella zona grigia che molte serie tv stanno seguendo, in cui realtà e finzione si mescolano per cercare di dare nuova linfa a storie che sono state già usate più e più volte. Una operazione che a me non dispiace, se presa col giusto approccio.

So infatti che molti odiano queste rivisitazioni e sono pronti a scendere con i forconi in piazza pur di toglierle dai palinsesti, ma io credo che tutto sta negli intenti, e Sissi alla fine è una serie tv romantica, con una principessa-eroina che scappa dal castello pur di inseguire i propri ideali e far sentire la propria voce, con un principe (anzi un imperatore) dal carattere forte che la ama nonostante tutto. 

È insomma un romanzetto che tiene compagnia, che punta su abiti sontuosi non spesso accuratissimi (altro aspetto che rende la serie meno storica) e su begli attori (seppur le loro interpretazioni non mi sembrano cresciute nel tempo). 
Questa terza stagione di Sissi dalla sua ha un buon ritmo, nonostante le linee narrative principali siano alla fine soltanto tre, ma d'altronde i 6 episodi da poco più di 45 minuti forse non potevano sostenere di più. 

O comunque si capisce la necessità di aggiungere storyline secondarie per non rendere il tutto piatto e troppo focalizzato sulla vita degli imperatori. 

Non ho però comunque vere rimostranze da fare, solo però ho come notato un passo indietro, o meglio uno stop nello sviluppo caratteriale di Sissi, che nella passata stagione sembrava iniziasse a mostrare i primi segni di cedimento interiore rispetto al protocollo e alla vita di palazzo. In questo terzo atto è vero che dimostra quel lato ribelle, alla perenne cerca di libertà ma lo fa per il figlio non per se stessa. 
Ho letto dal profilo Instagram di Dominique Devenport che la quarta stagione è in corso di ripresa, quindi immagino la rivedremo più o meno la prossima estate, ma spero che riprendano quel filone perché secondo me era interessante. 
La terza stagione di Sissi è andata in onda su Canale 5 l'11 e il 13 Giugno, ma la trovate in streaming su Mediaset Infinity.



Belgravia: The Next Chapter
Miniserie/seconda stagione


Tre anni fa vi avevo raccontato 5 motivi per vedere Belgravia, una delle miniserie "minori" che Julian Fellowes ha ideato prima di The Gilded Age, e che credevo non avrebbe proseguito con una seconda stagione, non perché non di qualità ma perché il percorso dei personaggi sembrava arrivato ad un buon punto. Poi la conferma di una seconda stagione, intitolata The Next Chapter, è arrivata, e dal 5 giugno di quest'anno ben 8 episodi sono stati resi disponibili su Sky e Now, e me li sono goduti uno dopo l'altro. 
In questo capitolo, scritto però da Helen Edmundson, ci troviamo 30 anni più avanti rispetto alla passata stagione, nel 1871, sempre nel quartiere londinese Belgravia, e conosciamo Lord Trenchard, Frederick (Ben Wainwright), figlio di Oliver e Susan Trenchard, e uomo d'affari, che durante una festa conosce la bella, dolce e giovanissima Clara Dunn (Harriet Slater), la quale invece vive con la madre e la sorella in condizioni economiche altalenanti. 

Fra i due scatta un amore vero e intenso e si sposeranno, ma Frederick non è un uomo semplice da amare a causa di una infanzia che ancora lo tormenta e che lo ha fatto diventare chiuso, orgoglioso, con una forte personalità ma al tempo stesso incapace di aprirsi.


Dall'altro lato Clara è invece una boccata di aria fresca, ma allo stesso tempo ha bisogno di essere amata, di dialogo, e un uomo come Frederick la metterà parecchio in difficoltà, ma la coppia dovrà affrontare anche le turbolenze esterne, che si insinueranno nel loro matrimonio.

E non saranno solo Clara e Frederick i protagonisti di Belgravia: The Next Chapter, perché seguendo l'insegnamento di Sir Fellowes, anche Edmundson ha messo in scena personaggi di ogni classe sociale e livello, che si intrecciano fra di loro, ed ha dato ad ognuno il suo arco narrativo. Troviamo ad esempio la duchessa di Rochester (Sophie Winkleman, che salta qui dritta da Sanditon) che è molto impegnata a prendersi cura del figlio Peter affetto da crisi epilettiche, o tutta una schiera di camerieri, cuochi, valletti e maggiordomi con la loro voglia di emergere o semplicemente con le loro difficoltà ma anche la fedeltà verso i loro datori di lavoro.


Belgravia è il period drama puro, adatto a coloro che si sono stufati di avere a che fare con rivisitazioni storiografiche e vogliono rivivere un'epoca, in questo caso quella vittoriana, così com'è, con costumi, acconciatura, ambienti finemente curati e realistici, con dialoghi e musiche che non si discostano da quello che probabilmente era l'uso del secolo. Ed anche questa seconda stagione riesce a unire argomenti molto diversi fra di loro, così ci sono momenti di tensione a parentesi più romantiche e sentimentali, con un ritmo che mi ha fatto divorare gli otto episodi voracemente. 
È vero che l'insieme non ha nulla di originale, ma sono idee tipiche del genere che vengono rimescolate, ma quello che rende Belgravia più interessante è che se ad esempio Downton Abbey ha comunque dei personaggi positivi, qui ci ritroviamo con protagonisti spesso mossi più da traumi e da istinti e quindi non sempre perfetti, ma sicuramente più umani.

Quello che forse mi è piaciuto meno di questo Next Chapter è che non ho trovato un messaggio o una tematica di fondo, ma direi che è più una saga familiare: se nel primo capitolo le protagoniste femminili comunque erano donne combattive e forti, delle vere matriarche che comunque davano una spinta agli eventi, qui secondo me c'è meno questa doppia lettura. 
In generale avrei gradito qualche collegamento in più rispetto alla passata stagione, infatti questo nuovo capitolo può essere affrontato anche da chi non ha visto il precedente, ma può risultare scollato se come me l'avete fatto.
Inoltre Frederick può essere un personaggio principale un po' respingente, sempre musone, con poche sfumature forse, ma lui, come tutti gli altri, avrà modo di dimostrare cosa l'ha reso così, e posso garantirvi che tutti i tasselli alla fine trovano il loro posto.
Se state insomma aspettando la terza stagione di The Gilded Age o il terzo film di Downton Abbey, date una chance a Belgravia. Io spero che ci tirino fuori la conferma di una terza stagione. 



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