Quest'anno ho deciso che non avrei voluto fare vacanze lunghe o prendere aerei, visto che l'anno scorso avevo ampiamente dato. Una scelta rivelatasi saggia col senno di poi, visto che, per colpa di un incendio, l'aeroporto di Catania è stato chiuso, mentre gli altri aeroporti siciliani hanno rischiato il collasso per cercare di gestire il flusso in esubero.
Abbiamo deciso di esplorare la parte occidentale della Sicilia, Trapani e le zone limitrofe in particolare, dopo le vacanze netine dell'anno scorso.
Stranamente senza intoppi siamo arrivati dritti a Trapani, schiaffeggiati, sospinti, accarezzati da un vento che almeno ci ha dato l'opportunità di girare senza grossi accaloramenti. Un pranzo veloce, con un paio di coppi di pesce fritto, e subito dopo ci siamo lanciati a fare due passi in città. Come sempre il mio itinerario organizzato d'anticipo, era denso di cose da fare e vedere, ma non avendo tantissimo tempo a disposizione, abbiamo optato per un approccio più light, lasciando andare l'idea di poter spuntare tutte le caselline.
Abbiamo percorso subito il Bastione Conca, che dà una bella vista su Trapani, e poi ci siamo spinti verso la cattedrale di San Lorenzo, che avremmo trovato aperta solo nel pomeriggio, passando davanti al Palazzo Senatorio (o Cavarretta), oggi sede del comune e a Piazza Mercato del Pesce.
Dopo questa prima esplorazione abbiamo fatto una sosta al nostro B&B per prendere possesso della camera, scoprendo che ha una posizione tutto sommato strategica, ed una proprietaria, Giovanna, che impareremo ad amare.
Infatti, il nostro alloggio si trovava molto vicino alle saline e quindi, prima di tornare in centro, abbiamo ci siamo diretti verso la torre Nubia ne pressi della salina Culcasi, facendo due passi in questa distesa di vasche di acqua rosate da cui nasce l'oro bianco. Si capisce subito la fatica che facevano e fanno tutti coloro che lavorano sotto quel sole e quell'aria salmastra, specie nei tempi in cui la raccolta del sale doveva essere quasi esclusivamente manuale.
La torre di Ligny è stata un'altra delle destinazioni pomeridiane trapanesi, ma mi ha lasciato mixed feeling: per essere una torre secentesca è ben tenuta, ha un'ottima posizione, e la vista dal punto, che fa da immaginario divisorio fra Mar Tirreno e Mediterraneo, merita la passeggiata ed il vento che ci ha sbattuti, ma il museo civico interno, che miscela antropologia preistorica a storiografia marinaresca (c'è pure un modellino del Titanic), non l'ho capito. L'ingresso è comunque estremamente economico quindi va bene così.
L'unica strada che però ci restava da percorrere quel giorno era quella verso uno spritz, e soprattutto verso il B&B per prepararci per cena. Vista la giornata, il ristorante Stravento ci sembrava la scelta ideale, con affaccio esterno sul mare. Il cibo buono (ma la miglior cena arriverà dopo), e soprattutto una certezza: a Trapani le porzioni sono abbondanti.
Il giorno seguente, essendo domenica, abbiamo pensato che potesse essere ideale evitare zone troppo affollate, ma prima della nostra prossima meta, abbiamo fatto una sosta alla spiaggia Torre di San Teodoro. Fa parte della Riserva Naturale Laguna dello Stagnone di Marsala, che suona male ed invece è bellissimo, ed ha la particolarità di avere un'acqua bassissima, che consente di raggiungere a piedi un'isola privata (della Lunga o Grande). L'acqua è calda e limpida e il fondale sabbioso è tutto a dune. La spiaggia non è molto grande ma si trova un angoletto per la stuoia.
Quanto è carina invece Erice? Un borgo antico, con queste stradine tutte in pietra levigate dal tempo (mettetevi scarpe comode che non vi facciano scivolare) che abbiamo deciso di raggiungere per il resto della giornata. Si può arrivare in funivia, se non vi spaventa l'altezza, come abbiamo fatto noi, e questa vi conduce direttamente in centro. Qui siamo arrivati praticamente subito al Real Duomo di Erice dove ci sono stati proposti due biglietti cumulativi: uno da 6 euro, che consente di fare un giro più breve ma comunque ricco di punti di attrazione, o uno più completo da 12.
Noi abbiamo scelto il primo, anche perché non volevamo mettere le tende nel borgo medievale.
Erice è piena di punti storici bellissimi, è indubbio che il duomo spicchi su questi e che il campanile laterale abbia una bellissima vista, ma anche il castello di Venere in questo senso non è da meno. Una fortezza medievale normanna che gode di un panorama da non perdere. E poi ci sono tutta una serie di chiese, esternamente spartane, ma con interni decorati e pieni.
Per il resto troverete tanti piccoli tesori, anche culinari. Specialità tipica le genovesi, dei dolci ripieni di crema o ricotta. Noi abbiamo provato quelli dell'Antica Pasticceria del Convento, e quelli di La Pasticceria di Maria Grammatico, la quale pare abbia creato un piccolo impero di pasta di mandorle partendo da una storia triste alla C'è Posta Per Te che ha fatto il giro del mondo. Io, nel dubbio, mangio.
Erice ha anche un'altra particolarità: essendo posta su un altopiano, il clima è generalmente più fresco, anche nelle torride giornate di questo agosto, quindi passeggiarvici è molto piacevole.
Ma, nel tardo pomeriggio, avevamo esaurito le tappe, e ci toccava rientrare e prepararci per la serata.
Passando al ritorno infatti attraverso un bellissimo tramonto sulle saline, siamo arrivati a Marsala. Come sopra, visto il poco tempo, la nostra passeggiata si è concentrata per le vie del centro, passando davanti al duomo. Ma la nostra reale meta da golosi è stata l'Osteria Le Radici.
Questa è stata la nostra cena top, con piatti buonissimi e anche in questo caso così abbondanti che solo per educazione ed ingordigia abbiamo finito. E ciononostante non ci siamo fermati davanti al dolce.
Dopo altri due passi per le stradine marsalesi e poi rientro al B&B, visto che il giorno dopo non potevamo perdere tempo.
Abbiamo infatti prenotato una minicrociera fra le Egadi, che sarebbe partita alle 9 del mattino. Ci sono tantissimi di questi servizi, che fanno soste differenti con imbarcazioni differenti.
Noi volevamo fare un giro che macroscopicamente ci mostrasse un po' tutte le bellezze delle isole, ed infatti il nostro tour ci ha fatti girare fra le varie calette, facendoci prima passare per Favignana.
Terra dei leoni di Sicilia, i Florio, a Favignana non so perché ho sofferto moltissimo il caldo, il calo di forze ci ha rallentati, quindi ci siamo concentrati su una visita all'ex tonnara, in cui si raccontano storie di mattanza e pesca attraverso i reperti rimasti.
Risaliti in barca, abbiamo proseguito il nostro viaggio, ma soprattutto è arrivato il momento più bello: ci hanno fatti tuffare, per chi voleva ovviamente, in una delle calette, con un'acqua blu bellissima e fredda, che mi ha risvegliato e ridato le forze. Il nostro tragitto è poi proseguito verso Levanzo, dopo un pranzo servito a bordo.
Quest'altro isolotto in realtà offre meno rispetto a Favignana, ma è uno spettacolo naturale semi incontaminato con alcune cale rocciose bellissime. Appena scesi ci siamo diretti verso cala Fredda, una scogliera rientrata dove abbiamo fatto un bagno che ancora ricordo.
Sulla via del ritorno, la nostra crociera proponeva un altro tuffo in un'altra delle calette in mare aperto, ma ho preferito non lanciarmi, anche se sono certo deve essere stato bello.
Sinceramente stremati ma appagati, l'unica cosa che restava della giornata era rientrare in albergo, riposare, ed uscire a cenare senza fare troppo tardi.
Era infatti l'ultimo giorno a Trapani, per poi spostarci verso Castellammare del Golfo, passando prima però da Scopello e soprattutto dalla tonnara, anche questa appartenuta ai Florio.
Incastonata fra le rocce, questa tonnara di Scopello è meno storicamente d'impatto, anche se comprende un museo e un albergo, ma penso che un po' tutti coloro che sono entrati, hanno optato per un bagno in mare.
L'accesso, con un biglietto di 15 euro, è contingentato ma siamo stati fortunati perché abbiamo trovato anche una sdraio all'ombra. Inoltre è possibile acquistare dentro del cibo, come se fosse un lido.
Dopo un bagno ed un po' di riposo, ci era rimasta l'ultima tappa del viaggio: Castellammare appunto.
Dopo una sosta al Belvedere, che tanto si trova sulla strada ed offre un panorama di tutto il golfo, solo nel tardo pomeriggio abbiamo fatto un giro per la cittadina perché prima ci siamo goduti il solarium con idromassaggio del nostro albergo, chiaro segnale che la vacanza volgeva al termine ed era arrivato il momento di rallentare.
Per cena fra le mie opzioni abbiamo scelto il ristorante La Madrice, situato nella piazzetta davanti la Chiesa Madre. Qui non solo ottimo cibo, con porzioni generose (io aspetto ancora il dolce, ma ero troppo pieno per proseguire), ma anche il momento folkloristico con una processione che ha fatto impazzire i turisti che erano al ristorante.
L'esplorazione della costa occidentale siciliana sarebbe finita il giorno ma abbiamo cercato di sfruttare la strada del rientro.
Prima abbiamo fatto sosta al tempio e al teatro di Segesta, riaperto alle visite da poco dopo 20 anni, monumentale ma il cui verde attorno è stato purtroppo colpito dagli incendi che ci sono stati, e dopo un bagno in mare ci siamo goduti Borgo Parrini.
Ci troviamo a Partinico e si tratta di un piccolissimo borgo colorato dove alcuni edifici sono decorati in stile Gaudi, particolarmente instagrammabile (arriverà un reel credo). Sulla strada non ci siamo fatti mancare nemmeno una breve sosta a Cefalù, giusto per rinfrescarci la memoria.
Ancora una volta la mia Sicilia mi (ci) ha regalato tutto ciò che poteva, mi ha fatto assaggiare i suoi sapori e mi ha raccontato la sua storia, mi ha abbracciato e cullato, mi ha fatto stancare e ridato le forze.
E sono sicuro lo farà ancora e ancora.
Erice e Scopello gioiellini indimenticabili, rammarico per Cefalù che non riusciamo ancora a far rientrare in programma ogni volta. Ma ci rifaremo sicuramente..
RispondiEliminaHai ragione, sono proprio due gioielli. Su Erice non avevo aspettative particolari, sapevo che poteva essere carina, su Scopello invece mi ha stupito.
EliminaCefalù merita un saltino dai, anche solo un giorno!
Non sono mai stata in Sicilia, ma posso dire che queste immagini e queste parole sono pura magia! Di quest'isola amo i magnifici templi, testimonianza di antichi culti e tradizioni scomparsi quasi del tutto.
RispondiEliminaOff topic: si puiò mangiare come dei pazzi e riempirsi lo stomaco all'infinito... ma c'è sempre un posto per il dolcino.
Ti ringrazio! Cerco sempre di essere chiaro e completo ché magari torna utile a qualcuno, ma anche trasmettere quello che provo.
EliminaSono pure io della stessa idea sui dolci, ma ti dico, anche agli altri tavoli erano in difficoltà 😅😂
Pier, sono 42 anni che vado a Scopello. Ho casa poco prima della riserva. È un posto del cuore e infatti ho la foto all'alba dei Faraglioni come profilo. Se è bella ora, immaginati 40 anni fa quando eravamo veramente 4 gatti con un mare sempre meraviglioso a disposizione 😀
RispondiEliminaCiao Elena! Doveva essere proprio bello, molto fortunata ad aver casa lì vicino 🥰
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