Ho molte cose da dire su Blonde, il nuovo film Netflix di Andrew Dominik

Con pochi fotogrammi Blonde ha suscitato una enorme curiosità ben prima della sua uscita. Ma dopo la sua presentazione al festival del Cinema di Venezia è letteralmente esplosa un'onda di opinioni che va un po' da tutte le parti, ma soprattutto contro questo film.
D'altronde andare a toccare Marilyn Monroe, l'icona bionda per eccellenza e raccontarla attraverso una storia cupa, drammatica all'estremo e a tratti cruda, può non avvicinarsi all'idea che ognuno ha della diva.



Genere: drammatico, giallo, biografico
Durata: 166 minuti
Regia: Andrew Dominik
Uscita in Italia: 28 Settembre 2022 (Netflix)
Paese di produzione: USA

Blonde nasce da un romanzo omonimo di Joyce Carol Oates, pubblicato nel 2000, che non si pone come una delle tantissime biografie su Marilyn, ma la sua storia viene rimaneggiata in una visione più cupa. Lo stesso film non segue pedissequamente il libro, ma ne prende il mood, raccontando la figura della Monroe attraverso gli aspetti più traumatici della sua vita. Una tendenza che avevamo visto in Spencer e che secondo me, almeno sulla carta, può essere una nuova strada da percorrere nel mondo delle biopic.
Abusi, violenze, abbandoni, aborti, l'incapacità di trovare un equilibrio e riconoscere il proprio valore sono alcune delle lenti attraverso cui osserviamo Norma Jean che vive le sofferenze di Marilyn, eppure sembra che una non possa esistere senza l'altra.

Miss Monroe è infatti la venere bionda che tutti vogliono, desiderano, osservano o di cui addirittura bramano un pezzo sia fisico che morale, e a lei non resta che essere trascinata, violata, strizzata e scrutata in ogni suo singolo aspetto, senza poter decidere nulla della sua esistenza.
In Blonde infatti si racconta un mondo maschile che vuole controllare Marilyn in ogni ambito, persino nella scelta di avere o meno un bambino, e tutti gli uomini che incontrerà abuseranno di lei in modo diverso, anche intellettuale, o le volteranno le spalle.
Non meno impietoso sarà l'approccio femminile che non riesce a comprendere come mai una delle donne più desiderate al mondo possa soffrire. 

Blonde diventa una visione quasi orrorifica della vita di Marilyn Monroe, ma tenta di slegarsi dal personaggio stesso già dal titolo. Infatti questo generico "blonde" può anche identificare le tante attrici ed attori che si sono ritrovati a subire lo stesso tipo di violenze all'interno del malato mondo dello spettacolo. Allo stesso tempo le figure maschili abusanti diventano a volte solo delle ombre di cui spesso non si conosce il loro nome o il loro volto, per rappresentare diverse forme di male.
Blonde è quindi un film che non si tira indietro nel mostrare anche la parte più cruenta di questi abusi, ma pur sempre con un taglio cinematografico curato e particolare.

Le reazioni di conseguenza sono state tante, ma potrei circoscriverne due: da un lato la repulsione, considerando il film un oltraggio irrispettoso ed un ulteriore abuso nei confronti di una donna che già ha sofferto molto e di una icona amatissima, specie agli occhi di chi si aspetta una biografia standard. A questa corrente appartiene anche quella categoria di persone per cui la pellicola veicoli persino messaggi sbagliati.
Dall'altro lato è un film che può suscitare ulteriore empatia verso qualcuno che si è perso dentro se stesso e in un mondo che non l'ha compreso, e che potrebbe essere Marylin, o Norma, o chiunque altro. Io invece mi trovo un po' in mezzo a queste due visioni.

Blonde è un film forte e a tratti può essere difficile da vedere, con delle scelte azzeccate, ed altre che non ho compreso.
Ana de Armas fa un lavoro incredibile nel dare vita a Marilyn, in ogni gesto, movenza, sguardo. Dicono che la voce originale non renda bene, ma su questo non saprei esprimermi. Tutta la creazione del personaggio, la costruzione di alcune scene partendo dalle foto più famose è però certosina, e sono elementi che colpiscono fin da subito e che danno valore al film.
L'impatto poi di certe scene, a volte inquietanti, a volte stranianti, è un altro elemento impossibile da non notare, e non si può restare impassibili al racconto che passa attraverso così tanti traumi.

Ammetto che però Blonde rischia di scadere quasi nel compiacimento del dolore che mostra: raccontare Marilyn Monroe solo attraverso le sue sofferenze, e ripeterlo più e più volte per tre ore di film, mi è sembrato eccessivo. Avrei inoltre preferito che ci fosse una parabola che includesse anche momenti positivi e i pregi di una donna intelligente che, anche nei momenti bui, ha cercato di ricavarne il meglio, perché avrebbe dato più impatto vederli schiacciare. Altrimenti si rischia di portare sullo schermo un personaggio piagnucoloso costantemente vittima di tutto e tutti, e far diventare lei un agnello sacrificale impassibile.

Inoltre se si vuole anche criticare il sistema di Hollywood in maniera più ampia, da un lato non ha senso focalizzarsi così tanto sul personaggio di Marilyn Monroe e farla rivivere così dettagliatamente; dall'altro lato manca secondo me un vero e proprio senso di critica a quello che avviene in Blonde: siamo noi spettatori che possiamo eventualmente fare una analisi, indignarci, disgustarci e criticare quello che accade sullo schermo, ma il film di Andrew Dominik non mi pare si sprechi troppo in questo senso.
Ad esempio escludere i dettagli sulle figure maschili, rendendoli delle ombre a rappresentanza di uno stereotipo (il padre fantasma, il manager predatore, il presidente disumano, lo sportivo violento) credo non aiuti a materializzare quello che dovremmo identificare come il male.

Blonde ha tante scelte registiche e di fotografia interessanti e ricercate, che credo raggiungano l'obiettivo di mostrare questi traumi attraverso vie differenti. Ho però fatto fatica a capire l'uso del bianco e nero, che in principio ho pensato fosse un modo per sottolineare il passaggio fra interno ed esterno nel mondo psicologico di Marilyn, ma poi mi è sembrato davvero casuale. 
La scelta più criticata è stata però l'esposizione delle gravidanze e degli aborti di Marilyn Monroe, che è stata tacciata di essere propaganda antiabortista. È una tematica difficile, su cui ho solo idee e non competenze, e anche in questo caso la mia opinione è nel mezzo.
Il modo in cui Dominik mostra la gestazione infatti mi è sembrato solo un espediente volutamente grottesco per entrare nella psicologia di questa Monroe sempre più allo sbando.

Non posso però negare che vedere un feto esageratamente sviluppato rispetto alle settimane di gravidanza, che conversa amabilmente con la madre, è stato alquanto fuori luogo, forzato, e cringe se vogliamo usare un termine inflazionato, e comprendo la doppia lettura che certi messaggi possano avere. Anche in questo caso il problema credo stia nella ripetitività, nel voler riprendere queste sequenze più e più volte, che fa diventare inopportuno e morboso un concetto.
Blonde prende spunto dalla psiche indubbiamente complicata e dai traumi vissuti da Marilyn Monroe per raccontare una storia parallela ma non identica alla realtà, è un film forte che può non raggiungere il gusto e le aspettative di tutti, ma che credo comunque non sia riuscito a rispondere a pieno a tutti gli intenti che si erano prefissati. È però anche coraggioso nel voler essere smaccatamente controverso e diverso.




4 commenti:

E tu cosa ne pensi?

Info Privacy

  1. Sinceramente penso che in me susciterebbe una forma convulsa ed esasperata di pianto, perché certi temi (violenza fisica/morale/psicologica) mi portano a provare una profonda empatia. Non so se lo guarderò, sono ancora in dubbio. Baci.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai ragione Sara, può essere un film disturbante per alcuni quindi non posso dire di vederlo a cuor leggero. Non è un film passatempo.
      Baci

      Elimina
  2. L'ho visto Pier e mi ha causato una profonda sofferenza. Mi è sembrato che nuovamente si fosse abusato di Norma Jane. È eccessivo e anche l'ottima interpretazione della protagonista Ana de Armas, a tratti ha sfiorato il farsesco. Non è un film che consiglierei. Un abbraccio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lo capisco, è una sensazione che hanno avuto in molti, per questo stanno saltando fuori così tante critiche. Un abbraccio e buon fine settimana!

      Elimina

Vi sono piaciuti