L'estate può essere l'occasione per qualche recupero seriale, o ancora meglio, mini seriale. Erano diversi mesi che puntavo a due titoli in particolare e solo nel corso delle ultime settimane ho potuto vedere due miniserie che mi avevano attirato. Una è stata una scoperta che secondo me piacerà a molti di voi, l'altra non posso definirla una bocciatura, ma mi ha lasciato poco. Vediamole insieme, ma fatemi sapere anche la vostra nei commenti.
The Pursuit of Love - Rincorrendo l'amoreMiniserie
Risale al 2021 questa miniserie, che però è stata pubblicata su Sky in italiano solo a settembre del 2022. The Pursuit of Love è una produzione BBC che mi aveva attirato per la presenza di Lily James e Andrew Scott, ma anche (purtroppo) Dominic West (che scatenò i pettegolezzi per aver tradito la moglie con la James proprio durante le riprese), ed il cast in generale, ma anche per quello che immaginavo potesse essere lo stile.
Tratto dal romanzo autobiografico di Nancy Mitford, pubblicato nel 1945, The Pursuit of Love ci fa scoprire le vite di Linda e Fanny, due cugine che provano un affetto profondo l'una per l'altra ma con due caratteri opposti che le porterà a vivere due vite distanti, inseguendo appunto l'amore. Ciò nonostante le due cugine si ritroveranno e ci saranno sempre l'una per l'altra, soprattutto nelle delusioni.
Oltre ad un cast ricco e vario, fra le prime cose che ho notato di The Pursuit of Love è stata l'ottima realizzazione dello spaccato storico, degli scenari, e della nobiltà inglese, ma si coglie anche la voglia della scrittrice di raccontare due animi femminili differenti, in alcune fasi della vita, in cui inserire parte del suo vissuto o di ciò che avrebbe voluto vivere.
The Pursuit of Love alla fine, con ironia e un buon ritmo, parla di donne, delle loro scelte di vita, e della rottura di ideali, stereotipi, pregiudizi e ruoli che da sempre si ritrovano a ricoprire, e che la in parte società impone.
Linda infatti è spigliata, vuole essere libera, e si dimostrerà disposta a lasciare tutto pur di inseguire i suoi sogni romantici, ed in questo senso rappresenta una femminilità più moderna, che si scontra con una visione più tradizionalista e "casalinga" raccontata attraverso Fanny, ma alla fine entrambe si ritroveranno insoddisfatte.
So che forse mi prenderete per pazzo, ma metto The Pursuit of Love - Rincorrendo l'Amore nelle quasi bocciature perché alla fine non mi è rimasto nulla emotivamente.
In particolare sono stati i personaggi a non suscitarmi molto, e devo ammettere che, a distanza di tempo da quando ho visto la miniserie, non ho capito se è stato per una mancanza di empatia nei confronti per come sono stati messi in scena e scritti, o per altre motivazioni.
Inoltre, sebbene non ami definire le serie tv in base al genere di pubblico a cui si potrebbe indirizzare, forse The Pursuit of Love è più adatta ad un pubblico femminile, che in qualche modo si può rivedere meglio nelle due protagoniste.
Ho riscontrato però anche altri problemi: il primo episodio ad esempio mi è sembrato leggermente caotico, ma man mano le cose ingranano. Si arriva però ad un finale che, non avendo letto il romanzo, mi ha sorpreso, ma è stato allo stesso tempo deludente.
Ho cercato un po' di capire anche cosa dicessero le altre recensioni, e mi è capitato di vedere grandi paroloni, ma poi voti nella media, quindi forse non è stata solo una mia percezione che qualcosa mancasse. Probabilmente si tratta di una di quelle vicende che riescono ad essere più appassionanti sulla carta stampata, ma non avere quel quid per emergere sullo schermo e in un panorama seriale affollato.
Si tratta per fortuna solo di tre episodi, quindi nulla di lungo e noioso, ma alla fine non mi sono sentito così tanto coinvolto nel seguirlo.
A Small Light
Miniserie
Da Maggio di quest'anno è invece disponibile su Disney+ una miniserie su una storia che non conoscevo, o meglio non la conoscevo da questa prospettiva. A Small Light racconta di Miep Gies, una giovane ragazza, una semplice segretaria ma che per 2 anni tenne nascosta la famiglia Frank, Otto e la moglie Edith insieme alle loro figlie Margot e Anna, ed altre quattro persone perseguitate dalle leggi raziali in quanto ebrei.
Molti conoscono la storia dei Frank, i quali tentarono di fuggire all'ascesa del nazismo ed Hitler spostandosi dalla Germania ai Paesi Bassi, ma quando i tentacoli del Reich si espansero, per loro e per milioni di persone non ci fu scampo. Qui entrano in gioco le storie di tanti uomini e donne che cercarono di accendere una piccola luce di speranza nella vita di queste persone, provano a metterle in salvo.
Così fecero Miep, e suo marito Jan, che oltre ad aiutare gli inquilini dell'Alloggio Segreto, salvarono le pagine del diario di Anna Frank.
Abbiamo letto e visto la storia di Anna in decine di film e libri, eppure fino ad adesso non mi era capitato di sentire parlare di Miep Gies, e per fortuna A Small Light, creata da National Geographic, riesce a portare a noi questa storie, e credo lo faccia nel migliore dei modi.
La miniserie infatti riesce a raccontare sia parte della vita di Miep, inclusi gli eventi che l'hanno spinta a lavorare con Otto Frank, ma anche ciò che accadde durante le deportazioni degli ebrei. È vero che c'è sempre un'ottica corale, ad esempio includendo anche l'attività del marito Jan (interpretato da Joe Cole), ma si torna sempre alla ragazza, che in fondo altro non è che un simbolo. Leggevo infatti che anche gli altri dipendenti di Otto Frank contribuirono in tutto ciò che poteva essere necessario a celare la presenza degli inquilini, e ovviamente garantire loro sussistenza e cibo, ma immagino che per regole cinematografiche era necessario puntare l'attenzione su un personaggio, per non creare confusione, e appunto trasmettere un messaggio chiaro.
Allo stesso tempo sono stati inseriti altri personaggi di fantasia che allo stesso modo ci danno altre prospettive, come tutti coloro che, pur di non perdere i loro affari, si sono voltati dall'altra parte o piegati alle leggi naziste. Lo stesso escamotage viene usato per raccontare le persecuzioni della comunità LGBTQIA+.
A Small Light in questo senso è fatta benissimo: la storia è lineare, raccontata in modo preciso, con qualche flashback che approfondisce le vicende, ma che vengono distinte dai colori più caldi della fotografia, che si contrappongono a quelli più freddi della parte più dolorosa e difficile.
La cosa che mi ha colpito è che nonostante conosciamo il triste epilogo dell'Olocausto, i creatori della serie hanno saputo trasportare quel senso di angoscia, oppressione e paura in ogni episodio risultando molto coinvolgente.
Tra l'altro, nonostante gli orrori di quel periodo, la serie ha un approccio meno crudo, meno sanguinolento di quanto si possa pensare, creando forse maggiore tensione perché ciò che non si vede a volte fa più paura.
Il cast poi funziona tutto alla perfezione, soprattutto Bel Powley nei panni di Miep, e la qualità della serie è praticamente cinematografica per quanto riguarda la cura delle scenografie e la ricostruzione degli anni '40. Se devo trovare un neo l'unica cosa che posso sottolineare è un impatto leggermente inferiore di un paio di episodi (sono 8 in totale), ma A Small Light per me entra subito nella classifica delle migliori serie tv quantomeno dell'anno.
Beh sai, ho in lista la prima, e con tutto il rispetto per la seconda, rimane la più vedibile da me..
RispondiEliminaLa prima è assolutamente vedibile secondo me, non ne volevo trasmettere una opinione completamente negativa. La seconda è un altro livello :D
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