Un anno dopo: come state affrontando questo periodo?


È passato un anno da quando si è scoppiata quella assurda bolla secondo cui le cose brutte accadono solo agli altri, quelli lontani, sicuramente diversi da noi, a quelli che ci sembrano lontani dalla nostra visione civilizzazione. È servita una pandemia a dimostrarci che la kalokagathia con cui ci facciamo scudo era tutta una fantasia, ma in verità non mi sembra sia cambiato poi molto.

È trascorso un anno da quando la nostra vita, giorno dopo giorno, ha preso una piega diversa, fluttuando fra numeri di contagi e vittime, mascherine più o meno utili, regioni multicolori, e tanta perplessità su come affrontare il quotidiano. Abbiamo imparato a stare distanti, a fare videochiamate, studiato che percentuale di alcool può uccidere un virus, e quale vaccino può funzionare meglio. Ed abbiamo avuto molta paura.
O per lo meno, nella prima fase, ho avuto molta paura. Lo spaesamento del primo lockdown, quel freno a mano improvvisamente tirato che ci ha sconvolto i piani, il bisogno di trovare un nuovo equilibrio in quella novità che comunque ci spingeva a tenere l'attenzione alta.
Un anno più tardi, la mascherina, il disinfettante, il social distancing, le zone rosse, i tamponi sono diventati la routine, e 365 giorni più tardi si è aggiunta onestamente la noia di avere ancora a che fare con tutto questo. 

Pensavo però che a questo punto, un po' tutti, ci fossimo fortificati, cercando di trovare il buono in questo anno povero e secco di emozioni positive. Per questo, un anno dopo, trovo un po' strano stare ancora a pensare come sentirsi in questo labirinto di confinamenti. Non che voglia sminuire tutti i comprensibili malesseri fisici, psichici e socio economici che ne derivano, perché qualunque lamentela è quasi sempre giustificata e giusta. 

Ma pensavo che, dopo un anno, fossimo diventati più malleabili, avessimo un po' tutti capito che il andirivieni non è solo quello di zone gialle o rosse ma anche delle nostre emozioni. Per trovare un equilibrio bisogna ogni tanto perderlo, e questo significa capire ed assimilare che tutti gli alti e bassi emotivi sono scanditi dal naturale fluire del tempo.
Non tutti i giorni sono uguali, e non tutti possono essere affrontati con la stessa grinta. Abbiamo tutti perso tanto, onestamente tutto pensavo fuorché passare i miei 30 anni freschi di candeline spente, in casa a cucire mascherine con i jeans smessi. Non avrei immaginato che non avrei soffiato sulla trentunesima candelina.

Starmene lì a crucciarmi ogni giorno nella frustrazione però mi sembra un castigo ingiusto nei confronti di me stesso. Così come deprimermi perché sto in pantofole piuttosto che in scarpe da ginnastica mi sembrerebbe un volermi male che non merito. Stare lì a misurare ogni singola inflessione umorale, ogni vacanza persa, ogni incontro saltato, mi sembra un gioco masochistico.
Ho preferito cercare di vedere le cose diversamente e mettere da parte gli accumuli e le zavorre che mi portavo dietro, cercando di dare un senso a questa routine non castigata ma certamente minimal.

Non è bastato un anno, non basteranno nemmeno quelli a venire, ma almeno credo di aver provato a sfruttare questo tempo al meglio che ho potuto.

Prendete l'acqua, in qualunque contenitore la mettiamo, cambia forma, ma non perde mai la sua natura.
Voi come avete e state affrontando questo anno di Covid?



28 commenti:

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  1. Oddio Pier...questa è una domanda dalla portata enorme...
    Io ho cercato di non farmi travolgere. Ho spento la tv, ho letto poco le notizie, ho evitato a tutti i costi di leggere numeri e bollettini, tentando di vivere il più normalmente possibile. Ho seguito tutte le regole che mi sono state imposte, anche e soprattutto quelle che non ritenevo giuste, ma l'ho fatto per onestà e perché la furbizia e il sotterfugio sono modi di fare lontani dalla mia indole.
    Ho sofferto, ho cambiato tante cose di me. Abitudini, stile alimentare e di vita, pensieri. Il lavoro continua ad essere la mia preoccupazione maggiore, così come la situazione economica generale.
    Ci sarebbe ancora molto altro da dire ma forse non trovo semplice condensarlo nello spazio di un messaggio.
    Un abbraccio.

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    1. So che è una domanda imponente, anche perché da un anno ad oggi di cose ne sono passate. Solo che un anno più tardi penso che abbiamo un po' tutti un po' di maggiore consapevolezza, no? Capisco la perplessità per il lavoro, è difficile per tutti.
      Un abbraccio

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  2. Un anno fa iniziava qualcosa di totalmente nuovo e spaventoso. Io ho lavorato per tutto il lockdown (fino alla pensione..), quindi in parte l'ho subita meno. Non avevamo scenari di vaccini, ma neanche il grosso timore che sarebbe durata tanto. Tant'è che l'estate incosciente da "tana libera tutti" ci ha fatto ripiombare nell'incubo. Ora culliamo prospettive diverse, ci siamo abituati alla mascherina, la stessa per cui appena tredici mesi fa perculavamo i giapponesi che incontravamo a Piazza Navona o in metro, ma sempre la stessa mascherina che ha fatto crollare influenze e raffreddori stagionali.. mi mancano un sacco di cose, ovvio.. ma le rifaremo, e sono convinto, con rinnovata e consapevole intensità.

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    1. Credo che anche io adesso ci sia una visione e aspettative diverse, e forse proprio per questo, affrontare lockdown e zone rosse è diventato ormai un po' noioso e ripetitivo, ma non tempo sprecato.

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  3. Di natura sono elastica, quando le cose cambiano io cambio di conseguenza. Questa potrebbe essere già la risposta definitiva, se vuoi...
    Quella lunga è che da tempo penso che ogni cosa che capita sia una lezione, perciò cerco di capire, non solo di cambiare ma anche di crescere. So di essere tra i fortunati; per ora non mi sono ammalata, economicamente la mia situazione non è cambiata. Ho sempre cercato di trovare il bello in ogni giornata, il che non significa che non sia conscia del brutto che mi circonda... ma insomma, non posso die di essere stata male. Certo, potrei stare meglio. Lo farò quando non dovrò più indossare la mascherina o correre a nascondermi ogni volta che mi scappa uno starnuto per strada...

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    1. Sarebbe da applicare sempre: ogni situazione può insegnare qualcosa. Io in verità ci ho messo un po' a capire che potevo sfruttare meglio questo tempo, e credo che noi "fortunati" che appunto non abbiamo poi troppo subito l'influenza del covid, avremmo dovuto imparare tanto da questo periodo.
      Ci credi che ho imparato a non starnutire o tossire in pubblico 😂?

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  4. Proprio come l'acqua che citi. Fluidamente, anzi liquidamente.
    Io ragiono così: so che non posso fare delle cose? Bene. Faccio altro.
    Ne approfitto per fare altro.
    Già, è passato un anno, un anno che comunque non voglio buttare -non voglio proprio, per tante cose!
    Sono d'accordo con te: per trovare equilibrio, ogni tanto bisogna perderlo.

    Moz-

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    1. Tu Moz sei una delle persone più fluide (non inteso nel gender) che conosca, mi piace molto questa parte di te!

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    2. Sono fluido anche nel giendaaah!

      Moz-

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  5. Come? Con pazienza, tanta...che comincia però ora a scarseggiare...

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    1. Sta iniziando anche per me a scarseggiare. Tu in che zona sei per ora?

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    2. Arancione (Puglia), ma fino ad oggi il mio paese è stato praticamente rosso.

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  6. Posso solo dirti che la cosa che ho notato è quanto questa pandemia ci abbia fatto peggiorare, siamo più maleducati, abbiamo meno pazienza, vogliamo tutto subito, non vogliamo più aspettare, troppo esagerato quello che ho visto in questi mesi lavorando a contatto con la gente, mi vergogno di questo ti dico la verità. Comunque, a parte ciò, cerco di distrarmi e non soffermarmi a pensare al peggio, altrimenti penso che impazzirei, come tutti! Speriamo solo che ci lasceremo tutto alle spalle il più presto possibile e che la gente tiri fuori solo il meglio e non il peggio di se.

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    1. Mi trovi d'accordo, pensavo che la frustrazione del periodo comunque venisse gestita meglio, e ripeto, io stesso ci cado, ma cerco anche di non crogiolarmi ma di sfruttare questo periodo.
      Speriamo davvero di superarlo in fretta!

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  7. Il lockdown non l'ho vissuto male, ma credo di aver avuto dei postumi visto che subito dopo ho cominciato a soffrire di insonnia per alcuni mesi.
    Ho imparato a convivere con il Covid ed anche a temerlo di meno, tra alti e bassi.
    Ho sempre pensato a chi sta peggio ( a chi ha avuto decessi causa Covid o chi si è ritrovato a combatterlo in ospedale ).
    E' stato il mio mantra fino ad adesso.

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    1. Ottimo mantra, guardare in prospettiva è davvero la soluzione per andare avanti. I disturbi del sonno li ho avvertiti subito, diciamo un mesetto dall'inizio, e purtroppo pare sia normale.

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  8. Riflessioni come sempre interessanti Pier e ben esplicitate. E' una domanda difficile, ma tuttavia posso dirti che di sicuro in questo anno ho imparato a prendere le cose come vengono senza fare troppi piani. O meglio, i piani li faccio, ma non ne faccio una malattia se qualcosa me li stravolge. Cerco di mantenermi positiva perché come già sai, ho vissuto anni peggiori e non voglio più farmi abbattere da cose che so di non poter controllare. Ammetto che alle volte mi manca fare cose, ma poi rimetto tutto in prospettiva pensando a tutte le cose per cui posso ritenermi grata e alle conquiste che ho raggiunto in questo anno.
    PS: la diretta tua e di MissPenny su ig l'ho vista con qualche giorno di ritardo, ma è stata carinissima! Pretendo il bis :D

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    1. Intanto grazie mille 💝 Condivido la tua prospettiva e credo che noi, che comunque abbiamo avuto un periodo almeno tranquillo, dovremmo essere più positivi e grati.
      Quanto alla diretta, grazie mille davvero 😊 Ce ne saranno altre!

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  9. Anche io ho avuto paura, nella prima fase.
    Una fottuta paura.
    Sono caduto nell'abisso della paura e contemporaneamente si sono rafforzate tutte le sensazioni negative che mi portavo dietro da una vita.
    Però poi da aprile ha iniziato a cambiare piano piano qualcosa e nel prosieguo dell'anno è iniziata..la mia risalita, o rinascita, come l'ho definita, forse con troppo compiacimento ed esaltazione.
    Questo mi ha permesso di vivere la seconda fase con molta più serenità e tranquillità, anche se la mia vita sociale è azzerata anche in presenza della zona gialla. Ma quest'ultima mi permette qualche giro in più in auto, che fa benissimo per rilassare la mente. Lavoro tanto, in questa lunga epidemia il lavoro è cresciuto esponenzialmente, non mi lamento e provo sempre a fare del mio meglio.
    I giorni passano comunque abbastanza velocemente. Attendo con ansia il momento in cui i miei genitori saranno vaccinati. Allora lì per me tornerà la normalità, anche se con le mascherine :)

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    1. Mi fa piacere che ci sia stata questa risalita ed anche che comunque il lavoro ti tiene ben occupato!

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  10. disoccupata da un anno che ti devo di, mi pesa, mi pesa tutto e detto sinceramente mi ha un po' rotto il ca**o sta situazione ma proprio tutto, però e c'è un però ho la salute che onestamente di questi tempi mi sembra praticamente tutto quindi va bene così deve passare..

    mallory

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    1. Mi spiace molto tu abbia perso il lavoro, spero che questo 2021 ti dia l'opportunità per ritrovarlo. La salute per adesso è tutto, hai proprio ragione.

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  11. Ho lavorato senza sosta mentre il mondo intorno a me rallentava.
    A marzo è stata una sensazione strana vedere tutto sto rallenty poi ci ho fatto l’abitudine.
    Mi è pesato mettere in stop tutti gli hobby che avevo ma immagino che perdere il lavoro o un caro per COVID sia molto peggio.
    Adesso si prova a ricominciare ( gli altri stanno provando almeno) e spero veramente tutto torni come prima.
    Anche se noto molto superficialità soprattutto nei giovani ..e il loro comportamento irresponsabile inevitabilmente ci mette a rischio tutti.
    Ciao Pier

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    1. Immagino la sensazione, ma mi fa piacere che tu abbia lavorato, e come hai giustamente detto, un hobby o un viaggio non sono nulla rispetto alla salute. Purtroppo non sono solo i giovani, vedo molta superficialità anche fra le persone più adulte e gli anziani!
      Ciao Max

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  12. Il primo lockdown è iniziato esattamente 2 giorni prima del mio 29° compleanno, ora mi avvicino ai 30 anni e siamo ancora nella stessa situazione, solo che, come dici tu, lo stupore ha lasciato spazio a una nuova routine.
    Ho visto la mia famiglia meno frequentemente, ho viaggiato molto meno e provato decisamente meno ristoranti, ma diciamo che la sostanza è rimasta la stessa, quindi non affogo nella malinconia, però l'impazienza che tutto ciò giunga alla fine, lo ammetto, è tanta.

    Come dico sempre, facciamo il meglio che possiamo con ciò che abbiamo... il resto, lo scopriremo solo vivendo.

    Bella riflessione la tua ;) un abbraccio!

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    1. Credo che un po' tutti ci fossimo un po' illusi che dopo un anno le cose sarebbero andate meglio, non che si ripetessero, anche se ovviamente nessuno ha avuto esperienza di una pandemia...
      Grazie mille e un abbraccio a te 😊

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