Per allontanarmi da storie inquietanti o drammatiche, mi sono rifugiato in un paio di serie tv più leggere, due commedie ma che trovano anche il modo per stimolare qualche riflessione.
Mid-Century Modern
Prima Stagione
Si avvicina più alla sitcom questa Mid-Century Modern, disponibile su Disney + dal 18 Aprile di quest'anno, e non poteva essere altrimenti, visto che è stata creata da Max Mutchnick e David Kohan già sceneggiatori di Will & Grace.
In questo caso i protagonisti sono il facoltoso Bunny Schneiderman (Nathan Lane), l'ex giornalista di moda Arthur Broussard (Nathan Lee Graham), e l'assistente di volo Jerry Frank (Matt Bomer), tre amici omosessuali i quali, alla morte del loro amico George, decidono di andare a vivere a casa di Bunny e di sua madre, la caustica Sybil (Linda Lavin), a Palm Springs. Non essendo più giovanissimi infatti temono di morire in solitudine e così decidono di darsi un supporto a vicenda, vista l'amicizia storica che li lega. Nel corso dei 10 episodi di Mid Century Modern li conosciamo sempre più, fra paure, insicurezze, momenti difficili, ma anche nuovi motivi di forza.
È una serie tv a combustione lenta questa di Disney+, perché soffre un po' i tempi e le logiche della sit-com, dove la narrazione verticale spesso sorpassa quella orizzontale. Eppure Mid-Century Modern sa farsi voler bene, grazie ad un trio di attori capaci e appunto d'esperienza, che entrano ed escono dagli stereotipi, e che nel corso degli episodi riescono a costruire delle sfaccettature differenti per i loro personaggi.
Ad avermi sorpreso è ad esempio Matt Bomer: sono sempre stato abituato a vederlo in ruoli in cui la sua fisicità ha il sopravvento, e in cui interpreta personaggi forti, come in Fellow Travelers. Qui ha il ruolo di un assistente di volo un po' svampito, ma che ha sofferto il suo passato da ex mormone e man mano scopriremo anche altri aspetti della sua vita, persino una figlia.
Dall'altra parte è forse Nathan Lee Graham che sembra avere un ruolo meno sfaccettato, non avendo poi davvero l'occasione di mostrarci o raccontarci qualcosa in più di lui, seppur l'attore sia perfetto per il ruolo dell'amico schietto e pungente, che riporta gli altri due con i piedi per terra.
Ottima anche Linda Lavin, scomparsa nel corso delle riprese di questa prima stagione, nel ruolo di una madre sempre sul pezzo, spesso ago della bilancia nelle vicende.
Come dicevo, Mid Century Modern è una sit-com a tutti gli effetti, che prende dal passato del genere per applicarlo alle tematiche attuali e spazia in queste. Si passa dalla politica alla religione, dai problemi della terza età, ai rapporti genitoriali, passando alle problematiche lavorative, il tutto però senza mai cadere in eccessivi drammi e pietismi.
È indubbiamente un prodotto pensato per chi le sit-com le vedeva negli anni '90, quindi dalla mia generazione in giù e possibilmente queer.
Come dicevo, Mid Century Modern è una sit-com a tutti gli effetti, che prende dal passato del genere per applicarlo alle tematiche attuali e spazia in queste. Si passa dalla politica alla religione, dai problemi della terza età, ai rapporti genitoriali, passando alle problematiche lavorative, il tutto però senza mai cadere in eccessivi drammi e pietismi.
È indubbiamente un prodotto pensato per chi le sit-com le vedeva negli anni '90, quindi dalla mia generazione in giù e possibilmente queer.
Purtroppo tocca sopportare pure le invadenti risate preregistrate, e che certi approfondimenti vengano lasciati indietro, ma Mid Century Modern è una operazione cuor leggero riuscita.
Temo un po' il rinnovo per una seconda stagione, che ancora non è arrivato, perché non credo possa piacere al grande pubblico delle piattaforme streaming e la scomparsa di Lavin deve essere stato un contraccolpo forte. Staremo a vedere perché c'è ancora spazio per i protagonisti di crescere e farci divertire.
The Four Seasons
Prima stagione
Alan Alda, regista di film come Storia di un Matrimonio e Il ponte delle spie, aveva diretto un film negli anni '80 intitolato Le quattro stagioni, che probabilmente in Italia non conosce o ricorda quasi più nessuno. Netflix però ha preso questo film e ne ha fatto una serie tv, The Four Seasons, disponibile in streaming dall'1 maggio di quest'anno.
In questa nuova versione del titolo conosciamo un gruppo di amici, esattamente tre diverse coppie affiatate e che amano fare dei viaggi in gruppo: Nick (Steve Carell) e sua moglie Anne (Kerri Kenney-Silver), Kate (Tina Fey, anche creatrice della serie) e suo marito Jack (Will Forte), e Danny (Colman Domingo) e suo marito Claude (Marco Calvani). La quiete in questo nutrito gruppo di amici viene turbata quando Nick decide di lasciare sua moglie Anne alla soglia del loro venticinquesimo anno di nozze. Il tipico evento ad effetto domino, che a catena metterà alla prova non solo i rapporti di amicizia, visto che per ragioni ed occasioni differenti i protagonisti si rivedranno in altre vacanze, ma perché la scelta di Nick metterà in luce anche i problemi delle altre coppie.
In questa nuova versione del titolo conosciamo un gruppo di amici, esattamente tre diverse coppie affiatate e che amano fare dei viaggi in gruppo: Nick (Steve Carell) e sua moglie Anne (Kerri Kenney-Silver), Kate (Tina Fey, anche creatrice della serie) e suo marito Jack (Will Forte), e Danny (Colman Domingo) e suo marito Claude (Marco Calvani). La quiete in questo nutrito gruppo di amici viene turbata quando Nick decide di lasciare sua moglie Anne alla soglia del loro venticinquesimo anno di nozze. Il tipico evento ad effetto domino, che a catena metterà alla prova non solo i rapporti di amicizia, visto che per ragioni ed occasioni differenti i protagonisti si rivedranno in altre vacanze, ma perché la scelta di Nick metterà in luce anche i problemi delle altre coppie.
Non conoscevo nemmeno io il film originale da cui è tratta questa serie tv Netflix, ma se dovessi spiegarla in poche parole direi che si tratta di una commedia leggera ma intelligente, che si approccia facilmente e si può anche vedere praticamente tutta in una serata. La prima stagione di The Four Seasons dura solo 8 episodi che non sforano i 30 minuti ciascuno, ma soprattutto diventa confortante perché usa le dinamiche che già conosciamo delle commedie sentimentali. Si sorride, si riflette, ci sono colpi di scena più o meno riusciti, e il ritmo è sempre costante.
Probabilmente da una attrice comica come Tina Fey ci si aspetterebbe una comicità un po' più sopra le righe (come nei suoi sketch al Saturday Night Live per intenderci), ed invece si punta molto di più ai botta e risposta fra i personaggi e in generale ad una ironia adatta a tutti.

The Four Seasons però, un po' come Mid Century Modern, non è particolarmente rivoluzionaria nel suo genere, ma gira sempre intorno a tematiche legate all'amicizia e all'amore, regalando qualche momento più riflessivo e drammatico. Non si cade mai anche qui in momenti eccessivamente tristi, anzi persino il momento più serio viene stemperato con battute e malintesi.
Ecco, se sei possono sollevare delle perplessità su questa serie tv Netflix è che si parla molto: non sono fatti ed eventi a scatenare le reazioni dei personaggi, ma appunto le diverse personalità e i dialoghi che hanno fra loro.
Inoltre credo che anche The Four Seasons si rivolga ad un pubblico specifico: siamo noi Millennial e quelli della Generazione X a poter in qualche modo empatizzare con i casini di ultra cinquantenni con relazioni, affettive e amichevoli, lunghe e complesse. A me tutto questo non è pesato, ma mi aspettavo forse maggiore chimica fra gli attori. Resta comunque una serie godibile, per cui mi ha fatto piacere sapere che è stata rinnovata per una seconda stagione.
Probabilmente da una attrice comica come Tina Fey ci si aspetterebbe una comicità un po' più sopra le righe (come nei suoi sketch al Saturday Night Live per intenderci), ed invece si punta molto di più ai botta e risposta fra i personaggi e in generale ad una ironia adatta a tutti.
The Four Seasons però, un po' come Mid Century Modern, non è particolarmente rivoluzionaria nel suo genere, ma gira sempre intorno a tematiche legate all'amicizia e all'amore, regalando qualche momento più riflessivo e drammatico. Non si cade mai anche qui in momenti eccessivamente tristi, anzi persino il momento più serio viene stemperato con battute e malintesi.
Ecco, se sei possono sollevare delle perplessità su questa serie tv Netflix è che si parla molto: non sono fatti ed eventi a scatenare le reazioni dei personaggi, ma appunto le diverse personalità e i dialoghi che hanno fra loro.
Inoltre credo che anche The Four Seasons si rivolga ad un pubblico specifico: siamo noi Millennial e quelli della Generazione X a poter in qualche modo empatizzare con i casini di ultra cinquantenni con relazioni, affettive e amichevoli, lunghe e complesse. A me tutto questo non è pesato, ma mi aspettavo forse maggiore chimica fra gli attori. Resta comunque una serie godibile, per cui mi ha fatto piacere sapere che è stata rinnovata per una seconda stagione.
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